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Pino Rucher: una chitarra che ha fatto la storia
Pino Rucher: una chitarra che ha fatto la storia
di [user #17404] - pubblicato il

Hendrix, Clapton, Page, Van Halen sono i nomi di alcune delle icone del rock che hanno inventato la chitarra elettrica per come la conosciamo oggi. È vero però, che spesso dimentichiamo figure di alcuni musicisti italiani imprescindibili: Mussida, Radius, Battaglia e poi Portera o Solieri, giganti che per primi hanno codificato quel nuovo linguaggio elettrico portando quelle modalità sonore ed espressive nella nostra musica. Prima ancora di questi, c’è Pino Rucher chitarrista che negli anni sessanta ha suonato in centinaia tra dischi, colonne sonore, festival dispensando con classe, gusto e innovazione, sonorità che avrebbero influenzato il chitarrismo delle generazioni a seguire.

Rispetto ai chitarristi prima menzionati, Pino Rucher (1924-1996), è stato un chitarrista prevalentemente da studio, un session man che ha lavorato per la RAI e ha messo la sua sei corde al servizio di tantissimi compositori, diventando un nome di riferimento nella musica da film lavorando con Luis Bacalov, Gianni Ferrio, Benedetto Ghiglia, Ennio Morricone e Riz Ortolani.

Pino Rucher: una chitarra che ha fatto la storia

È in particolare con Ennio Morricone che Rucher instaura un sodalizio artistico e professionale particolarmente fruttuoso e fortunato. 
Morricone, che negli anni ha ricordato Rucher come un chitarrista preparatissimo e generoso, fu il primo compositore a intuire e sperimentare il potenziale della chitarra elettrica nella musica per film western, inventando un’estetica che avrebbe poi caratterizzato il genere. E fu proprio grazie all’elettrica di Pino Rucher che Morricone compì questo fortunato esperimento. È di Pino Rucher la magica sei corde solista di “Per Un Pugno di Dollari”.



Ma tra le musiche dei tanti film realizzati con Morricone, Rucher suona l’elettrica nella colonna sonora di una memorabile pellicola di Gianni Morandi, “In Ginocchio da te” il cui commento musicale ammiccante al jazz, tradisce la grande passione del chitarrista per il genere.
Il legame tra il chitarrista e il jazz nasce quando Rucher è ancora giovanissimo: negli anni della Liberazione, tra il 1943 e il 1946, Rucher è poco più che ventenne ma già si esibisce tra Napoli e Bari.  La presenza delle truppe americane permette al giovane chitarrista di entrare nelle orchestre dell'esercito alleato. Qui può confrontarsi con musicisti eccellenti e contaminarsi con il jazz statunitense scoprendo un linguaggio e degli artisti di riferimento che gli garantiranno una freschezza, originalità e capacità musicali peculiari.

Pino Rucher: una chitarra che ha fatto la storia

Pino Rucher, secondo sulla destra, al Festival di Sanremo del 1962 con Milva.

Rucher non abbandonerà mai la passione per il Jazz cimentandosi anche per suo diletto e missione didattica in centinaia di trascrizioni di chitarristi come Barney Kessel, Wes Montgomery, Joe Pass. Rucher riesce a portare i colori e la verve del jazz e dello swing nella grande musica pop italiana in cui in quegli anni lavora da protagonista. Basta ascoltare dei classici come “ “E se domani” o “Una zebra a poi” di Mina, oppure “Amore twist” di Rita Pavone, per assaporare l’estro di quella sei corde così vivace.



Ma la modernità di Rucher si palesa soprattutto nella ricerca sonora: nelle musiche scritte dal Maestro Ghiglia per il film "Un dollaro tra i denti" del 1966, il chitarrista sfoggia una sonorità crunch strabiliante per l’epoca, sfruttando le nuove possibilità offerte dal distorsore in contesti non necessariamente rock.
Ancora più stupefacente quello che la chitarra di Rucher fa nelle musiche del film “Femina Ridens” scritte dal Maestro Cipriani. Qui grazie al Wha Wha, Rucher esplora sonorità in bilico tra funk e psichedelia.

Grazie a Emiliano Ferri, niipote di Pino Rucher, che ci ha fornito queste preziose informazioni.

 
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Link utili
Il sito dedicato a Pino Rucher
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di TidalRace [user #16055]
commento del 09/09/2020 ore 13:30:41
Grazie, non lo conoscevo.
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di sergej [user #44973]
commento del 09/09/2020 ore 14:01:46
Articolo veramente interessante e gradito. Tra l'altro non sapevo fosse pugliese - cosa che mi ha fatto piacere scoprire, visto che sono molto legato a quella regione...
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di marcoecami [user #54447]
commento del 09/09/2020 ore 14:17:31
Pensavo che alla chitarra elettrica Morricone avesse Bruno Battisti D'Amario. È giusto ricordare questi grandi musicisti italiani. Grazie
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di Sergeant Pepper [user #55642]
commento del 11/09/2020 ore 18:31:40
Ecco un articolo sul chitarrista Pino Rucher: vai al link

