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 Steve Vai “Alien Guitar Secrets”: qualche riflessione
Steve Vai “Alien Guitar Secrets”: qualche riflessione
di [user #17404] - pubblicato il

Esiste un divario deciso tra insegnare e suonare. Il didatta attraverso la sua espressione musicale deve svelare all’allievo le modalità più corrette e funzionali nella quali si suona. Deve prediligere approcci, fraseggi e gestualità organizzate, supportate da un metodo chiaro. Coordinate che, per la loro stessa natura, guidano il suonato verso manifestazioni accademiche, corrette e facili - se non addirittura - inequivocabili da analizzare e studiare. Immancabilmente però, ne soffrirà l’aspetto più artistico della performance e della composizione che invece si alimentano e vivono della passionalità dell’esecuzione, dell’irrazionalità del guizzo improvvisativo, dell’imprevedibilità dell’ispirazione.
Un brano, un assolo un arrangiamento scritti in maniera riuscita e idonea per un metodo didattico con grande facilità, se proposti come opere originali all’interno di uno spettacolo o di un disco risulteranno asettici o peggio, stucchevoli. Assolutamente corretti ma scontati, forse addirittura noiosi.
Questa discrepanza ha reso spesso inconciliabile la figura del grande maestro con quella  del grande artista. E ha fatto sì che la produzione artistica di grandi insegnanti restasse comunque poco cosa rispetto all’impatto apportato dagli stessi nell’ambito dell’evoluzione del linguaggio tecnico e armonico dello strumento. Un esempio su tutti: Frank Gambale. Chitarrista fenomenale, autore di album pregevoli ma che di certo, nel corso della storia della chitarra, non lasceranno la stessa influenza rivoluzionaria che hanno avuto la sua teorizzazione della tecnica dell’economy picking e lo studio analitico operato sui modi.  Invece, sul versante  opposto, basti pensare a Kurt Cobain; le sue gesta chitarristiche hanno condizionato suoni, esecuzioni e soluzioni di un quarto di secolo di chitarrismo rock, senza che però, di fatto, esista nulla di tecnicamente o armonicamente peculiare nel suo modo di suonare. Qualcosa che sia definibile da inquadrare o insegnare.

 Steve Vai “Alien Guitar Secrets”: qualche riflessione

Per queste ragioni la clinic di Steve Vai, resto un evento unico, trascendentale. Dove nulla della sua musica è analizzato, spiegato e sezionato alla lavagna, ingabbiato nelle rigide griglie della teoria. I brani suonati da Vai (“The Animal”, “The Crying Machine”, “Whispering a Prayer” e “For The Love Of God”) restano un magico, fervido e  svolazzante librarsi di note ispirate e aliene. Inafferrabile e unica proiezione della mente unica che le ha  create.  A essere analizzato è invece il processo lungo e tortuoso attraverso il quale un musicista deve trovare la disciplina, la concentrazione, la motivazione e l’ispirazione per riuscire a suonare – e più ancora – a scrivere quelle note. Quello di Steve Vai è un simposio nel quale si celebra l’amore per la musica e la chitarra. Dove non è elargito alcun consiglio su come impugnare il plettro, utilizzare una quarta eccedente o fare il tapping, ma si spronano i musicisti a trovare, ciascuno alla propria unica maniera, le vie per conseguire la massima gratificazione e gioia nel suonare la chitarra. Un percorso che non ammette scorciatoie e passa attraverso la disciplina, tanto duro lavoro e la ricerca autentica di quali siano le reali ambizioni e motivazioni di ciascuno. Un momento didattico unico, che spinge i partecipanti più nel profondo di qualunque speculazione tecnica e armonica percorribile, invitandoli a esplorare piuttosto le loro capacità di pratica, apprendimento e ispirazione. E al contempo, un evento artistico spettacolare, dove il maestro di fronte agli allievi innamorati e rapiti, suona celebrando la bellezza della chitarra tra virtuosismi fatati e melodie di un altro pianeta.


 
Abbiamo assistito all'ultima delle "Alien Guitar Secrets" clinic che Steve Vai ha tenuto lo scorso mese in Italia. Abbiamo seguito la data di San Giovanni Lupatoto, in provicia di Verona.  L'evento è stato magistralmente organizzato dala struttura  "Crazy for Sound" attiva dal 2009  e da gennaio di quest'anno sotto la direzione della batterista Francesca Aru. Questa struttura ospita la sede centrale dell'MMI di Verona, sale prove e uno studio di registrazione professionale.
clinics steve vai
Link utili
Alien Guitar Secrets
Il sito di Steve Vai
Il sito di Crazy For Sound
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di phunkabbestia [user #42918]
commento del 04/10/2016 ore 09:55:24
Da Frank Gambale a Kurt Cobaine in quel modo, però, è pura perversione! Uno di fianco all'altro si fa fatica a pensare che suonino lo stesso strumento, anzi che entrambi suonino uno strumento!!! Su Steve invece condivido al 100%, è un'ispiratore come pochi altri.
Rispondi
di andrea2305 [user #39674]
commento del 06/10/2016 ore 16:59:41
Ho partecipato il 19 settembre ad una di queste serate con Steve Vai e non posso che sottoscrivere in toto l'opinione dell'autore dell'articolo;
Un'esperienza da ripetere e che consiglio a tutti, anche a chi non sa chi sia e non ha mai suonato uno strumento!
Rispondi
di RedPuma [user #43439]
commento del 10/10/2016 ore 09:52:55
Sì è vero, la clinic romana mi ha arricchito e ispirato. E chi come me è stato presente, sa che una clinic del genere non poteva assolutamente esser fatta diversamente per essere perfetta. Ora e per sempre... Steve Vai.
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