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Harmony H1203: vibrazioni dal 1969
Harmony H1203: vibrazioni dal 1969
di [user #43441] - pubblicato il

Conosciuta come la piccola Martin, la Harmony H1203 è una macchina da blues d'altri tempi che può essere ancora scovata per prezzi appetibili. Per portarsi a casa una Harmony Western Special della serie Sovereign degli anni '60 possono bastare poche centinaia di euro.
È il 1969, siamo nell'anno di Woodstock. I Rolling Stones vanno alla grande, incidente di Altamont a parte. I Fab Four, viceversa, sono nel pieno dei dissidi interni, ma chissene.
Siamo in un periodo di grandi cambiamenti. Mentre si predica l'amore libero, in Vietnam giovani americani ci lasciano le penne a frotte. Si è in piena rivoluzione studentesca, con discutibili esiti. Tra i giovani d'oltre Oceano si diffonde a macchia d'olio la smania per le macchine potenti, le cosiddette muscle car e, mentre in fatto di vendite Ford e Chevrolet bastonano tutti con rispettivamente Mustang e Camaro, Dodge sforna il Generale Lee, la micidiale Charger che, nella versione top, monta un propulsore di 7400 cc capace di sviluppare circa 500 cavalli, ma soprattutto amica dei benzinai con i suoi 3Km a litro.
Le chitarre acustiche hanno un momento di gloria che sembra non dover finire mai grazie al movimento dei figli dei fiori, presso i quali bongo e chitarre sono un must. In questo bucolico contesto, l'umanità getta le basi per il suo suicidio tra guerre, inquinamento, abuso di droghe e uno splendido e lussurioso fioccare di malattie a trasmissione sessuale. In questo contesto nasce a Chicago la protagonista del racconto di oggi. Ma facciamo un salto in avanti.

Siamo nel 1976, a casa mia si ascolta sempre tanta musica perché il babbo è appassionato. Mentre gioco con i soldatini noto una musica di sottofondo che attira la mia attenzione. Si tratta di un vecchio disco di Louis Armstrong. Da quel giorno, niente sarà più lo stesso. Convinto papà a regalarmi un album del vecchio Satchmo, la mia passione per la musica afroamericana cresce in modo esponenziale. Passa qualche tempo e mentre ascolto un programma radiofonico, che se non sbaglio si chiamava Supersonic e che per sigla aveva "In-a-gadda-da-vida" degli Iron Butterfly, passano un brano di un artista blues del passato, tale Mance Lipscomb. È qualcosa di nuovo che non ero abituato a sentire. Ha un gusto fortemente retrò e a questo ero abituato, ma con un ritmo diverso e martellante che mi colpisce tantissimo, pur non capendo un accidente di cosa dica.


Posto che all'epoca non avrò avuto più di dieci anni, avevo già capito che la mia strada mi avrebbe portato nel Mississippi, nella Louisiana, nella "Sweet home Alabama". La mia anima si era già persa in una scala pentatonica. Passano gli anni e la mia passione per le chitarre e per il blues old school non smette di crescere. Nel 1986, il film "Mississippi Adventure" con Ralph Macchio e Joe Seneca alla ricerca della canzone perduta di Robert Johnson segna un altro passo indelebile nella mia storia. Ricordo come fosse ieri che al cinema eravamo in due. Giusto per sottolineare quanto l'argomento interessasse all'epoca i miei concittadini.

Sono passati tanti anni da allora e qualche tempo fa, in una delle mie serate trascorse a cercare in rete qualche chitarra interessante da comperare, mi sono imbattuto nella protagonista dell'articolo.
Niente paura, amici, qui siamo alla portata di tutte le tasche!

