Quando, a metà anni 60's, ci colse una grave forma di "Chitarro-dipendenza Acuta", oggi evolutasi in GAS (ma siamo rimasti in pochi da allora), primo ostacolo furono i nostri genitori ch, salvo qualche sporadico caso, ci osteggiarono vedendo in questa nostra nuova passione un pericolo, per non parlare della possibilità di farci distogliere dagli studi (mia madre e le madri degli amici o delle amiche delle mie sorelle, facevano a gara tra chi dei loro figli sostenesse più esami universatari e con quali voti, cosa che cusò anche qualche ripulsa). Soldi quindi non ce ne davano e noi per poter suonare ci arrangiavamo un po' con risparmiando qualcosa dalle nostre paghette settimanali, un po' con delle "Barracche Atroci" e ce la siamo pure cavata bene visto l'uso delle radio valvolari di casa e qualche vecchio Geloso), collegate ad altoparlanti comperati da qualche rigattiere, di solito recuperati da ex sale cinematografiche. Per le chitarre ed i bassi dobbiamo essere però sempre grati alle ditte nostrane, di cui molte operanti nelle Marche, patria della fisarmonica, in special modo alla EKO del grande e compianto Oliviero Pigini.
Un po' ci pensò il Cantagiro, poi il vederle usate anche da gruppi famosi, vedi Rokes, e fino a fine decennio furono quelle più acquistate, compreso le "Freccie" di cui io ne comperai il basso a fine 1969. Poi vedendo in TV B&W sia i Beatles che i Roling Stones, ci buttammo tutti sulle "germaniche" di cui io ora ne posseggo 3 bassi ed una chitarra.
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