Le difformità gestuali tra un direttore d'orchestra e un maestro del coro nascono dalla differenza delle condizioni di lavoro dei due professionisti e dai caratteri delle partiture. Un coro, ad esempio, prova sempre con lo stesso maestro che potrà col tempo quasi concordare con il coro una certa gestualità, questo non può avvenire in un'orchestra poiché di prassi oltre al direttore stabile hanno una serie di direttori ospiti.
Nel caso delle partiture quelle orchestrali comportano valori molto brevi e tempi mossi che richiedono una precisione ritmica importante, nelle stesse un direttore di coro può abbandonarsi con più libertà.
Esistono piccoli ensemble corali senza direttori, ma anche orchestre come ad esempio la Orpheus Chamber Orchestra in cui il ruolo di concertatore era eseguito, a turno, da un elemento del gruppo che presiedeva alle scelte interpretative.
Nella direzione operistica italiana fino a fine Settecento inizio Ottocento vigeva la doppia direzione, da un lato il primo violino presiedeva la preparazione dell'orchestra mediante l'archetto con cui indicava gli attacchi degli strumenti, dall'altro lato il compositore, seduto prima al cembalo poi al forte piano, preparava e dirigeva l'esecuzione dei cantanti e del coro. Ad un certo punto viene meno la prassi del basso continuo e non si ha più l'orchestra con strumenti a tastiera e quindi sorge la necessità di una figura specializzata nella direzione, separata dall'orchestra, che abbia e gestisca l'intera partitura.
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