Harmony H1203: vibrazioni dal 1969

Appena viste le foto dell'annuncio, alla mente è subito riaffiorato il ricordo di Mance Lipscomb, che ne fece la sua arma da battaglia definitiva.
Il colore ambrato, le crepe della vernice al sua sinuosa forma, tipo Martin ma con una personalità tutta sua... stiamo parlando di una chitarra prodotta dal 1945 al 1972, definita la "little Martin".
Il suo vero nome è Western Special, un nome che rimanda a verdi praterie, a cowboy attorno al fuoco, a serate di gala al Grand ole Opry di Nashville, ma che a me riporta sempre al blues, a fumosi e bui locali dove con voce roca si canta di cuori infranti, di vite dure, di un tempo in cui se volevi qualcosa te lo dovevi sudare. E in più arrivava dalla Louisiana.
Con poche centinaia di euro me la sono aggiudicata, del resto 350 euro cosa sono di fronte ai sogni di un bambino (cresciutello, ma giovane d'animo)?


Passano pochi, interminabili giorni e quando il postino suona alla porta io sento che è lei.
Aperto l'imballo osservo il gioiello, lo posiziono dove possa essere illuminato dal sole e mi siedo a contemplarlo. Una goduria per gli occhi con qualche piccola pecca da sistemare.
Telefono a un amico liutaio della zona intimandogli di sospendere i suoi lavori perché sto arrivando con una paziente VIP che necessita al volo di un po' di cure amorevoli. Passano due giorni e la damigella è pronta.

Harmony H1203: vibrazioni dal 1969

Il manico è generoso nelle proporzioni, proprio come piace a me. Come sosteneva McKinley Morganfield, più noto come Muddy Waters, più il manico è grosso, più la chitarra suona. Tutta di massello, ha splendide fasce e fondo di mogano e un top in abete sitka da paura. La tastiera è in palissandro brasiliano e il binding è ancora perfetto nonostante gli anni.

Il timbro non ha nulla a che vedere con le Martin. Suona bilanciatissima, dolce e caldissima. Se gli angeli esistono e suonano il blues, è con questa chitarra che lo fanno.
È potente e rotonda, mai eccessiva, con bassi ben definiti e cantini quasi da arpa.

Le meccaniche sono state sostituite, ma non importa: le Grover che monta sono stupende e introvabili a cifre ragionevoli, quasi valgono da sole più della chitarra stessa e, nonostante sia passato quasi mezzo secolo, sono ancora fluide e precise come le nuove.

Le Harmony Sovereign sono di vari tipi e rappresentano il top di gamma per la casa di Chicago.
Di certo non sono qui a raccontarvi che dovete dare al rogo le vostre Martin, perché sarebbe un'eresia. Vi sto dicendo che se amate il vintage e non avete migliaia di euro da investire, sono chitarre attualmente quotate fino a 6-700 euro ma di fatto facilmente reperibili per la metà.

Nella fattispecie hanno spesso un'action medio alta, ma un buon liutaio con modica spesa le può attualizzare abbastanza facilmente. Per i gourmet che abitualmente mi seguono, la catenatura è una ladder. Ne frena un po' la vibrazione, ma dà quella pasta blues inconfondibile.


È ideale per lo slide, ha un suono killer per il fingerpicking e per il flatpicking.


L'hanno usata tutti, da Keith Richards a George Harrison, da Jimmy Page a Rory Gallagher, da Mance Lipscomb a Lightnin Hopkins. Queste chitarre sono pietre miliari che hanno scritto pagine storiche nella musica del ventesimo secolo e fortunatamente sono ancora strumenti accessibili.


Probabilmente oggi si possono acquistare oggetti ottimi per la stessa cifra, ma il sapore della storia e il fascino di questi legni antichi, quello che hanno significato, non ha prezzo.
chitarre acustiche gli articoli dei lettori h1203 sovereign harmony
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di aleck [user #22654]
commento del 02/06/2016 ore 09:43:09
"Probabilmente oggi si possono acquistare oggetti ottimi per la stessa cifra, ma il sapore della storia e il fascino di questi legni antichi, quello che hanno significato, non ha prezzo."

Questo, secondo me, è il fulcro di tutto. Le chitarre "vecchie" non sono meglio in assoluto, ma in un certo senso, sanno dare di più a chi ha orecchie e cuore per apprezzarle.

