VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Guida di sopravvivenza AL chitarrista: l'equipaggiamento
Guida di sopravvivenza AL chitarrista: l'equipaggiamento
di [user #19807] - pubblicato il

Imparare a conoscerlo è fondamentale per una felice convivenza nella band. LUI, il chitarrista, nella seconda parte della divertente guida di sopravvivenza di un nostro lettore.
Un altro aspetto da analizzare è il Suo equipaggiamento.
Apriamo tre brevi paragrafi, dedicati rispettivamente alla chitarra, all’amplificatore e agli effetti (lo so, questa parte è agghiacciante già dal titolo, ma purtroppo occorre conoscere e affrontare la paura per superarla).

La chitarra
Già qualche chitarrista obietterà che il titolo è sbagliato, in quanto un chitarrista degno di questo nome debba avere un parco chitarre degno di un negozio di strumenti musicali di New York: un vero axe man deve obbligatoriamente possedere (e portare sul palco per la gioia dei roadies e del Suo tecnico, mentre nelle band più scalcagnate questo incarico incombe sui Suoi sottoposti all’interno del gruppo): ovviamente sia alcune solid body che diverse archtop, una chitarra equipaggiata ad humbucker, una con single coil, una con entrambi i tipi di pickup come riserva nel caso di rotture di corde, almeno una acustica, una dodici corde elettrica, una da collezione in bella mostra di sé sul palco per la delizia dei fan, una regalataGli dalla moglie/fidanzata e quindi guai se non usata almeno in un brano (di solito si tratta di una ciofeca cinese - la chitarra, non la moglie - di cui la gentile compagna Gli ha fatto omaggio, chitarra che LUI disprezza profondamente e l’inventare scuse per non usarla Gli procura più problemi di quelli dovuti a inventare nuovi nomi per le future band), una per l’assolo di quel particolare pezzo (che novantanove volte su cento non viene eseguito, ma “se il pubblico dovesse richiedermelo”!!!), altri vari ed eventuali giocattolini a sei corde.

Guida di sopravvivenza AL chitarrista: l'equipaggiamento

Caratteristica comune a tutte le chitarre che i chitarristi portano sul palco è che si scordano continuamente. È inevitabile, cari amici comprimari, a meno che non il vostro chitarrista non abbia un tecnico personale incaricato di accordarGli le chitarre tra un brano e l’altro, che non vi sarà mai possibile eseguire due pezzi di seguito uno all’altro, perché LUI dovrà immancabilmente accordarsi. A nulla varranno discorsi tipo 'attaccare "Jumpin’ Jack Flash" di seguito a "Black Night" è una figata pazzesca' oppure 'una volta ho visto Springsteen fare quattro pezzi uno di seguito all’altro!'. LUI non vi degnerà di un cenno, intento com’è a fissare con sguardo vacuo l’accordatore elettronico che Gli segnala come la corda del sol (sempre quella, maledetta!) sia già tre quarti di tono calante rispetto a otto secondi prima e quindi a riaccordare lo strumento per la seicentoventiduesima volta.

L’amplificatore
Valvole o transistor? Testata/cassa o combo? Qualunque sia l’opinione di specialisti del settore, costruttori, riviste specializzate, musicisti famosi, sottoposti all’interno del gruppo, l’unica verità anzi, LA VERITA', ce l’ha solo LUI. Non illudetevi che vi spieghi (?!) il perché della Sua scelta con motivazioni razionali: se, e ripeto se, Egli si è imposto come sacra missione quella convincervi della bontà, anzi dell’unicità della Sua scelta, vi fornirà argomentazioni tecniche minuziosissime (e qui verrete sommersi da dettagli tipo la composizione chimica del cartone usato per i coni, le coperture in fibra di carbonio dei cavetti usati per i collegamenti, il particolare tipo di neodimio utilizzato, le speciali manopole dei comandi che agiscono in base a sensori sofisticatissimi che a loro volta azionano un campo di forza, l’importanza delle viti testa-tonda-dado-quadro che assicurano un sustain eccezionale), argomentazioni alle quali non oserete controbattere soprattutto per ignoranza ma anche per pudore.

