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Guido Michetti
utente #8 - registrato il 11/02/2002
Pessimo chitarrista, metallaro anni 80. Amante delle Gibson ma di tante altre chitarre. Appena puo' ne acquista una. Marshalliano convinto. Ama compensare le sue carenze tecniche inventando sistemi allucinati per gestire montagne di effetti con i piedi. Difatti, suona con i piedi.
Città: Torino
Genere: Blues, Heavy metal.
Sono interessato a: Basso, Batteria, Chitarra elettrica.
Sito Internet: www.vinteck.com www.747metal.com
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La mini-Strat
di Guido Michetti | 01 ottobre 2001 ore 16:07

Accadde un paio di anni fa, ma in questi giorni di tragedia vengono alla mente gli aneddoti legati alle piccole speranze…

In una delle mie frequenti visite in un negozio amico chiedo se si trova una chitarra piccola da portarmi in vacanza insieme al Pandora.

Ricordavo di avere visto una piccola Epi, bruttina ma per quel che mi serviva poteva andare bene.

La settimana dopo ripasso e il maledetto negoziante che conosce le mie debolezze mi dice che ha trovato una cosa adatta.

Come da un cappello a cilindro tira fuori una Squire mini Strat. *Rossa*. Uguale ad una strato, ma.. in scala ridotta. Bellissima. Un giocattolino. Perche’ quando ero piccolo queste cose non esistevano??? E’ amore a prima vista. La prendo tra le mani, tastiera in palissandro, 3 magneti e selettore a 5 posizioni. Un volume ed un tono. Niente leva, peccato…..

Corro a casa, dove mia moglie mi accoglie calorosamente complimentandosi per l’acquisto (vah beh, non esattamente cosi’…, insomma… , ok…, lasciamo perdere).

La scala è corta, in pratica è circa 2/3 di una strato normale, sia tastiera che corpo.

Faccio qualche accordo da spenta e tira fuori una vocina insospettata.

L’attacco all’ampli. Incredibile, SUONA!!!! I magneti sono un po’ leggerini, ma hanno voce. In distorsione non sono neanche troppo impastati. Il crunch è carino, in particolare in posizione intermedia con due magneti in parallelo ha delle timbriche inaspettate. Sui puliti in effetti è un po’ carente, in particolare al ponte ed al centro è un po’ troppo fredda, ma forse pretendo troppo. Pero’ magari, con dei texas special…. La verniciatura del corpo è inappuntabile mentre invece la tastiera necessita di essere un poco rivista, in particolare i bordi dei tasti sono necessariamente da lucidare.

Esporre le chitarre in casa
di Guido Michetti | 28 settembre 2001 ore 09:36

Circa 4 anni fa decido di mettere le mie chitarre esposte su una parete di casa. Il primo problema che affronto è la polvere. Se le appendo a parete dopo poco senza dubbio rischio di trasformarle in acchiappapolvere, alla stregua della collezione di bocce con la neve….

Per proteggerle dalla polvere costruisco una apposita vetrinetta in legno impiallicciato nero con porte in acrilicato (plexiglass) e guarnizioni sulle battute delle porte. Rivestito il fondo in velluto e posizionato i reggichitarra, soddisfatto del lavoro, appendo le chitarre.

Periodo: inverno. Temperatura in casa: 23-25° circa (amo il caldo). Umidità relativa 45 –50 %. Risultato: --- drammatico --- più dell’immaginabile:

  • accordature perse nel giro di 24 ore
  • i manici si imbarcano immisericordiosamente
  • i legni si ritirano provocando piccole crepe nel binding in corrispondenza dei tasti (il metallo non si ritira)
  • le mascherine dei pick-up si sollevano per via del ritiro.
Gibson EDS 1275 Doubleneck
di Guido Michetti | 04 settembre 2001 ore 15:04

Sondaggio sui negozi e sui liutai in Italia
di Guido Michetti | 04 agosto 2000 ore 10:51

La nostra piccola ma numerosissima comunità virtuale di appassionati ha dato prova di affiatamento e coinvolgimento aderendo, gradatamente ma con costanza, a due iniziative il cui contenuto ci tocca da vicino: i sondaggi sui negozi e sui liutai in Italia.

Quante volte ci siamo chiesti od abbiamo discusso con amici e colleghi se era meglio un negozio o l’altro, se ti seguono nelle tue esigenze, o se forse il negozio al quale per anni hai dato fiducia ti stia prendendo per il naso.

Quante volte amici di Palermo o Reggio Calabria vengono a sapere che (per esempio) a Torino e Vicenza i prezzi sono del 20-30% piu’ bassi.

