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I pickup per basso di Leo Fender
I pickup per basso di Leo Fender
di [user #22255] - pubblicato il

I pickup montati sui bassi elettrici realizzati da Leo Fender (sia in Fender, sia durante la precedente collaborazione con Music Man che la successiva con G&L) si ispiravano al pickup che lo stesso Leo aveva realizzato per la sua prima creatura, la chitarra Broadcaster-Telecaster; anzi il primo pickup montato sul Precision del 1951, altro non ne era se non una versione a quattro poli del pickup Telecaster, cambiato poi nel 1957 con lo split.


Un’unica eccezione è rappresentata del basso Fender Coronado risalente al primo quinquennio di Fender-CBS. Questo venne realizzato su specifiche di un tecnico fuoriuscito da Rickenbacker, un certo Roger Rossmeisl, che utilizzò dei pickup DeArmond.
Ad inizio anni '60, la realizzazione del secondo basso di Leo Fender, coincise con il periodo di grande attenzioni ai musicisti jazz e alle loro esigenze; si veda, per esempio, la creazione della Jazzmaster del 1958. Non stupisce quindi che il nuovo basso si chiamasse Jazz Bass: montava due pickup separati anche se ciascuno dotato di due magneti per corda ma di un unico avvolgimento, realizzato su una basetta isolante che interessava tutte e quattro le corde.
Poi, a fine 1964, Leo Fender realizzò il prototipo del suo basso Mustang.
Ideare questo basso servì a Leo Fender a elaborare un’altra grande invenzione: sostituendo al Mustang il manico di un basso Precision, nacque il primo Stingray che nel 1976, in Music Man, entrò in produzione con lo split pickup.
Passaggio decisivo fu il successivo cambio di pickup al Music Man che accolse il pickup, ancora in uso, ad 8 poli ed humbucker. Questo stesso pickup fu utilizzato anche per i bassi G&L, il brand fondato da Leo Fender e George Fullerton nel 1979. Da lì, i pick sarebbero stati dotati di espansione polare regolabile tramite vite a brugola.

I pickup per basso di Leo Fender

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.
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