Guida di sopravvivenza AL chitarrista: l'equipaggiamento

In caso contrario vi rivolgerà uno sguardo sprezzante che, nel migliore dei casi, è traducibile più o meno con un “ma che cazzo vuoi capire tu, che ti spiego a fare!?”. Rassegnatevi quindi a decantare le virtù del Suo ampli, la sinuosità delle linee, l’armonicità della sua estetica, la potenza cristallina ma allo stesso tempo distorta del suono, la straordinaria maneggevolezza nel trasporto (e quando vi toccherà trasportarlo - perché sarete voi che avrete il sommo privilegio di aiutarLo a trasportare l’ampli - vi accorgerete che è stato interamente costruito, in ogni sua parte, con piombo e ghisa, cavetti e viti comprese), insomma di che razza di meraviglia tecnologica LUI stia condividendo con voi e di come siate esseri meschini nel non apprezzare tutto ciò. C’è gente che pagherebbe per questo, ingrati!
Quando finalmente riconoscerete questo privilegio, il Suo sguardo di scherno muterà leggermente in un’espressione di composta superiorità, e sia LUI che voi sarete contenti e soddisfatti.
Teniamo poi presente che, così come per la chitarra, anche sugli ampli il chitarrista è tremendamente retrogrado, anche se Lui si definisce “irrimediabilmente romantico” (sui pedalini invece questo atteggiamento oltranzista non appare, stranamente). L’innovazione non Lo scuote, la tecnologia non Lo tange, il progresso è il Suo nemico. Tutto deve restare così come fu concepito negli anni ’50, per cui l’ampli deve essere rigorosamente valvolare, testata e cassa - meglio se più casse - e comunque pesantissimo e ingombrantissimo, tanto non è mica Lui che lo trasporta e lo carica/scarica.

Gli effetti
Questo capitolo è, per i non chitarristi, estremamente penoso.
Nel 99% dei gruppi il batterista si siede, iniziando a sudare afferra le bacchette e, sudando sempre più copiosamente, attacca: one, two, three, four e via. Il pianista/tastierista/organista si siede, accende i suoi pulsantini su on, regola i suoi sequencer e attacca. Il bassista infila il jack nell’ampli, alza volumi e toni al massimo e parte.
LUI no!
Il chitarrista innanzi tutto ha alcune pedaliere da collegare tra di loro: i più ricchi hanno costosissimi rack digitali già assemblati, ma la maggioranza dei chitarristi si rifiuta di usarli, in quanto “non sono rock” o “è roba da finocchi (?)”. Quindi hanno accrocchiato tra di loro decine di pedali, pedalini e pedaletti i quali immancabilmente provocano risonanze e ronzii tipo immenso sciame di vespe indonesiane incazzate e pronte all’assalto.

Guida di sopravvivenza AL chitarrista: l'equipaggiamento

È persino superfluo osservare che LUI non si cura di tutto ciò, l’importante è che il phaser, il fuzz, l’overdrive, il chorus, il flanger, l’octaver, il compressore, l’harmonizer, il noise gate (la cui presenza è ovviamente solo teorica), il reverb, il delay, il wah wah, il ninja boost, il cazz che t’ammazz, il comando dei canali pulito/assolo e qualche altro pedalino “che si usa poco ma non si sa mai” oltre all’immancabile accordatore elettronico (il più usato tra i pedali) siano funzionanti e correttamente collegati tra di loro.

Questo ovviamente NON AVVIENE MAI, ma non fateglieLo osservare, o vi sarete fatti un nemico per l’eternità, voi e i vostri discendenti fino alla quarta generazione.

