di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 04 marzo 2016 ore 11:00
Uno dei bassi più utilizzati al mondo si veste di vintage e si trasforma in una reissue datata 1964. Disponibile ancora per pochissimo nella colorazione Lake Placid Blue, lo abbiamo consegnato alle abili mani di Enrico Galetta nello showroom di BassLine a Milano.
Il Jazz Bass nel 1964 subì alcune importanti modifiche che lo resero ancora più simile all’attuale produzione moderna. Tutte queste peculiarità sono state raccolte e incastonate nel Vintage ’64, che nella versione in prova è arricchito dalla colorazione Lake Placid Blue con paletta verniciata della stessa tinta.
Il corpo è in alder, ontano, ed è disponibile anche in olimpic white, three tone sunburst e nero, dei veri classici, tra cui scegliere è davvero difficile. A questo è avvitato un manico in acero, vera novità del ’64, con un profilo a C molto più sottile e la tastiera in palissandro a 20 tasti. Questa ha un profilo molto smussato, che dà l’impressione di avere tra le mani un manico ancora più sottile.
Perfettamente in linea con l’anno di produzione sono gli accessori installati sul body. Troviamo infatti, avvitati sul battipenna bianco, appoggiadita, copri pickup e cover sul ponte cromati. Le meccaniche rovesciate sono una chicca estetica all’apparenza di poco conto, ma sono belle e solide, hanno dimostrato di essere a prova di bomba.
Una novità, moderna, sono i pick up. Questi sono due single coil realizzati appositamente per questo modelli e chiamati, appunto, Vintage ’64. Con i tre controlli si possono gestire i volumi dei singoli magneti e il tono (un unico controllo per entrambi).
Il Vintage è, come gli altri Jazz, abbastanza leggero e bilanciato. Il manico sottile, con capotasto da 1,48’’ rendono il playing bello agile, su tutte le quattro corde e in qualsiasi punto della tastiera. A proposito di tastiera, vanno citati i dot color argilla, montati per l’ultima volta nel ’64, e utilizzati sulla reissue.
Colleghiamo il J alla Aguilar e alla cassa Alusonic. I pick up Vintage ’64 hanno esattamente il timbro che ci aspettavamo, brillante e bello carico sulle medie. Il magnete centrale è leggermente più scuro e sembra avere un output minore. La cosa non guasta, anzi, crea un sound equilibrato quando lo si usa in abbinata con quello al ponte, più aggressivo e a tratti metallico. Si può parlare di timbrica vintage, non eccessivamente carica sulle basse, ma nemmeno troppo sferragliante e sbilanciata verso le alte.
Il Vintage ’64 ci è piaciuto molto, sia dal punto di vista sonoro che estetico. Il Lake Placid Blue è uno dei colori più invitanti tra quelli messi a disposizione da Fender, ma anche il 3 Tone Sunburst fa la sua porca figura. Nei negozi il J ’64 si trova a prezzi che variano tra i 2200 e i 2500 euro, circa 1000 euro in più rispetto a un American Standard, dal quale, però, si discosta almeno dal punto di vista degli accessori.