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tanatore
utente #8988 - registrato il 17/11/2005
Chitarrista da bambino, ma non essendo mai cresciuto...
Sono interessato a: Chitarra elettrica, Tastiera.
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Attività

I'm Confessin'
di tanatore | 03 dicembre 2007 ore 13:58
Che cosa renda una melodia, una canzone, un brano così amato e reinterpretato nel tempo, è un mistero che non riesco a capire.Credo che io non saprei creare una musica che rimanga "fissata" nella memoria da averne il piacere di suonarla, risuonarla e di risentirla reinterpretata da molti, molti altri. Molto probabilmente deve essere una sensazione unica, sentire che qualcosa che hai creato non appartiene solo a te, ma che è diventata di tutti.E' forse la musica che si prende possesso di noi piuttosto che il contrario. Quello che rende una canzone "unica" è forse quell'incastro perfetto tra parole, musica e silenzio. Trovare la giusta dose dei vari componenti fa parte di un rito quasi magico.Succede che le canzoni si prendano possesso di noi molte volte senza chiederci il permesso. Per esempio io ne una che mi possiede da tempo e che non mi stanco mai di riascoltare. Adoro all'infinito la versione di Nicola Arigliano ed anche una stupenda versione di una cantante a me sconosciuta: Lizz Wright ( www.lizzwhright.net )and this is "The Song"[I'm Confessin' (That I Love You) I'm confessin' that I love you . . . Tell me, do you love me too? I'm confessin' that I need you, Honest I do, need you every moment! In your eyes I read such strange things, But your lips deny they're true . . . Will your answer really change things, Making me blue? I'm afraid someday you'll leave me, Say'n can't we still be friends? If you go, you know you'll grieve me, All in life on you depends . . . Am I guessin' that you love me? Dreamin' dreams of you in vain, I'm confessin' that I love you, Over again! I'm afraid someday you'll leave me, Say'n can't we still be friends? If you go, you know you'll grieve me, All in life on you depends . . . Am I guessin' that you love me? Dreamin' dreams of you in vain, I'm confessin' that I love you, Over again! Music and Lyrics by Neiberg, Doc Dougherty and Ellis Reynolds Ci tenevo a citare proprio Nicola Arigliano qui sul mio diario. Io l'ho scoperto solo da cinque anni fa e poi l'ho visto a Sanremo nel 2005 con il brano "Colpevole". E' stato un vero colpo di fulmine e sono tornato indietro nel tempo riascoltandomi le sue precedenti produzioni. E' un personaggio fantastico anche dal vivo: un "nonnetto" over 80 che non sfigura nei confronti del mitico Frank Sinatra, ma che ha un modo tutto suo di prendere la vita e il successo. Un Signore che ha preferito sparire quando nessuno lo cercava più, ma che ha dimostrato che per l'alta classe non servono i successi mondiali nè l'apparire senza essere... Per quella che ancora gli sarà concessa: lunga vita Nicola !! Per Frank purtroppo non si può far più niente...Paolo.
contagiosi & pericolosi
di tanatore | 23 novembre 2007 ore 14:18
Giovedì è serata di prove, anche questa volta ci tocca tirar fuorii pezzi "ad orecchio" e molte volte ci vuole proprio l'apporto di tutti.Per cui si stende una prima versione o un abbozzo del pezzo e lo si scrive e poi si verificasul campo se funziona e se per tutti sembra ok.Iniziano come è giusto i punti di vista dato che una partitura seria non c'è si lascia molto all'ipotesi.Anche perchè il tutto andrà verificato quando sia i solisti che il coro inizieranno a provare con la band.Stiamo allestendo un musical piuttosto impegnativo e alle prove generali di solito sfioriamo le 40-50 persone, esclusi gli spettatori non paganti.Ci avvaliamo anche di un buon maestro che ha avuto la bontà di darci una mano in questa difficile sfida: essendo molto esperto ha già dimostrato di cosa si possa ottenere in breve tempo.Dentro questo clima che potrebbe sembrare serio ci voleva proprio il Jack ieri sera...ad un certo punto mentre eravamo in stallo su di un passaggio lui con un ghigno quasi satanico inizia a correre saltellando tra una tastiera e l'altra;produce alcune note che portano i nostri pensieri altrove.Paolo inizia a fare il ticchettiò dell'orologio con la sua "Moonlite signature", Andrea che dovrebbe essere alla tromba suona la batteria...ma essendo troppo giovane non azzecca e carica troppo il tempo.Io entro subito in sintonia ed inizio a cantare "Time" dei Pink Floyd...tra lo sguardo attonito di Angelo, il nostro maestro, che avrà capito che siamo una banda di p....Però in certi punti mi veniva pure la pelle d'oca, sarà stato l'effetto del ricordi ?Se Angelo non ha avuto il coraggio di fermarci ... sarà perchè sta diventando uno di noiche come p.... siamo contagiosi & pericolosi.Paolo.
Sono ricominciate le prove
di tanatore | 18 novembre 2007 ore 17:02
Le aspettavo e finalmente sono ricominciate le prove. Stavolta è un obbiettivo difficile e impegnativo, ma io lo so che ce la faremo. Lo so e mi fido dei miei "ragazzi" perchè anch'io sono uno di loro. Mi piace che siamo ancora insieme a sfidarci a dare il meglio di noi stessi. Il gruppo è cresciuto e il "tiro" è palpabile: le grandi sfide sono possibili.Ieri sera sono andato a sentire Matteo, con la sua formazione dei "Brass Fever" un quintetto di ottoni...pensare che ho suonato con suo padre quando eravamo ragazzi e che ora Matteo è nella band con me, mi dà delle emozioni straordinarie. E' fantastico trovare dei giovani che hanno capito un modo sano per divertirsi e di crescere insieme. Ancora più bello è che mi stupiscano per le loro doti che magari non hanno il modo di dimostrare in altro modo. Quando uno di loro ha detto durante la presentazione di un pezzo: "..qui ci spezzeremo le labbra per suonare, ma siamo felici di farlo perchè ci divertiamo come pazzi..." ho pensato che io alla loro età non avevo ancora capito cosa ti pò dare la musica. Ora aspetto di rivedere Matteo col suo trombone alle prove di giovedì, perchè vorrei stringerlo e baciarlo come un figlio; perchè mi ha stupito e mi ha lasciato di stucco: come un povero fesso. Che dire: straordinario ! Paolo.
La mia mamma
di tanatore | 09 novembre 2007 ore 09:51
Sabato 10-11-2007la mia mamma compie ottant'anni.E' un bel traguardo e sono molto felice di continuarea vederla così in salute e presente come sempre in tuttele vicende famigliari.Nessun regalo, si è raccomandata la mia mamma, mi raccomando...Però credo che una canzone, tutta per lei, se la meriti e non potrà dire di no.Dire cosa sia la mia mamma per me e non dimenticare nulla o essere banali è veramente difficile.Per questo ho pensato che la musica potrà servire per riempireil vuoto tra le parole che molte volte dicono tutto e dicono niente.Tenterò in quei 3 minuti di canzone di esprimere "tutto il sentimento"e farle un regalo che credo sia inaspettato e gradito.Ed ecco il testo... tempo di bossanova..leggero, leggero...====================================================== Ma questo ritmo, che magiache viene diritta da Bahia,ma è per creare l'armoniae per cantar la mamma mia. Del tempo che non so scordaredi quando noi andavamo al mare,e quel che non so ricordarequand'ero bimbo da allattare. E sì, todo el sentimento, nel cuor come un firmamentosei tu la più bella mamma, però aspettami un momentoperchè ti voglio raccontare, e ancor sol per te cantaredi noi, dei tuoi due bambini, bravi e un po' birichini E mi ricordo la mattinaera col sole o con la brinaci circondavi col tuo amoreche io non posso più scordare Se di una cosa ci hai viziatoè dell'amore che ci hai datoperchè tu mamma ci hai donatoun sentimento e-sa-ge-ra-toE sì, todo el sentimento, nel cuor come un firmamentomia mamma è così speciale, però tu rimani attentoperchè, lei mi sa ascoltare, e poi ancora consigliarevorrei essere migliore e tu me lo puoi insegnare-----Ma questo è il ritmo do sentimentoche viene todo in un momentoè per cantar la mamma miae tutto il resto è poesia... Che vive dentro a una canzonee vale certo più di un milioneper la mia mamma così gentile..le voglio bene da morire !
