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Home studio: pre e cavi in ordine
Home studio: pre e cavi in ordine
di [user #28271] - pubblicato il

Continuiamo a parlare di gestione e ottimizzazione del proprio home studio. Nel precedente articolo avevamo parlato di cuffie e speso qualche riflessione in ambito chitarristico circa i pro e contro della microfonazione comparata alla registrazione in diretta, tramite macchine digitali. Oggi parliamo di preamplificatori e dell’approccio gestionale del proprio studio.

Ecco il link al precedente articolo in cui abbiamo parlato di cuffie, sistemi digitali, amplificatori e microfonazione.
 
Quando si parla di preamplificazione microfonica, si intende la possibilità di inserire un preamplificatore tra il microfono che riprende la nostra sorgente sonora e la scheda audio che la riceve. Un argomento che dunque interessa tutti i musicisti più attenti al proprio set up e non solo i chitarristi elettrici: cantanti e musicisti acustici in generale, potrebbero trovare grandi giovamenti integrando un preamplificatore nei loro studi.

Home studio: pre e cavi in ordine

Credetemi: finché non lo si prova, non si ha idea di quanto un “pre” dedicato per microfono possa migliorarne esponenzialmente il suono. E parlo di qualsiasi microfono
Purtroppo, ancora oggi osservo come molti musicisti investano discreti budget in microfoni a condensatore delle migliori marche per poi semplicemente entrare direttamente nella scheda audio: sappiate che quel meraviglioso microfono non sarà totalmente premiato e anzi, godrete solamente del 50% delle sue potenzialità timbriche.
Ci tengo a dire che il preamplificatore da affiancare al nostro microfono, non deve essere necessariamente un prodotto super blasonato e quindi costoso. Già il fatto di avere un gain dedicato solamente al livello in ingresso del microfono è una garanzia di miglioramento sonoro. Se poi il preamplificatore che stiamo usando ha anche una valvola che scaldi il suono nelle armoniche, avremo la possibilità di entrare nel Line input (mi raccomando!) della scheda audio con  un “suono fatto” che sortirà effetti insperatamente benefici in termini di volume, consistenza e calore.
Provare per credere! Viviamo in un’epoca nella quale esistono interfacce per tutte le tasche; tutte le marche promettono meravigliosi “stadi” di preamplificazione microfonica. Ma maturare una certa consapevolezza di come funziona un vero preamplificatore ci aiuterà a capire/sentire quali tra queste interfacce -chi più e chi meno- mantengono in effetti queste promesse. 

Home studio: pre e cavi in ordine

E poi c’è un altro aspetto legato al proprio studio di registrazione domestico, aspetto che chiamerei, gestionale. È necessario essere estremamente ordinati, pignoli, nel cablaggio del proprio studio. Questo tipo di attenzione eviterà tanto problemi di “ronza” che problemi di perdita di segnale “inspiegabile”. E queste due tipologie di problemi sono fattori che purtroppo, emergono sempre a giochi fatti: quando lo studio è finito, quando abbiamo necessità immediata di poterlo utilizzare al meglio o – peggio ancora – a registrazioni ultimate con rumori o deterioramenti del segnale di cui non ci si era accorti suonando.
La parola chiave è, ancora una volta, professionalità!
Servitevi di cavi giusti: usiamo i bilanciati quando bisogna utilizzarli, perché è importantissimo! Ed evitiamo cavi con inutili lunghezze esasperate. Occhio anche alle ciabatte elettriche che devono restare in ordine e possibilmente collegate a gruppi di continuità salva sessione ma, soprattutto, salva equipaggiamento.
 
Home studio: pre e cavi in ordine

E per finire, un consiglio generale: se avete un fonico competente di fiducia, fatevi guidare nel settare il vostro studio. Ovviamente ci si rivolge a un fonico principalmente per farsi aiutare nell’ apprendimento delle principali funzionalità del vostro DAW o dei concetti base di equalizzazione, compressione e riverberazione. Ma potrebbe essere prezioso anche nel mettere la sua esperienza in termini di scelta, gestione e ottimizzazione dei cablaggi. O nel farci ascoltare e spiegare diversi tipi di preamplificatori, agevolandoci nella scelta di quello per noi più funzionale.

