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Shuffle 04: Ascolti freschi di fine stagione
Shuffle 04: Ascolti freschi di fine stagione
di [user #65794] - pubblicato il

Dal growl al femminile degli Escuela Grind ai toni caldi di Eric Bibb, l'ottobre 2024 al tramonto porta con sé una lunga lista di uscite appetitose per chi ama la chitarra, ma non solo.
Escuela Grind Dreams On Algorithms (MRNK, 18 ottobre 2024)
Rompere i confini di generi come il grindcore non è qualcosa di facile, ma qualcuno deve pur provarci. Quel qualcuno oggi viene dal New England e risponde al nome di Escuela Grind. Dreams On Algorithms si fa carico di una manciata di brani che a blast beat e riffing idiosincratico aggiungono il timbro vocale di Katerina Economou, questa volta intenta a cimentarsi anche con una performance clean che saprà sicuramente far parlare molti fan. Turbulence, esempio più lampante della nuova svolta della band, alterna il suono più canonico della band a sezioni che potrebbero benissimo essere prese come Nirvana sotto steroidi. La cosa più bella di tutto questo? Funziona alla perfezione.


 
Dan Tyminsky Live From The Ryman (8 Track Entertainment, 18 ottobre 2024)
Quando uno dei Soggy Bottom Boys pubblica un album, il mondo ascolta. Non George Clooney, sia chiaro, ma Dan Tyminsky, colui che ha scritto il proprio nome all’immortalità reinterpretando Man Of Constant Sorrow per il capolavoro dei fratelli Coen, Fratello Dove Sei? Scherzi a parte, Tyminsky è da decenni uno dei nomi più venerati del mondo bluegrass, ed il suo nuovo live album registrato direttamente nel cuore di Nashville al Ryman Auditorium non può che essere una stupenda distrazione dalla routine quotidiana. Una collezione di voli al fulmicotone su chitarra, banjo e mandolino, conditi dal giusto grado di fede. Ovviamente in un live simile non può mancare Man Of Constant Sorrow, ormai classico inevitabile per le setlist di Tyminsky.


 
Eric Bibb In The Real World (Stony Plain, 18 ottobre 2024)
Correva l’anno 1972 quando Seans the best mostrava per la prima volta Eric Bibb al mondo in versione solista. 40 album dopo In The Real World prosegue la lunga carriera del bluesman newyorkese provando a dare una prosecuzione a quel Ridin’ valso a Bibb una nomination (la terza della sua carriera) ai Grammy Awards nel 2023. Il nuovo lavoro di Bibb è stato registrato ai Real World Studios di Peter Gabriel, location perfetta perché il cantautore statunitense tornasse ad esplorare le connessioni fra essere umani (perse o ritrovate). È un viaggio molto personale, quello di Bibb, al quale tutti sono invitati a partecipare purché si presentino pronti ad aprire la mente e l’animo.


 
Japandroids Fate & Alcohol (ANTI, 18 ottobre 2024)
Il duo canadese formato da Brian King e David Prowse vanta quasi due decenni di musica, e ciò significa che dagli esordi più ruvidi e basilari la ricetta dei Japandroids è cambiata, e anche molto. Il nuovo Fate & Alcohol rappresenta una buona somma dei tanti fattori che nel tempo hanno contribuito a creare il suono dei Japandroids, e costituisce anche una valida rappresentazione delle due facce del gruppo, quella più diretta e quella più riflessiva. Così come succede a molti, con il passare del tempo lo storytelling si appropria della maturità e della completezza derivanti dall’esperienza, e così Fate & Alcohol è in grado di mettere sul piatto tanto un rock diretto e brutale, quanto composizioni più pesate ed articolate. 