Inoltre, la Rai ha dedicato un servizio a Rucher: vai al link

PRECURSORE
Quando inventa quel fischio che accompagna la cavalcata sonora di Per un pugno di dollari e sottopone il western a una rivoluzione copernicana. Quando spinge Pino Rucher, grande musicista pugliese, a utilizzare la chitarra elettrica, cosa mai successa in un western di produzione italica (e a quel suono si ispirerà The Edge degli U2 nel brano Magnificent).
Fonte: vai al link
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di Tabaccoamps [user #27334]
commento del 12/09/2020 ore 09:17:11
vabbe' vorrà dire che le buonanime di Alessandro Alessandroni ed Enrico Ciacci, che conoscevo personalmente, mi avranno detto una bugia o io avrò capito male. C'era pure a conferma una puntata di Stracult con loro tre.
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di Sergeant Pepper [user #55642]
commento del 12/09/2020 ore 10:47:05
Ecco un articolo pubblicato sulla rivista Séquences, apparso nel numero 291 del 2014. Tale articolo ha menzionato Pino Rucher quale chitarrista del M° Morricone.

vai al link
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di marcoecami [user #54447]
commento del 12/09/2020 ore 19:18:29
Ho riletto la biografia di Morricone, scritta da Alessandro De Rosa assieme al maestro. Quando inseriva la chitarra elettrica, soprattutto nei primi western, afferma che l'autore era D'Amario, scegliendo adirittura con lui il "magnete" da utilizzare
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di Sergeant Pepper [user #55642]
commento del 13/09/2020 ore 13:00:11
Nel genere western la chitarra elettrica di Pino Rucher è diventata una moda, come ha scritto su di lui il tecnico del suono Sergio Marcotulli (vai al link): “la timbrica della sua chitarra è rimasta come il suono western”.
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di pingone [user #43835]
commento del 09/09/2020 ore 16:53:1
grazie per l'articolo su questa gloria della mia città (era di Manfredonia), la cui chitarra è presente in tante canzoni conosciutissime, specie degli anni 60
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di NorwegianWood [user #18676]
commento del 09/09/2020 ore 20:43:59
Che articolo super. Grazie!
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di Tubes [user #15838]
commento del 10/09/2020 ore 21:50:15
Che bello questo articolo! E che classe Rucher, grazie Gianni, un pezzo di cultura musicale molto intelligente e diverso dal solito.
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di Tabaccoamps [user #27334]
commento del 11/09/2020 ore 08:51:52
articolo interessante, ma io ricordavo che D'Amario era l'acustica, Enrico Ciacci l'elettrica e Alessandroni il fischio.
Rispondi
di Sergeant Pepper [user #55642]
commento del 11/09/2020 ore 18:32:01
Ecco un articolo sul chitarrista Pino Rucher: vai al link

Inoltre, la Rai ha dedicato un servizio a Rucher: vai al link

PRECURSORE
Quando inventa quel fischio che accompagna la cavalcata sonora di Per un pugno di dollari e sottopone il western a una rivoluzione copernicana. Quando spinge Pino Rucher, grande musicista pugliese, a utilizzare la chitarra elettrica, cosa mai successa in un western di produzione italica (e a quel suono si ispirerà The Edge degli U2 nel brano Magnificent).
Fonte: vai al link
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di Sergeant Pepper [user #55642]
commento del 13/09/2020 ore 13:38:17
Pino Rucher lavorò con il M° Cinico Angelini per circa un decennio partecipando a un gran numero di eventi e distinguendosi per le sue esibizioni solistiche. Alcuni degli eventi cui Rucher partecipò furono il “Festival di Napoli”, il “Festival Internazionale della Canzone di Venezia” nel 1955 e diversi “Festival di Sanremo”. Ricordiamo che Claudio Villa vinse il “Festival di Sanremo 1957” con la canzone “Corde della mia chitarra”, in cui ha una parte preminente l’assolo alla chitarra elettrica eseguito da Pino Rucher con l’orchestra Angelini (vai al link). Il giornalista Michele Apollonio, in un articolo pubblicato ne “La Gazzetta del Mezzogiorno” (vai al link), dichiara che Pino Rucher eseguì con la chitarra il famoso assolo della “canzone «Corde della mia chitarra» cantata da Claudio Villa”. Inoltre, sono rilevanti le partecipazioni di Rucher ai Festival di Sanremo del 1960 e 1962. Al “Festival di Sanremo 1960” Rucher (con l’orchestra Angelini) suonò a fianco di famosi musicisti, tra i quali un giovane Ennio Morricone in qualità di maestro arrangiatore (vai al link). Durante tale festival, Rucher ebbe modo, con l’orchestra Angelini, di accompagnare Mina al suo debutto a Sanremo, come è possibile vedere nel film “Sanremo - La grande sfida” (vai al link), nel quale film sono inclusi alcuni spezzoni che mostrano Rucher mentre suona anche nelle esibizioni dei cantanti Sergio Bruni, Fausto Cigliano, Tony Dallara e Domenico Modugno. I suoi spunti chitarristici si possono ascoltare in canzoni italiane di grande impatto, come, per esempio, nella canzone “Tango italiano” interpretata da Milva al Festival di Sanremo 1962 (vai al link).
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di ENZ0 [user #37364]
commento del 26/12/2020 ore 14:56:56
Mi era sfuggito questo interessante articolo. Incredibile quanta fortuna ci voglia nella vita, nonostante Rucher abbia inventato un vero marchio di fabbrica, imitato da molti, é incredibile quanto sia sconosciuto. Mi auguro che in futuro gli sia dato il giusto merito, abito a 30 km dal suo paese natale e nemmeno una via a lui intitolata.
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