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Il Reamp della chitarra elettrica in studio
Il Reamp della chitarra elettrica in studio
di [user #45705] - pubblicato il

Da quando sono apparsi sul mercato gli amplificatori virtuali software è diventato di uso comune modificare il suono dell'amplificatore dopo aver registrato la chitarra, cosa impossibile fino a qualche anno fa.
Il suono della chitarra poteva ora essere registrato pulito, direttamente dall'uscita dello strumento, in modo da cambiare le impostazioni dell'amplificatore virtuale a nostro piacimento in ogni momento. Una rivoluzione!

A questo punto qualcuno incominciò a pensare di uscire dal computer e utilizzare nello stesso modo i suoi veri amplificatori hardware preferiti per ri-amplificare il suono della chitarra e poi riprenderlo di nuovo con il microfono adeguato.

Perchè utilizzare il Reamp

Sia che stiate utilizzando un software o un hardware, usare la tecnica del reamp da diversi vantaggi: innanzitutto permette di concentrarsi più sulla performance che sul suono, in modo da ottenere delle tracce suonate nel modo più corretto possibile, intervenendo in un secondo tempo sul timbro della chitarra e dell'amplificatore.

Se il suono del chitarrista poi non risulta adeguato alla traccia o alla produzione su cui state lavorando, potete in un secondo tempo cambiare tipo di amplificatore e scegliere qualsiasi suono a vostra disposizione, utilizzando anche pedalini esterni e qualsiasi tipo di effetto.

Nel caso abbiate intenzione di registrare da soli le vostre tracce e poi farle mixare ad un mixing engineer professionista, è di uso comune includere nel progetto, oltre alla traccia ripresa dall'amplificatore, una traccia con il segnale pulito (Dry) della chitarra, in modo da poterlo riampare in un secondo momento.

Il Reamp della chitarra elettrica in studio

Cosa serve per fare il Reamp

Per prima cosa serve una DI Box (Direct Injection Box) per registrare direttamente il segnale in uscita dalla chitarra su computer. Se la vostra scheda audio ha già un ingresso per strumento (indicato come instrument o Hi-z) potete fare a meno della DI Box, altrimenti è necessaria per adattare il livello di uscita dello strumento all'ingresso microfonico della scheda audio. Ci sono diverse DI Box sul mercato di tutti i prezzi, qualsiasi modello va bene per il nostro scopo, dalla classica BSS AR-133, alla più utilizzata dai chitarristi Radial Engineering J48. Entrambi i modelli sono attivi, cioè richiedono la Phantom Power (indicata anche come +48) per lavorare. Controllate che la vostra scheda audio abbia la Phantom Power attivabile sugli ingressi microfonici, oppure orientatevi su un modello di DI Box passiva.
Potete usare qualsiasi scheda audio a patto che abbia un ingresso strumento o microfonico. In caso la vostra scheda abbia solo 2 uscite, potete temporaneamente ascoltare l'audio in mono da un solo monitor, mentre utilizzate l'altro output per il reamp.

Tutti i software sono in grado di inviare il segnale ad un'uscita desiderata e registrare contemporaneamente un ingresso, quindi qualsiasi DAW stiate usando sarà perfettamente adeguata a questo lavoro.

Per ultima cosa serve una Reamp Box, che concettualmente possiamo considerare una DI Box al contrario, cioè un congegno che adatta il segnale di uscita dalla scheda audio all'impedenza corretta richiesta dall'ingresso dell'amplificatore per chitarra. Al momento non ci sono tantissime offerte sul mercato di questo tipo di prodotto. La Radial Engineering X-Amp è forse la più utilizzata. Qualcuno poi attenua solo il volume in uscita dalla scheda audio prima di entrare nell'amplificatore. Potrebbe funzionare, ma giudicate con le vostre orecchie se è il caso di investire in una Reamp Box.

Il Reamp della chitarra elettrica in studio

Se invece utilizzate un software per fare il reamp, o macchine come il Kemper Profiling Amplifier o il Two Notes Torpedo Live, non avete bisogno di nessuna Reamp Box,  accettano già il segnale così come è stato registrato.

Come fare il Reamp della chitarra elettrica

Per prima cosa bisogna considerare che il segnale va sì registrato pulito, ma va ascoltato con un suono che ci permetta di capire ciò che stiamo facendo. Se state registrando un riff metal ad esempio, sarà difficile suonare ascoltando il segnale Dry della chitarra. Avrete quindi bisogno di una bella distorsione per suonare in modo corretto!

Quindi avete due soluzioni:
  1. Utilizzare un Virtual Amp software.
  2. Duplicare il segnale (Splittare), così da inviarne uno all'amplificatore e l'altro alla DI Box.

Per splittare il segnale potete usare un qualsiasi splitter per chitarra oppure l'uscita link out della DI Box che duplica il segnale in ingresso alla DI stessa, in modo da poterlo inviare all'amplificatore.

A questo punto vi conviene registrare anche il suono dell'amplificatore con un microfono, sia in caso poi decidiate di utilizzarlo, sia come riferimento per chi mixerà il brano.

Qualsiasi delle due opzioni stiate utilizzando, assicuratevi che il segnale Dry non vada mai in picco (sul rosso) all'ingresso della scheda audio, creando così delle distorsioni digitali impossibili da eliminare.

Il Reamp della chitarra elettrica in studio

Una volta registrato il segnale Dry, assegnate la traccia ad un uscita libera della scheda audio. A questa uscita va collegata la Reamp Box che con un cavo Jack-Jack per chitarra va collegata a sua volta all'ingresso dell'amplificatore o alla catena di pedali, in caso li stiate utilizzando.

Con un microfono riprendete l'amplificatore come fareste normalmente, registrandolo su una nuova traccia.

Mettete in Play la vostra DAW, ascoltate il ritorno del microfono e regolate finemente le impostazioni dell'amplificatore e la posizione del microfono per ottenere il suono desiderato.

Fine, il vostro segnale è stato riampato!

Sperimentate!

Come sempre la sperimentazione ci può portare a risultati inattesi e dare quel carattere particolare, magari necessario proprio alla produzione su cui state lavorando. Questo vale anche per il Reamp, che può essere utilizzato non solo per la chitarra elettrica e per il basso, ma anche per sporcare dei synth virtuali troppo algidi, rendere particolare il suono di un rullante o dare carattere ad una voce che ha bisogno di una spinta in più!

Buone sperimentazioni!
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