Dopo alcune decine di minuti necessarie a far funzionare l’esoterico accrocchio di pedali, più qualche altra dozzina di minuti passate ad accordare per la ottocentoventiquattresima volta la chitarra, a questo punto la band di solito comincia a suonare.
In sala prove o sul palco questo è un dettaglio, un particolare secondario, perché il primo rito che si svolge è il sound check, ovvero bisogna regolare i suoni.
Se ci troviamo in sala prove, questa operazione dura di solito pochi minuti, tanto l’importante è che “la chitarra si senta!”. Sul palco per una esibizione live invece questa fase di solito è più complessa. Iniziando rapidamente dai suoni - a Suo insindacabile giudizio meno importanti - (batteria e basso) passando dalle tastiere (se e quando ci sono) alle voci, si arriva finalmente alla/le chitarra/e, dove i tempi necessari si dilatano a dismisura poiché occorre regolare, nell’ordine: suono pulito (ah, ah, ah, scusate se rido, suono pulito e chitarrista rock nella stessa frase mi fanno sempre ridere), suono pulito dicevo (ah, ah, ah, scusate ancora, ma anche se vecchia la battuta fa sempre ridere), suono crunch per ritmica, suono distorto per ritmica, suono distorto per riff,  suono piuchedistorto per assolo, suono distortissimo per assolissimo, il tutto moltiplicato per le chitarre che ha sul palco (vedi sopra).
Una volta meticolosamente regolato alla perfezione il tutto dal povero fonico di turno, miracolosamente si sentono nitidamente le voci e gli strumenti (la chitarra è un po’ altina, ma noi non diciamo niente, semmai noi altri ci alzeremo un pelino dopo); ma quando arriva il momento di iniziare, i musicisti-non-chitarristi avranno la conferma definitiva di ciò che da tempo sospettavano ma non avevano finora sufficienti prove a dimostrazione: una mutazione genetica è intercorsa in quella particolare specie animale che è il chitarrista.

Guida di sopravvivenza AL chitarrista: l'equipaggiamento

Difatti ci si è resi conto che il chitarrista ha le orecchie posizionate sul retro delle ginocchia e non ai lati della testa come quasi tutti noi. Come hanno rilevato tempo fa E. Cosimi e S. Tavernese (giornalisti e musicisti di chiara fama) solo sostenendo una simile anomalia fisica si può giustificare il classico posizionamento straight, tutto in avanti dell’ampli del nostro Duce supremo. I coni del Suo ampli sparano centinaia e centinaia di watt diretti sulle caviglie del chitarrista e, se si sta suonando in una sala o in un club, anche su uno o due tavoli di malcapitati avventori posizionati in asse, che verranno pettinati secondo il moderno look “galleria del vento”, o alla Fantozzi nella spider di Calboni mentre vanno a Cortina.
Ovviamente il chitarrista perde immediatamente il controllo del proprio suono e del proprio volume, e a ogni pezzo alza il volume per l’immancabile assolo. E fin qui andrebbe anche bene, senonché all’inizio del brano o della strofa seguente il volume resta lì posizionato, e al sopraggiungere del nuovo assolo la manopolina maledetta del volume si alza ancora, e così via per tutta la durata dell’esibizione... il tutto a vantaggio delle Sue ginocchia, ovviamente, e del mantenimento del sopra citato look degli avventori dei tavoli a ridosso del palco.
Inutile dire che gli altri componenti del gruppo subiscono ineluttabilmente il progressivo incremento di volume innescando, salvo sporadici casi, una conseguente reazione a catena: il bassista alza un poco alla volta fino a produrre un rumore sordo che fa scappare gli avventori i quali credono sia in corso un terremoto dell’ottavo grado della scala Richter; il tastierista/pianista/organista comincia a smadonnare contro le ingiustizie del mondo, alza il volume al massimo e alla fine rinuncia pigliando a calci le sue pianoline e mandando a fare in culo tutti i componenti della band, rispettive mogli e figli e discendenti fino alla quinta generazione; il batterista è tutto contento e pesta ancora più duro con sguardo estatico mentre suda come un lottatore di sumo, mentre il cantante, dopo aver raggiunto in viso tutte le colorazioni e le sfumature di colore dal rosso pompeiano al blu di prussia, sviene sul palco collassando a pelle di leone, dopo aver sputato in faccia agli avventori della prima fila nell’ordine: tonsille, ugola, corde vocali, anima.
gli articoli dei lettori musica e lavoro
Nascondi commenti     43
Loggati per commentare

di Gigibagigi [user #49591]
commento del 20/11/2020 ore 07:59:5
"Teniamo poi presente che, così come per la chitarra, anche sugli ampli il chitarrista è tremendamente retrogrado, anche se Lui si definisce “irrimediabilmente romantico” (sui pedalini invece questo atteggiamento oltranzista non appare, stranamente). L’innovazione non Lo scuote, la tecnologia non Lo tange, il progresso è il Suo nemico. Tutto deve restare così come fu concepito negli anni ’50, per cui l’ampli deve essere rigorosamente valvolare, testata e cassa"

