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Delay: il suono di Van Halen, Steve Vai e le voci nel Rap
Delay: il suono di Van Halen, Steve Vai e le voci nel Rap
di [user #28271] - pubblicato il

In questa lezione Enrico Sesselego ci parla della gestione degli ambienti: riverbero e - soprattutto - delay. Una guida pratica per conoscere, capire e gestire meglio questi effetti e avvicinarsi, in fase di mix, al suono di alcuni giganti della chitarra rock.

Traendo spunto dall’ utilissimo (e pratico) vademecum della redazione sull’ utilizzo del delay, ho voluto implementare questo tema con qualche altra nozione e “tip” utile tanto a coloro che si barcamenano nell’ intricato mondo dei delay in commercio, tanto a quelli interessati al vasto panorama di scelte praticabili in fatto di delay nella fase di finalizzazione e mix di un progetto audio.
Innanzitutto, penso che sia doveroso consolidare la consapevolezza di ciò che il delay genera in un suono, a parte la evidente ripetizione di un segnale.
Un delay molto corto crea cambiamenti del colore del suono, in senso timbrico/tonale, effetto questo dovuto alla cancellazione di fase di alcuni overtones del suono originale; non dico questo solo per rimarcare un aspetto negativo del fenomeno, dato che potrebbe essere anche qualcosa di desiderato e desiderabile, ma semplicemente perché è importante tenerne conto.
 
Delay: il suono di Van Halen, Steve Vai e le voci nel Rap

Altra osservazione, di natura generale: normalmente mentre il riverbero tende ad accentuare i gravi di un suono, il delay tende a restituire gli acuti. Questo è facilmente comprensibile dato che il primo suono che ci arriva dal delay sono gli attacchi di un determinato strumento: pensate alle consonanti della voce, al plettro della chitarra e cosi via…
Anche per questo, compatibilmente al contesto musicale, nel mix di una voce o di un assolo, l’abbinamento riverbero e delay risulta necessario. Riverbero e delay, almeno in una fase di partenza del mix, andranno piazzati su due tracce ausiliari stereo differenti.
Va quindi anche ricordato che l’utilizzo di un EQ dopo tali effetti è necessario. personalmente, non amando particolarmente le medio basse invadenti che alcuni riverberi restituiscono, equalizzare il riverbero, smussando queste eccedenze, per me è una prassi.
Stessa cosa per il delay dove potrebbe essere necessario ridimensionare, oppure enfatizzare, l’accentazione dei suddetti attacchi. Si pensi, per esempio, a un delay settato in note puntate che risulta quasi sincopato con il bpm principale del brano. L’intervento dell’equalizzatore, quindi, permetterà di sperimentare su alcuni registri medio-gravi che potrebbero risultare interessanti se combinati con il suono originale. 
 
Delay: il suono di Van Halen, Steve Vai e le voci nel Rap

Quanto alla regolazione del delay è bene ricordare alcune divisioni basilari.
Normalmente un delay settato molto stretto, tra 50 e 100 ms, è chiamato “doubling”: non fa percepire una ripetizione temporale netta ma offre piuttosto la sensazione di una sovrapposizione leggermente sfalsata del suono, un doppiaggio. Settato ancora più stretto, da 40 ms, offre un risultato analogo e si parla di slapback”; da 100 ms a salire, iniziamo a poter ottenere un risultato simile all’ echo e lavorando su un feedback moderato ed un delay time medio-lungo, si riescono ad ottenere effetti di simulazione di riverbero.
 
Delay: il suono di Van Halen, Steve Vai e le voci nel Rap

Entriamo nel dettaglio di piccoli accorgimenti che possono regalare dei bei risultati (quasi) a colpo sicuro in fase di missaggio e produzione.
Parliamo di voce. Per esempio, chiamando per semplificazione “tipologia rap” quell’approccio vocale caratterizzato da un forte senso ritmico, ecco un buon consiglio: si potrà mettere la voce originale totalmente su un canale (per esempio sinistro) mentre su un canale ausiliare mono, pannato totalmente sul canale destro, si inserirà un delay con una sola ripetizione e time a 20 ms.
Dopo un necessario aggiustamento del volume su questo canale per pareggiarlo con la traccia originale, si noterà - soprattutto in cuffia - che le due voci si affiancheranno dando un effetto di double-tracking (doppio take di voce).
Ora provate a abbassare il delay time a meno di 18 ms: il nostro orecchio perde subito questa sensazione stereofonica e fatica a riconoscere le due voci come separate. 20 ms è quindi un ottimo compromesso dal limite fisico umano; la resa di tale effetto è efficace senza risultare troppo evidente.
 
