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Basso e voce hanno infinite possibilità
Basso e voce hanno infinite possibilità
di [user #116] - pubblicato il

Valentina Guidugli è una bassista compositrice. "Vugly"il nome del suo progetto solista, al debutto con un omonimo Ep di cinque brani. "Vugly" è un lavoro nel quale il basso è la voce preponderante, in alcuni casi unica. Eppure, la scrittura dei brani non segue il canovaccio delle musica strumentale: ci sono vere e proprie canzoni con una struttura che sarebbe stata perfetta da vestire anche con un arrangiamento tradizionale con chitarre, batteria, tastiere…


L'estetica di questo lavoro è molto originale. Raccontaci come sei arrivata a concepire un disco così prodotto, arrangiato e strutturato...
Diciamo che è stata un'evoluzione naturale. In passato, con le SHIVADIVA, nell'album Mondo Perfetto, scrissi diversi brani partendo sempre dal basso come ossatura. In quel caso però grazie alla presenza delle chitarre di Rosella Cazzaniga, le sequenze e la voce di Laura Smiraglia, i brani erano andati nella direzione più classica di arrangiamento. Quando ho iniziato a lavorare su Vugly, in solitaria, ho dovuto concentrarmi sugli elementi base che avevo a disposizione e che sarebbero diventati la caratteristica del mio lavoro. Il basso è il mio primo strumento e quello su cui mi sento completamente a mio agio, la canzone, e la parola cantata, sono il mondo che fino ad ora mi ha affascinato di più. Approfondire le possibilità di questo connubio è stato per me un bellissimo viaggio che sento essere solo all'inizio. Il basso e la voce hanno infinite possibilità, anche per la natura dei timbri (quasi complementari) e per il ruolo vivido ed emozionale che riescono a imprimere in un brano. Un esempio a cui penso sempre è Jack Bruce, che è stato tra i primi a unire i due strumenti, in un uniquum timbrico che rispecchia la propria personalità. La produzione partendo da questi due per me rispecchia questo, cercare di esaltare il filo conduttore che scorre nel brano e che lega basso e voce, in più gli altri strumenti ospiti, in questo EP hanno sottolineato e impreziosito questa scelta.

Basso e voce hanno infinite possibilità
 
Su “Di Notte” ci si sente molto Meg. E’ corretto?
Ti ringrazio, questo è un bel complimento! Meg è stata una delle prime cantanti che ho ascoltato nei suoi lavori con i 99 Posse, adoravo il timing e le sillabe scandite di "Quello che" . Poi andando avanti e ampliando la conoscenza si è aperto il mondo che scorre tra Bjork e Kate Bush, verso le grandi cantautrici non convenzionali. Sicuramente mi fa molto piacere essere accostata ad un utilizzo della voce più sperimentale. Non mi sento una cantante vera e propria, la voce per me fa parte dello studio e dell'approfondimento al servizio del testo, che continua ad avere un ruolo preponderante.
 
“Sarà Bellissimo” è il nostro brano preferito. Ce ne parli? Qual’è stato l’apporto di Andrea Lombardini alla produzione? Anche il suono del basso è superbo. Che hai utilizzato?
"Sarà Bellissimo" è l'ultimo brano scritto in ordine cronologico, è stato davvero immediato: prima è arrivato il testo, senza musica, poi la melodia e poi ho lavorato a un accompagnamento accordale che desse una sensazione ricca utilizzando la risonanza delle corde a vuoto. Volevo che anche su disco l'esecuzione risultasse molto intima, così abbiamo scelto di riprenderlo live in unico take basso e voce. Ho usato il mio Stingray e il mio vecchio Ampeg, tutto presa diretta, senza effetti o altro. Tutto il lavoro di ripresa dell'EP è stato affidato a Vittorio Mazzola, mentre Andrea Lombardini ha lavorato al mastering. Quando Andrea ha iniziato a lavorare su questo brano, ci siamo accorti che qui aveva senso lavorare più approfonditamente sul suono, anche per una piccola distorsione che risultava su alcune frequenze in fase di registrazione sulla voce, quindi ha avuto via libera sul dare al brano le frequenze e l'atmosfera che sentiva più calzante. Devo dire che trovo abbia fatto un lavoro magnifico.
 
