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Roberto Pistolesi: il liutaio non liutaio
di [user #3] - pubblicato il

Il 24 maggio di 11 anni fa [NdR: questo articolo è stato pubblicato in origine nel 2017] moriva Roberto Pistolesi, avrebbe compiuto 60 anni dopo pochi mesi. Toscano DOC, era amico di molti di noi della vecchia generazione di ACCORDO, di cui fu l'anima tecnica fin dai primi numeri di Nashville, cui contribuiva con passione e costanza e da cui ricevette molto in termini di visibilità e prestigio.
Roberto era una persona diversa da tutte le altre. Nessuno è mai riuscito - né prima né dopo di lui - a mostrare un approccio tanto complesso e completo allo strumento musicale. Scientifico come Leo Fender, pragmatico come Paul Reed Smith, appassionato come Lloyd Loar, Roberto era un genio, capace di migliorare ciò che a tutti appariva più che perfetto. Uno Stradivari o un Ignacio Fleta della chitarra elettrica, che esplorò e mise a nudo nei più intimi segreti.

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La sua vita fu un turbine di eventi, proprio come era lui. Gli studi tecnici in Toscana, il lavoro a Milano, il ritorno nella sua terra alla ricerca delle radici, la separazione dalla moglie, la decisione finale di ritirarsi nella casa di Santa Croce sull'Arno, per fare quello che gli piaceva: lavorare il legno come suo padre falegname, costruire chitarre come Leo Fender, il "liutaio non liutaio".

Già, perché - come Leo Fender - Roberto Pistolesi era un "liutaio-non-liutaio" e "chitarrista-non chitarrista". Strimpellava qualche nota degli Shadows, ma in realtà a lui suonare non piaceva tanto quanto sentire le sue chitarre in mano a musicisti capaci di trarne i suoni che lui amava. Uno su tutti, quello della chitarra di Hank Marvin (The Shadows), suo riferimento, tanto che ci perse la testa. Ne analizzò la voce in ogni dettaglio, tentò di replicarla facendo le più belle chitarre Strat-style fiesta red mai viste, mai soddisfatto fino a quando decise che in realtà quel suono veniva da una chitarra diversa, la Gretsch.

Per lui divenne un'ossessione, passò mesi a far prove armato di Revox e Neumann, addirittura ci scrisse un libro che riuscì a far infuriare Hank Marvin, Bruce Welsh e una schiera di Shadow-fan ortodossi, incapaci di arrendersi alla prova provata che condannava le loro "fiesta red" a pappagalli di una semiacustica color legno. Purtroppo a quel punto la sua vita era già agli sgoccioli, perché qualcuno nella stanza dei bottoni aveva deciso che non avrebbe salutato i 60 anni mostrando al mondo che Apache non era stato registrato con una Stratocaster rossa, ma con una Country Gentleman marrone.

Roberto Pistolesi: il liutaio non liutaio

Roberto manca agli amici, a chi passava le ore a fargli perder tempo quando doveva lavorare, ai suoi cari. Ma soprattutto manca al mondo dello strumento musicale italiano, per il quale lui avrebbe potuto fare molto. Tanto era burbero quando qualcosa andava storto, altrettanto sapeva rendersi simpatico a chi gli piaceva o a chi considerava importante. Riuscì a strappare sorrisi e gesti amichevoli a insospettabili icone del mondo musicale note per il pessimo carattere o l'altezzosità. Roberto non aveva paura di nessuno, non si faceva intimidire, non aveva soggezione di nessuno. 

Non ne aveva neppure della malattia e della morte, che affrontò con coraggio e con il senso dell'umorismo che caratterizza ogni toscano intelligente. In un'epoca in cui tutto passa e scompare, senza lasciare traccia apparente, Roberto Pistolesi ha lasciato un'impronta indelebile di attenzione alla qualità, di rispetto per l'evidenza, di approccio scientifico alle cose. Un'eredità il cui valore supera ampiamente quello della cinquantina di meravigliose chitarre che ancora oggi sanno stupire chi ha la fortuna di suonarne una. 
chitarre elettriche curiosità roberto pistolesi spacecaster
Link utili
That sound
Canevari e Guerra ricordano Roberto
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di agnocaster [user #10508]
commento del 24/05/2017 ore 09:20:34
Bravissimo Alberto hai descritto Roberto come esattamente era. Lo ricordo davvero con affetto intento ad avvolgere un nuovo single-coil oppure a riparare un vecchio Binson di colore verde oliva metallizzato. Un grande appassionato, un grandissimo esperto, una grande persona.
Rispondi
di team72filo [user #20000]
commento del 24/05/2017 ore 10:09:34
Io ho solo sentito parlare del sig.Pistolesi,sempre con tanto rispetto ed ammirazione,mi piace molto il fatto che venga ricordato
Rispondi
di MojoKingBee [user #39456]
commento del 24/05/2017 ore 10:43:19
conoscevo il nome ma non i fatti. bell'articolo!
Puoi approfondire l'affaire "Apache", o linkare articolo se già presente?
Grazie
Rispondi
di MojoKingBee [user #39456]
commento del 24/05/2017 ore 11:46:59
mi si segnala
vai al link
Rispondi
di theripper76 [user #31689]
commento del 27/05/2017 ore 11:13:37
se interessa...

