Leader nel territorio dell’audio professionale per oltre mezzo secolo, Shure ha guadagnato sul campo la fiducia di milioni di musicisti e fanatici dell’ascolto ad alta fedeltà. Ora l’azienda statunitense produttrice di alcuni dei microfoni e dei sistemi ear monitor più apprezzati sui palchi e negli studi di registrazione si dedica all’ascoltatore moderno con una serie di cuffie senza fili, ad alta qualità e con programmabilità smart.
La Aonic 50 è il modello con padiglione chiuso, pensato per audiofili e musicisti in cerca di una resa trasparente e un’affidabilità a tutto tondo, senza trascurare stile e modernità. Le abbiamo testate di persona per voi.
Primo impatto
Ben fatte, comode, stabili senza appesantire la testa anche dopo lunghe sessioni di ascolto grazie a imbottiture abbondanti e ben rifinite. Tanto basta per descrivere la qualità della struttura Aonic, che al suo interno ospita una coppia di driver al neodimio da 50mm, con una risposta in frequenza da 20Hz a 20kHz per una sensibilità di 97,5dB/mW misurata a 1kHz.
Sul piano pratico, questo si traduce in un audio trasparente e profondo, che stupisce per intelligibilità e dettaglio a ogni volume, capace di valorizzare la tridimensionalità di ogni buon missaggio.
La gamma dinamica è apprezzabile e il circuito non va mai sotto sforzo, né quando si decide di fare della musica un sottofondo appena accennato né quando si vuole sentire le vibrazioni forti e chiare nei padiglioni.
Si notano da subito dei bassi rotondi e potenti, come pare essere una preferenza comune nel moderno ambito hi-fi ma, grazie alla programmabilità via smartphone, l’utente ha ampio margine di personalizzazione sulla resa stessa del sistema.
Connettività
Le Aonic 50 nascono come cuffie wireless ma, nella confezione, sono inclusi anche un cavo jack da 3,5mm per l’ascolto tradizionale e un cavo USB.
Quando in modalità Bluetooth, le cuffie Shure promettono un raggio d’azione di 10 metri e, di fatto, mi hanno permesso di ascoltare musica e parlare al telefono senza problemi quasi da ogni angolo di casa.
La piccola presa USB-C presente sotto il padiglione destro non si limita a ricaricare le batterie interne, che promettono 20 ore di ascolto continuato e che, in effetti, hanno retto per alcuni giorni di ascolto non intensivo. Il suo ruolo è trasmettere anche un segnale audio digitale a 32bit per 384kHz.
Programmabilità
Il concetto di prodotto “smart” si applica a pieno alle cuffie, i cui suoni e modi d’uso possono essere controllati con praticità attraverso l’app ShurePlus Play.
Un’interfaccia semplice ed efficace permette di controllare la riproduzione di brani, applicare equalizzazioni preimpostate o appositamente disegnate dall’utente e modificare i parametri relativi alla cancellazione del rumore e alla funzione Ambiente.
Active Noise Cancellation
La tecnologia ANC (Active Noise Cancellation) non sembra nata per rendere l’ascoltatore virtualmente sordo a ciò che lo circonda, anche quando la si imposta al massimo dall’app. Ha piuttosto lo scopo di permettergli di godersi la propria musica senza distrazioni, ma senza isolarsi pericolosamente dal mondo. Vale a dire che l’esperienza musicale potrà diventare immersiva senza ritrovarsi a dover esagerare col volume ma, quando la musica si fermerà, sarà ancora possibile avere consapevolezza di ciò che si ha intorno. Il brusio sarà pressoché azzerato, vento e uccelli non disturberanno, ma sarà ancora possibile sentire il passaggio delle auto: la differenza rispetto a un ascolto "liscio" starà nel fatto che, anziché sentire un rombante motore a scoppo, si avrà quasi l’impressione di avere intorno delle più discrete vetture elettriche.
Modalità Ambiente
Il rock va ascoltato al volume che serve, ma ciò non vuol dire che ci si deve estraniare completamente dal mondo. La modalità Ambiente torna utile in casi del genere, quando si vuole sentire musica a un livello più sostenuto ma si ha il bisogno di stare in allerta, come quando si circola per strade trafficate.
La funzione è resa possibile dai microfoni integrati nelle Aonic 50, gli stessi che consentono di telefonare, registrare il parlato e comunicare con l’assistente vocale dello smartphone, e gli stessi che permettono alle cuffie di ricavare le informazioni necessarie per la cancellazione del rumore. In questo caso, con un’azione esattamente opposta, i microfoni riprendono il rumore circostante e ne restituiscono un pizzico attraverso i driver delle cuffie: l’effetto sarà avvertire l’ambiente con naturalezza, come se non si indossassero cuffie.
Dall’applicazione è possibile regolare il volume dell’ambiente, in modo da tarare l’effetto al meglio in relazione al volume della musica o alla propria sensibilità.
Condividere le impressioni d’uso di un dispositivo personale come un paio di cuffie non è facile, ma ci abbiamo provato con un escamotage.
Le registrazioni presenti nel video sono state fatte prima che il DPCM del 5 novembre entrasse in vigore: c’è ancora piena libertà di circolare e, vi assicuro, le strade sono piuttosto animate.
Indossate un paio di cuffie a vostra volta e buona visione!
Le Aonic 50 si pongono sul mercato come prodotti di fascia alta. Sono solide, eleganti e performanti e, in quanto tali, si rivolgono a un pubblico esigente, attento ai dettagli e disposto a investire una cifra forse lontana dagli standard a cui “l’ascoltatore da auricolare” è abituato, ma che si giustifica sul campo.
Una prova con le proprie orecchie è caldamente consigliata. Nell’attesa, è possibile approfondire la conoscenza delle Aonic 50 . |