Improbabili ed Imprevisti
di tanatore | 30 ottobre 2007 ore 08:48
Improbabili ed imprevisti. Un giorno forse mi dirai dov'è per te che c'è il confine, se esiste la sottile divisione tra quel che sei e tra sesso e amore.Perchè a me non sembra vero e non so se ti amo per davvero. Se sono i baci o le carezze la pella calda o la tua bellezza.Il tempo è fermo e siamo soli; noi due stranieri di questo mondo così improbabili ed imprevisti; persi, tra le pieghe di un lenzuolo.Nessuno mai di noi due ha immaginato un posto così bello e così sbagliato. Ora però vorrei fermarmi, tornare indietro, e scivolare via da te di qualche metro.Invece mi abbandono dentro te, sento i battiti del tuo cuore, il tuo corpo che trema di piacere e le parole sconosciute del tuo amore.Un giorno forse mi dirai, che tutto questo è stato un sogno, e che di vero c'è solo l'abbandono. Sono solo e cammino dentro il mondo.Cadono le stanche foglie sul selciato, anche l'inverno è finalmente arrivato. Guardo le mani che ti hanno abbracciato, ...forse non mi hai ancora abbandonato.Ma nelle pieghe sconosciute della mente riemerge dritto quel tuo seno provocante il tuo sorriso, la tua pelle, il tuo respiro, adesso è un sogno o forse è vero? ------------------------------------------ Io non so, ma erano anni che non mi veniva fuori una poesia... questa è uscita così tutta di un botto come se fosse già scritta...Dedicato a tutti quelli che hanno ancora voglia di sognare. Alle donne che avrei voluto conoscere... Ed anche a me.Magari mi verrà anche la musica... tra una improbabile ed imprevista piega di questa vita. Provo ad aspettare...il prossimo "botto".Paolo.
Strato Contemporary...made in Japan
di tanatore | 21 ottobre 2007 ore 19:31
Sono legato da tanti ricordi alla mia Fender Stratocaster Contemporary. Il primo è quello che non era certamente lei che volevo acquistare. Erano ormai vent'anni fa, quando entrato in negozio con l'idea di comprare una Ibanez di cui non mi ricordo il modello, il ragazzo del negozio ( con cui avevo suonato alcune volte) mi propose di provare questa "Strato" made in Japan.Avevo da sempre scartato l'idea della strato perchè nel gruppo l'altro chitarrista ne aveva una ed intendevo avere un suono diverso dal suo.Però questa era veramente diversa, anche nel suono e mi colpì subito.Quello che non sapevo era che gli ingegneri giapponesi avevano trovato il sistema per complicare la vita ai liutai e ai chitarristi. Eh sì ! Perchè nella parte posteriore del body di questa Strato non c'è il pannellino che si smonta per verificare e regolare la tensione delle molle... Le corde non passano "attraverso il corpo" ma sono agganciate al ponte con un sistema molto particolare e che qualcuno di mia conoscenza definisce: "..una cagata..".Per montare le corde ci vuole una bella oretta o anche più se non si è troppo esperti. Io non ho mai cambiato il set di corde ( 0,09 - 0,42 ) e non ho mai avuto problemi col ponte. Solo qualche volta montando un set più pesante con tiro superiore vedevo il ponte che si alzava notevolmente dal corpo... Si va beh, mi sono detto: tira giù tutto e torniamo allo stesso set !Io ci suonavo e non mi sono mai posto questi problemi... a quei tempi giravo parecchio con la band, dalle 4 alle 5 sere la settimana non avevo mica tempo di farmi domande: era già un casino cambiare le corde! Il mio rapporto con lo strumento è sempre stato come quello che hanno certe donne con l'auto: perchè farsi domande finchè tutto funziona? Quindi non ho mai sostituito nè pick-up nè altro, per me "lei" doveva restare così e basta. Passando il tempo mi sono molto affezionato e non ha pensato di smontarla... ( male ! ). Lo so adesso mi rendo conto che è un approccio sbagliato, però a me interessava di più smontare e incasinare gli amplificatori.Qualche anno fa grazie alla rete di Internet ho cominciato a reperire informazioni più dettagliate,ma dato che non sono competente non ho mai provato a fare cose che non sapevo come andavano fatte. Avevo identificato perfettamente sia il modello che il tipo di ponte e tutte le istruzioni di regolazione delle sellette, ma un piccolo particolare mi era sfuggito...come si regolano le molle?? Non dovrò per caso smontare tutto il battipenna e i pick-up? Oddio, io non so regolare i pick-up! E così ho rimandato di nuovo. Così quella Stratocaster è rimasta per tutto sto tempo con il suo grande segreto nascosto nel suo body. Però forte della frequentazione di un sito..."www.accordo.it" mi sono lanciato nella regolazione del manico ed ho ottenuto: prima la frittura di corde sul manico e poi un risultato più accettabile. Certo che si poteva ottenere di meglio, quello l'avevo capito, ci voleva uno competente. Così magari si poteva svelare un mistero che durava da vent'anni! E così la mia chitarra prese la strada di un liutaio che "bazzica per le pagine di Accordo". Avete già scoperto chi è ? Beh, vi dico solo che è della provincia di Novara, proprio come me.Il signore in questione esaminando il "reperto" e dopo aver apostrofato l'ingegnere giapponese con "..che ponte di ... fa cagare..." mi fa lasciare la chitarra e mi mostra le sue meravigliose creature. Poi anche lui si fa la mia stessa domanda: "Come si regolano le molle del vibrato?" e poi "...va bè lasciamela qui che quando la smonto ci capisco..." Io comincio a credere di aver preso una brutta malattia, stavolta via web, perchè non avevo mai pensato che mi piacesse così tanto capire come si costruiscono e si mettono a punto le chitarre! Le fulminazioni improvvise alla mia età possono degradare il già malconcio tessuto cerebrale!Fatto sta che dopo una settimana la mia Strato è pronta e il mistero svelato: il pazzo ingegnere nipponico ha montato una vite senza fine che è all'interno del corpo e la cui estremità spunta appena sotto l'attacco della cinghia ( centrale rispetto al manico e alle corde ) con una piccola cava esagonale da 2,5 mm. Una boccola coassiale alla vite stessa aggancia le molle e girando dall'esterno con la chiave si effettua la regolazione. Purtroppo io non ho visto il tutto smontato, ma credetemi solo un giapponese poteva arrivare a tanto. Da non crederci: ce l'avevo da vent'anni e non lo avevo mai visto! A proposito la chitarra suona molto meglio e col manico rettificato si viaggia che è un piacere.Se volete dettagli più tecnici non chiedete a me e contattate quel "liutaio che produce anche ponti...della provincia di Novara..." Però non ditegli che l'avete letto qui, e neanche che ho fatto 'sta figura barbina...Ora c'è una storia in più ed un motivo in più per non separarsi mai da lei.Paolo.