vai al link
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di MojoKingBee [user #39456]
commento del 27/05/2017 ore 12:43:54
Grazie mille!
Rispondi
di Jeremy's Garden [user #8003]
commento del 24/05/2017 ore 11:43:45
Bellissimo articolo, Alberto! Grazie del bel ricordo che hai dato di Pistolesi.. Ricordo ancora l'shg dove ha assemblato una tua telecaster comprata su warmoth e qualche articolo precedente, sempre inerente la tele-warmoth dove con un sol colpo fece saltar via il capotasto per sostituirlo con uno in osso..
grande persona
.. e comunque, grandi persone che passano su Accordo..
Rispondi
di Roberto Ionta [user #16]
commento del 24/05/2017 ore 17:52:0
Bellissimo articolo...ho conosciuto Roberto molto bene, ci sentivamo spessissimo, stavamo ore a parlare delle caratteristiche delle Fender vintage, soprattutto stratocaster...dissertando su spire dei pickups, viti, ponti, legni e quant'altro..aveva sempre tanta pazienza, nonostante stesse lavorando, era raro che non rispondesse al telefono, e non mi dedicasse un po del suo tempo..non potrò mai dimenticare quando andai a trovarlo in quel di S.Croce sull'Arno, munito di bottiglia del miglior liquore di mirto di Sardegna, dolcetti, formaggi..mi sembrava di stare nel paese delle meraviglie...poi da quel meraviglioso toscanaccio quale era, morì dal ridere quando mi diede da provare una strato 1957 fiesta red, spacciandola per originale...era un suo clone..ci cascai in pieno...ma quanto suonava bene quella chitarra..lo sentii l'ultima volta qualche giorno prima che se ne andasse per sempre...con la voce arrabbiata ed affaticata mi disse in che condizioni fosse, sono riuscito a blaterare solo qualche parola di augurio, in preda all'emozione più forte...è stata una gravissima perdita, una persona unica nel suo genere...conservo come una reliquia un set delle sue sellette Fender Pat.Pend. ...mi ha insegnato tanto, e non potrò mai dimenticarlo..sono felice e commosso per il ricordo evocato da questo articolo...grazie
Rispondi
di tattoo [user #35346]
commento del 24/05/2017 ore 18:49:29
bell articolo alberto,io mi ricordo molto bene,ma non trovo piu il video,dove pistolesi e suoi amici,fece una prova a chitarre nascoste(blind test?) con delle stratocaster di cui una sua(se non sbaglio)e una custom shop,e una 30ina di persone a giudicare quale fosse il miglior suono tra 3 stratocaster,e, la cosa piu incredibile fu che ne usci stra vincitrice una strato standard mexico con pickup ceramici ;)
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 24/05/2020 ore 22:24:24
👍
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di LuigiFalconio85 [user #42411]
commento del 24/05/2017 ore 21:53:47
DI nome lo conoscevo ma non di persona...non ho avuto questo grande onore...grande professionista...ce ne fossero come lui
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di garp57 [user #997]
commento del 24/05/2017 ore 21:57:
Sono già passati 11 anni? Porca miseria!
Rispondi
di Antonino [user #46865]
commento del 25/05/2017 ore 00:48:57
Le chitarre sono 43 e non 50
Rispondi
di Baconevio [user #41610]
commento del 25/05/2017 ore 08:27:33
bel ricordo, 11 anni fa già frequentavo queste pagine e la morte di questo "personaggio" mi intristì molto anche se non l'avevo conosciuto. è un dato di fatto che siano sempre le persone "innocue" a lasciar troppo presto la terra...mi piacerebbe ascoltare una sua chitarra :)
Rispondi
di ericaudio [user #18290]
commento del 26/05/2017 ore 09:10:26
possiedo un strato sua strato relic fiesta red con manico warmouth bird's eye comprata tanti anni fa a Soave e tra molte strato che ho avuto e tra quelle che ancora conservo è quella che suona meglio di tutte..
Rispondi
di bradsorph [user #33836]
commento del 26/05/2017 ore 16:33:13
Non ho mai avuto il piacere di conoscerlo. Ho sentito tanto parlare di lui, in vita quanto dopo, dal noto liutaio catanese che la vecchia guardia di questo sito conosce bene :)
E'bello continuare a ricordarlo, anche se tanto altro avrebbe potuto dare alla liuteria moderna italiana.
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di Floyd [user #143]
commento del 21/06/2017 ore 09:41:51
Ciao Roberto!
Rispondi
di lupin81 [user #3206]
commento del 25/05/2020 ore 00:06:03
Periodicamente il ricordo di Roberto ritorna sulle pagine di accordo. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e incontrarlo (purtroppo una sola volta) grazie a un suo amico da cui stavo acquistando una chitarra. Era una stratocaster CS '60 fiesta red John Cruz pre masterbuild. Prima di vendermela volle farla regolare e verificare da Roberto di cui si fidava ciecamente. Ricordo ancora l'emozione di entrare in quel laboratorio di cui avevo letto tanto qui su accordo, ricordo i discorsi sulle stratocaster e sugli Shadows (che ancora conoscevo marginalmente). Ricordo un Mojo nascosto nel sottoscala.. All'epoca avevo solo sentito parlarne, sempre qui su accordo. Avrei voluto chiedergli di poterlo provare, sentire la voce di quella sua creazione, ma mi sembrava di chiedere troppo.
Ma il pensiero di quell'ampli mi era rimasto. Ci sono voluti piú di dieci anni di attesa e ricerca, ma ora sono felice possessore di un Mojo originale (non Mini Mojo prodotto successivamente).
Rimane il ricordo di quel pomeriggio e della passione che trasmetteva per quello che faceva.
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di allisonguitar [user #52659]
commento del 25/05/2020 ore 17:10:29
Salve, ho letto che pistolesi ha lavorato anche a Milano. Aveva per caso un negozio/laboratorio nei primi anni '90?
Rispondi
di alberto biraghi [user #3]
commento del 25/05/2020 ore 17:30:05
No si occupava di tutt'altro, e comunque prima, credo negli anni 80.
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