Home studio: pre e cavi in ordine
 
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di jack182 [user #41282]
commento del 10/11/2020 ore 20:56:14
Grazie ancora per un altro articolo molto interessante. Concordo con quanto dici. A me l'idea di un preamp ha sempre stuzzicato, ma ogni volta che chiedevo consigli mi veniva sempre detto che sarebbe stato meglio investire in un buon microfono. Di microfoni ne ho provati qualcuno, ma non ho mai notato quell'upgrade che speravo. Il prossimo acquisto sarà proprio un preamp... mi hai convinto! Hai qualche nome da consigliare sotto i 500 euro? C'è qualche alternativa al solito golden age? Grazie!
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di enricosesselego [user #28271]
commento del 10/11/2020 ore 22:12:56
Grazie per l' apprezzamento. Non mi sento in questa sede di manifestarti delle preferenze personali, soprattutto perchè verrebbe a mancare lo spirito stesso del mio articolo di natura generale.
Certo ti consiglierei di verificare se preferisci la possibilità di avere sempre una valvola presente che "scaldi" il suono (e che a volte potrebbe essere troppo invasivo) o di più neutra natura.
Aggiungo che sotto i 500 euro c'è qualcosa ma non tantissimo...
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di Kapa utente non più registrato
commento del 23/12/2020 ore 11:22:2
I pre valvolari economici non rischiano di avere troppo rumore di fondo?
Rispondi
di ventum [user #15791]
commento del 10/11/2020 ore 21:20:42
Ottimi consigli soprattutto riguardo la cablatura. Francamente invece sul discorso amplificatori con valvola direi di limitare le aspettative. A meno di andare a scomodare oggetti veramente costosi credo che già i pre integrati di una buona scheda audio possano dare grandi soddisfazioni. Parliamo chiaramente di una scheda audio degna di tal nome, cioè con ingressi xlr e regolazione del gain, eventuale phantom etc. Le colorazioni che danno i pre di basso livello si possono anche emulare con l'uso furbo di plug in. Specie per chi inizia è importante saper regolare i livelli e la ripresa per aver un suono fedele, il 'colore' è meglio aggiungerlo in un secondo momento quando si inizia a cercare qualcosa di preciso
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di enricosesselego [user #28271]
commento del 10/11/2020 ore 22:29:18
Grazie per il tuo commento.
Mi trovi però non d' accordo pienamente su quel che dici e questo aprirebbe un nuovo articolo completo, in più puntate.

Schede audio "degne di quel nome" con buone emulazioni di pre vanno decisamente a prezzi superiori alla media alta alla quale siamo abituati e comunque ahimè non fanno tutto il "lavoro".

Ho avuto la fortuna di avere sotto mano, utilizzare più volte e lavorare con veramente tutti i marchi grossi (dai i classici 1073 a Manley, ai pulitissimi Millennia, a API vintage etc, dai unità rack a console) e non si possono assolutamente totalmente ottenere gli stessi risultati su uno stesso microfono con la preamplificazione analogica a monte e "colorazione" dopo.

E' vero, sto nominando grandi brand di pre, ma sono gli stessi che le emulazioni cercano di riprodurre nelle loro interfacce quindi riporto quei nomi.

In più ti dico che soprattutto i microfoni a condensatore (anche i più "tipici"e blasonati, diciamo entro i 2500 euro, quindi di buon livello) soffrono in ripresa sulle medio basse - a parte le medio alte non cristalline ed aperte-.
Ed è un difetto del quale purtroppo ci si rende conto solamente successivamente, non essendo sempre evidente ed anche perchè effettivamente parlo di microfoni che "suonano" bene da subito: è quando i giochi si fanno seri in mixaggio che le limitazioni (ed a volte anche le note dolenti, come micro distorsioni o saturazioni) vengono fuori. E succede sempre che la limitazione venga fuori con le compressioni, per esempio.

Anche qui ti porto esempi personali, dato che nel mio lavoro di mixer online ricevo molte sessioni con le voci registrate con ottimi microfoni direttamente dentro belle schede audio, ma in mixaggio combatto sempre con il limite che la compressione seriale "tira" fuori da queste voci, impedendomi di ottenere ciò che so di per certo essere possibile altrimenti.

E ti lancio una riflessione: gli studi, quelli con la "S" maiuscola, investono in ottime schede audio ma che in realtà sono squisitamente dei convertitori AD.
In questi convertitori i microfoni entrano sempre con preamp analogici. E' sempre stato cosi e questo ad oggi non è cambiato.

Io stesso, come endorser di un (super) brand, utilizzo stadi di emulazione con grandi risultati (ma più che altro guardo anche io stesso al livello di conversione AD).
Grandi risultati non vuol dire QUEI risultati.

