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Alta formazione musicale
Alta formazione musicale
di [user #17404] - pubblicato il

La formazione didattica di uno studente, in qualunque ambito, deve imporsi di fornirgli l'accesso a una conoscenza profonda della materia; conoscenza che deve essere esaustiva ma anche libera e disinteressata. In una parola, pura. Al contempo, una buona didattica non può estraniarsi dalle applicazioni pratiche, dalle competenze necessarie che uno studente dovrà possedere per essere, poi, competitivo a livello professionale. Questo è il senso autentico di un percorso di Alta Formazione in ambito musicale: preparazione tecnica e teorica senza compromessi, supportata da una sensibilità puntuale sulla scena musicale attuale.

Ne parliamo con Alessandro Spoldi, diplomato ai Corsi di Alta Formazione AFAM del CPM di Milano e oggi Docente all'interno della stessa Accademia e professionista attivo su svariati fronti.​

Ciao Alessando, partiamo dalla tua attuale situazione professionale in ambito artistico: con chi stai suonando e collaborando?
La collaborazione di cui sono più contento al momento è con Franco Mussida. Lo scorso 14 aprile abbiamo portato dal vivo, all’Auditorium San Fedele di Milano, il suo ultimo lavoro discografico, “Il Pianeta della Musica e il viaggio di Iòtu”. È stata un’esperienza molto coinvolgente e ricca, condivisa con colleghe e colleghi bravissimi. 
Dal novembre dello scorso anno ho iniziato a collaborare con Radio Popolare, in particolare con Disma Pestalozza e Alessandro Diegoli. Ho scritto jingle per la loro trasmissione e suonato dal vivo per degli eventi della radio. A inizio giugno sarò con loro sul palco della festa a ridere di gusto, perché con loro è questo che si fa! Ci sono poi i progetti emergenti. Collaboro con Sara Salvigni, brava cantautrice che ha frequentato anche lei il CPM, e sono sempre attivo nel progetto reggae Afakalura, con il quale stiamo per pubblicare il nostro primo singolo.

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Infine ci sono le attività musicali che porto avanti in solitaria. Ho suonato alle ultime due edizioni di PianoCity Milano, presso il Teatro del CPM, e in occasione di eventi culturali organizzati dalla casa editrice Eleuthera. Nell’ultimo anno ho poi lavorato a un mio EP di musica elettronica dal titolo “Ferruginosa EP”, che sto finanziando con una campagna di crowdfundingsulla piattaforma Produzioni dal Basso, che mi sta permettendo di procedere con più convinzione nel chiudere questo mio primo lavoro.
 
Come si ripartisce la tua attività musicale tra live, studio di registrazione (produzione) e insegnamento?
Dipende dai periodi dell’anno. Ovviamente l’attività d’insegnamento è quella più costante e da settembre a maggio occupa almeno metà delle mie giornate di lavoro. L’altra metà è sempre una scoperta! Ci sono periodi in cui devo dedicarmi alla preparazione dei live o a chiudere delle commesse per le produzioni. Ho notato che le cose tendono ad arrivare tutte insieme, tenere il passo a volte non è semplice. Ci sono però anche periodi più liberi e ho capito che, per come sono fatto io, è importante avere dei miei obiettivi personali (di studio o di produzione) che possano accendersi quando capitano i momenti meno impegnati, altrimenti rischio di perdermi.
 
Della serie di nozioni affinate nel tuo percorso di formazione al CPM, quali sono le competenze che quotidianamente (nello svolgere il tuo lavoro in musica) ringrazi per aver assimilato perché davvero indispensabili?
Se parliamo di nozioni, direi che siano tutte indispensabili: teoria, armonia, tecnica, interplay, interpretazione, composizione, arrangiamento. Non c’è momento, nel fare musica, in cui questi elementi non ti diano la sponda giusta per risolvere dubbi o sviluppare progetti musicali. Se parliamo di competenze, devo dire che ultimamente mi è indispensabile l’aspetto tecnologico. Durante i corsi ho potuto familiarizzare con aspetti tecnici delle tecnologie audio che sono oggi imprescindibili, soprattutto per chi fa il tastierista.