Oppure scopri che quel negozio neanche tanto distante da casa dove, per qualche motivo, non hai mai messo piede invece è il luogo che cercavi?

O ancora, la tua chitarra ha un’action che non ne vuole sapere di essere regolata, ma dove andare, a chi affidarsi nella tranquillità che il tuo amato strumento non venga irrimediabilmente rovinato?

L’intento del sondaggio è improntato esattamente in questa direzione: fornire un database con un minimo di indicazioni risultanti dalla media di piu’ opinioni e quindi piu’ obbiettivo possibile. Parallelamente fornire ai negozianti interessati una informazione che li renda consci di cosa pensano di loro gli appassionati, realizzando se sono sulla buona strada o se qualche correzione di rotta puo’ migliorare il loro lavoro.

Un aspetto fondamentale della raccolta dati è la ricerca della obbiettivita’. Proponendo delle valutazioni abbiamo sempre ben presente che vengono fornite delle informazioni su persone che lavorano e forniscono un servizio.

Il fatto che un acquirente abbia litigato con un negoziante (con conseguente valutazione negativa) non significa che sia un pessimo negozio, pero’ abbassa una media potenzialmente buona.

Il risultato è incoraggiante: abbiamo messo insieme un report contenente circa 120 negozi su tutta la penisola, suddivisi per area geografica e per quantità di valutazioni ottenute. E’ purtroppo naturale che una fredda tabella basata su dati numerici non sarà mai in grado di riportare le sensazioni di piacere o disagio che si provano quando si entra e si viene accolti in un negozio; inoltre le stringate valutazioni relazionate ad un valore numerico è possibile che calzino completamente come pure che siano parzialmente inesatte, ma almeno abbiamo la possibilità, mai disponibile prima d’ora, di avere un’idea preventiva.

Una delle peculiarità del report “dinamico” (spero che mi si perdonino i tempi lunghi di aggiornamento!) consiste nella possibilità di confutare un giudizio ritenuto inesatto.

Lo stesso dicasi per i liutai. La ricerca è piu’ recente e necessita ancora di valutazioni per renderla piu’ completa, ma già ad oggi il database è fornito di quasi 30 nominativi. Il report sui liutai è piu’ difficile rispetto a quello dei negozi in quanto questi artigiani sono pochi e spesso sconosciuti alla maggioranza di noi.

Tante volte svolgiamo autonomamente, forti di esperienze comunque valide, dei lavori sui nostri strumenti che invece sarebbe utile far effettuare, magari con una spesa irrisoria rispetto al valore della chitarra, da uno specialista. All’autovettura effettuiamo regolarmente un costoso tagliando; varrebbe la pena far lo stesso su uno strumento prima che questo si danneggi. Sembra una sciocchezza, ma talvolta portare a far cambiare le corde permette di individuare dei piccoli difetti che possono diventare drammi. Per questo e’ importante sapere dove andare senza rischiare di farsi prendere in braccio.

Il lavoro di raccolta è soprattutto noioso e talvolta mi chiedo “ma chi me lo fa fare” ed anzi coglierei l’occasione per ringraziare alcuni persone dotate di spirito che hanno pensato bene di inviare patetiche autovalutazioni (riconoscibili come un evidenziatore in una scatola di matite) o fantasiosi pseudonimi con email inesistenti (alcune mail di controllo sono rimbalzate) e la media matematica bene o male compensa gli eccessi.

Auspichiamo per rendere sempre piu’ vivi i reports, che l’invio di valutazioni continui costantemente in maniera da rendere il database sempre piu’ ampio, si’ da rendere il servizio sempre più completo.

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato votando negozi e liutai.

Grazie anche del tempo perso a Gimmi Page, (Gimmi, quello dei tre porcellini?), Les Paul (bah...), Marko Pavlovik, (che fantasia!), Nostromo Maruzzella (arrivederci e grazie per tutto il pesce?), amore.libero (alla prossima, ...tengo famiglia!), etc,ect. Mi spiace, ma queste ed altre votazioni analoghe sono state cestinate….

Costruire un rack
di Guido Michetti | 14 luglio 2000 ore 19:25

Il rack rappresenta una filosofia dell’amplificazione alternativa allo schema testata e cassa (o combo) + pedalini.

E’ una scelta diversa, tendenzialmente piu’ flessibile e con maggiori, ma piu’ complesse, potenzialità applicative. Strutturare un rack non è facile a priori in particolare se non si hanno le idee chiare sulla tipologia di apparati che si vogliono utilizzare.

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