Jimi Hendrix. I Cream. Skip James. Robert Johnson. Charley Patton. Mississippi Jon Hurt. Leadbelly. I Jefferson Airplane e gli Hot Tuna. Jorma Kaukonen e il suo fingerstyle. Rev. Gary Davis. I Beatles. Corey Harris. I Pearl Jam. Neil Young. Ben Harper. La swinging London. Le giornate autunnali. Le poesie di Baudelaire. E quelle di Thomas. Le atmosfere di Tim Burton. Spike Lee. I libri di Kerouac. Hugo. Johnny Cash. I Simpsons e Futurama. Il Blues. Il jazz. Il rock, ma solo se fatto proprio bene. L'ironia. L'autoironia. Hugo Pratt. Conan Doyle. Ascoltare musica in macchina. Ascoltare musica prima di addormentarmi. Viaggiare. Passeggiare in montagna. UK. Frankenstein Jr. Miles Davis. Michel Petrucciani. Suonare dal vivo. Creare. Scrivere. Suonare. Sentire. Ballando coi lupi. Full Metal Jacket. L'Attimo Fuggente. Vinicio Capossela. L'ombra. Johnny Deep e Tim Burton. Jim Carrey. La mia Stratocaster. La mia twangy Telecaster. Cormac McCarthy. I North Mississippi Allstars e Luther Dickinson. Woody Guthrie. L'indipendenza. John Belushi. Robin Williams. I film dei Cohen.
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Chiuderà il 4 luglio la mostra Guitar Heroes al Metropolitan Museum di NY dedicata ai grandi liutai della storia degli strumenti a corda. Si passa dai liutai cremonesi a quelli napoletani (finalmente si parla bene di noi Italiani all'estero!) fino ad arrivare ai più recenti D'angelico, D'acquisto e, unico vivente (che dicono abbia accettato in quanto non superstizioso), John Monteleone.
Non voglio fare un trattato filosofico del rapporto fra bluesman e chitarra, sarebbe troppo velleitario affrontare un tema del genere per me. Voglio solo mostrarvi le foto dell'inizio di una love-story, una delle più belle del mondo della musica: quella fra il grande Stevie Ray Vaughan e la sua Number 1.
Premessa: questo non vuole essere un articolo tecnico (non ne ho le competenze), ma solo la storia di una piccola azienda di famiglia che produce pickup di qualità. Il Texas, si sa, è lo stato della Lone Star, la stella solitaria, e ha sfornato grandissimi musicisti di blues e rock, SRV su tutti, T Bone Walker, Freddie King, Johnny Winter, Buddy Holly, Blind Lemon Jefferson è moltissimi altri.
La liuteria italiana è viva e gode di buona salute. I liutai italiani in molti casi hanno poco da invidiare ai colleghi americani, o canadesi, tranne la capacità di sapersi vendere e di prendersi il giusto merito per il proprio lavoro, questo per una naturale ritrosia nell’uscire dai propri confini geografici e provare a competere con la concorrenza internazionale del settore.
John Butler è un chitarrista californiano/australiano non molto famoso in Italia, forse per via di un look poco da rockstar e poco glamour, ma dotatissimo e che da molti anni sta girando il mondo con la sua band e le sue chitarre, a supporto di artisti più famosi o in modo indipendente.
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