Impressioni di...Ottobre
di tanatore | 17 ottobre 2007 ore 08:04
Ancora una volta ...io ed i miei compagni di scuola ci siamo trovati per festeggiare i 30 anni di diploma.Gli assenti ( giustificati ) erano solo tre. Mi sono emozionato già all'inizio... io e Pietro alle 7,45 eravamo davanti alla scuola (l'incontro era alle 8,30). Mescolati coi ragazzi che aspettavano di entrare in aula... ci siamo più volte domandati perchè eravamo lì così presto. Poi dopo cinque minuti arriva Rocca Natale e via via tutti gli altri; alle 8,30 in perfetto orario anche i "tre ubriachi" che erano noti per i loro ritardi a scuola. Gianni "storneggiato come sempre" è arrivato quando noi eravamo già in visita all'istituto.Il nostro anfitrione è il nostro ex-professore di disegno tecnico, oggi vice preside dell'istituto "Omar" di Novara.Si parte per un giro all'interno dell'istituto a visitare: a dire il vero non è da così tanto che non entriamo nella nostra scuola. Qualche anno fa avevamo già avuto modo di vederne i cambiamenti.L'emozione di varcare il portone però è sempre la stessa. Ancora più divertente è lo sguardo stupito dei bidelli e dei ragazzi che si vedono passare davanti queste venti persone... Entrare nelle aule e vedere i ragazzi, gli stessi ragazzi che ci portiamo dentro, ha portato i miei pensieri a quei tempi passati. Ho pensato al loro futuro ed anche al mio, che non sono mai sicuro se ho imbroccato la direzione giusta; continuo a guardare nel passato, nel presente e cerco di immaginarmi il futuro.Avevo preparato una piccola presentazione della giornata ed abbiamo sfruttato l'aula multimediale per proiettarla su schermo. Anche stare dall'altra parte della barricata con tutti quei giovani che ti guardano è un po' imbarazzante. Forse un professore dopo un po' se ne fa una ragione, ma il senso di responsabilità si fa forte (o almeno dovrebbe esserlo). Quei ragazzi vorrebbero ( spero ) imparare qualcosa da te e molte volte non solo nozioni... Noi abbiamo avuto la fortuna di incontrare professori che ci hanno trasmesso dei valori che vanno oltre alla semplice lezione scolastica, però ne abbiamo anche saputo fare tesoro! E' stata una bella esperienza, comunque me la sono cavata bene.Il pullman ci aspettava fuori dall'istituto e noi siamo saliti per la nostra vera prima gita tutti insieme! La meta erano le Langhe e la zona di Alba: il programma è qui sul mio diario. Trent'anni fa non si andava in gita scolastica a Londra, Barcellona, Parigi o in altre mete come si fa oggi... Eppure non abbiamo sofferto per questo ed il nostro spirito di aggregazione è più vivo di quello di mio figlio che si è diplomato 4 anni fa e non sa neanche che fine hanno fatto i suoi compagni di scuola!Partito il pullman, alla seconda curva abbiamo sfoderato le chitarre ed è partito subito il primo pezzo: " C'era un ragazzo, che come me... amava i Beatles e i Rolling Stones..." L'autista all'inzio un po' stupito, ha capito l'andazzo e si è unito spesso ai nostri cori sguaiati !!Prima sosta alla Cantina Albino Rocca, Barbaresco. Qui una sosta per visitare e degustare del buon dolcetto, barbera e barbaresco... quattro chiacchere con la titolare che parla con un accento tedesco... peggio del Papa... e poi via di nuovo verso il ristorante.Ed eccoci al Ristorante “Al Castello”, Santa Vittoria d’Alba.Qui il brusìo (io direi caciarra) è out limits, per fortuna avendolo previsto ci siamo fatti dare una saletta riservata. Momenti indimenticabili perchè ri-emergono i ricordi di scuola e l'amarcord delle cretinate più assurde. Degna conclusione con una torta di nocciole recante un grande " 30 " che suggella l'obbiettivo raggiunto, tutti che vogliono far la foto cingendo ( son stato bravo a trovar 'sta parola) la malcapitata cameriera.Ripartiamo e ripartono le schitarrate... riemerge anche " Una Miniera " dei New Trolls ripetuta poi durante il viaggio come un refrain continuo tra un pezzo e l'altro.Arriviamo alla Cantina F.lli Barale, Barolo. Due giovani ragazze ci accolgono ( Eleonora quanto sei carina e quanta passione c'è nei tuoi occhi per il tuo lavoro...) e ci spiegano i segreti del buon vino. Quasi tutti ammirano le due belle ragazze e Roberto si lancia in una disquisizione con una di esse. La ragazza ha degli stupendi capelli "pel di carota " naturale e Roberto la mette al corrente che si sta perdendo il gene responsabile di questa colorazione... Ennio suo amico d'infanzia è da molto che vorrebbe sopprimerlo, ma ormai sa che questo amico gli è indispensabile: con lui la risata è garantita. La ragazza si chiama Valentina, e contattata da me via e-mail ha risposto quanto segue:"Grazie mille! Siamo state contente di potervi presentare i nostri vini. Devo chiedere scusa....non mi sono degnamente presentata. Mi chiamo Valentina. E' stato fantastica vedere come siete ancora uniti. Eravate e siete una splendida classe. Complimenti. Speriamo di potervi presto ospitare nuovamente nella nostra cantina.Vi ringraziamo ancora tanto. A presto. Valentina "Si riparte, stavolta verso casa: il coro si fa più compatto e, rinvigorito dal barolo, trova le seconde, le terze e le voci "diverse" in pezzi tipo "Anima mia" o "Uomini soli"...ed ancora "Una Miniera", "Quella carezza della sera", mentre si è fatta notte ed i fari del pullman illuminano la striscia bianca dell'autostrada... Mi sembra quasi di essere in turnè con una compagnia teatrale di mia conoscenza... quando con il furgone carichiamo gli strumenti e la band viaggia per conto suo! Non siamo ancora partiti che già mi son già scordato gli anni che ho !Giusto ...Moonlite ? Che ne dici ?Queste cose, credetemi, fanno bene al cuore e alla mente, ti fanno sentire meglio, molto meglio. Ed oggi mi sento più ragazzo del solito, continuo ad amare sia i Beatles che i Rolling Stones...anche se i secondi mi son sempre piaciuti un po' meno. Non ho un briciolo di voglia di lavorare... ed ho scritto questo. Paolo.
Due dita sotto il cielo
di tanatore | 10 ottobre 2007 ore 12:13
L'auto,il posto dove sento la musica, quando sono da solo durante il tragitto per andare al lavoro. Sento un po' di tutto, ma in questi giorni sto sentendo Lucio Dalla con il suo " il contrario di me". Io non sono un critico musicale e questa non è una recensione. Dalla lo ascolto da 30 anni ed è tra i miei cantautori " preferiti ": negli ultimi lavori lo trovo un po' diverso, quasi mi chiedo cosa è rimasto del vecchio Lucio. Quando sento dei brani nuovi mi domando spesso se qualcuno di loro rimarrà impresso nella memoria della gente per 10, 20, 30 anni o più. E ci rimarrà nella mia? Diventerà un po' parte di me o sarà solo una senzazione passeggera della quale perderò ogni ricordo?Tornando a Lucio però io credo che la sua produzione musicale abbia superato il confine della canzonetta già da tempo e stia volando oltre i confini segnati da chi vorrebbe invece appiattire l'offerta della musica nazional-popolare.I testi sono attuali, ricercati, sperimentano e raccontano storie. Belli, mi piacciono anche quelli che lasciano un po' di stucco...Forse e dico forse il Lucio di oggi è più interessante proprio per i testi, ma mi "acchiappa" anche il bel mix dei suoni e della registrazione con strumenti ben bilanciati e la gamma dinamica molto estesa.E poi quella sua voce "usata" inconfondibile come un vecchio strumento che si inerpica lassù dove molti non osano arrivare... Non so se è il clarino l'estensione della sua musicalità o se è lui stesso ad essere strumento musicale...ormai non capisco dove sta il confine.Stupende le aperture musicali quando il protagonista del pezzo diventa il mare, un classico punto di ispirazione per molti cantautori, ma che riesce ad emozionare ogni volta anche me; che son uomo di pianura, ma con la testa sempre là...tra le onde dell'infinito azzurro.Ogni disco è un nuovo disco ?Per Lucio si tratta in particolare di nuove storie, non tutte faranno breccia nella nostra memoria, ma l'abilità è nel raccontarle con quel modo a volte scanzonato e scherzoso. Quando sento i suoi pezzi mi immagino facilmente alcune immagini e panorami: mi verrebbe da dire che il suo è un linguaggio visivo. Ora però le sue "immagini" corrono veloci come un video in avanzamento rapido, mentre mi sembravano più ferme negli anni passati e con i contorni ben definiti. Questo però fa parte del mio modo di percepire le cose ed anche questo mondo che corre così veloce non mi piace troppo... e mi manca quel mare visto dal finestrino della seicento di mio papà e quell'autostrada interminabile verso la nostra meta. Le luci della notte ed il mistero del mare. E quei due ragazzi seduti sul sedile posteriore che stavano sempre insieme e che oggi non hanno mai tempo per vedersi e per parlare. Il profumo dei panini col bologna che mia mamma apriva e ci passava ...dentro in quella piccola seicento mi sentivo anch'io " due dita sotto il cielo " senza essere mai diventato nessuno per questo.Quanto ci siamo divertiti...con niente !Oh, diavolo, sono arrivato: va beh, spengo la radio e parcheggio.Paolo.=================================================================================================== Collaborano nel disco Bruno Mariani, Roberto Costa, Mauro Malavasi, Beppe D’Onghia, Iskra Menarini, Maurizio Bianconi, Tullio Ferro e Rosario di Bella.
Trent'anni di diploma
di tanatore | 06 ottobre 2007 ore 09:03
Sabato 13/10 E' prevista una "schitarrata" con relativa cantata sul pullman.Dopo 30 anni dal diploma mi incontrerò coi miei compagni di scuola e faremo una gita di un giornonelle langhe.Ed ecco il programma dell' evento:8:30 Ritrovo c/o OMAR9:00 Partenza per le Langhe 11:00 Cantina Albino Rocca, BarbarescoVisita e assaggio 3 vini 12:45 Ristorante “Al Castello”, Santa Vittoria d’AlbaPranzo 14:45 Az.Agr. Rocche Costamagna, La MorraVisita e assaggio 3 vini 16:15 Cantina F.lli Barale, BaroloVisita e assaggio 3 vini 17:45 Partenza per Novara19:00 Arrivo previsto c/o OMARPer non correre nessun rischio abbiamo scelto un autista assolutamente astemio.Non so che pezzi e che canzoni usciranno fuori dalle nostre chitarre, ma so che faremo tanti pezzi che credevamo di esserci dimenticati.Sono in fermento...e vado a ripassare un po' i pezzi più mitici... ( da Lisa dagli occhi blù a Wish you were here ...)Al prossimo aggiornamentoooooooooo ! !Paolo.
