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Colpaccio di Charvel che arruola tra i suoi endorser Rick Graham, fenomeno shred a cui dedica un modello signature. Così, con Guthrie Govan (anche per lui una nuova signature), Daniele Gottardo, Angel Vivaldi e Marco Sfogli, Charvel sembra essere il brand più agguerrito del momento nell’assecondare lo zoccolo duro del chitarrismo rock più tecnico. |
Charvel è un nome ben radicato ed autorevole nell’immaginario shred e strumentale: negli anni in cui questi generi impazzavano, era al collo di Shawn Lane, Alex Masi, Jake E. Lee ma, soprattutto, era Charvel la celeberrima Green Meanie, sei corde sulla quale Steve Vai - all’apice del suo furore chitarristico - fece il rodaggio alle idee che avrebbe concretizzato nel suo modello signature per Ibanez. Poi Charvel sembrò allontanarsi un po’ da questa dimensione, cristallizzandosi in una più concreta proiezione da chitarra hard rock, ben sintetizzata negli eccezionali modelli signature creati in decenni di collaborazione con Phil Collen dei Def Leppard.
Poi, nel 2012, la svolta con Guthrie Govan: Charvel disegna la chitarra per quello che allora - e probabilmente oggi - è il chitarrista più evoluto, versatile e completo dal punto di vista tecnico e stilistico. Un musicista per musicisti che, senza bazzicare nelle vette delle classifiche o riempire gli stadi, è un nuovo faro da seguire, il più luminoso e intrigante, una guida per una scena che da troppi anni era ripiegata sugli stessi nomi: Gilbert, Howe, Kotzen, Petrucci...
L’attenzione su Govan punta il riflettore su Charvel che implementa la produzione e centra dei modelli perfetti per assecondare le esigenze delle nuove generazioni di shredder. E questi arrivano, come mosche sul miele: Daniele Gottardo, Angel Vivaldi, Marco Sfogli (che per Charvel rinuncia a una signature e un altarino tra le foto di Vai e Satriani), Jordan Ziff, Chris Brooks... e ora pure il più esagerato di tutti, Rick Graham.
Rick Graham costruisce la sua straordinaria popolarità sul web: con mini video performance tecnicamente destabilizzanti - pur senza la modernità e vivacità di linguaggio di Govan - ridisegna standard di pulizia, articolazione e velocità proiettando nello spazio ogni possibile meccanica esecutiva. Per testare la sua strabiliante proiezione tecnica meritano un occhio le sue collaborazioni con Polyphia, Plini, Andy James o Jason Richardson.
La Rick Graham Signature MJ DK24 2PT CM è Made in Japan e sfoggia una finitura celeste su hardware cromato. Il corpo è di tipo Dinky, in tiglio, e la parte inferiore del manico favorisce un accesso particolarmente comodo ai tasti più alti. Il manico è in acero, con finitura satinata sul retro e rotella di regolazione del truss road con accesso frontale dal body.
24 tasti jumbo in acciaio inossidabile, dot color crema da 4 mm, segna tasti laterali Luminlay e capotasto in Graph Tech.
Il set di pickup (configurazione HSS) è stato creato ad hoc per Rick Graham: al ponte un humbucker in ceramica Bare Knuckle, tanta voce, una gamma media esuberante, basse controllate e la possibilità di splittare. I singoli al centro e al manico sono sempre Bare Knuckle e garantiscono snap e calore vintage. Il selettore è a cinque vie, controllo del volume e dei toni in stile Stratocaster, ponte incassato Gotoh e meccaniche autobloccanti Gotoh.
La chitarra sarà disponibile da settembre. Non vediamo l’ora di portarla in studio per provarla.
Nell'attesa, è possibile dare un'occhiata in anteprima alla signature di Rick Graham .
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