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Roberto Pistolesi
utente #103 - registrato il 14/02/2002
Roberto Pistolesi, liutaio sopraffino, è stato uno dei soci fondatori della Nashville nel 1992, quando tutto questo ebbe inizio, poi di Accordo. Soprattutto, è stato e continua a esserne il nume ispiratore. La sua prematura scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile. A ricordare la sua grandezza restano le sue meravigliose chitarre, gli amplificatori, i suoi libri, i suoi studi.
Città: Santa Croce sull'Arno
Sito Internet: http://www.robertopistolesi.com
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Attività

Pistolesi The Mojo
di Roberto Pistolesi | 18 agosto 2008 ore 18:47
Questa storia risale a SHG 1993 che quell'anno si svolse in un centro sociale di Voghera. In quell'occasione Roberto Pistolesi presentò il prototipo del suo "The Mojo Amp". Roberto non è più con noi, ma resta il ricordo del suo The Mojo Amp, colpo di genio di un genio, in assoluto il primo ampli boutique italiano della storia e uno dei primi al mondo. Di questo gioiello, considerato il Dumble di casa nostra, esistono pochi esemplari, custoditi gelosamente da pochi fortunati. Questo articolo è stato pubblicato in origine su Nashville (si dica per i più giovani: l'antenata cartacea di ACCORDO, vissuta dal 1992 al 1997) nel 1994.
Carte in tavola, Mr. Marvin!
di Roberto Pistolesi | 06 agosto 2008 ore 10:02
NdR: Maggio 2002. Roberto Pistolesi scrive un articolo che susciterà un vespaio nel mondo degli appassionati degli Shadows, un gruppo che tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 definì il "suono Fender" e ispirò un numero enorme di chitarristi diventati poi famosi. Immaginarsi dunque le levate di scudi quando Roberto se ne uscì con la sua teoria secondo cui Hank Marvin, anima del gruppo inglese, non avrebbe registrato i suoi pezzi più noti con la famosa Stratocaster rossa, ma con una Gretsch Country Gentleman del 1959. Nel pezzo - che suscitò molto scalpore - compaiono anche i commenti di quando venne messo online.
Pickup e informazione
di Roberto Pistolesi | 15 gennaio 2004 ore 11:26
Leggo sulla rivista "Axe" di Gennaio la prova dei pickup Voodoo e vorrei fare qualche commento, anche per stimolare chi di voi vorrà dire la sua. Primo commento. Ho notato subito che il redattore dell'articolo (che sembra essersi letto attentamente quanto scritto sul sito di Voodoo), si è dimenticato di verificare se fosse esistito o meno un altro rivenditore per l'Italia oltre quello da lui citato nell'articolo. Si dà infatti il caso che io abbia cominciato a importare nel 1997 i pickup Voodoo da Peter Florance, che conosco personalmente, avendolo incontrato in uno dei suoi laboratori. L'ho fatto notare con una mail alla redazione di Axe ("sarebbe stato opportuno, prima di mandare l'articolo in stampa, che voi aveste controllato sul sito web di Peter Florance il nome del rivenditore per l'Italia") . Mi ha risposto il signor Dadò, scrivendomi tra l'altro: "Credo che potrebbe essere per Lei un elemento di riflessione il fatto che la Sua attività di distributore sia del tutto ignota a un mensile specializzato presente sul mercato da quasi 10 anni"...
Tre manici Stratocaster anni '60 a confronto
di Roberto Pistolesi | 05 maggio 2002 ore 22:44
Quel che conta è il manico! Ovvero: quale rosewood gradisce di più la nostra Signora? Abbiamo deciso di verificare quanto puòcambiare il suono di una Fender Stratocaster in funzione dell' intercambiabilità del suo manico. La chitarra campione è una Fiesta Red completamente originale con i numeri di serie L, anche se è arrivata in Italia nell'ottobre del 1963. Il manico in dotazione è un curved board con tastiera in palissandro brasiliano compattissimo, non molto scuro, dalle venature molto belle.
Pickup in sciopero
di Roberto Pistolesi | 09 marzo 2001 ore 17:31
A volte capita che uno dei pickup della chitarra o del basso cessi improvvisamente di funzionare, o che suoni pianissimo rispetto agli altri e con una timbrica totalmente mancante di bassi. Accidentalmente succede anche che il giorno dopo lo strumento ricominci a suonare bene come sempre e che l' inconveniente torni a ripetersi a disanza di tempo.
Corde per chitarra
di Roberto Pistolesi | 24 gennaio 2001 ore 21:54
E or 6th, .009, Pure Nichel Wrop, Exagonal core, Light Top-Heavy Bottom, Phosphor Bronze, Round wound, Flat wound, Silk and steel, ecc. Vi sono familiari questi termini? Ebbene sì, stiamo parlando di corde, di quei sottili fili tesi attraverso i quali riusciamo a esprimere il nostro senso musicale. Forse un'analisi particolareggiata dei vari tipi disponibili ci aiuterà a capire quale possa rispondere di più alle nostre esigenze.
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