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Marty Friedman: due buone ragioni per iniziare a suonare la chitarra |
Marty Friedman è considerato uno dei chitarristi metal più grandi di tutti i tempi.
Un autentico innovatore, pioniere dello shred e responsabile di aver introdotto nel metal sonorità inedite ed esotiche, abbinandole a una ferocia e perizia esecutiva straordinarie. Gli abbiamo chiesto di suggerirci due buone ragioni per iniziare a suonare la chitarra.
Continua... |
di Gianni Rojatti [user #17404] |
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Yvette Young: due consigli per studiare chitarra |
Yvette Young dei Covet è una delle chitarre più in vista della scena strumentale. Merito di un approccio fresco, da musicista da band, cresciuta tra punk, post rock, alternative ma anche progressive. Yvette stupisce con un chitarrismo elegante ed etereo che tra tapping, fingerstyle ed utilizzo disinibito degli effetti, disegna architetture chitarristiche nuove e tortuose. Siamo felici di ospitarla su Accordo con questi consigli riservati ai chitarristi alle prime armi. Continua... |
di Gianni Rojatti [user #17404] |
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Su Radiofreccia i nuovi eroi della chitarra |
C’è ancora spazio per gli eroi della chitarra?
A giudicare da Joe Bonamassa, Polyphia, Eric Gales, Covet, John Mayer, sì. E questi sono solo alcuni dei nomi che negli ultimi hanno suonato rock pregevole preservando nella loro musica un posto da regina alla chitarra elettrica. Ne parliamo questa domenica, 2 ottobre alle 21:00, nella prossima puntata di “Note di Stile” Radiofreccia, assieme ad un ospite strepitoso: Yvette Young dei Covet. Continua... |
di redazione [user #116] |
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Riverbero, l'effetto del momento |
Fino a poco più di 10 anni fa, il riverbero pareva un pedale antipatico ai chitarristi.
Si usava poco e quando serviva, bastava il suono classico, della tradizione; quindi niente di meglio del tono confortevole e caldo delle molle di un vecchio amplificatore. Perché, quando si cercava dell’ambiente nel quale annacquare ritmiche, arpeggi e assolo, il riferimento era il delay: fosse quello vellutato dei tape echo alla David Gilmour o quello digitale e voluttuoso alla PASSION & WARFARE di Steve Vai, si cercava una ripetizione che offrisse volume e presenza sonora, carattere, una certa puntigliosità nella pronuncia ritmica e, il tutto, mai a discapito dell’integrità del suono originale. Continua... |
di Gianni Rojatti [user #17404] |
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