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Taylor 516e Limited Edition sobria eleganza
Taylor 516e Limited Edition sobria eleganza
di [user #116] - pubblicato il

La 516e è un modello che non è una vera novità di casa Taylor, ma vedendola appesa alla rastrelliera di Lucky Music non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di registrarci due note con il nostro Paolo Antoniazzi.
Con il suo body Grand Symphony, la 516 si ponte a metà tra una jumbo e una concert, non raggiungendo le dimensioni larghe e rotonde della prima, ma nemmeno la leggerezza e il suono più nasale della seconda. Il top in abete sitka fa il paio con delle fasce e il fondo in blackwood, un legno molto simile al palissandro esteticamente, ma con peculiarità timbriche diverse. 

Il manico è un classico pezzo di mogano con tastiera in palissandro a 20 tasti. L’attacco è al 14esimo tasto, utile soprattutto per uno strumento senza cutaway come quello in prova oggi. L’estetica dello strumento è davvero semplice. Qualche binding e dei segnatasti elaborati sono le uniche concessioni al lusso. Per il resto resta uno strumento elegante e sobrio. 

È dotato del sistema di amplificazione Expression 2. Questo è composto da tre diversi trasduttori posti sotto al ponte, vicino al manico e sul top, accanto alla buca. Questo complesso sistema permette di trasmettere all’amplificatore, o al PA, un suono quanto mai simile a quello acustico. 

Taylor 516e Limited Edition sobria eleganza


La Taylor è una chitarra davvero al top. Lo si avverte subito dalle prime note. Ogni accordo è accompagnato da una sfilza di armoniche davvero elevata. Un sound complesso emerge dalla buca con un volume considerevole, quasi da dreadnought, ma meno carico di basse e con le medie belle in evidenza. A leggere le caratteristiche tecniche, sembra che questo particolare timbro, leggermente più medioso del previsto, sia dovuto anche al blackwood utilizzato per fondo e fasce. Sicuramente anche la forma del body contribuisce non poco alla cosa. 

Il manico è sottile quanto basta per uno strumento acustico, senza sembrare quello di un’elettrica. Complice una action davvero bassa risulta davvero facile da suonare. Le 0.012 montate non sembrano ben più sottili, ma nonostante la comodità, queste non sbattono e non sferragliano sulla tastiera che sembra essere davvero perfetta. Ogni dettaglio è cesellato fino a diventare preciso al micron. Abbiamo tra le mani uno strumento di fascia alta e la cosa non ci dovrebbe stupire, ma è sempre bene sottolinearlo. 



Il punto di forza di questo strumento è sicuramente il timbro che forte della costruzione e della scelta dei legni risulta ricco e con un volume davvero considerevole. Avere tra le mani una tale potenza di fuoco fa si che si possa giocare con la dinamica a piacimento. È una goduria tanto divertirsi con lo sturmming che con il fingerstyle. Prezzo a parte dei contro è difficile trovarne. Vista l’offerta messa sul piatto dalla Taylor non ci sentiamo nemmeno di dire che i 2700 euro siano esagerati. Sono una bella cifra, ma se si vuole uno strumento d’eccezione come questo bisogna mettere mano non solo al portafoglio, ma anche al bancomat e alla carta di credito! 

Taylor è un marchio distribuito da Backline
 
516e limited edition chitarre acustiche taylor
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Taylor è un marchio distribuito da Backline


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di Capra_Poliuretanica utente non più registrato
commento del 27/11/2016 ore 16:52:00
Wow! Questa mi piace un sacco... nonostante il prezzo!
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di dariothery [user #12896]
commento del 30/11/2016 ore 17:50:24
Mi spiace ma non comprerò mai più una Taylor nemmeno sotto tortura.
Buone chitarre ma la fascia economica (114) aveva un suono elettrificato schifosissimo.
Per quasi di 1000 Euro è un furto.
Ora ho una Maton e non c'è paragone per suono e suonabilità.
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di fenderlele [user #22589]
commento del 02/12/2016 ore 10:40:4
Quando sento parlare di prezzi my balls begin to spin around.
Questo riferito soprattutto ai giovani che spesso non hanno un backgraund consapevole di quanto costassero gli strumenti fine anni 60/70 anni in cui cominciai a suonare.
Preciso che anche allora sia per ignoranza ed una parte di esterofilia si guardava sempre alle produzioni USA o UK. forse anche un po a quelle tedesce per riverbero ottenuto da alcuni gruppi nati negli anni 60.
Il mio 1° basso che ho potuto chiamere strumento fù un Eko 995 suonava da Dio al costo di 90 mila lire, nel 72 erano soldi, alla fine del 74 dopo 2 anni di risparmi comperai il mio sogno di allora un Fender Precision costo 520 mila lire."Vado a memoria.
Facciamo un paragone anche se per la Fender iniziava l'inevitabile declino quel prezzo paragonato ad oggi è il prezzo di una custom shop ed ha tutto il suo perché, non esistevano come oggi produzioni cinesi messicane e/o altro, gli strumenti passavano tutta una serie di controlli "si anche oggi" ma di corsa apponendo il timbro e via tant'è vero che spesso si va in un negozio e se ne devono provare una decina per rimanere soddisfatti di ciò che si hatra le mani.
La qualità si paga c'è poco da fare soprattutto se si parla di strumenti di "quasi" liuteria sgrossati ovviamente a CNC fascie piegare in serie a numero di 5 alla volta (certamente non stanno lì con il piega fascie) catene e tutto il resto sono tagliete ed assemblate in serie(catena di montaggio).
Sento parlare spesso di marchi più o meno noti, molti se non quasi tutti producono modelli firmatti da Endorsen con un prezzo maggiorato rispetto allo stesso modello senza firma sperando e credendo di Suonare poi come Tommy Emmanuel.
La stessa Eko MiA sponsorizata da Varini che stimo non è prodotto cinese ma di liuteria italiana costruita da Stefano Fantinon "vado a memoria sul cognome.
Concludendo e parlo da liutaio i legni COSTANO, Koa, Palissandro Brasilano e mogano Honduras sono sotto controllo CITES, ma come ho scritto anche gli altri legni costano, molti nemmeno provano lo stesso modello costruito con legni diversi (ed è quì che il chitarrista troverà lo strumento che fa per lui, probabilmente non sono nemmeno a conoscenza di questi particolari ovvio non tutti solo quelli che il cervello lo hanno preso in saldo all'IKEA "Riproporrei il film gioventù bruciata cambiandone il titolo in musicisti bruciati.
In Italia abbimo una tradizione ed una storia per gli strumenti acustici che il mondo ci invidia ed esorto tutti a dare uno sguardo al mercato italiano.
E' chi suona che fa rendere lo strumento e non il contrario poi se lo strumento è costruito con tutti i criteri dovuti darà sempre il meglio.
PS. scusate se ho scritto troppo e rotto le @@
Rispondi
di djangolives [user #4893]
commento del 02/12/2016 ore 23:59:10
Stefano Fantinon = Roberto Fontanot
Rispondi
di fenderlele [user #22589]
commento del 03/12/2016 ore 12:58:15
Hai ragione sono andato a memoria Roberto Fontanot Liuteria per Amore, ho scritto di getto e non posso correggere ciò che ho scritto purtroppo.
Rispondi
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