L'officina del Giuseppino two
di tanatore | 28 settembre 2007 ore 13:48
Ho ricevuto delle lamentele dalle mie ex colleghe... ingiustamente mi sono dimenticato di ricordarle nel mio " amarcord " de " L'officina del Giuseppino".Rimedio subito: L'ufficio commerciale era il punto di forza: ben 5 - 6 donne che si dividevano i clienti... ehi, mi raccomando, non pensate male! Se li dividevano solo telefonicamente.Le cinque impiegate cercavano di farli stare buoni dato che eravamo sistematicamente in ritardo di consegna.Il nome più ricorrente in "Usorini" era Piera. Se chiamavi " Piera " ti rispondevano almeno in quattro... tant'è vero che si voleva cambiare il giorno della festa del patrono con S. Pietro e Paolo. Al commerciale vi erano come avevo già detto anche le due figlie che oggi guidano ancora l'azienda.Mi ricordo ancora il tremendo " ruggito " del Giuseppino di quando c'era qualcosa di storto: " Pieraaaaaaaaaaa!" Senza il " venga qui per favore " significava guai in vista ! Il problema era che non si capiva mai di che Piera avesse bisogno!C'era la Piera più Piera di tutte che era il secondo l'occhio e il secondo braccio del Giuseppino. Seguiva gli acquisti, le paghe, la ferramenta e si precipitava per ogni " Pieraaaaaaa "... ma molte volte non era per lei.A ruota seguivano le addette alla contabilità ( qui non c'erano Piere ) e la Giancarla al centralino.Mi son dimenticato di dire che gli uffici erano staccati dall'officina e disposti nella vecchia casa di famiglia su tre piani. Io e gli altri che avevano a che fare con "gli uffici" scorazzavamo su e giù per la strada interna dello stabilimento. Che bello non avevano ancora inventato la posta elettronica... e durante il passaggio officina - uffici si doveva passare davanti al collaudo: un covo di matti. Subito dopo c'era il tremendo rumore incessante della macchina delle barrette e la voce della Giovanna che sovrastava nonostante tutto il rumore delle macchine. Credo l'unica donna che abbia mai superato il livello della soglia dei 120 decibel.Apro una parentesi per chi di voi non ha mai sentito il rumore di un officina dove lavorano più di 20 presse da viteria... Si potevano immaginare tutti i ritmi possibili: la Boltmaker 5/8 batteva a 60 bpm e creava un basso cavernoso con effetto surround... ( bulloni da 20 mm ! ) Il gruppo delle "Ceva" si occupava del reparto percussivo e di rumori vari di aggeggi, le esagonatrici con quel rumore "Twang !" sembravano a delle Telecaster in contropennata. 70 bpm il battito di un cuore...Poi si saliva agli 80 bpm, 90 bpm e 100 bpm la mia preferita... la National 56 che poteva andare anche a 150 bpm...bello tirato come ritmo ! Poi c'erano i ritmi impossibili delle presse veloci ( ma bastava tagliare le battute a metà ) fino a 250 bpm ! Le rullatrici e i vibratori contribuivano a creare un tappeto musicale compatto ed omogeneo sul quale i vari solisti ( le presse ) eseguivano i loro " a soli " che sconfinavano quasi sempre nel free jazz...La pressa soprannominata "battello del Missisipi" per l'enorme volano, pestava come una pazza a 90 bpm facendo tremare ogni cosa nel suo raggio d'azione, un vero colpo allo stomaco! Penso che un 4 x 12 tirato a manetta con un Mesa rectifier non fa tutto sto bordello. Ne sapevano qualcosa i vicini di casa che non riuscivano a tener fermi i bicchieri sul tavolo. Le nuove presse Sp17 - Sp37 - Sp260 faticavano un po' ad uscire dal mix generale, erano già con cabina antirumore ed entravano anche loro nel tappeto sonoro... Il fumo che rimaneva a 2 metri da terra e si sprigionava fuori dai convogliatori creava giochi di luce stupendi e l'olio sul pavimento metteva a dura prova l'antipattinamento dei muletti e degli addetti... Si raggiungeva l'apice quando la nebbia fuori era così fitta che entrava dai portoni dell'officina facendo impallidire gli effetti speciali dei Pink Floyd ! A quel punto si attaccavano gli aspiratori sul tetto e si aggiungeva al tutto anche l'effetto elicottero...e partiva " Speak to me " seguito a ruota da " Breathe..."-----------------------------------------------------------------------------------------------Con l'aiuto di Wikipedia: (cito testualmente ed aggiungo le presse compatibili col genere musicale)I bpm divennero molto importanti del periodo della disco music perché era fondamentale per i DJ per poter mixare i brani con un tempo compatibile; rimangono quindi molto utili nella musica da discoteca come la dance o la musica elettronica. Esempi di tempi indicativi per generi musicali moderni:Hip-hop: 70 - 110 bpm :presse National Boltmaker 5/8" - National 56 - Sp35 - SP2 & Ceva (molto trash)House music: 110 - 140 bpm :presse National Boltmaker 1/2", National 56 (ottima anche per Drum'n'Bass) Sacma SP 31Dance: 115 - 130 bpm : come sopra bene la SP31 che batte due volte !Disco music: 120 - 140 bpm : presse Sp31 + la 5/8" che batte a 60 o 70 bpm ( cassa )Drum'n'Bass: 140 - 190 bpm : presse medio-veloci di 20 anni fa...Extreme Metal: 200 - 300 bpm : Presse Sacma Sp17 - Sp260 - Sp160 - Sp21 doppio colpo...Speedcore: 200 - 700 bpm : qui dai 400 in su, Carlo Salvi Dl330, e 476, 550 un po' più sotto 300 - 400 bpm Sacma Sp21: 200 bpm Sp1 a 350 bpmnota: le presse ultraveloci a 2 colpi fanno oltre 500 pz al minuto ma i bpm sono 1000 !!Non ci sta dietro neanche il più veloce chitarrista metallaro incallito !Quando uno ha la passione per la musica la sente in qualsiasi posto, non è vero che moltissimi brani sono nati grazie allo sferragliare dei binari e degli scambi della ferrovia? ------------------------------------------------------------------------------------------------Negli uffici vi era una vera e propria " agnà " (in dialetto nido) di donne. E l'unico gallo era proprio il Giuseppino! ( Che era piuttosto conosciuto per le sue doti...amatorie...)Io e il mio amico Luis ci siam trovati in quella azienda come una perfetta coppia comica della quale non si sa ancora oggi chi è la spalla. Dopo trent'anni siamo ancora insieme, ormai non guardiamo neanche più il copione, dove finisce uno inizia l'altro. Vi assicuro che preparavamo certi scherzi ... ma forse li racconterò più avanti. Alle cene aziendali non mancava mai nessuna donna e si rideva e si scherzava fino al mal di pancia.Per concludere il cerchio, nella Ferramenta c'erano molte donne ormai vicine all'età della pensione. Facevano lavori per i quali necessitava veramente la precisione e la calma e confezionavano il prodotto completamente a mano.In effetti quel reparto era il più vecchio, compresi anche i macchinari e le attrezzature e sembrava di passare nei reparti di meccanica del museo della scienza e della tecnica.Penso che il Giuseppino fece fatica a prendere la decisione di chiuderlo. Il ricordo di suo padre e sua madre aleggiava lì dentro e nei ricordi delle sue operaie.Beh, adesso credo di aver aggiustato un pò la storia coinvolgendo anche le mie ex colleghe...A posto ?Però potreste anche rispondermi sul diario...ecchecazzo !P.s non fateci caso...care colleghe, qui si usano questi epiteti !Paolo.