Perdonami per una risposta così lunga ma cerco di portare dei nuovi spunti. Grazie
Rispondi
di ventum [user #15791]
commento del 11/11/2020 ore 23:29:55
Niente da perdonare. Anzi, le lunghe argomentazioni fan bene alla discussione. Non volevo entrare in nomi di prodotti specifici, ma parlando di home studio il mio timore è che 'pre con valvola' si traduca in uno di quei pre dai 90 euro in su con una valvolina alimentata a 24 volt (mi vengono in mente alcuni Presonus, Behringher, DBX etc).
In quel caso credo sia utile, specie per chi è alle prime armi, chiarire che non ci si devono aspettare miracoli. Tutti gli apparati che menzioni a mio avviso son un paio di scalini sopra il livello del home studio medio.
La mia esperienza si limita all'uso casalingo/personale di registrazione, e già a suo tempo son partito con una scheda 8 in (Presonus Firepod). Son passato alla successiva versione (Firestudio), e Roland 44.
Tra di loro ci son 15 anni di differenza e non dico che sian quasi uguali, sicuramente qualcuna soffiava di più o si sposava meno bene coi microfoni a condensatore, ma credo che ci sia veramente tanto da poterci fare senza dover scomodare dei pre esterni.
Qualche annetto fa mi era capitata un'occasione 'imperdibile' per un convertitore Apogee, ma poi giustamente come fai notare, avrei dovuto aggiungerci una serie di pre all'altezza.... e ho lasciato perdere...anche perchè spostarsi in sala prove per registrare sarebbe diventato un trasloco.
Come pre ho usato alcuni DBX e un modello TOFT che mi sembrava valido, ho un Gap 73 che per quel che l'ho pagato è un piccolo miracolo quando cerco il 'colore', ma di sicuro non penserei un mix intero di tracce registrate con quello.
Alle volte mi diverto ancora ad usare il LiquidMix, e paradossalmente mi pare andar meglio se applicato ai suoni registrati più 'freddi' coi pre della scheda.
Uno dei migliori consigli che mi è stato dato è risparmia finchè puoi permetterti qualcosa di serio che merita la spesa, e lo sposo.
Quel che invece do io a chi valuta un acquisto è di individuare bene le proprie esigenze attuali e del prossimo futuro, in termini di numero di I/O e funzionalità.
Poi, col budget a disposizione, cercare il prodotto che più si adatta e che si reputa migliore.
Per tracking voce/acustica può aver senso una scheda audio 2 canali e un pre per la voce, ma se il budget è stretto la precedenza va a mic e scheda (nell'ordine).
Avendo provato 'sulla pelle' rec, play , rev, ffwd col 4 tracce, invidio molto chi inizia oggi, dove se già si possiede un PC, con poco più di 100 euro si registra in multitraccia con possibilità infinite di editing/elaborazione.
Forse è proprio questa immensa offerta data per scontata, che spiazza e che ci fa cercare sempre qualcosa in più (nuovi pre, convertitori etc).
....e tornando al colore dei pre, pur con tutte le sue rogne, la chitarra pulita come in diretta nel Tascam 244 col PC non l'ho mai simulata.



Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 11/11/2020 ore 11:13:20
Grazie per questi articoli interessantissimi e soprattutto ben spiegati.
Rispondi
di enricosesselego [user #28271]
commento del 11/11/2020 ore 17:51:42
grazie per il supporto e per la gentilezza!
Rispondi
di coprofilo [user #593]
commento del 11/11/2020 ore 18:29:22
Vado leggermente off topic ma ci sono sempre in ballo pre, convertitori e cablaggi, perdonatemi...
Nell'ottica di ottenere un'ottima registrazione di una chitarra elettrica in diretta da processare poi con plugin o da utilizzare per il reamp è meglio investire in una interfaccia di alta qualità tipo UA Apollo o in una catena DI + pre + convertitore?
Una catena tipo Focusrite iso one + scheda PCI  RME DSP 9632 + di box si piazza sui 1000 euro, una apollo solo passa i 500, la twin arriva a 750 e le schede della concorrenza sono allineate.
Se in futuro si lavorerà sempre più da casa bisogna attrezzarsi!
Rispondi
di enricosesselego [user #28271]
commento del 24/12/2020 ore 11:41:58
Ciao! non avevo visto questo commento e ti rispondo il più stringato possibile per questa sede.
Hai perfettamente ragione per quanto riguarda la conversione che è necessaria e che si lavorerà sempre di più in situazioni casalinghe.
Il reamp e la qualità che questo porta però decisamente prescinde dall' interfaccia, è proprio un altro mondo, detto francamente: sia che registriamo in maniera "tradizionale" ovvero entrando sul nostro DAW con il suono da noi desiderato dall' ampli o in un secondo momento, reamping, momento nel quale il preamp entra in gioco in questo momento, giusto?

L' interfaccia ha la sua importanza di conversione e di features (ultime però le emulazioni di ampli chitarra e di preamplificazione microfonica, sia chiaro) e non mi trovi professionalmente e personalmente d' accordo sulla scelta da te presa come esempio, ma qui devo fermarmi.
A presto con un nuovo articolo -magari ancora più esteso- a Gennaio 2021!
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