Caspita, quant'è vera questa frase... :-D
Rispondi
di spaccamaroni [user #7280]
commento del 20/11/2020 ore 08:39:07
In alcuni punti mi ci rivedo proprio :-D
Rispondi
di henrysg [user #40175]
commento del 20/11/2020 ore 09:23:48
Mi ricordo un episodio con un gruppo con cui suonavo tempo fa. Dovevamo fare la nostra prima serata in un normale pub e l'altro chitarrista se ne esce con testata marshall jcm 900 e doppio stack 4x12 tipo guardaroba 4 stagioni, in aggiunta al batterista con batteria doppia cassa stile mike portnoy. ci doveva poi stare il bassista, il cantante e io che gia di mio avevo un combo 100w 2x12 assolutamente sovradimensionato. Ci ha salvato il fatto che questo locale aveva un palco abbastanza grande, fatto più unico che raro. Comunque è stata l'unica uscita con questa formazione perchè sinceramente era assurdo andare nei pub con un set tipo vasco rossi modena park.
Rispondi
di Arch [user #51394]
commento del 20/11/2020 ore 09:37:05
Più che leggo questi articoli e più che mi convinco di essere un'eccezione alla razza chitarrista (sarà perché sono una pippa?).

Giuro, è capitato qualche volta che mi si dicesse: "alzati un pelino che non ti sento..."

Una volta abbiamo suonato in un locale dove il proprietario ci monitorava con il rilevatore di decibel per non sforare e permettere alla gente di mangiare e siamo riusciti nell'impresa (suonavamo Creedence).

Eravamo due chitarristi e io che ero il più inesperto e più giovane dicevo all'altro: "dai falli tu gli assoli che sei più bravo", e lui: "ma no dai falli tu".
Rispondi
di BizBaz [user #48536]
commento del 20/11/2020 ore 10:40:05
che poi vabbe', sono quelli che scrivono qui che dopo aver comprato una JTM45 collegata al frigo full stack, si accorgono che in cameretta non riescono ad avere quel tiro che gli serve per suonare i guns e gli ac/dc come si deve
Rispondi
di Bob67 [user #33904]
commento del 20/11/2020 ore 11:12:34
80% mani 20 % gear .. purtroppo ancora oggi molti sono convinti del contrario ( 20 % mani 80 gear ) tuttavia la scelta del proprio gear e' molto importante e ognuno di noi per gusto personale e possibilita' finanziarie e' tenuto a curare al meglio questo aspetto per contribuire al risultato finale . Buona musica a tutti ciao
Rispondi
di Runner [user #18481]
commento del 20/11/2020 ore 11:17:31
io allora sono una pecora nera: ho la stessa ibanez dagli anni 80 a cui solo l'anno scorso ho affiancato una Harley Benton da 130 Euro, giusto per il timore che si rompesse una corda dal vivo visto che col Floyd Rose cambiare una corda non è cosa da 2 minuti.
Mentre per l'amplificatore e gli effetti mi sono dato al digitale per avere meno sbattimenti possibili!
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 20/11/2020 ore 11:51:03
Ahahahah, qui hai rincarato la dose.
Certo che devi aver fatto brutti incontri e avuto brutte esperienze, povero.
Rispondi
di saverio21 [user #20612]
commento del 20/11/2020 ore 11:57:51
Tutto vero, noi chitarristi ci facciamo effettivamente, chi più chi meno, tutti i pipponi che l'autore dell'articolo ha sapientemente descritto, ma manca solo una cosa che, secondo me, è indispensabile dire: ci portiamo dietro tutto questo armamentario (a volte molto, ma molto, costoso) per suonare 3 volte su 4 alla sagra della porchetta della frazione sperduta sulle montagne del paesetto di mille abitanti dove, per arrivare, se ne va mezzo "cachet" in benzina, con un pubblico composto da gente ubriaca fradicia già 2 ore prima del nostro arrivo in piazza che non saprebbe distinguere i Pink Floyd dal coro pastorale della chiesetta della frazione accanto, pagati 8 euro a testa senza diritto alla consumazione del paninazzo alla porchetta di cui sopra nè, tantomeno della birra e, magari, dulcis in fundo, a fine serata arriva pure l'omino della SIAE che ci multa perchè, immancabilmente, qualche scheletro nell'armadio con il fisco e i diritti d'autore ce l'abbiamo o noi o l'organizzatore della festa....
Rispondi
di prada [user #19807]
commento del 20/11/2020 ore 14:12:24
Ah ah ah, verissimo. Lo utilizzerò per la prossima edizione.
Rispondi
di saverio21 [user #20612]
commento del 20/11/2020 ore 14:15:4
;)
Rispondi
di acif utente non più registrato
commento del 21/11/2020 ore 13:34:58
beh, il fatto che tu continua a frequentare questa categoria denota 2 cose:
o sei sadico, oppure sei innamorato e affascinato del chitarrista medio, io deduco la seconda, se no non scriveresti con tanto entusiasmo queste cose;)
Rispondi
di saverio21 [user #20612]
commento del 21/11/2020 ore 14:54:56
no, aspetta, io ho detto che generalmente è così come lo E' STATO anche per me... ma poi sono cresciuto (guarito?) e ora vado a suonare solo con una chitarra (e un muletto) una pedaliera Boss GT100 diretta nell'impianto, non suono più per "8 euro" e sono felicissimo XD ;)
Rispondi
di acif utente non più registrato
commento del 21/11/2020 ore 16:20:11
ma io stavo rispondendo a Prada, non vorrei essermi sbagliato rispondendo a te;)
Rispondi
di saverio21 [user #20612]
commento del 21/11/2020 ore 16:24:15
Ah, ok, non avevo notato, hai ragione, faccio ammenda ;)
Rispondi
di prada [user #19807]
commento del 21/11/2020 ore 18:39:10
Mi hai sgamato in pieno!!! Il fatto è che alcuni tra i miei migliori amici sono chitarristi, per cui ho modo di osservarli, studiarli e prenderli bonariamente in giro enfatizzando le loro caratteristiche mentre sono all'opera. E' naturale che ho esagerato nel descriverli, ma lo scopo era di far sorridere qualcuno tra i lettori di Accordo e fare trascorrere qualche minuto di serenità.
Grazie a tutti voi.
Rispondi
di acif utente non più registrato
commento del 21/11/2020 ore 20:57:10
guarda, a me sono piaciuti sia il primo, sia questo, si capisce benissimo che non c'è cattiveria o arroganza in ciò che hai scritto, e comunque io penso che anche quando uno scherza un po' di verità c'è sempre;)
Rispondi
di prada [user #19807]
commento del 21/11/2020 ore 22:20:59
Grazie mille, hai colto in pieno
Rispondi
di Arch [user #51394]
commento del 20/11/2020 ore 18:38:48
Mamma e babbo che vengono a vederti suonare.
- Allora vi è piaciuto?
- Boh non capivamo nemmeno cosa stessi suonando te...