L'officina del Giuseppino
di tanatore | 24 settembre 2007 ore 15:34
I nostri genitori ed i nostri nonni hanno fatto la rivoluzione industriale del nostro paese. Da una civiltà contadina che riusciva solo a sfamare sè stessa hanno partecipato chi direttamente e chi no alla crescita delle industrie. Qualcuno di loro, è passato " attraverso" due guerre mondiali ed ha visto ricostruire da capo l'intero paese. Nelle fabbriche, nelle scuole, nel pubblico come nel sociale i nostri " nonni " hanno fatto decollare l'Italia.Tra un anno avrò cinquant'anni... non mi sembra che sia passato tutto questo tempo, ma mi sono accorto che nell'industria dove si producono beni durevoli, tutto è cambiato.I nostri genitori ci avevano consegnato un "mondo del lavoro" che ora si sta spegnendo. Sono trent'anni che lavoro in aziende del settore meccanico, non sono un nostalgico so anch'io che senza il progresso tecnologico non saremmo arrivati a stare meglio ed a vivere di più tutti. Abbiamo perso la nostra identità di uomini e non rispettiamo più nessuna regola pur di scalare la " piramide del potere ". Quelli che producono veramente diventano sempre di meno in Italia e scappano ahimè, in oriente... I rapporti tra colleghi sono diventati molto difficili...proprio nell'era della comunicazione globale, non ci si parla e non ci si comprende.Mi viene nostalgia di quella vecchia officina... quella del Sig. Giuseppino!Questa è una storia vera: la storia di un uomo che non c'è più, ma che ha lasciato dentro di me la sua traccia indelebile. Grazie a quest'uomo oggi io sono diventato " un tecnico progettista " bravo o no... preferisco che lo giudichino gli altri. Grazie a lui so distinguere tra i valori di una competizione leale ed una che invece non lo è; un modo di competere senza regole che passa sopra tutto e tutti, che segue solo la logica del business a tutti i costi.E così ho pensato di scrivere la sua storia e del punto in cui si è incrociata con la mia.In paese lo conoscevano tutti il Giuseppino, sua madre , L'Eugenia, era quella che oggi si potrebbe definire direttrice di stabilimento. Suo padre aveva fondato l'azienda: Fabbrica ferramenta e minuterie metalliche. Erano i "favolosi anni '60" e grazie alle felici intuizioni del giovane Giuseppino si iniziarono a produrre sistemi di fissaggio per i tetti in " eternit ". Gli stessi tetti che oggi bisogna " rottamare " perchè contengono amianto. Il giovane " Giusep " però ebbe un ulteriore felice intuizione, sapendo che il processo di stampaggio a freddo era già ben conosciuto all'interno dell'azienda, fondò una seconda azienda. La Bulloneria Usorini. Le grosse aziende del settore auto cercavano sul territorio nazionale produttori di viti e bulloni. Così alle macchine dedicate alla produzione di viti per legno e ganci e tiranti affiancò le presse per la produzione di viti e dadi speciali per lindustria dell'auto e del trasporto pesante. Il Giuseppino aveva la mentalità industriale, pensava sempre in grande, non aveva paura a prendersi dei rischi. Lui sapeva che la sua piccola " industria " se la doveva vedere con i grandi bullonieri della Brianza: Fontana ed Agrati e con il polo di fornitori Fiat che nasceva nella cintura di Torino. Per questo diverse presse o rullatrici che comprava erano dei prototipi...sapeva che non poteva rimanere indietro. Caparbio, inarrestabile, tecnicamente preparatissimo, amava il suo lavoro. Credeva nei valori della famiglia, della compagnia era un uomo "tutto d'un pezzo" riservato in azienda, ma uomo straordinario fuori dalla sua fabbrica. Un gran burlone lo definivano i suoi amici...sempre pronto allo scherzo e alle goliardie.Lo scherzo dello "Sputnik" del 1957 è molto famoso nella zona di Cerano e Vigevano. Il finto satellite fu messo insieme proprio nella sua officina. Da chi però non posso dirlo...Ecco il link : www.circoloculturalelomellino.it/modules.php?name=News&file=article&sid=73invece ecco il sito dell'azienda: http://www.bulloneriausorini.com/azienda_it.htmNegli anni '60 fondò la Pro Loco di Cerano e ne fu il primo presidente.Io arrivai in azienda nei primi anni '80. Lui era rimasto ormai solo alla guida dell'azienda, ma aveva inserito nel commerciale le due figlie...che tuttora conducono l'azienda da che lui non c'è più.Non lo conoscevo bene, ma mi bastò partecipare ad una mangiata in "casotta" al Ticino con gli altri suoi amici-dipendenti per capire molte delle ragioni dei suoi successi.I suoi operai "fidati" non potevano tradirlo mai! Lui condivideva con loro la gioia di stare insieme ivertendosi, senza far mancare i suoi salami del maiale che " il Pipa", uno dei suoi dipendenti, preparava per lui. Il " Luis" gli forniva conigli, capponi, anatre, oche allevati " a terra". Il " Conte Francesco " forniva la casotta, il gorgonzola e ogni ben di Dio. Non mancava mai il " Rino " fine meccanico di precisione con qualche problema con la dipendenza da ... vino. Il " Gianni ", vero factotum , meccanico eccellente, geniale, molte sue trovate avevano permesso alle macchine della ferramenta di triplicare la produzione. E poi via via tutti gli altri... Il Carlo che curava il magazzino della vergella, Luciano la preparazione del trafilato, il Bertuzzo fine operatore di rullatrici, Ignazio, Tiberio,Mario ecc. i suoi operatori più in gamba sulle presse. Doriano il responsabile dei trattamenti termici e Luigi al laboratorio del collaudo e il Pietro all'ufficio tecnico...oggi direttore di produzione della " Bulloneria Usorini".Il Giuseppino non faceva mai mancare il suo vino, lo Spanna o il Dolcetto o altre delizie della sua cantina. Si direbbe oggi un team affiatato e vincente; che non aveva bisogna di meeting aziendali o lunghe riunioni per prendere delle scelte. Gente abituata a fidarsi l'una dell'altra secondo la regola del reciproco rispetto. Ci sono stati anni di crisi nera negli anni '80, eppure lui, si sentiva disonorato se doveva ricorrere alla cass integrazione... Le sue regole erano sempre precise: i figli dei dipendenti più anziani avevano diritto al posto lasciato dal padre o dalla madre. Chi si guadagnava il suo rispetto poteva stare certo che lui si sarebbe comportato da galantuomo: una specie d'uomo che ora è in via di estinzione...Il Giuseppino si fidava delle persone, qualche volta anche troppo e prendeva fregature, amava stare in mezzo ai suoi dipendenti: la sua simpatia fuori dal lavoro diventava rigore in fabbrica. Per diversi anni fu presidente della " Upiveb" l'unione dei produttori di viteria ed era persona conosciuta ed apprezzata dai suoi concorrenti e dai suoi clienti. Nella sua visione la sua azienda doveva diventare autosufficiente per tutte quelle lavorazioni per le quali molti altri concorrenti dipendevano dall'esterno. Il concetto di qualità globale gli era già ben chiaro e l'azienda diventò certificata per i particolari di sicurezza presso i grossi gruppi del settore automotive.Me lo ricordo con quel " loden verde " e l'inseparabile Giulietta amaranto scorazzare tra L'Alfa Romeo di Arese e la Fiat Mirafiori di Torino a " caccia " di nuovi ordini. Quante volte per strappare ordini consistenti bisognava allungare " mazzette " a questo o quel capo ufficio acquisti ! Questo modo di lavorare di certo non gli garbava affatto e mi diceva spesso " ...vedi Paolo, io ho la responsabilità di cinquanta famiglie e anche se non mi piace questo sistema, devo portare a casa il lavoro!"Io seguivo la programmazione della produzione e poi facevo procedere il materiale nelle lavorazioni successive fino a che non veniva finalmente spedito: lì finiva il mio compito. Mi ricordo che il Giuseppino diceva di me: "..il Paolo è lento, lento nel lavoro...ma è cosi un bravo ragazzo e poi così preciso..." Io sapevo che un po' aveva ragione,sono un po' lento, ma chi fa produzione di massa, in caso di errore può sbagliare centinaia di migliaia di pezzi...e preferivo controllare e ricontrollare più volte i prodotti prima di proseguire le lavorazioni. Col tempo mi guadagnai la sua fiducia e si stabilì tra noi due quel rapporto di rispetto reciproco che rende possibile superare ogni difficoltà. Era piuttosto " incazzoso " se aveva la luna storta ed era meglio non contraddirlo, però era generoso con chi si dava da fare e capiva quando urlava a sproposito... Io vedevo in lui un po' mio padre e cercavo di imparare dalla sua grande esperienza nel settore. Se non ci fosse stato lui, non sarei qui ancora a fare le viti. Non avrei capito che il computer avrebbe cambiato tutto il modo di lavorare e non avrei forse mai apprezzato la musica jazz.Il Giuseppino era un cultore di musica jazz, aveva una collezione di dischi invidiabile. Spesso mi prestava qualche vinile per farmi sentire questa o quella formazione, era un eccellente programmatore e gestiva già la contabilità ed i costi aziendali con programmi creati " da lui medesimo" sul suo personal computer " Osborne " Ecco la magia di conoscere persone del genere... ritorni a casa e il tuo cervello si mette in moto... capisci che non si arriva mai ad ottenere certi traguardi per caso.Viceversa ti "incazzi" quando chi non merita nulla ha già tutto prima di averne bisogno. Scusate, ma non volevo dirlo, però l'ho pensato.In pochi mesi nel 1990 un maledetto cancro si portò via il Giuseppino e tutto il suo mondo. Era della stessa classe di mio padre, anno 1927. Dopo di lui fu solo l'oblio e tutto quello che non doveva succedere, accadde. Con le figlie sono rimasto in contatto e a volte passo a salutarle, ma di lui non ne abbiamo più parlato.Quando passo davanti alla vecchia sede della sua officina, oggi sede della banca San Paolo di Torino... a volte mi sembra di vedere la luce del suo ufficio accesa e vorrei passare dentro a salutarlo.Si, perchè gli vorrei spiegare cosa è successo da quando non c'è più, degli incredibili passi in avanti che ha fatto la tecnologia e di tutti, proprio tutti, quei bei ricordi che mi ha lasciato.Però mi viene da piangere...abbasso la testa e oso dire: " tiremm innaz " perchè sono anch'io un cocciuto piemontese e come il Giuseppino non mollerò mai. Credo che anche questo me l'abbia insegnato lui.Ciao Giusep ! Quel Paolo lento, lento, lento...ti ha ricordato qui sul suo diario.P.s.Oggi i nostri figli da chi devono imparare? E in maggior modo cosa devono imparare?Io credo nei valori dell'amicizia e del rispetto verso le persone che hanno "navigato" nella vita più di me e che sono arrivati ad una meta non solo per caso.Questa visione la insegno anche ai miei figli e spero che un giorno mi ricordino sul loro...diario. Ri P.s. non so se ho messo i link correttamente ... li ho infilati così com'erano nel testo.Ciao.