Questa estate ho preso una vecchia Teisco Del Rey, classe 1967 (eccola, è l mia vai al link ) per la modica cifra di 100$ (99$, per la precisione) da un bel negozietto in New Jersey. Come ben saprai sono strumenti particolarissimi: non brillano per una intonazione perfetta (anche a causa del ponte vai al link ), i pickups sono dei mitici black foil, particolarissimi (bellissimi imho) nel suono, l'amato Ry Cooder ne ha fatto il suo marchio di fabbrica, ma spesso microfonici... Il body dovrebbe essere in compensato e il manico è in multistrato di faggio (incredibilmente resistente, tra l'altro, dato che il negozio la accordava a un tono e mezzo sopra la norma senza ripercussioni sull'action e la suonabilità!). A guardare le caratteristiche a chiunque verrebbe in mente che per quei soldi o poco più avrei potuto prendere una qualsiasi chitarra moderna e ottenere molto di più, davvero pochi tra i miei amici hanno compreso la mia scelta. Eppure io trovo che ci siano strumenti straordinari non per la loro qualità oggettiva, quanto per il loro carattere, la loro storia, la loro spiccatissima personalità. Non sono e non sarò mai un detrattore delle "chitarre economiche" dei nostri giorni, ma per me, conoscendomi, preferisco un vecchiume ben selezionato: le emozioni che trasmette sono tutt'altro che cheap :)

Tra l'altro la Del Rey è il simbolo della prima ondata giapponese in america, è legata al nome di Hound Dog Taylor, è entrata a suo modo nella storia... Quale Squier potrebbe competere con questo?

Sono un amante del vintage povero: per suonarci blues e affini (ma anche altri generi "ignoranti") non c'è di meglio, non c'è altro che catturi allo stesso modo lo spirito più profondo del genere :)

Complimenti per le tue recensioni/racconti, sono tra gli articoli più piacevoli di questo periodo.
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 02/06/2016 ore 11:36:49
Inutile dire che mi trovi pienamente d'accordo. A me la tua Del Rey piace molto e trovo le Teisco interessanti e piacevoli testimonianze del "chitarrismo" giappo degli anni 60 e a quanto pare non piacciono solo a me vai al link vai al link Per inciso sono chitarre a tutt'oggi utilizzabilissime e non relegate ad un genere in particolare vai al link anche se a noi piace sentirle così: vai al link
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di aleck [user #22654]
commento del 02/06/2016 ore 12:00:21
A giudicare dai link che mi hai passato siamo in perfetta sintonia! E grazie per avermi fatto conoscere Koko Taylor... Che voce!

Per il resto posso confermare, sono strumenti incredibilmente piacevoli e divertenti da suonare, si inseriscono benissimo in ambito rock'n'roll, rockabilly, surf music, country e, ovviamente, blues... Ma sono anche degli strumenti "azzeccatissimi" per destreggiarsi in generi quali 60's e 70's rock, "grunge" e punk!
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 02/06/2016 ore 12:32:00
E anche stavolta condivido pienamente
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 02/06/2016 ore 18:25:50
Giacché ci siamo ne approfitto per chiederti un parere... Al cambio corde vado di roundwound, halfwound o flatwound? Sono molto indeciso, non ho idea di come potrebbe cambiare il suono. Di certo so solo che il manico saprà reggere tutto.
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 02/06/2016 ore 20:12:13
Io andrei di round, magari buone...Butti due soldini in più e vedi che effetto fa.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 02/06/2016 ore 20:18:56
Buone... Quali mi consigli? Io in genere uso 10-46 D'Addario XL, da generazioni sono le corde che ho su (quasi) tutte le mie chitarre. Devo ammettere che raramente ho provato altro, in passato ho usato anche GHS e Galli.
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 02/06/2016 ore 20:25:35
Ho sentito parlare molto bene delle elixir. Io le ho sulla Harmony e per le acustiche mi piacciono, sulle elettriche non le ho mai provate, ma ti ripeto che ne ho sentito parlare molto bene.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 02/06/2016 ore 20:35:2
Provare cose nuove è sempre cosa buona e giusta... ne comprerò un set :)