 
Aaron Parks Little Big III (Blue Note, 18 ottobre 2024)
Il rientro di Aaron Parks fra i ranghi della Blue Note non è significativo soltanto per il tipo di raro talento che Parks può offrire, ma soprattutto perché segna anche il ritorno di Parks nel progetto che in passato lo ha visto impegnato con la sua band, i Little Big. Ecco quindi che quella connessione magica, e quell’interplay senza alcuna forzatura, si materializza in maniera eminente nel terzo lavoro del gruppo. Little Big III ha permesso a Parks di aprire nuovamente le porte a composizioni più spontanee, corali e meno introspettive, ed il risultato è uno sforzo di gruppo che si manifesta senza sbavature. La chitarra di Greg Tuohey tesse linee che da sole varrebbero il prezzo del biglietto, ma l’amalgama improvvisativa post-modernista di Little Big III va assorbita come un’unica entità.


 
311 Full Bloom (SKP Inc, 25 ottobre 2024)
Non è il vostro solito rock. Anzi, lo è, ma non è così “solito” quanto potreste immaginare. Giri di parole a parte, i 311 sono quella band rock da classifica che potrebbe fare tutto e non fare nulla, ed in maniera incredibile riesce sempre a collocarsi nel mezzo dei due estremi con encomiabile costanza qualitativa. Full Bloom riporta in cattedra un mix di funk, reggae, rock anni ‘90, pop, rap, e chi più ne ha più ne metta, ma lo fa lasciando tutto sempre sospeso a mezz’aria. Niente spicca eppure tutto funziona. Se si cerca un album rock con molte sfumature e pochi spigoli Full Bloom è un consiglio obbligatorio.



Soccer Mommy Evergreen (Loma Vista, 25 ottobre 2024)
Quanta tenerezza si racchiude nella nuova proiezione musicale di Sophia Regina Allison, in arte Soccer Mommy. In passato la Allison ha dato prova di sentirsi a proprio agio anche con sonorità meno comode, ma Evergreen sprigiona un tepore che è proprio di quegli abbracci che si danno di fronte ad un caminetto quando si condivide una tazza di tè o di cioccolata calda. Ciò nonostante Soccer Mommy non riesce mai a nascondere quella vena decadente che si addice così bene alle sue chitarre più languide, ed alla sua dizione dolcemente strascicata.



The Oak Ridge Boys Mama’s Boys (Lightning Rod, 25 ottobre 2024)
Facciamo un salto nel sud degli Stati Uniti, dove il sole splende alto di giorni e alla sera i tramonti sono più intensi. Gli Oak Ridge Boys sono vere e proprie leggende viventi in ambito country/gospel, e pertanto non c’è da sorprendersi che la voce di Willie Nelson faccia capolino nel singolo di lancio, e titletrack, Mama’s Boys. La nuova produzione del quartetto del Tennessee è solamente una nuova prova di quella lunga tradizione che dagli anni ‘40 si rinnova con nuovi interpreti, e nuove voci. Mama’s Boys è il perfetto lasciapassare se nel tempo libero vi piace calarvi lì dove i cieli sono più blu, e dove l’aria è pregna del profumo di una torta di mele lasciata sul davanzale.


 
Cane Hill a piece of me i never let you find (Out Of Line Music, 25 ottobre 2024)
Al primo ascolto di The Midnight Sun sarà veramente difficile comprendere come certe sfere del mondo musicale abbiano riposto i Cane Hill nel contenitore dell’hard rock. Le trame della band sono una buona via di mezzo tra metalcore, djent e nu-metal, seppur nessuno di questi generi aderisca completamente alla miscela del gruppo. a piece of me i never let you find si districa tra riff ritmiche frastagliate, stop and go prevedibili ma comunque possenti, ed un binomio vocale che - in maniera ormai canonica per una certa sfera del metal - alterna clean e scream. Le chitarre dell’album sono pesanti al punto giusto, e le accordature drop lasciano respiro a sufficienza perché l’amalgama finale non risulti troppo soffocante.


 
Beth Hart You Still Got Me (Provogue, 25 ottobre 2024)
Per chi ama blues e soul, la voce di Beth Hart è uno dei punti di riferimento più sicuri degli ultimi 20 anni. La cantante statunitense è divenuta una sorta di spiagga salvifica per tutti coloro che amano ascoltare un timbro canoro graffiante e potente, ma comunque capace di adagiarsi su movimenti più pacati quando necessario. Al nuovo album della Hart, You Still Got Me, prendono parte anche Slash e Eric Gales per un paio di brani, mentre il resto delle tracce si snodano nel solito - e ben riuscito - mix di tradizione blues, pop e di radici sonore americane in ogni salsa e colore. 


