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Dentro il suono di Yvette Young: dove l'estro incontra il virtuosismo
Dentro il suono di Yvette Young: dove l'estro incontra il virtuosismo
di [user #17844] - pubblicato il

La tecnica è un puro mezzo espressivo e va di pari passo con la ricerca del suono, per Yvette Young. Sbirciamo tra i suoi strumenti ed effetti preferiti per trovare il punto d’incontro tra estro e virtuosismo.
L’abbiamo raccontata di recente sulle pagine di Accordo, attraverso la sua storia e il suo approccio allo strumento e alla composizione. Lo stile di Yvette Young è originale, antitetico rispetto ai canoni a cui il virtuosismo incentrato sul solismo ha abituato generazioni di chitarristi. In una parola: fresco.
Le svisate lasciano il posto ad atmosfere sognanti, intrecci ritmici con pattern quasi ipnotici di tapping che finiscono per creare scenari sonori, talvolta capaci di ricordare le prassi di certa musica etnica, altre volte quasi a fare il verso a un drone, tutto con una cura spiccata per l’estetica del suono, l’uso intensivo di effetti sommati e cesellati per risultare mai troppo, mai troppo poco invasivi.

Nell’ottica con cui la giovane chitarrista californiana guarda alla composizione musicale, lo strumento non è solo un vezzo o una questione di brand, bensì una reale necessità espressiva. Per questo è interessante percorrere più da vicino le tappe che hanno condotto al suo attuale setup.

Dentro il suono di Yvette Young: dove l'estro incontra il virtuosismo

La carriera di Yvette Young esplode in un momento in cui la chitarra elettrica vive una seconda giovinezza, esplorando sonorità inedite di un rock spinto che dapprima si spinge verso distorsioni invereconde per poi implodere in una ricerca del suono pulito. Un concetto di clean nuovo, che rinasce dalle ceneri del metal portando con sé una liuteria fatta di strumenti dalla pulizia chirurgica, definizione senza pari, ma che vogliono nuovamente riacquistare il corpo e il colore di uno strumento acustico.
Siamo intorno al 2015: mentre il djent è a tutti gli effetti un fenomeno di costume tra i chitarristi, le statistiche registrano una costante crescita nel pubblico femminile, con la figura della donna musicista che finalmente si slega dalla sessualizzazione forzata che l’ha investita in passato. In questo scenario compare Yvette, armata di un’avveniristica Strandberg.
Priva di paletta, con fanned fret e una scala variabile a dir poco accentuata, la sua chitarra è di quanto più distante ci sia dall’immaginario vintage.



Tuttavia l’anima della Young tira in un’altra direzione. Le sue prime esperienze musicali l’attraggono verso gli stili, il sound e l’estetica dell’indie rock. Dipinge le sue Strandberg, producendo una piccola serie di opere d’arte che esprimono tutto il suo desiderio di circondarsi di colore, personalizzazione a tutti i costi.

Dentro il suono di Yvette Young: dove l'estro incontra il virtuosismo

Non ci vuole molto perché i gusti di Yvette la portino a riscoprire una vecchia gloria dell’universo grunge e rock alternative: l’incontro con la Ibanez Talman è un vero colpo di fulmine.



Il cambio di sonorità è immediato ed evidente. Il suono cristallino si ingrossa, si sporca leggermente e non lesina l’uso di effetti, confezionando la tecnica sopraffina in un pacchetto ancora più rivolto al prodotto musicale, rifinito, ammorbidito nel risultato finale.

Dentro il suono di Yvette Young: dove l'estro incontra il virtuosismo

Il 2020 è l’anno in cui Yvette sancisce la sua prima collaborazione ufficiale con Ibanez: arriva la YY10.
La base, come previsto, è una Talman da manuale, ma hardware, elettronica e rifiniture sono quelle di uno strumento attento alla performance, d’impianto profondamente moderno.



La YY10, con la sfavillante finitura Slime Green Sparkle, arriva di fabbrica accordata in FACGBE.
Tre single coil Seymour Duncan Five-Two con quello al ponte inclinato guardano dritti alla scuola Stratocaster. I pickup sono composti da un misto di magneti Alnico II e Alnico V, per un suono definito, corposo ma regolare su tutta l’escursione.
Dal mondo Strat sembra provenire anche l’hardware, con un ponte mobile a sei sellette vintage e sei viti, mentre è 100% Talman la configurazione elettronica che vede il potenziometro del volume sul battipenna e quello dei toni sulla placca in metallo che ospita anche il jack d’uscita.
Il manico interamente in acero fa uso di dot luminescenti sul bordo della tastiera, accorgimento particolarmente apprezzato dai professionisti che si muovono su palchi meno illuminati. In cima alla paletta, tre per lato, un set di meccaniche bloccanti promette tenuta da vendere.