Io su acustiche ormai uso quasi esclusivamente D'Addario EXP-26 e EXP-16: hanno una durata realmente superiore e le prestazioni sono costanti nel tempo. A molti non piacciono a causa di un feeling leggermente diverso dalle tradizionali, io le adoro. Dovesse capitare, fai una prova :)
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 02/06/2016 ore 20:46:11
Terrò presente il consiglio
Rispondi
di helloween [user #27122]
commento del 02/06/2016 ore 09:57:33
Intanto complimenti per l'acquisto! Realizzare un sogno da bambini è qualcosa di meraviglioso! Ma tu hai fatto qualcosa di più con questo diario! Mi hai fatto riascoltare il vecchio Lipscomb! Ho le lacrime agli occhi, mi hai riportato quando con i miei compagni di liceo lo ascoltavamo e facevamo a gare per suonarlo (ovviamente nessuno ci riusciva, ognuno finiva per fare qualcosa di diverso ahahaha)....
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 02/06/2016 ore 11:37:54
E tutto questo si chiama blues.....ahahahah
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 02/06/2016 ore 14:44:36
Bella chitarra, bella storia, ottimo video.
Strumento da suonare, suonare, suonare....
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 02/06/2016 ore 20:10:2
Ho appena finito un pomeriggio di fingerpicking con un amico collezionista di Martin, il quale dopo tre ore attaccato alla mia e numerosi confronti con : hd 28 golden era, 00018 golden era, d18 golden era e om28 authentic, ha decretato che la mia è pari livello, ma gli piace di più..... Non male, sono felice.
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 03/06/2016 ore 15:42:13
Mi riservo di fare una prova sul campo perché lo ritengo improbabile.
Che gli piaccia di più possibilissimo invece.
:-)
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 03/06/2016 ore 16:52:01
Sostanzialmente, al posto tuo direi la stessa cosa. Tuttavia quando la provi e impari a conoscerla, ti assicuro che ci pensi. Poi magari ti vai a lavare la faccia con un po' di acqua fresca e ti calmi e tutto torna a posto però, se chiudi gli occhi e ascolti, ti assicuro che il pensiero ti viene.
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 03/06/2016 ore 22:30:21
Di sicuro mi piacerebbe come chitarra, perché il sound e il genere sono i miei preferiti
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 03/06/2016 ore 22:43:24
E come già detto, non c'è da rovinarsi economicamente
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 02/06/2016 ore 15:31:39
WOW! Che bella sorpresa!!! Ah... bei ricordi... Se la tua proviene da Massimo Villa a Milano l'ho suonata parecchio anch'io. La mia storia comincia un pò prima, in Danimarca '66 / '67 - la regina sovrana era nel giro di Bert Jansch, John Rembourn,Stefan Grossman e quella gente suonava un tipo di musica fingerpicking difficile da defiinire e difficile da suonare. È un intreccio di note che si direbbe da musica classica lontana da blues o country. Eccovi le mie impressioni di allora:
La tastiera è più larga del solito ma non quanto una classica. Il manico è ben dimensionato (ergonomico), agevole e scorrevole. Ho desiderato che arrivasse una elettrica da qualche parte con esattamente quel tipo di manico ma per adesso nisba a quanto ne sappia :( Il sound è punchy, bilanciato e in più con "aria" insolita nel suo suono in confronto alle Martin / Gibson che richiedono EQ sul mixer per registrare bene.
