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Dal pianoforte classico a Stevie Ray Vaughan
Dal pianoforte classico a Stevie Ray Vaughan
di [user #116] - pubblicato il

Abbiamo incontrato Antonello Balata a SHG Music Show 2022, perso nella sala Vintage Vault, e lo abbiamo anche sentito sul palco. Chitarrista di solida impronta rock, studioso dello stile dell'immortale Stevie Ray Vaughan, sfoggia un playing solido, con chiare radici classiche, eppure personale e incisivo. Abbiamo parlato con lui di chitarre e setup.

Antonello, quando hai cominciato a suonare? Cosa ti ha spinto a prendere in mano la chitarra? 
Pensa che ho cominciato come pianista al conservatorio, ma grazie a mio padre che ascoltava Led Zeppelin e Pink Floyd ho scoperto il rock e a quindici anni sono passato alla chitarra. 

Le tue fonti di ispirazione si percepiscono, visti anche i gruppi con cui lavori. Hai preso lezioni o sei autodidatta?
Ho preso qualche lezione, ma in gran parte ho fatto da solo, orecchio e dischi. Come fonti d’ispirazione soprattutto Eric Clapton, Albert Collins, oltre ovviamente a Stevie Ray Vaughan (è sempre il sound che "tira" di più su Instagram) e Slash. Tra i chitarristi italiani mi ispirano Mario Schilirò, Diego Leanza, Mattia Tedesco e Paul Audia. Tra quelli forse meno conosciuti, ma che ho sempre ammirato, ci sono Antonello Marcia, Simone Veneri e Giuseppe Pompilio.



La tua prima chitarra?
Una Squier Stratocaster Japan che ho tutt’ora, anche se di originale è rimasto ben poco. È destino che si resti insieme, a un certo punto l’avevo venduta, ma a distanza di vari anni è finita in mano a un caro amico che me l’ha ridata indietro.

Quali e quante chitarre hai? Qual'è la tua preferita e perché?
Ho svariate chitarre elettriche: tre Gibson Les Paul, tre Stratocaster, una Gibson Flying V e  una hollow body. La mia preferita è una Fender Stratocaster Custom shop replica 1963, l’ho acquistata anni fa in un noto negozio di Lecco, dopo averne provate tantissime. Non smetto mai di ringraziare il proprietario del negozio  per la pazienza con cui mi ha sopportato 

Amplificatori ed effetti?
Quello che uso di più è un Fender Super Reverb, poi un Marshall Silver Jubilee e un Marshall AFD 100. Adoro i tubescreamer, ne ho alcuni vintage, ma per evitare di portarli dal vivo uso un 4558 di Formula B, che mi dà dinamiche e sensazioni molto simili.

Quanto influisce lo strumento sulla qualità del tuo playing? 
Davvero tanto. Penso che uno strumento di qualità, regolato a dovere, migliori tantissimo il modo di suonare ed esprimersi. Alcune sfumature dinamiche magari non arrivano all’ascoltatore, ma sono indispensabili a chi suona per dare il cento per cento.

Dal pianoforte classico a Stevie Ray Vaughan

Non potremmo essere più d'accordo. Da sempre pensiamo che il valore dello strumento di qualità stia soprattutto nel far suonare bene, oltre a "suonare bene" di suo. Ci racconti il tuo setup nelle diverse situazioni in cui suoni?
Nelle situazioni più blues uso principalmente Stratocaster dentro un Super Reverb, un Leslie 16 rotary speaker anni '60 e un Tube Screamer. A volte aggiungo wah e fuzz. Nelle situazioni più rock uso testate Marshall con Les Paul. Per gli effetti in genere ho sempre il 4558 come boost e poi delay e chorus nel send-return. Per altre ancora, dove magari è richiesto il palco silent, utilizzo il Kemper, nel quale ho i profili dei miei ampli personali.

Ti abbiamo visto molto preso dalle chitarre d'epoca a SHG Music Show 2022. Qual è lo strumento dei tuoi sogni, se ce n'è uno?
Sicuramente una Stratocaster primi anni '60 e una Les Paul fine anni '50. Ma al SHG Music Show dell’anno scorso ne ho visti parecchi di strumenti da sogno, ne approfitto per ringraziare ancora Francesco Balossino, che mi ha lasciato suonare delle chitarre incredibili.

A cosa stai lavorando in  questo periodo?
Siamo molto impegnati col progetto “Revolution”, con cui sto girando tanto sia in Italia sia all’estero. Ho anche una band blues, i “Blue Monkeys” e il mio tributo a Stevie Ray Vaughan, col quale ho suonato a SHG Music Show, esperienza meravigliosa. Collaboro anche con una band di inediti, i Toga, che propongono dei testi ironici in ambito hard-rock.

In quale situazione hai più gusto a suonare? 
Direi tutte, musicalmente non potrei fare a meno di nessuna. Certo che a livello personale girare l’Italia e l’ Europa con quei pazzi dei Revolution è qualcosa di inavvicinabile!

Bene. Allora chiudiamo con i link di prammatica.
Carto! Sono parecchi. Il mio canale YouTube, i profil Instagram e Facebook. Poi ci sono i Revolution e i Blue Monkeys. Un saluto a tutti i lettori di Accordo e a presto!

 
 
antonello balata interviste slash stevie ray vaughan
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