Voglio però spezzare una lancia a favore della categoria. Secondo me fa parte del percorso di crescita.
Combo casalingo a transistor, aggiungi un pedalino scrauso, ti butti su molti pedalini, aggiungi pedalini boutique, combo valvolare, testata e cassa. Quando hai effettivamente sperimentato anche queste spese "inutili" riesci a capire che effettivamente potevi farne a meno.

Ragionano bene i bassisti! Il mercato degli effetti è molto più povero del nostro : D
Rispondi
di henrysg [user #40175]
commento del 20/11/2020 ore 12:03:05
Io piu passa il tempo piu mi convinco che "less is better". sono passato da megacombo valvolare 100w 2x12 a combo valvolare 30w 1x12 a minitestata 50w dvmark e cassa small 1x12 e già quest'ultima basta e avanza. con la differenza che sono passato da 30kg a 8kg e da un comò in massello a un comodino ikea con tutta una serie di vantaggi logistici inestimabili. Io e tutti i miei amici chitarristi abbiamo fatto in gioventù tutti la stessa minchiata di comprare il mega ampli/megastack perchè avere il frigo congelatore a due ante con il dispenser per il ghiaccio faceva un sacco figo, per poi accorgerci tutti dopo un pò di aver fatto una minchiata colossale. Io stavo per comprare un jcm 800 con cassa 4x12 per poi rinunciare all'ultimo perchè mi ero accorto che avrei dovuto cambiare auto per portarlo.
Rispondi
di barrett84 [user #49122]
commento del 20/11/2020 ore 14:34:09
Concordo, abbiamo fatto praticamente la stessa cosa. Io avevo testata 100w e cassa Brunetti neo 1512 che ha 2 coni ma è grande praticamente come una 4x12. Ogni volta che bisognava fare degli spostamenti erano dolori. Poi ho rivenduto tutto e non credo sia un caso che entrembre, testa e cassa, siano state comprate da due ragazzi molto giovani. Ora ho testata Singleman e cassa 1x12, che hanno comunque il loro peso ma molto più gestibile. Anche ai pedali ho dato una gran bella sforbiciata, da 12\13 a 3.
Rispondi
di Arch [user #51394]
commento del 20/11/2020 ore 18:35:05
Pensa che io avevo una testata Engl Classic 50 e la affiancai ad una cassa 2x12 e già mi sembrava eccessivo per suonare nei localini. Giusto qualche volta abbiamo avuto occasione di suonare su un bel palco grande ma tornassi indietro avrei puntato ad un combo (combo che avevo ma ho dato via per la sbornia di avere una testata).