Scene da Far West
di tanatore | 14 settembre 2007 ore 15:33
Per fortuna non siamo arrivati alle scene da Far West, però ci siamo andati molto vicini.Il luogo: la piazza del mio paese, Cameri. L'occasione: le feste patronali, una serata di tributo con concerto ad un nostro amico e musicista scomparso l'anno scorso.Palco stupendo, giornata di settembre calda e serata ideale per suonare insieme e far divertire la gente.L'annoso problema: la chiusura della piazza.Sì d'accordo è un passaggio stradale...sì d'accordo ci sono i bar ed i negozianti che poi si lamentano...sì d'accordo ci sono anche gli ultimi pochi parcheggi...sì, sì, e poi sì.Il nostro comune avendo superato i 10.000 abitanti ha istituito anche la famosa z.t.l. che non è una radio, ma la zona a traffico limitato per i veicoli con emissioni nocive...con tanti cartelli sparsi ogni dove ed anche in piazza.Però, però, però...no ! La piazza non si può chiudere prima delle 19.30 ! !E come possono gli addetti al service audio montare il mixer, stendere i cavi nella piazza e fare il sound check per un concerto con ben cinque band diverse che devono iniziare a suonare alle 21 ???Il vigile ha detto no ! E che vigile signori... il Signor Capo dei Vigili ! Nell'accesa discussione che segue uno degli addetti al service rischia pure di essere " chiamato in caserma per fornire spiegazioni del suo comportamento straffotente verso l'autorità costituita! " E si trova circondato da un nugulo di vigili zelanti con libretto in mano che lo tempestano... come non ne avesse già abbastanza di guai... il poverino deve soccombere e fingere mutismo improvviso per non peggiorare la sua situazione.Noi musici lo guardiamo sconsolati e ci passano davanti le scene...le stesse scene dell'anno scorso, due anni fa, tre anni fa, e del ti ricordi quella volta...Però si sa che gli addetti all'ordine hanno sempre spirito di iniziativa e così tentano di far piazzare agli addetti del comune delle passerelle in metallo tipo dosso artificiale per accogliere nello spazio sottostante i cavi del mixer.Continuando a passare le auto le passerelle si muovono e minacciano pericolosamente di tranciare i cavi sottostanti...Gli addetti al service sono valdostani... e di cose del genere dicono di non averne MAI viste, ma penso che un voto alla " Notre Dame de la Guerison " l'abbiano fatto quando per miracolo non si sono tranciati i cavi !Alle 21 la gente cominciava già a riempire tutti i posti ed era iniziata una terribile lotta, nel tentativo di microfonare, amplificare e cercare di fare un po' di luce su chi c'è e non c'è e cosa c'è che funziona...Con grande fatica alle 21,45 con un pubblico ormai mugugnante lo spettacolo parte. Si sussegguono i gruppi e lo spettacolo finalmente decolla, tutti abbiamo solo pensato al nostro caro Antonio...e abbiamo stretto i denti per confezionare una serata che non fosse da dimenticare.Tocca a noi ed andiamo sul palco...siamo una compagnia che fa musical e siamo in 60 quando la formazione è al completo. Il palco è una giungla di microfoni e cavi. Con assoluta dedizione i primi sgombrano i detriti, i secondi passano la scopa ed i terzi si preoccupano di non fare incazzare il faraone...od avere sette anni di vacche magre, perchè si va in scena con Joseph e la strabiliante tunica...Nel complesso tutto fila (abbastanza) liscio, ma il bello " ha da venì !"Quando scocca la mezzanotte il gruppo di Cutaia sale sul palco e sono gli unici oltre a noi che suonano tutto dal vivo. Però il vigile sa bene che, come nelle favole, allo scadere della mezzanotte succedono strane cose...cazzo la favola di Cenerentola l'ha letta anche lui !Ed impone di abbassare i volumi e di smettere entro massimo cinque minuti. Dal palco non arriva un " vaffa ", strano... però non c'è n'è uno che lo caga. La gente si sta divertendo perchè capisce il calore della musica dal vivo e poi ha voglia di fare un po' di casino.Però lui essendo l'autorità costituita fa abbassare i volumi e minaccia a dito alzato di spegnere tutto ! E lo fa alle 12,15. La gente è veramente sbigottita e noi ancora di più! Ho capito che il permesso era fino alla mezzanotte, ma il ritardo è stato causato proprio dal Sig. Vigile in questione !Siamo saliti tutti sul palco e con una chitarra abbiamo cantato ancora due pezzi col pubblico senza nessuna amplificazione. Io avevo pensato che " Vaffanculo di Masini " poteva essere un pezzo adatto alla situazione... ci siamo limitati agli evergreen di Battisti.Mi piange il cuore, perchè al mio paese ci tengo e ci tenevo tanto a partecipare a questo concerto in memoria di Antonio. Perchè ci devono trattare sempre male cosi?Ciliegina sulla torta: alle 12.30 passava in piazza la macchina per lavare le strade del comune... con la gente che ancora stava sfollando e quelli che stavano smontando le varie attrezzature. Però quando ha visto la faccia minacciosa ed il cinturone con pistole dell' addetto al service audio...Olè se sono andati tutti con " Gringo "....per la serie: " Scene da Far West ",A nanna baby ! ! !Paolo. 14-09-2007
Concerto per Antonio Elia
di tanatore | 10 settembre 2007 ore 17:07
Domenica son passato in piazza, ho visto il palco già montato.L'appuntamento e per giovedì 13-09 alle 21.Ogni volta che devo suonare nella piazza del mio paese mi viene il mal di stomaco.Sarà gioco dell' emozione, ma al primo pezzo mi vengono dei vibrati stupendi.La serata è dedicata a te, che ogni volta che suonavi a Cameri non riuscivi a dormirela notte prima... e la passavi sul water!Stavolta l'emozione sarà ancora più grande, perchè mi manchi e ci manchi da morire.Ci sarà tutta la " Compagnia dell'Avellano "; speriamo di farti divertire e di rendertiomaggio in questo modo, che credo, ti piacerà.Abbiamo ingrandito la band, c'è un buon feeling tra di noi: si sta bene.Aspetto uno di quei tuoi sorrisi, o forse una delle tue risate...sarai con noi sul palco, suoneremo insieme ancora !Io non so se da lassù riesci a collegarti bene... però se puoi dai un'occhiata qui:www.compagniadellavellano.org c'è una sezione anche per te !Adesso vado, che devo accordare la chitarra! Dimenticavo: ci saranno molti tuoi amici che vorranno essere lì solo per dimostrartiche ti vogliono bene.Ci sarà un po' di confusione perchè suoneremo in diversi gruppi... beh, buon divertimento ! Ti aspettiamo ! Ciao, Antonio !Paolo.Paolo.