USA '68 /'69: ho visto che facevano pure parecchie elettriche, costavano molto meno che le Fender / Gibson e con un stupefacente look da punk! Beh... erano anni da stupefacenti e bands psichedeliche - "In-A-Gadda-Da-Vida" era alla radio perlomeno una volta all'ora. Tornando in Italia di Harmony non ne ho viste - sono dunque poco conosciute, peccato. Trovarne adesso in Europa è molto laborioso e bisognerà andare su pagine USA per vedere quello che c'è al momento. La marca Harmony è poi sparita e tutte le Harmony sono automaticamente vintage! Complimenti Big George, hai una chitarra che non venderai :)
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 02/06/2016 ore 20:03:37
Ti do una notizia in anteprima: sta arrivando una 1260 jumbo del 1962 come quella di Jimmy Page vai al link vai al link
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 03/06/2016 ore 13:28:28
...e si sente proprio quel sound "giusto" per uso moderno. Quando ti arriva, ci devi un rapporto!
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 03/06/2016 ore 16:47:45
Naturalmente, appena sistemata, scatta la recensione. ça va sans dire.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 03/06/2016 ore 19:26:12
Et t'as même la cédille :)
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 03/06/2016 ore 20:31:20
Oui monsieur!
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 02/06/2016 ore 20:19:4
Per suonare blues DEL delta bisogna suonare blues NEL delta. Ti aspetto nel delta del Po, portati una chitarra e la malinconia. Io ci metto un'altra chitarra e del prosecco.
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 02/06/2016 ore 20:27:37
Se aggiungi pane e salame mi hai già convinto.....a dire il vero mi avevi già convinto dal prosecco...ahahahah
Rispondi
di Tubes [user #15838]
commento del 02/06/2016 ore 21:01:38
Perché prosecco ? Nel delta del Po mi aspetto di bere che so, Sangiovese o Lambrusco,no ?
Poi col salame,ragazzi....
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 02/06/2016 ore 23:55:54
L'importante è che non manchi la musica, poi per la "benzina" ci si ragiona Ahahahah
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 06/06/2016 ore 09:50:06
Orrore!!!!!! Il Sangiovese è roba da mangiapiadine romagnoli, mentre il Lambrusco è per uomini di collina emiliani. Il Delta è sospeso tra Veneto e il Ducato degli Este (ovvero la provincia di Ferrara), c'è un vitigno rosso autoctono che si chiama "Fortana" che però non fa impazzire: è un vino molto "sgrassante", si può usare al posto dello Svitol...
Salami ce n'è finché vuoi, rigorosamente all'aglio.
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 06/06/2016 ore 15:29:4
Basta che ci siano benzine forti!
Rispondi
di BBSlow [user #41324]
commento del 03/06/2016 ore 08:56:31
E ce so' voluti trent'anni, ma alla fine l'ho scoperto chi fosse quell'altro al cinema! ;)
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 03/06/2016 ore 09:12:47
Ahaaa! Eri dunque tu! Battute a parte il film era piuttosto commerciale, però a me è piaciuto un sacco. In particolare ricordo che a un certo punto Ralph Macchio, per presentarsi dice alla ragazza "Siamo uomini di blues" e Joe Seneca guardandolo tra il compassionevole e lo schifato, precisa " IO, sono un uomo di blues, Lui ...è di Long Island" In questa battuta si spiegano tante cose. Suonare su una pentatonica e essere un bluesman sono cose ben distinte....
Rispondi
di BBSlow [user #41324]
commento del 03/06/2016 ore 09:20:39
Anche io ricordo quella battuta... :D Tra l'altro, avendo studiato un po' di classica, mi sentivo molto Lightnin' Boy (avevo vent'anni, si può capire, credo).
E si, essere un bluesman è una cosa un po' particolare, soprattutto se invece del Mississippi hai il Tevere. Ma ci si adatta, eh. Adesso torno su Ebay a cercare una Harmony, poi ripasso.