Il successo è tanto. Yvette, in questa sua veste scanzonata e piena di colore diventa una ventata di freschezza per il mondo chitarristico, e insieme a Ibanez decide di bissare a stretto giro. Alla fine del 2021 arriva infatti la YY20, stavolta in finitura Orange Cream Sparkle e con tastiera in palissandro.
Tra le modifiche rispetto alla Ibanez YY10 spiccano il ponte fisso con sei sellette chiuse e un’elettronica più vicina ai canoni Talman, o Telecaster se vogliamo, con una coppia di Seymour Duncan Alnico II Pro.

Come la YY10, anche la YY20 è accompagnata da una piccola collezione di adesivi creati dalla stessa Yvette che, prima di diventare musicista di professione, ha sviluppato una certa bravura nel disegno durante gli studi d’arte.



I pickup Seymour Duncan sono una costante nelle creazioni dedicate a Yvette. In effetti l'artista ha da alcuni anni un rapporto diretto con il guru dell'elettronica ed è stata protagonista di un'intervista sul canale YouTube di Seymour Duncan in cui, tra suoni e musica, apre una finestra sulla storia che l'ha portata a delineare la sua attuale personalità artistica.



Nella ricerca stilistica di Yvette, il timbro gioca un ruolo centrale. Così la chitarra si immerge in un ecosistema di ambienti, modulazioni, saturazioni appena accennate e debitamente scolpite per cercare un punto di giunzione tra le sonorità indie e la tecnica virtuosa che sia superiore alla somma delle due parti.
In questo, il canale YouTube dell’artista è una miniera di spunti. È facile vederla alle prese con gli effetti più disparati, così come può capitare che la si veda prestare volto e mani alla promozione di un pedale particolarmente interessante.
Si pensi alle recenti esperienze con Walrus Audio, laboratorio con cui Yvette ha incrociato la sua strada più volte.
Molto recente è la sua dimostrazione dell’M1, modulazione dall’espressività impressionante e, a quanto pare, decisamente stimolante per la creatività della compositrice.



Esattamente un anno fa avveniva invece l’incontro con l’R1, riverbero stereofonico che si è rivelato un compagno ideale per le derive più eteree dei suoi intricati riff.



Lo Slötva, uno dei riverberi più eclettici dell’ultimo periodo, è entrato in casa di Yvette giusto all’inizio del 2022 e da lì ha raggiunto il pubblico in un video tutto da gustare, accompagnato con il delay Walrus D1.



Gli ambienti sono importanti nel sound della chitarrista, ma non sono i soli effetti a comporre il suo sound.
Con la nuova YY20, Yvette ha messo alla prova una coppia di stompbox che già da soli farebbero girare la testa a molti e, sommati, creano un tono che ha del magico. Sono un originale Hologram Microcosm e un Way Huge Atreides, singolare effetto a cavallo tra il synth, il fuzz e il sub-octaver.



Una parentesi sull’Hologram Microcosm: il pedale è un delay dal forte carattere, capace di generare ripetizioni dalla forte componente ritmica e particolarmente incisive, talvolta simili a dei glitch audio.



Non è facile giocare con modulazioni più invasive quando si approccia lo strumento con una tecnica singolare come quella di Yvette, ma i suoi originali arpeggi riescono a spogliarsi delle componenti più cervellotiche e piegarsi al servizio della musica, entrando solo quando e dove serve, come estensione di un accordo o effetto su un punto clou del brano. Qui i profondi riverberi con tanto di shimmer del Catalinbread Cloak non hanno una sbavatura, e il chorus Neunaber Inspire che l’accompagna riesce a insaporire il mix senza stravolgerlo. Tutto suona educato, al suo posto, eppure pieno.



Ma suoni originali possono arrivare anche da circuiti più convenzionali, tra le mani giuste. Yvette, una vera pedal-geek per sua stessa ammissione, ne ha dato prova in un’intensa demo realizzata con un Ibanez ES2 Echo Shifter.



Musicisti come Yvette Young sono la dimostrazione che la tecnica è né più né meno di un mezzo per raggiungere la musica che si ha in mente, e può andare di pari passo con la ricerca timbrica strettamente legata alla strumentazione, procedendo in armonia. Nessun componente sovrasta l’altro, tutto torna a chiudere un cerchio al solo servizio della musica, protagonista incontrastata.
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Link utili
Identikit di Yvette Young
La YY20 su Accordo
Il Walrus Slötva su Accordo
Il Walrus D1 su Accordo
Il Walrus M1 su Accordo
Il Way Huge Atrides su Accordo
La YY10 sul sito Ibanez
La YY20 sul sito Ibanez
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