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Fender Stratocaster American Professional II: tradizione nel terzo millennio
Fender Stratocaster American Professional II: tradizione nel terzo millennio
di [user #17844] - pubblicato il

La Stratocaster riceve uno switch nascosto per due posizioni extra, hardware rivisitato e un tacco inedito: abbiamo testato a fondo per voi la Fender American Professional II.
Definire i canoni della liuteria elettrica Fender è difficile. Dopo oltre mezzo secolo di attività, non si può pensare che i progettisti siano rimasti a guardare la concorrenza che avanza ed ecco che nuove scelte tecniche e stilistiche devono farsi largo in catalogo. Nel 2016 ci si rende conto che la definizione di “Standard” sta ormai stretta: chi può arrogarsi il diritto di reinventare chitarre come la Stratocaster e la Telecaster e definirle “il nuovo standard”? Forse, neanche Fender stessa.
Così la longeva serie esce di scena e le subentra una inedita American Professional.

L’intenzione della gamma è chiara fin dal nome: una American Professional è una chitarra fatta in USA, uno strumento rivolto ai professionisti. Vuole dedicare un chiaro tributo ai modelli che hanno fatto la storia del sound elettrico ma intende fronteggiare a testa alta i rivali più agguerriti, al fine di trovare posto nelle rastrelliere dei musicisti impegnati a calcare palchi importanti, sotto la tempesta magnetica di uno spettacolo di luci, con il calore dei riflettori che mette a dura prova l’accordatura, collegati a pedalboard consistenti e sistemi di amplificazione all’avanguardia.
I palcoscenici sono diversi rispetto agli anni ’50, così lo è il modo di fare musica, e la dotazione di uno strumento deve evolversi di conseguenza, pur senza perdere di vista il proprio punto di partenza.

Il catalogo Fender offre tutt’ora una nutrita lista di pezzi d’ispirazione fortemente vintage con la serie Original e, viceversa, si è dimostrato capace di solleticare i desideri dei chitarristi più attenti alla performance con le controparti Ultra. La American Professional, che nel 2020 giunge alla seconda edizione, sembra sedersi esattamente nel mezzo.

Fender Stratocaster American Professional II: tradizione nel terzo millennio

I legni
Con tutta la fedeltà che ci si può aspettare a quasi settant’anni di distanza dalla prima apparizione della Stratocaster, la American Professional II su cui abbiamo messo le mani è un assemblato di ontano e acero di prima scelta, leggero quanto basta e dalle trame uniformi.
Il palissandro è un’alternativa per la tastiera, ma in catalogo non compare più l’opzione del frassino, come da un recente annuncio di Fender. Tuttavia, dell’affascinante pino trattato ad alte temperature sopperisce degnamente alla necessità di venature a vista, per i fan del genere.

La struttura
La bolt-on più famosa di sempre si rifà il trucco. Il tacco è (finalmente) smussato, ma non è estremo come visto sulle Ultra: i liutai hanno limato quel tanto che basta per rimuovere lo spigolo vivo che i fan dei registri più acuti trovano spesso antipatico, ma senza sottrarre superficie di contatto alla base.
Tutto va a vantaggio della suonabilità. È uno di quei dettagli che non può far altro che piacere, e pensare che possa in qualche modo penalizzare la resa dello strumento è pura fantascienza.

Fender Stratocaster American Professional II: tradizione nel terzo millennio

Il manico
Lo shape Deep C funziona, questo è quanto. La forma tondeggiante fa sentire subito a casa i fan di casa Fender, la sezione leggermente più abbondante rispetto al Modern C riempie la mano ma non affatica grazie a una forma irregolare che accompagna in modo naturale il palmo lungo tutta l’escursione e, probabilmente, anche per merito dei bordi della tastiera smussati il giusto da regalare una presa solida e confortevole. La finitura satinata, particolarmente setosa al tatto, contribuisce a muoversi tra le posizioni con sicurezza e agilità.
22 fret di tipo narrow tall posano su un raggio da 9,5 pollici: a metà strada tra i canoni vintage e moderni, offre un feel classico senza compromettere la suonabilità, l’esecuzione di bending e i vibrati più ampi.