Retrospettiva delle ferie - e V-Day
di tanatore | 07 settembre 2007 ore 13:36
Una retrospettiva delle ferie di quest'anno:Quest'anno abbiamo scelto come meta delle vacanze la Croazia. Dico abbiamo perchè nella mia famiglia si progettano le ferie estive almeno sei sette mesi prima. Così c'è il gusto di fare diverse proposte, valutare i costi, discutere dei pro e dei contro di questa o quella proposta... e poi come gran finale decide sempre tutto lei: mia moglie. In più bisogna valutare le esigenze anche dei due figli di età piuttosto diverse: 9 anni e 23 anni. Si, mio figlio di 23 anni viene ancora in vacanza con i genitori...vuol dire che non gli stiamo ancora " sui coglioni ".Stavolta però no, la zona e il posto l'ho deciso io.Abbiamo preso un appartamento in affitto nel paesino di Fazana vicino a Pola.Quello che mi ha colpito di più è stata l'ospitalità dei nostri due padroni di casa: Andrea e Cristina. Due persone che con estrema gentilezza diventano un po' il papà e la mamma dei loro turisti. Cristina ci ha conquistato coi suoi dolci fatti in casa, con i suoi modi gentili e semplici, ma profondamente veri.Andrea ha una sola missione: fare in modo che il suo ospite sia contento e soddisfatto e che torni il prossimo anno. Per questo si impegna nel preparare fantastiche grigliate di pesce e tira fuori il suo vino rigorosamente istriano e la grappa fatta da lui. Organizza gite in barca all' "isola" con fantastico fish-picnic e ti fa capire che per essere felici molte volte basta veramente poco. Quando parla della sua terra, gli occhi brillano di gioia, se apprezzi la sua semplicità lui è l'uomo più felice del mondo. Quando ho suonato per lui " Una lacrima sul viso " si è messo veramente a piangere e mi ha emozionato. Per loro la vita è veramente dura: molti affittano le case e stanno in Crozia solo nel periodo estivo, nel periodo rimanente vanno a lavorare in Germania o in Austria.Andrea ha avuto dei problemi meccanici col motore della sua barca e non poteva portarci al fish-picnic. No problem, ha interpellato il suo amico "Capitan Pejo" che è venuto sotto casa a prenderci in auto e ci ha portati fino ad una delle isolette di "Brioni" portando anche tutto il necessario per la grigliata di pesce. Capitan Pejo è stato veramente mitico da conoscere...ha abbandonato l'arma della marina nel periodo della guerra in Bosnia perchè non voleva sparare ai suoi fratelli... Lui ha mollato tutto convinto che "..a Pejo basta poco per vivere...Pejo vuole essere libero...pochi soldi ma tanta libertà di scegliere giorno per giorno cosa fare. A proposito il vino di "Pejo" sia bianco che nero era una favola ed alzarsi da tavola non è stato così semplice ! !Queste persone ti segnano e ti insegnano, il loro ricordo me lo son portato a casa, nel nostro frenetico mondo. La loro disponibilità e il loro modo di aiutarsi a vicenda noi l'abbiamo perduto, ma non per colpa nostra. I nostri ritmi frenetici non ci danno spazio per godere della gioia di condividere le cose. Molte volte mi sento chiuso dentro la mia piccola isola, in un mare che non voglio navigare. E mi faccio le stesse domande di capitan Pejo: posso scegliere ogni giorno cosa fare? Forse dovrei anch'io smetterla di volere cose inutili e rendere la mia vita meno legata alla routine del lavoro, ANCHE PERCHE' VERSO UNA VALANGA DI SOLDI IN TASSE !Qui siamo in europa però abbiamo l'euro...a proposito: visto che l'otto settembre è domani: MA VAFFANCULO ! !Ultimo fatto: mia moglie ha avuto un piccolo incidente sulle scale di casa e si è procurata una distorsione alla caviglia.Cristina si è subito attivata e ci ha accompagnato in ben tre ospedali per fare le radiografie e tutti gli accertamenti del caso e giornalmente veniva a visitare mia moglie per vedere se migliorava. E non ho pagato un euro.In Italia per la riabilitazione ho già speso 300 euro ( senza fattura ) se volevo la ricevutadiventavano 400 euro...MA RIVA' AFFANCULO !Mi sembra veramente di essere stato in un altro mondo a solo 500 Km dall'Italia.Speriamo che la Croazia non entri mai e poi mai in Europa !Paolo.
...non rispondiamo a domande sugli effetti Behringer...
di tanatore | 28 agosto 2007 ore 21:58
Proprio l'altro giorno sono andato a comprare una custodia rigida per la mia elettroacustica. In questo negozio ( che è rimasto il più grosso qui a Novara ) vendono, come in molti altri, i pedalini della Behringer.Il prezzo è quello solito di mercato, ma anche qui, come in altri posti, recita una bella scritta:" gli effetti della Behringer non si provano e non si cambiano ".Il titolare si giustifica dicendo: " ...costano così poco che solamente perdere il tempo per provarli... e poi non li prendo di sicuro in permuta" " se apro la confezione poi non posso più venderlo come nuovo..."Ok dico io, costano sempre 25 euro (circa) non è una gran cifra, ma potrei farti perdere tutto il pomeriggio per una tastiera da 3000 euro e poi decidere che ci devo pensare...Oppure optare per un pedalino del costo triplo...provarlo per due ore dirti grazie ed andarmene senza comprarlo.Visto il costo basso, è più facile vendere uno di questi pedali che altri oggetti più costosi.Un negozio non si può comportare come chi vende "on line" altrimenti cessa il suo scopo di esistere. Capisco che ci sono cose che non si possono provare, ma non si può portare avanti una politica del tipo : costo basso = non si prova e non si permuta.Ci sono negozi che si sono rifiutati di distribuire certi prodotti proprio per non avere problemi del genere con la clientela. Il cliente va seguito come si deve, secondo me, sia che sia venuto per comprarsi un oggetto di valore che uno di poco valore. Il cliente accontentato forse tornerà, quello scontento non lo vedi più.Se dovessi scegliere un componente della mia catena del suono "primario" come un ampli o una chitarra non andrei di certo in questo negozio: il comportamento lo squalifica automaticamente. Negozi del genere mi stanno bene solo per quelle cose che so già come vanno.A questo punto però mi chiedo spesso se non sia meglio optare anche per questi acquisti alla grossa distribuzione on-line, tanto per comprare una cosa che so già come suona...Nonostante tutte queste considerazioni il pedalozzo me lo sono comprato ed è già il secondo Behringer che prendo.Lo scopo che mi prefiggevo era quello di alzare un po' il segnale quando uso il secondo canale sul mio Fender Blues deluxe che è un po' durino a saturare come si deve. Così ho scelto un " blues overdrive " e senza neanche usare la manopola del drive sull'effetto riesco a pilotare in modo efficiente il segnale solo con il livello dell'effetto.Che dire: risultato raggiunto con pochi euro...,ma negoziante da squalificare !Non sono tutti così i negozi per fortuna, ma nella nostra zona è la ricerca del " leggermente meno peggio". Ci sono altri negozi che hanno già la vendita on line ed il negozio è solo una specie di paravento, perchè se cercate qualcosa da provare automaticamente non c'è ! Oppure bisogna procurarla e di conseguenza " visto che la facciamo arrivare apposta per lei..." se la deve portare a casa anche se non le piace ( questo l'ho aggiunto io, ma era chiaro).Immaginatevi se dovevo spiegare al negoziante cosa volevo fare con quel Behringer. Oppure se gli dovevo chiedere un consiglio su che tipo di pedale comprare.Avrebbe messo un altro cartello con scritto: " non rispondiamo a domande sugli effetti Behringer...dato il loro basso costo !" Riprovevole ! Ma da non escludere ...Paolo.Che tempi bui !
Mr. One O One
di tanatore | 24 luglio 2007 ore 15:09
Nel caldo pomeriggio di ieri, mio figlio si è laureato.Tutta la famiglia si è stretta intorno al mio ragazzo.Lui ci ha messo il massimo dell' impegno in questi 3 anni per concludere il primo ciclo. Per la laurea magistrale ci vorranno altri due anni.Oggi mi sento un uomo che da qualche parte è arrivato... se non altro !Credo che sia lui che tutta la famiglia abbia diritto ad una pausa di gioia e divertimento. Non è facile arrivare fino a qui, per tutti...Però sono soddisfatto e felice!Ora è dottore in biologia, votazione: 101Da oggi è Mr. One O One ! !E vai Daniele ... ! !
Franco Battiato a Vigevano
di tanatore | 19 luglio 2007 ore 12:59
18-Luglio-2007Grande concerto di Franco Battiato nel cortile del castello di Vigevano.Il posto è stupendo e magico allo stesso tempo.La sua musica sembra fondersi con tutto ciò che gli sta intorno e ciha fatto dimenticare le agguerritissime zanzare " tiger " presenti.Il quartetto d'archi è pura melodia per le orecchie!!Scorrono veloci i pezzi dell'ultimo album " Il vuoto" in un atmosferadi grande raccoglimento.Per me grandi momenti di emozione per un artista che amo profondamenteda 30 anni.La turnè di quest'anno è particolarmente colorita e non mancano momenti di goduria chitarristica con ben 5 guitars sul palco.Si va dalla musica di meditazione all'insano e scatenato nei branidi "Ferro Battuto" con performance nuove di Manlio Sgalambro...Solito megamix finale dei brani più celebri con ovazioni e...tutti a cantare ! !Se siete degli "affezionati" non fatevelo scappare! La turnè è appena iniziata !Vero polo d'attrazione le 3 girls tuttofare aggiunte, di cui non so ancora nulla...Tra il sacro e il profano e " tra sesso e castità " le due anime di Franco esconoancora vincenti a pari merito.Paolo.