 
Tears For Fears Songs For A Nervous Planet
Volontariamente o meno, tutti avete cantato almeno una volta uno stralcio di Everybody Wants to Rule The World oppure di Mad World, e questo perché i Tears For Fears sono ineluttabili. Malgrado l’incalcolabile numero di hit raccolte negli anni, sono serviti 43 anni di carriera perché il duo inglese pubblicasse il suo primo live album. Quasi impossibile da credere, eppure assolutamente vero. Il duo inglese non si limita alla pubblicazione del live ripreso al First Bank Amphiteater di Franklin, ma presenta anche quattro nuovi inediti.
Songs For A Nervous Planet è accompagnato anche da una ripresa video che arriverà in cinema selezionati in tutto il mondo. 


 
Amythyst Kiah Still + Bright (Rounder, 25 ottobre 2024)
Difficile trovare una linea chiara e definita nell’evoluzione artistica di Amythyst Kiah, ed il terzo album dell’artista del Tennessee non fa che provocare ulteriori scosse di assestamento. Still + Bright emana un piacevole senso di ottimismo, di libertà, e lo fa con una potente esplorazione di sentimenti dalle radici profonde. Il mix sonoro è una perenne evoluzione di uno stile americana portato nella modernità, in particolar modo per quanto riguarda la produzione. Le chitarre dell’album suonano divinamente, sono piene, grosse, avvolgenti, una buona controparte per quella voce mediosa che Amythyst Kiah mette in campo con un range espressivo in perenne cambiamento.


 
Amyl And The Sniffers Cartoon Darkness (Virgin. 25 ottobre 2024)
Quanto si divertono gli Amyl And The Sniffers. Piacciono ai punksters di ampie vedute, tanto quanto ai rockettari in cerca di qualcosa di più leggero, e questo perché la loro scanzonata sfacciataggine ha lo stesso appeal di quel punk rock anni ‘90 che ha fatto tante vittime. In Cartoon Darkness la band prende persino qualche deriva glam e, senza mai dimenticarsi di badare alla dissezione della moderna deriva esistenziale, la band australiana snocciola alla perfezione l’esilarante disegno in cui tutti ci troviamo a vivere, se non sempre almeno ogni tanto. I suoni ed i riff di It’s Mine, di Jerkin’ e Going Somewhere dovrebbero bastare ad attirare nella rete.


 
Steve Hill Hanging On A String (No Label Records, 1 novembre 2024)
Crudo, diretto, potente come il playin che Steve Hill ha fatto diventare il suo marchio di fabbrica fin dal principio, Hangin On A String arriva a confermare che la one-man-band di Hill è ancora fra le più solide in circolazione. Chi ha avuto modo di vedere Hill dal vivo almeno una volta sa bene di cosa il chitarrista sia capace, e Hanging On A String eleva la formula ad un nuovo livello. Ogni nota sembra essere mossa da una necessità più grande dell’uomo stesso, più grande di Hill e di chi si inchina alla sua attitudine. Ciliegina sulla torta dell’album è rappresentata da suoni di chitarra abrasivi al punto da sembrare quasi masochistici.


 
Bombus Your Blood (Black Lodge, 1 novembre 2024)
Con l’universo metal dominato soprattutto dalle derive più estreme del genere, talvolta è piacevole ri-esplorare sonorità che guardano a qualcosa di meno compresso, meno asfissiante. Con Your Blood i Bombus si rifanno ad una miscela meno serrata, ma di certo non meno potente. La band di Goteborg prende una svolta molto chiara per allontanarsi dai suoni che hanno definito la sua carriera durante gli ultimi 15 anni, e rievoca i fasti dei primi Motorhead e dei Rat, ponendo il tutto sotto un velo di desert rock che non ha paura di guardare allo stoner della prima era. 

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