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Ci sono anche competenze relazionali che non sono da sottovalutare. Questo è vero soprattutto per il mio lavoro d’insegnante di musica. È un aspetto che ho sempre coltivato, anche prima di arrivare in CPM e che lì ho avuto modo di approfondire. Quando insegni a un’atra persona sei in relazione ad un livello molto profondo, forse anche più di quando suoni per un pubblico. È una responsabilità e va affrontata con animo aperto, e si tramuta poi in gioia e soddisfazione. In questo devo dire che Franco Mussida ha sempre insistito molto nel dare questa direzione alle attività didattiche in CPM. 

In cosa ritieni che i corsi del CPM abbiano sviluppato una sensibilità particolare
nell'indirizzare gli allievi a una formazione che risponda alle esigenze professionali concrete e attuali di questo settore?

Parlerei in particolare dei corsi di Pianoforte e Tastiere Pop Rock. La caratteristica che ho apprezzato di più è la grande varietà di linguaggi che ti vengono proposti. Ho potuto familiarizzare con stili e repertori che non avevo avuto lo spunto di affrontare prima. È un aspetto molto utile, perché ti permette di essere più flessibile e pronto a rispondere a delle richieste in ambito lavorativo. Può capitare, soprattutto per un tastierista, che ti chiedano: “prova a farla un po’ più jazz o funk”. Non sarei mai stato in grado di dare una soluzione prima. In CPM ho imparato a farlo, a prestare attenzione all’ascolto dei diversi generi e a identificare gli elementi che posso “portarmi dietro” nei lavori che faccio. Soprattutto nel Pop, dove spesso confluiscono caratteristiche di altri linguaggi.
 
Chi sono stati i tuoi insegnanti al CPM? Mi dici di ciascuno l'insegnamento più importante che ritieni di aver appreso?
I corsi principali li ho seguiti con tre docenti fenomenali: Fabio Nuzzolese, che è stato il mio relatore di tesi, Massimo Colombo e Giovanni Boscariol. Sono musicisti molto diversi fra loro, per esperienze e attitudini, ma tutti con un livello eccelso di preparazione, conoscenze ed esperienza. A volte con i colleghi del corso di tastiere, per scherzare, li chiamavamo “La Trinità”. Sono tante le cose che mi hanno trasmesso, ne dico una a testa. Per Fabio Nuzzolese l’attenzione al timing e alla forma musicale. Per Massimo Colombo la pronuncia e il canto sullo strumento. Per Giovanni Boscariol l’ascolto dell’insieme per trovare il giusto ruolo nell’arrangiamento. Potrei parlare di loro ancora a lungo e l’intervista diventerebbe lunghissima…!

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La cura del suono e della propria pronuncia stilistica - in ambito professionale e soprattutto Pop - è importante almeno quanto la parte tecnica e strumentale. Come hai lavorato su questo aspetto al CPM?​
Nel Pop non è facile lavorare su questi aspetti per un pianista classico, come ero io quando sono arrivato in CPM. Le dinamiche musicali in band ti portano spesso a eccedere o a tralasciarli. Ci sono repertori in cui ci si avvicina a un modo di suonare più classico, ma secondo me un aspetto saliente per un tastierista è la timbrica. Capire come lavorare sul tipo di suono, anche di pianoforte, in modo che sia efficace nella dinamica espressiva del brano è il percorso che mi ha affascinato di più e che sto continuando a studiare per conto mio. Non è uno studio da manuale, non esistono manuali in merito. In CPM si ascoltano molti dischi e si cercano le sonorità con gli strumenti che si hanno a disposizione.
 
Ritieni che un percorso di studio come quello che hai fatto tu, possa essere utile anche a un musicista più motivato a scrivere e suonare esclusivamente la propria musica?
Sicuramente lo è, come lo è stato per me per acquisire competenze e conoscere nuova musica, elementi che oggi mi hanno portato a sviluppare un mio progetto di musica elettronica…proprio io che vengo dal mondo classico! Oggi ho le competenze tecniche, musicali e stilistiche per portare in giro la mia musica. Sono appena all’inizio, ma continuerò a farlo, perché in fondo è quello che ho imparato in CPM. Se si vuole fare musica, occorre viverla con costanza, non ci sono altre strade.

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alessandro spoldi cpm didattica intervista
Link utili
Il sito del CPM
I Corsi AFAM del CPM
La pagina Docente di Alessandro Spoldi sul sito del CPM
I Docenti del CPM
La pagina dei Bienni Accademici del CPM
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