Cittadini e senso civico.
di tanatore | 17 luglio 2007 ore 21:24
Questa volta il testo l'ha preparato mia sorella.Mi sembrava giusto che non mi prendessi un merito che non è mio.E nemmeno mi posso prendere il merito di questa vicenda che ha come protagonista mio padre. Uno di quegli Uomini che ha passato una guerra mondiale ed ha combattuto per la libertà del suo paese con la resistenza partigiana.Però qui nel mio diario ci sta bene, spero che serva come esempio...anche a me.Un cittadino vero di Anna LavatelliPerdonatemi se questa volta scendo nel privato. Ma vorrei raccontare un fatto casalingo che penso possa essere di lezione per tutti, anche per me. Poche settimane orsono, i condomini del palazzo che sorge a fianco dell’abitazione di mio padre avevano deciso di ristrutturare la facciata. Un mattino arriva il camion dell’impresa edile: ne scendono due giovanissimi muratori stranieri (forse romeni) che cominciano a montare un’impalcatura traballante e chiaramente fuori norma. I muratori stessi non dispongono né di imbracature di sicurezza né di casco di protezione e, in quelle condizioni, si arrampicano pericolosamente fino al quarto piano. Nessuno, nel condominio, ha detto o fatto nulla. Ma mio padre ( che ha appena compiuto ottant’ anni e che potrebbe, a buon diritto, preoccuparsi solo della propria salute ) invece non è stato a guardare. Così, senza frapporre indugi, è andato a cercare il titolare dell’impresa e gli ha fatto una di quelle ramanzine da maestro elementare (quale è stato per 40 anni), ricordandogli le norme di legge per la sicurezza e il dovere morale di tutelare la vita delle persone, nonché l’obbligo di proteggere anche i lavoratori stranieri – uomini a tutti gli effetti - spesso ignari dei propri diritti. Alla filippica ha aggiunto la minaccia di una denuncia, perché nel nostro paese le ammonizioni spesso non sono sufficienti a restituire alle persone il senso del dovere. Il giorno dopo l’impalcatura traballante era scomparsa e al suo posto c’era una modernissima struttura con elevatore. I due muratori stranieri sono andati a ringraziare mio padre, confusi e interdetti. Permettetemi la fierezza di essere figlia di un uomo siffatto, di un cittadino vero, un civis, alla latina, cioè qualcuno che si sente parte integrante e attiva della comunità. E dalle righe di questo giornale voglio dirgli: ‘Sei stato grande, papà.’. Se tutti noi imparassimo a non girare la testa, a segnalare ciò che non va, senza aspettare Gabibbi o Capitani Ventose, vivremmo in un’Italia migliore. Noi, le persone dotate di senso civico, così come siamo, senza travestimenti cretini, con la nostra bella faccia onesta, impariamo ad indignarci. Altrimenti, che esempio lasceremo ai nostri figli?
110 e lode !
di tanatore | 11 luglio 2007 ore 22:27
Per la seconda volta ho fatto da papà a mia nipote... la prima volta quando è nata. Suo padre era in viaggio di lavoro e si è perso la nascita ed io ho dovuto fare le veci. Ed oggi si è laureata con 110 e lode in scienze della comunicazione. Anche stavolta il papà l'ho fatto io, perchè quello vero era via per lavoro.Sono emozionato e molto orgoglioso di questa nipote:Alessandra sei un F E N O M E N O !Uno zio emozionato come un padre...perchè tu, un po', sei anche figlia mia!Mi sono preso alcuni diritti...Paolo.
In difesa della "Ruja" giornale libero di Cameri ( Novara)
di tanatore | 02 luglio 2007 ore 22:39
Caro il mio diario, io uso una vecchia chiave usb da 128mb. Si è proprio lì che scrivo. E' un piccolo scrigno dei gioielli che posso portare in tasca dove voglio. Questa magia mi affascina; quando ho cominciato a lavorare sui computer, mi sembravano un deserto inesplorato 10 Mb di spazio sull'hard disk, oggi mi porto in tasca dieci volte tanto. E lasciamo perdere i nuovi Ipod da 20, 30, 40 gb. Non è solo nostalgia,sono solo ricordi. Questa volta non sono qui per raccontare di me, ma di mio padre. Se oggi io sono quel che sono, lo devo anche a lui. Mio padre mi ha trasmesso la stupenda passione per la musica e per la chitarra. E' per questo che c'è e ci sarà sempre un posto per lui qui nel mio diario. Però lui mi lascia molte volte ammutolito per quel senso "civico" che ormai è raro vedere.Mio padre ha ottant'anni è grazie al cielo è ancora vispo e presente . Nel nostro piccolo paesino di Cameri (Novara) grazie ad una intelligente iniziativa era nato un giornale locale sponsorizzato dalla proloco. In questo giornale scrivevano molte persone che si impegnavano nel tentativo di recuperare e tramandare i ricordi ed i valori culturali del mio " piccolo borgo ". A causa di un reimpasto della precedente proloco, sono cambiati i personaggi e le regole sono state reinventate. Il giornale che era assolutamente libero è stato giudicato inadeguato. Non solo: dei precedenti collaboratori nessuno è stato confermato. Non vi sembra un po' la situazione dei nostri governi? Io direi uguale.Questo è lo sfogo di mio padre, un musicista che ragiona con il suo spirito di uomo libero e soprattutto con quella logica di chi "non ci sta" e non condivide queste "logiche" assurde.Io dico, non perchè è mio padre, averne di uomini così!Qui sotto la sua lettera di protesta. Io spero che sia d'accordo (scusatemi l'assonanza col sito) perchè non gli ho detto nulla e la pubblico. Comunque lui nel suo piccolo "si incazza" e la farà pubblicare anche sui giornali locali. (Se qualcuno avrà il coraggio di farlo...)E' uno lo sfogo di un uomo che fondamentalmente è un musicista...e vede le cose con quella purezza d'animo che mi incanta ogni volta.Ed ecco la sua protesta:In difesa della Ruja periodico trimestrale camerese.Come decano della Ruja invio anzitutto un cordiale saluto ai suoi lettori. Parlo anche a nome di figlia, nipote e nuora che come me collaborano alla stesura del trimestrale. Il sottoscritto, impegnato a far rivivere la memoria storica del luogo natio, aveva nei giorni scorsi già preparato l’articolo per il prossimo numero della Ruja, sennonché, come fulmine a ciel sereno, gli è giunta la notizia che la pubblicazione era sospesa. Ora sorge la domanda se c’entri la polis del luogo. Non lo escludo, benché finora non si è mai fatto della politica. Anzi, quando nei giorni del crack di Cirio e Parmalat avevo rispolverato l’ASINO di Pedrecca e Galantera, il direttore, proprio l’amico Antonio Cottone, mi censurò giustamente e il mio articolo quella volta non uscì. Ma torniamo al nostro loco. La Cameri d’una volta sepulta est e a ricordarla non resteranno che i dipinti dei nostri bravi pittori. Al ‘mio borgo selvaggio’ hanno levato tutto: non soltanto i selciati e i graniti delle vie centrali (veri gioielli che Novara ha invece conservato rispettando il passato), non soltanto la roggia con ponticelli e lavatoi. Hanno tolto anche il meglio, che era dentro di noi, come la tranquillità, la cordialità, l’asciutta consapevolezza di ciò che è bene e di ciò che è male. Furiosi come cani, ruspe e caterpillar hanno distrutto puntéi, puléi, suléi, corti, puzz, stali, ort e vigni, perfino le più tipiche botteghe artigiane e le linde trattorie con tanto di pergolato, capaci di stuzzicare l’ appetito dei passanti con gli odorini dei nostri piatti rustici. Un vero terremoto che ha lasciato pochi sparuti cimeli: una ruota da mulino con relativo immondezzaio; qualche muraglia; un pozzo ad argano, l’arco di un portone. Ma quanta pena fanno questi miseri resti soffocati come sono nel grigiore dei casermoni condominiali fra il viavai assordante dei motori. Pure il dialetto mortus est. Santa Maria? Al Pizz? Vaisëi? Da Cört? Muntrüca? Mulìc? No. Oggi i quartieri si chiamano Cavallo, Pantera, Serpente, Aquila. Parafrasando Genocchio mi vien da dire che: “L’è ‘na roba che pudì cuntala ai povar mort, i disan ch’l è ‘na bala”. traduzione : "E' una cosa che raccontarla ai poveri morti dicono che è una presa in giro...." Eppure dal vecchio campanile potrebbe giungere ancora qualche voce genuina, ma – ahimè – pare che le campane disturbino il sonno dei ‘bei da caté’. traduzione... : " impossibile da tradurre: è così e basta...."E così, sperando di non essere contestato, gradirei che il nostro loco fosse sempre e soltanto preceduto da un pro. Ma dal nuovo comitato verso la Ruja creata da Cottone e dai suoi collaboratori si scambia volentieri il pro con il contro, modificando un giornale che voleva restituire a Cameri la sua identità. Ed io aggiungo: qualunque riferimento non è puramente casuale, per cui chi ha il coraggio si faccia avanti !
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