Scherzi a parte: i tuoi articoli sono in genere molto ben scritti e interessanti, ma questi ultimi due mi hanno davvero intrigato parecchio. Grazie.
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 03/06/2016 ore 09:24:45
Si fa quel che si può per rendere meno noioso il week end... Ahahah. E poi chi ha detto che il Tevere non va bene? Abbiamo dominato il mondo, mo' ce lo facciamo dire dagli americani qual'è il fiume giusto? Eh no!
Rispondi
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 03/06/2016 ore 11:18:28
Più che altro Mr Big G mi fa specie che siamo tutti incentrati sulla nostra esterofilia cronica e snobbiamo quelle tonnellate di musica popolare nostra, che onestamente non ha certo meno fascino e storia dei canti addolorati nei neri nei campi di cotone...E' davvero un peccato...

P.s: grazie come sempre per l'articolo, finanze permettendo e se non avvio attivamente la nuova passione (la falconeria), dopo l'estate un vintage economico sulla scia dei tuoi scritti me lo sparo volentieri!
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 03/06/2016 ore 12:34:53
Beh in effetti se uno ama il Sangiovese, non necessariamente disprezza il Trebbiano. Abbiamo anche qui tante cose interessanti; poi diventa questione di gusti. Grazie a te per aver letto l'articolo.
Rispondi
di federock [user #45121]
commento del 04/06/2016 ore 02:48:44
Molto belli gli articoli, scritti benissimo e pieni di contenuti. Li leggo con molto piacere, Bravo!
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 04/06/2016 ore 10:34:41
Grazie. Aiutano a passare il tempo....
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 04/06/2016 ore 12:28:08
...e alla cultura musicale per via di chitarre che ci riportano all'età della pietra, da dove proveniamo tutti.
Rispondi
di Luder [user #45160]
commento del 04/06/2016 ore 21:28:2
Ciao big giorgione e complimenti per i tuoi articoli: son sempre ben scritti, pertinenti e competenti e ti catapultano in una dimensione storica molto bella. Io ho sempre suonato ed avuto in linea di massima strumenti “moderni” e ho guardato il vintage sempre un po’ da lontano, con attrazione e sospetto, curiosità, ma sempre da non competente e temendo l’inchiappettata dietro l’angolo. Perché è anche vero che ciò che è vecchio non è detto che sia buono. E’ comunque un mondo molto affascinante che non può lasciare indifferente il musicista di qualsiasi gusto o livello. Vedendo le foto di quest’ultima signorina acustica ti volevo chiedere una cosa: tutti questi strumenti che attraversano più o meno indenni le decadi, passando da chissà quanti mani di musicisti ed artigiani, si trovano volenti o nolenti a dovere subire a volte modifiche più o meno ortodosse che di sicuro ne ne mutano l’integrità originaria. Ma non mi riferisco ad un pezzo non originale che magari con buone ricerche può anche essere trovato e ripristinato. Mi riferisco a tutte quelle ferite (quei metti e togli – togli e metti) che possono essere per esempio buchi che rimangono scoperti (come nel caso di cambio delle meccaniche) o altri interventi/rappezzamenti vari che vengono effettuati su un corpo, su una cassa o appunto una paletta di uno strumento datato. In che misura questi interventi ne inficiano o intaccano il valore? Ciao, grazie!
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 05/06/2016 ore 01:03:19
Vecchio mio, il discorso è meno complicato di quanto si potrebbe pensare. In linea di massima, qualsiasi modifica rispetto allo stato originale inficia il valore dello strumento stesso. Le meccaniche sostituite, sono uno dei mali minori. In generale, le modifiche reversibili non depauperano il valore dello strumento in modo significativo, ad eccezione si badi bene del rimpiazzo con copie after market di pezzi di difficile reperibilità. Se a una Gibson con pick up P.A.F. originali, noi li sostituiamo con seppur ottimi pick up after market, il valore può più che dimezzare. Se sostituiamo un potenziometro rotto, di fatto la svalutazione è minima. Se riverniciamo , tagliamo , modifichiamo in modo irreversibile la forma di uno strumento, praticamente non ha alcun valore collezionistico. Ciò non di meno, può essere comunque un ottimo strumento. In questo caso si parla di strumenti "player", ossia da suonare e basta. Dal punto di vista collezionistico non valgono nulla ma da suonare magari sono ottimi. Su questi c'è da discutere al momento dell'acquisto perchè la differenza di costi deve obbligatoriamente essere notevole. Se leggi il mio primo articolo sul "Difficile mondo del vintage" affronto quest'argomento per una tele del 1968 con molte parti dubbie e alcune certamente sostituite, sulla quale alla fine non si è trovato l'accordo ed è tuttora in vendita a una cifra