Mi ricordo però che quando andai a cercare la cassa in un noto negozio toscano chiesi una 2x12 (anche perché nella mia Punto non entrava altro) e fui redarguito dal commesso perché avrei avuto comprare una 4x12 con la frase "i ragazzi di oggi non vogliono faticare..."
E sti cazzi!
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 20/11/2020 ore 12:30:23
Io non so dove vivete voi, ma io tutta questa schiera di chitarristi che si portano dietro mega stack, casse 4x12, frigoriferi, pedaliere di due metri per due, non li ho quasi mai visti.
Io quelli che ho sempre visto, e che vedo anche ultimamente, hanno un combo, qualche pedale o un multieffetto piccolo e basta. Anzi ultimamente ne vedo qualcuno che con il suo multieffetto entra diretamente nel mixer.
Uno dei pochi chitarristi che ho visto con il "frigorifero" alle spalle è stato Riky Portera... e aveva tutto il diritto di usarlo, tra l'altro.
I "signor nessuno" come me e un sacco di altri, che suonano nelle piazze, in palchetti più o meno spaziosi ma spesso anche per terra, li ho sempre visti con una chitarra (la seconda nella custodia, in caso si rompa una corda), un combo, e poco altro.
Rispondi
di henrysg [user #40175]
commento del 20/11/2020 ore 15:09:36
Be ovviamente è tutto riferito alle mie esperienze personali. Si vede che io e i miei amici rientravamo decisamente nella categoria qui sopra descritta. Ma è vero che abbiamo fatto tutti la scelta del megaampli per poi cambiare idea una volta passata la sbornia. In questo il top del top è stato mio cugino ( sembra una storia degna di elio ma è assolutamente vera) che si è assemblato uno stack composto da: pre marshall, finale un vecchio davoli a valvole preso non so dove ma di potenza devastante, una cassa 4x12 autocostruita. il tutto costituiva un rack degno della nasa ai tempi della corsa alla luna, occupava una stanza intera. Mio cugino se lo portava dietro con un ducato perchè facendo il padroncino era dotato di mezzi di trasporto adeguati. lo avrà usato due volte perchè aveva un volume ingestibile. roba da denuncia
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 20/11/2020 ore 12:32:57
Cen'e' per un cortometraggio, una clip per un brano punk😀
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 20/11/2020 ore 12:35:55
Recentemente suonai con un combo monocono da ben otto pollici in un teatro, non microfonato. Si sentiva bene.
Rispondi
di Bob67 [user #33904]
commento del 20/11/2020 ore 13:50:43
Tanti anni fa ho avuto il piacere di assistere dalle mie parti a un concerto strepitoso ... un amico mi fa : andiamo stasera a sentire Buddy Whittington ? Io rispondo : ma chi e' ? Ragazzi si presenta sul palco un uomo dal peso di circa 150 kg un ampli Dr z zero pedali se non l'accordatore una bella strato che alternava a una tele ... un suono strepitoso ragazzi io sono rimasto basito ! Non aveva praticamente nulla capite ? Lo avevo a tre metri di distanza Vedevo tutto ! Concerto bellissimo .. aveva la sua band .. io ammetto la mia ignoranza non conoscevo questo artista ma e' veramente stupendo e canta pure da Dio ! Ciao a tutti
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 20/11/2020 ore 14:55:08
Vabbè ha suonato con John Mayall per anni.
Un gigante (in tutti i sensi).
Rispondi
di wo utente non più registrato
commento del 21/11/2020 ore 23:42:43
L'anno scorso anche a me é capitato di vederlo in concerto qui in Spagna.
Buddy Whittington é un grande chitarrista di blues; era anche il chitarrista di John Mayall.
Rispondi
di gaffed [user #54687]
commento del 20/11/2020 ore 14:28:28
Ti diverti eh ?
Alle prossime prove ti sistemo !
Firmato : il sosia del fratello di Prince 😎
Rispondi
Loggati per commentare

