di Luca Nicolasi [user #49785] - pubblicato il 01 dicembre 2020 ore 14:00
L’accompagnamento in ottavi è senza dubbio uno dei pilastri del playing del bassista Rock, ma anche Pop. Gli ottavi sono una figura ritmica semplice, di impatto e sempre efficace per sorreggere l’arrangiamento. Tante volte basta una nota, spesso la fondamentale, ripetuta per tutta la misura e il gioco è fatto.
Tuttavia, dietro questa apparente semplicità si celano fattori che possono fare la differenza tra una linea di basso poco consistente ed un accompagnamento solido e massiccio. Si tratta di elementi imprescindibili e stiamo parliamo – ovviamente - di timing e dinamica. Più nello specifico, quindi, bisogna affiancare alla capacità di suonare a tempo (e con un “portamento” che ben si adatti al brano) una serie di fattori: intensità, volume, suono, attacco e durata delle note.
In questa lezione ci focalizzeremo proprio su questi aspetti che interessano la dinamica, esaminandone alcune variabili.
Partiamo dal suono. Conoscere il proprio strumento ci permette di ottenere tutte le sfumature timbriche che desideriamo. A questo proposito, è bene tenere presente che lo spostamento della mano destra di pochi centimetri può determinare un cambio radicale del bilanciamento del nostro suono. Come ben sappiamo, suonando al ponte, le corde avranno una maggiore resistenza e il timbro sarà più nasale, mentre avvicinandosi al manico il suono diventerà più rotondo e gonfio. Viceversa, non tutti sono a conoscenza che suonare più forte non corrisponde sempre ad avere più volume. Spesso eccedendo nell’esercitare pressione sulla corda con la mano destra - sia in pizzicato che in slap, o con il plettro - si ottiene un suono svuotato e inconsistente, perché la corda non è in grado di vibrare correttamente. Così come action molto basse, benché aiutino esecuzione e velocità, rischiano di ridurre il nostro range dinamico. E' quindi necessaria un’analisi e una conseguente consapevolezza del nostro modo di suonare, della nostra tecnica e del nostro strumento per raggiungere un giusto compromesso tra comfort esecutivo e risultato sonoro.
Abbiamo scritto e confezionato ad hoc un brano che ci permette di lavorare su questi aspetti. In questo studio sono infatti presenti alcuni elementi tecnici/meccanici che ci faranno lavorare sulla durata delle note e l’utilizzo di accenti. Lavorando correttamente, riusciremo a creare variazioni dinamiche tra le parti ed assecondare l’arrangiamento.
Nell’esecuzione in fingerstyle affrontiamo tre fasi distinte:
Note staccate: massima attenzione alla durata del suono! Il suono va controllato su due fronti: stoppandolo con un alleggerimento della mano sinistra; con un vero e proprio “staccato” della mano destra. Questo si realizzerà appoggiando, sulla corda ancora in vibrazione, il dito destinato a suonare la nota successiva.
Note lunghe: In questa fase cercheremo di non interrompere mai il suono ed il movimento del pizzicato dovrà essere leggermente più ampio in modo da non interferire con la vibrazione della corda
Accenti e maggior dinamica: Per creare un effetto di “apertura” amplieremo maggiormente il movimento delle dita della mano destra, indirizzando la forza perpendicolarmente alla corda. In questo modo, otterremo un suono leggermente più percussivo dato dall’impatto con i tasti. Questi accorgimenti esecutivi, andranno uniti a degli accenti ritmici ben definiti.
Passiamo ora all’uso del plettro. Anche in questo caso abbiamo tre diversi approcci tecnici all’esecuzione:
Palm Muting: il palmo della mano destra è appoggiato alle corde in prossimità del ponte. Le pennate sono tutte verso il basso. In questo modo otterremo un suono controllato e stoppato, ma con una forte componente di punch. Per controllare dinamica e durata delle note, bisogna bilanciare la pressione esercitata dal palmo e l’intensità della plettrata.
Downstroke: per ottenere note più lunghe e con una percezione degli accenti molto serrati, eseguiamo tutte le plettrate verso il basso e, al contempo, liberiamo la corda dalla pressione del palmo
Plettrata Alternata: Il plettro suonerà verso il basso il battere e verso l’alto il levare. In questo modo si differenzierà il timbro con la sensazione di un andamento più “largo”.
Con questo articolo, Luca Nicolasi torna su Accordo con un nuovo ciclo di lezioni: quattro appuntamenti dedicati ai bassisti rock e con un occhio strizzato a quelli di livello principiante/intermedio. Si parlerà di Ottavi, Arpeggi, Pentatonica e Tapping per consolidare elementi tecnici e armonici fondamentali e stimolare creatività e musicalità.