medio-alta in assoluto, ma di un buon 30 per cento troppo alta rispetto all'oggetto stesso. Ovviamente chi per primo prende "il chiodo" cerca di rifilarlo rimettendoci il meno possibile. Quando si parla di privati, può essere tollerabile e in fin dei conti comprensibile, quando si tratta di esercizi commerciali, dovrebbe esserci un codice deontologico.... che purtroppo quasi sempre latita. La discriminante alla fine dipende dal fruitore finale. Se sei uno che si affeziona allo strumento, il quale una volta entrato in casa diventa "uno di famiglia", non ha grandissima importanza in che condizioni ci entra. Al limite il valore è quanto sei disposto a pagare per averlo. Se però, sei come me e la tua collezione è un perenne work in progress, dove molti strumenti passano e se ne vanno nel giro di poco tempo per finanziare in un circolo più o meno virtuoso, un costante upgrade della collezione stessa; allora cambia tutto. Condizioni e prezzo devono essere coerenti e per le player lo spazio è assolutamente ridotto a oggetti particolarissimi o talmente rari che si può soprassedere ad eventuali manomissioni rispetto alla condizione originale. Detto ciò, se l'oggetto è originale, le condizioni del conservato fanno la seconda differenza. Una chitarra in condizioni museali, ha un valore superiore a una "battagliata". La differenza anche in questo caso, a seconda dell'appetibilità e della richiesta di mercato può far variare il prezzo in una forchetta del 30 per 100. Tieni presente che ci sono oggettivi parametri di riferimento e pubblicazioni americane di riferimento che escono annualmente, tenendo conto del reale mercato. Ti faccio un esempio: una Harmony h1260, di cui a breve farò la recensione, è una chitarra con tanta storia alle spalle e adesso sta tornando di moda. L'attuale valore reale non passa in condizioni museali i 700 dollari. Nel minimo si parla di 300. La forchetta è superiore al 50 per 100. La mia mi è costata, finita, in "mint condition", valsi a dire perfetta, circa 400 euro. Al momento su Mercatino c'è un signore dalla "fervida immaginazione" che ne chiede per un buon esemplare 1700. La realtà è che sono chitarre da comperare a una cifra massima in euro di 500-600 se sono veramente molto belle. Il problema è che la gente è gasata dai programmi televisivi di compravendite e, sulle aste on line,piuttosto che sui siti di compravendite fra privati che sono prive di moderatore, sparano cifre incredibili. Se qualcuno "abbocca", fa tendenza. Se abboccano in tanti, diventa cifra di riferimento, ma di fatto si sta creando una "bolla commerciale" destinata prima o poi a saltare, lasciando nelle mani dei malcapitati "allocchi", della chitarre difficilissime da commercializzare se non a costo di rimetterci tanti quattrini. Pensa che fino a qualche anno fa per un Les Paul del 1959, che rimane di fatto il più ambito, spendere 500 mila dollari era considerato ragionevole. Oggi si compera circa con la metà. Se tu fossi quello che ha scucito i 500 mila come ti sentiresti? Viceversa Les Paul del 1970 o 71 come i miei stanno passando dai 1000/1500 euro di quattro/cinque anni fa , ai 5000 attuali e in America i grandi commercianti di vintage chiedono 7/8000 dollari e la tendenza è al rialzo. Molti parlano di vintage,ma in realtà è un mondo che se lo vivi dall'interno ti assorbe le giornate. Stiamo ormai ragionando più come operatori di borsa che come musicisti. Questo è il motivo per cui,nei miei articoli, cerco di riportare le cose su un piano più umano, perchè alla fine quello che conta è che la fantasia e il cuore del bambino che è in noi venga appagata... Se ci pensi la musica nasce per portarci lontano dalle amarezze del quotidiano, o quanto meno per farcelo vivere con un relativo ottimismo.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 05/06/2016 ore 16:12:59
"Players guitar": prendendole nuove, ho fatto del mio meglio per reliccarle e svalutarle! Esempio una vecchia LP Sunburst alla quale ho cambiato tutto il cambiabile e sono riuscito nell'intento di assolutamente non avere un tipico sound da LP. Valore di rivendita sottozero ma non è in vendita - passerà in eredità.
Rispondi
di biggiorgione [user #43441]
commento del 05/06/2016 ore 17:41:08
Quando ottieni il risultato prefissato, si parla di un valore inquantificabile. L'appagamento personale in questi casi non si misura in euro...
Rispondi
di Luder [user #45160]
commento del 05/06/2016 ore 17:21:12
..beh, che dire WikiGiorgio! fin troppo esaustivo! :)
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di biggiorgione [user #43441]
commento del 05/06/2016 ore 17:42:0
Non c'è di che! Per dubbi,perplessità e consigli, sono sempre a disposizione.
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