Ci racconti le varie fasi di produzione e registrazione dell’album?
Le fasi sono state molteplici e direi lunghissime, la scrittura dei brani è iniziata molto tempo fa, per esempio "Artic Land" è stata scritta nel 2010 circa, avevo appuntato idee melodiche, testi, giri di basso e atmosfere. Nel 2015 ho iniziato a lavorarci più seriamente dopo il primo EP "Corpi celesti", nel frattempo ho lavorato sulla voce, cercando di prepararmi tecnicamente a fare ciò che avevo in mente. Intanto siamo entrati in studio con Vittorio Mazzola, che mi ha seguito in tutta la fase di registrazione. Vittorio è stato un maestro di pazienza, lavorare a stretto contatto può essere molto difficile, ma è riuscito a seguirmi dalle riprese più semplici, all'editing della parte rumoristica di "Di Notte", che è stato un lavoro certosino, sia di ripresa che di scelta dei suoni. Una volta pronte le tracce guida ho coinvolto gli ospiti dei brani, musicisti che stimo e che hanno dato a questo lavoro un importante contributo. Alcuni sono venuti da noi in studio a registrare, come Elisa Begni, per la sua voce in Parigi, e Paolo Bogno, per il contrabbasso in Arctic Land, altri hanno registrato la loro parte e cel'hanno inviata e siamo stati noi a rieditare il materiale. Infine c'è stato un grande lavoro di composizione e arrangiamento sulle tracce: basso, voce, sequenze e contributi esterni. 

Basso e voce hanno infinite possibilità
 
La chitarra compare in un solo brano in questo disco. E in maniera anti convenzionale, lontanissima da un approccio tradizionale...
Per "Miracolo" volevo un'atmosfera volutamente claustrofobica e inquietante, il brano parla di pedofilia e volevo che trasparisse un senso di inadeguatezza. Avevo già creato un programmazione di batteria vagamente trip-hop insieme ad un giro di basso ostinato e sentivo la mancanza di un elemento che uscisse dalla ripetitività e creasse una voce cangiante ed emotiva. Avevo in mente la chitarra shred di Gianni Rojatti con suoni diametralmente opposti alla base scura del basso, così ho chiesto a Gianni un solo "continuo" e degli interventi che fossero volutamente coloristici e che potessero insinuarsi sulla base. La traccia di chitarra che mi ha inviato era praticamente perfetta, abbiamo semplicemente tagliuzzato qua e là parte per creare vuoti e pieni sulla traccia finale e per creare una sorta di accumulo sul finale.
 
Viceversa,  in "Parigi" suoni il basso come una chitarretta indie che sgrana gli ottavi…
"Parigi" è per me il brano più naif dell'EP, forse è una canzone d'amore o forse una canzone che parla di ricordi. Qui volevo che il basso fosse sognante, e decisamente più leggero di tutto il resto dell'album. Così ho scelto di registrarlo come una chitarra un pò new wave, la curiosità è che l'ho suonato con un plettro in metallo per ottenere un suono più ricco possibile di alte e armonici. Le musiciste ospiti di questo brano mi hanno regalto il resto, Valeria Agrimi, batterista pugliese con un solido background nlla musica indipendente, ha registrato per me una parte ritmica che ha scelto di fare con dei fusti in metallo, Elisa Begni, invece mi ha regalato una parte di voce bellissima sul finale.

Ci elenchi una manciata di band e artisti che  ti hanno ispirato nella scrittura e produzione di questo disco?
Questo disco è il frutto di circa 3 anni di lavoro e devo dire che le influenze sono state quasi al contrario, ovvero mi sono trovata quasi più influenzata dalle persone che mi hanno dato input durante le fasi di lavorazione che dai miei ascolti precedenti, i sono ritrovata per esempio ad ascoltare molto Arto Lindsay e David Sylvian. Invece tra gli ascolti pregressi ho in mente, per il concept un album come Let england shake di PJ Harvey, per le parti di basso e le scelte timbriche, il lavoro di Jon Evans nei live di Tori Amos, piuttosto che per le programmazioni tutto il lavoro di gruppi come Portishead e Massive Attack. Insomma tutto ciò che mi ha influenzato fino ad ora!

Basso e voce hanno infinite possibilità
bassisti intervista valentina guidugli
Link utili
Il sito di Valentina Guidugli
Per ascoltare e acquistare Vugly
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