Delay: il suono di Van Halen, Steve Vai e le voci nel Rap

Ma passiamo alla nostra benamata chitarra.
Senza troppo ingegno è facilmente ottenibile, servendosi di delay e riverbero, creare una sonorità iconica del rock come quella di Eddie Van Halen. Per costruibile l’effetto Eddie si può posizionare la chitarra totalmente pannata su un lato (possibilmente il più secca possibile) mentre sull’ altro lato si posizionerà il solo segnale del delay o del riverbero, stando – in quest’ultimo caso - attenti allo specifico parametro pre-delay. Partendo da questa formula, se si volesse svecchiare un po’ il sound, potrà essere divertente gestire sia riverbero che delay in cascata. Perché no?
 
Delay: il suono di Van Halen, Steve Vai e le voci nel Rap

Un altro suggerimento, interessa la gestione del delay in fase di mix di un altro guitar hero, Steve Vai per il quale ho lavorato diversi anni nel suo celebre studio Mothership. In questo caso si parla di utilizzo delay stereo, ovvero con due linee separate di ritardo, una per ogni canale.
Tradizionalmente, nella gestione di un delay stereo, se sul canale sinistro, per esempio, mettiamo ripetizioni in Quarti, sul destro si settano ripetizioni in Ottavi; Steve Vai, invece, è fautore di un setting che prevede ripetizioni in Quarti su un canale e, invece, in Sedicesimi sull’altro, avendo però cura di aumentare sensibilmente il feedback su queste ultime. 
Provare per credere!
delay eddie van halen lezione steve vai
Link utili
Il sito di Enrico Sesselego
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di elguitarron [user #8109]
commento del 06/10/2020 ore 14:19:53
Enrico, se posso chiederti, "Per costruibile l’effetto Eddie si può posizionare la chitarra totalmente pannata su un lato (possibilmente il più secca possibile) mentre sull’ altro lato si posizionerà il solo segnale del delay..", significa che il segnale su un canale passa dry e sull'altro solo wet, quindi effetto al 100%? In pratica un delay in parallelo al segnale non effettato?
Rispondi
di enricosesselego [user #28271]
commento del 06/10/2020 ore 15:07:27
Ciao!
Si è esattamente quel che intendevo; nello specifico, immaginandolo su un DAW qualsiasi, potrei mandare un send mono dal mio canale di chitarra ad una traccia ausiliare mono "pannata" su lato opposto del panning della tua chitarra.
in realtà il miglior effetto ce l' avrai sempre con un mix di riverbero e delay (con il riverbero più in evidenza) e, altro consiglio, la chitarra non è mai realmente totalmente dry ma ha una percentuale anche piccola di riverbero che aiuta ad "inserirla" nel mix più uniformemente.

P.S. non c'è una preferenza di panning in VH... se ti ascolti da VH 1 a Balance o III sentirai che la chitarra non ha un lato "preferenziale"
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di Merkava [user #12559]
commento del 06/10/2020 ore 15:55:11
Bellissimo articolo.
Sarebbe possibile un video esplicativo o un link su come inserire un eq o fare il panning del reverbero o del delay su Cubase?

Grazie
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di enricosesselego [user #28271]
commento del 06/10/2020 ore 22:03:52
Personalmente per quanto riguarda Cubase dovrei organizzarmi in quanto non in mio possesso diretto; il set up è decisamente simile a ProTools e Logic (direi una esatta via di mezzo per quanto riguarda gli automatismi del software nel creare Aux). Vediamo se riusciamo ad organizzare un video!
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di ovinda [user #46688]
commento del 06/10/2020 ore 21:50:08
Addio carissimo Eddie, hai sconvolto il mondo della chitarra e la tua musica resterà legata per sempre ad un’epoca storica ottimista, brillante, allegra, serena e spensierata, esattamente come il tuo modo di suonare.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 06/10/2020 ore 22:27:41
Una delle notizie più brutte di quest'anno già pessimo.
Ho amato Eddie Van Halen come nessun altro. È stato il primo ad entrare in casa mia, nel 1988, con la cassetta di OU812, che penso di aver ascoltato decine di volte. E uno a uno, tutti gli altri album.
Che tristezza.
Per fortuna ci ha lasciato tanta musica esaltante.
Rispondi
di enricosesselego [user #28271]
commento del 06/10/2020 ore 22:28:25
...sono senza parole.
Chi di noi non ha sognato dietro le sue note o si è scervellato sul suo brown sound.
Rispondi
di jb [user #7467]
commento del 06/10/2020 ore 22:26:03
R.i.p. il Grande Eddie
Rispondi
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