di Hank McAbrahams [user #34498]
commento del 20/11/2020 ore 15:46:52
tutto terribilmente vero
Rispondi
di MAURIZIO [user #49375]
commento del 20/11/2020 ore 16:21:44
Sono uno dei rari chitarristi che tende ad ascoltare il tutto e non solo sé stesso. Dovremmo farlo un po' tutti. Invece il batterista di una delle band in cui ho suonato aveva il vizio di rimproverarmi per il volume troppo alto. All'ennesimo richiamo metto il mio volume a zero (praticamente ero in stand-by e fingevo di suonare); quando termina il brano gli chiedo se così va bene, e lui mi fa "magari un pelino ancora più basso"...
Rispondi
di eko22 [user #15375]
commento del 20/11/2020 ore 17:24:38
Bellissimo articolo pieno di verità assolute.

Come dimenticare però il chitarrista con mega strumentazione ultra tecnologica da millemila euro (di cui usa due o tre pre-set) che va dal fonico a chiedere se ha una pila da 9 volt?
Rispondi
di Sciamano [user #50087]
commento del 20/11/2020 ore 19:41:04
"Guarda che nel cambio tempo scompari. Fai in modo di avere o un po'di volume in più o un pizzico di fai ulteriore".
"Capito. Poi, lì mi invento qualcosa con le mani".
Rispondi
di Sciamano [user #50087]
commento del 20/11/2020 ore 20:24:0
*gain
Rispondi
di Adam79 [user #50900]
commento del 22/11/2020 ore 14:58:43
Ahahahahah fenomenale!
Rispondi
di lolloguitar [user #48123]
commento del 23/11/2020 ore 09:41:35
Ragazzi no no no fatemi spezzare una lancia a favore dei chitarristi super attrezzati!!!! che la strumentazione sia eccessiva paragonata all'uso che ne facciamo è vero... che si ottengono risultati ottimi anche con piccoli gear è altrettanto vero... però vuoi mettere la soddisfazione?? essendo una passione e non un lavoro ammettiamolo che si comprano pedali, ampli e chitarre per una gioia personale più che per una necessità! ma questo avviene un po' in tutti i settori: chi si compra la ducati da corsa o la ferrari per farci i giretti la domenica, orologi e vestiti da migliaia di euro per andarci a fare l'aperitivo.... come disse qualcuno "la differenza tra bambini e adulti sta solo nel costo dei giocattoli".
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 23/11/2020 ore 09:42:29
Devo dire che in trent'anni non ho mai incontrato nessun chitarrista che corrisponda a quello descritto. Eppure ho suonato in tantissime band, più di una decina, con alcuni per tanti anni, con altri qualche mese. Ho incrociato chitarristi davvero bravi, lo ammetto. Una cosa che mi è piaciuta tanto di tutti è che non ho mai trovato gente fissata con la strumentazione, al punto che ho iniziato a pensare agli strumenti in epoca relativamente recente. Oggi sono un collezionista di chitarre e ho davvero una quantità spropositata di roba, ma in tutti gli anni di musica live non ce n'è mai fregato nulla. Ad esempio ho suonato con un chitarrista che ha decine di chitarre e diversi ampli, ma sia alle prove che ai live si è sempre presentato con una chitarra e un ampli valvolare di medio wattaggio. Confesso che ancora oggi guardo con sospetto il musicista che mi arriva nel gruppo con pedaliere digitali. Per la mia esperienza modesta (ho fatto qualche centinaio di live e migliaia di prove ma non sono un professionista) è roba che funziona molto bene in casa, poi live hanno suoni terrificanti e soprattutto non c'è tempo per fare immediatamente le mille regolazioni che richiederebbero. Secondo me, è roba per professionisti che hanno tempo e capacità di manovrarle. Quando si suona live non servono settecento simulazioni di ampli, un milione di delay ecc. E non c'è tempo per aggiustare tutto, in caso qualcosa non vada. Sono sufficienti un ampli normalissimo, una chitarra normalissima, tre o quattro pedali decenti e soprattutto un chitarrista capace con le manine, e non un esperto di tip tap. E fortunatamente chitarristi così ne ho trovati tanti. Non è una bazzecola infilare venti assoli intonati, più riff accattivanti e ritmiche uniformi. Tutto di seguito, in piedi, davanti a un pubblico.
Oggi però la maggior parte dei musicisti suona in casa, si registra e va su YouTube, ed ha tutto il tempo di fare mille regolazioni e mille prove. Live hai una chance a serata.
Giocare con le apparecchiature digitali, in confronto, è come giocare a calcio sulla playstation impiegando il 90% a fare la formazione e solo il 10% a giocare davvero. Non è una critica, ma un diverso approccio. Ognuno si diverte come vuole. L'importante è ascoltare tanta musica e godere suonando qualsiasi cosa.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 24/11/2020 ore 08:58:07
Non ho la tua esperienza in termini di live, ma è tanto che suono e ne ho viste tante.
Al di là dell'articolo divertente, posso dire che hai ragione, anch'io ho sempre visto quello che hai visto tu.
Anch'io ho incontrato tanti chitarrtisti bravi, poca roba e molta mano, e l'unica cosa che puoi fare è toglierti il cappello.
Ti posso solo un po' smentire sul digitale, se è di alto livello posso assicurarti che una volta che a casa hai settato bene tutto, nel Live non c'è nulla da regolare, basta dare due cavi (o uno solo) al fonico, e suonare. Poi è vero che, per il momento, i suoni migliori li ho sentiti da professionisti, o semi professionisti, che avevano il loro valvolare, la loro chitarra (massimo due) e qualche pedale... e le loro mani felici.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 24/11/2020 ore 09:10:33
Immagino che quello sul digitale sia un mio pregiudizio, dovuto sia alla mia naturale pigrizia (mi siedo, accendo l'ampli, al massimo schiaccio un paio di pedali ed è fatta) nell'accendere il pc, aprire il software e mettermi a regolare parametri vari; sia al fatto che trovo ancora strano passare per un pc per suonare senza registrare (e pure lì basterebbe un mixerino qualunque).
C'è pure un terzo fattore che mi perplime: ok, uno ha il digitale, bellissimo, ma... da dove esce il suono? Perché se uno mi si presenta con la Helix ma poi si collega all'impianto del localino che spesso è pessimo/malridotto, beh... che spreco! Insomma, a quel punto finisce che ti devi portare una bella cassa da casa per rendere il suono degno della spesa farra prendendo Helix/Fractal. E a quel punto, diventa equivalente all'ampli e pedali, con più peso ma meno fatica a gestire il suono. Almeno credo, non lo so. Nel digitale sono ignorante: mi limito solo a guardarmi intorno e finora non posso dirmi incoraggiato.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 24/11/2020 ore 09:25:07
Col digitale c'è da smanettare certamente di più, ma per settarti su quello che vuoi ottenere, una volta fatto sei a posto, diventa come con l'ampli, accendi e suoni.
Io sono dell'idea che per chi ha una band che produce musica propria, con un suo genere e i suoi pochi suoni ben definiti, il digitale (parliamo sempre di alto livello) è utile in termini di portabilità, suona bene, ma il suono di un valvolare è, e sarà sempre, meglio.
È molto utile invece se fai musica di vario genere, cover, allora ti permette di avere a disposizione senza dover smanettare nulla, una bella tavolozza di suoni creati a dovere. Solo questo.
Poi hai ragione, se sei in un pub con un impiantino scadente, te lo tieni.
Comunque ti capisco, se sei refrattario allo smanettamento, lascia perdere.
Rispondi
di duejet [user #4424]
commento del 23/11/2020 ore 19:04:41
Suono la chitarra da 30 anni, tanti gruppetti, pub e prove e ho visto cose che voi umani......Il 90% delle volte la causa dei problemi era il bassista che causava sterilità a chi si trovava nel raggio di 50 metri a causa del volume MOSTRUOSO delle basse frequenze.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 24/11/2020 ore 08:59:47
Confermo, ci metto anche il batterista, quando pesta come un fabbro.
Rispondi
Altro da leggere
Manuale di sopravvivenza digitale
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Manuale di sopravvivenza digitale
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
Neural DSP Quad Cortex: troppo per quello che faccio?
Massa, sustain, tono e altri animali fantastici
Ho rifatto la Harley (Benton ST-57DG)




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964