L’hardware
Le parti in metallo rappresentano un degno punto d’incontro tra storia e innovazione.
Il ponte a due viti ricerca una resa moderna e l’innesto della leva a pressione permette di tenerla ferma lì dove serve, senza ciondolare quando abbandonata. Al contempo, le sellette ricurve in stile vintage sono una delizia per gli occhi e per il palmo destro dei tradizionalisti.
Sulla paletta, un set di meccaniche staggered - cioè ad altezza compensata per ogni corda - incrementa la pressione sul capotasto senza eccedere con gli alberelli abbassa-corde.
L’insieme garantisce una buona stabilità, con il feel del Tremolo di sempre e qualche “asso nella manica” in più, pur senza sfociare nella tipica macchina da dive bomb.

Fender Stratocaster American Professional II: tradizione nel terzo millennio

L’elettronica
Proprio quando si pensa che un filo di qualità avvolto intorno a un buon magnete sia tutto quello che serve per creare un single coil di livello, ecco che i cervelloni di casa Fender rimescolano le carte in tavola e tirano fuori i V-Mod.
Quelli montati sulla American Professional II ne sono la seconda versione, evoluzione dei pickup introdotti nel 2016 con la prima serie e con lo stesso concetto alla base.
Si tratta di single coil in piena regola al cui interno convivono però più magneti, scelti per valorizzare e compensare le caratteristiche delle diverse corde e frequenze. Lo scopo è disegnare un pickup bilanciato, che dia la giusta quantità di definizione ai bassi allo stesso modo in cui è capace di fornire la corretta dose di corpo agli acuti.
Dopo aver spinto la Strat in terreni difficili e distanti tra loro, con escursioni ora nel jazz e ora nel metal, bisogna ammettere che il traguardo è incredibilmente vicino. Certo, la brillantezza di certi modelli vintage o il “growl” di un single coil sotto steroidi hanno il loro fascino e non saranno i V-Mod II a mandarli in pensione, ma è innegabile che questi ultimi sono capaci di un equilibrio invidiabile. In un contesto moderno, dove la chitarra deve convivere con effetti di ogni tipo e - perché no - svariate simulazioni di amplificazione, non è un dettaglio da sottovalutare.

Avere a disposizione una pletora di suoni più ampia possibile sembra essere una priorità per la Professional. Compare così anche un gustoso switch push-push sotto il secondo tono: il suo compito è attivare il pickup al manico indipendentemente dalla posizione impostata sul selettore a cinque vie. Con questo, sarà possibile accedere a combinazioni alternative quali la somma di ponte e manico o l’attivazione di tutti e tre i pickup insieme.
Se la prima opzione non ha segreti per i patiti del custom, l’altra offre dei risvolti davvero stimolanti.
Complice una dotazione di manopole dall’escursione regolare, morbida e utilizzabile in ogni condizione, l’elettronica della American Professional II non può che ricevere un convinto pollice in su.



Quando si cerca di strizzare l’occhio al passato e mettere un piede nel futuro, il rischio di ritrovarsi con uno strumento che non è “né carne né pesce” è concreto. Eppure la American Professional II supera con decisione l’ostacolo e mette davanti al musicista un pasto completo, con un ricco menù di portate dalle quali attingere per ottenere le sfumature ogni volta più adatte.
E poi, diciamolo, quella finitura…
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Link utili
Scopriamo le American Professional II
Stratocaster American Professional II sul sito Fender
Fender rinuncia al frassino?
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di Max Scarpanti [user #56093]
commento del 26/11/2020 ore 08:16:43
Giratela come volete è sempre lei.
La più ergonomica, la più versatile, la più copiata, la più venduta solid body al mondo.

Ha firmato il decennio più prolifero del Rock '69/'79.
Hendrix, Clapton, Gilmour, Blackmore, Knopfler, Beck e compagnia al seguito.

Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 26/11/2020 ore 08:41:55
Mi spiace, ma dopo 30 anni di esperienza, due su quattro non le condivido. La più ergonomica no, possiedo una American standard e rispetto ad altre solid body che ho o ho suonato (ad esempio Ibanez Jem, Ibanez JS24, ESP/LTD F serie o Manne Taos) non c'è paragone: la Fender è decisamente più scomoda ed il manico affatica molto meno la mano. Neppure su "la più versatile" mi trovi concorde: la classica (tre single coil) è molto più limitante di, ad esempio, HSH o HH con il p.u. al manico splittabile a single coil.
Ciao
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di francesco72 [user #31226]
commento del 26/11/2020 ore 10:15:42
Scusa, volevo scrivere che il manico delle seconde, affatica molto meno la mano.
Ciao
Rispondi
di JEM utente non più registrato
commento del 26/11/2020 ore 13:31:36
Sono punti di vista. Per me, il percorso è stato al contrario. Trovo molto poco versatili le chitarre con configurazioni HH o HSH, prediligendo la versatilità della configurazione HSS, e scomodissimi i manici "sottiletta" (tipo quello della Jem). Quindi, alla fine il passaggio alla Stratocaster è stato naturale. Per me, è lo strumento definitivo.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 26/11/2020 ore 17:54:55
Certo, sono punti di vista, infatti facevo notare all'amico che nella mia esperienza ho trovato chitarre più ergonomiche. Sulla configurazione dei p.u. mi pare che le combinazioni della la Steve Vai e quelle di una stratiocaster HSS siano le medesime, unica differenza è che il p.u. al manico in un caso è single coil e nell'altro humbacker, ma rimane una sonorità abbastanza profonda.
Ad ogni modo, il mio interevento era solo per limitare un po' la pretesa di perfezione assoluta indicata dall'amico Scarpati. Giustamente ognuno ha le proprie preferenze, proprio per questo non esiste LA chitarra.
Ciao
Rispondi
di MuddyWaters [user #47880]
commento del 26/11/2020 ore 08:19:04
Madonna... guardate quella vite appena alla destra del manico. Quella del battipenna appena sotto al manico. Fender secondo me s'è scimunita. Ma nemmeno le Harley Benton da 100 euro.
Rispondi
di bobbe [user #36282]
commento del 26/11/2020 ore 20:47:20
La vite è semplicemente un po' svitata, capirai che gran difetto....
Rispondi
di MuddyWaters [user #47880]
commento del 26/11/2020 ore 21:03:24
Quella non è solo svitata... è proprio lo svaso del battipenna che è fatto male. Lo vedi che si vede il nero? Comunque pure se fosse solo svitata, su una chitarra da mille e passa bombe, è inaccettabile. Poi non so che standard hai tu.
Rispondi
di Ghirmo [user #11530]
commento del 26/11/2020 ore 22:01:52
lo standard di chi sa usare un cacciavite :)
Rispondi
di bobbe [user #36282]
commento del 27/11/2020 ore 02:07:16
Ma infatti...
Rispondi
di fenderpassion61 [user #13902]
commento del 27/11/2020 ore 19:07:35
Magari è parente delle Strato che sono arrivate a te...
Rispondi
di MuddyWaters [user #47880]
commento del 28/11/2020 ore 08:06:23
Eh si. Sarà diventata una caratteristica "Fender" le viti messe ad capocchiam.
Rispondi
di vinnij4 [user #15879]
commento del 26/11/2020 ore 09:09:30
Secondo me, novità sostanziali non ce ne sono. Hanno solo assorbito le varianti statisticamente più importanti che negli ultimi anni sono state proposte in rete e, giustamente, Fender le ha ufficializzate, facendole sue (visto che nessuno le aveva brevettate), proponendole come innovazione. In particolare mi reiferisco al "famoso potenziometro push pull" con il quale attivare la sesta e la settima posizione (o se volete chiamiamola permutazione) tra i tre pick-up, senza stravolgere l'estetica classica. Ci sta, è un valore aggiunto che aumenta le sonorità ma sempre una stratocaster rimane: una delle due scuole di pensiero, perchè l'altra è quella Gibson. Io personalmente, ho una fender Stratocaster "Buddy Guy signature" sulla quale ho montato lo stesso identico circuito attivabile con il secondo potenziometro toni e la trovo comunque una bellissima trovata.
Rispondi
di FranxAJ [user #18541]
commento del 26/11/2020 ore 09:18:54
A me semplicemente piace, e neanche poco! Serie veramente ben riuscita, difficile chiedere di più :)
Rispondi
di esseneto [user #12492]
commento del 26/11/2020 ore 09:36:2
Inanzitutto complimenti Pietro per questo articolo dai un ottima idea delle potenzialità della nuova stratocaster professional che è poi l'erede della vecchia standard chitarra che dal 1990 circa in poi ho suonato. Attualmente delle varie che ho avuto mi è rimasta soltanto una standard del 1996 che ha come unica particolarità un piccolo adesivo dorato dietro la paletta che celebra il 40° anniversario.Il colore della nuova strato lo trovo molto accattivante , sarei curioso di provare il feel del manico deep C il modern C non mi ha mai entusiasmato preferisco quelli anni 50' a V, da quello che ho potuto sentire nel video i tipici suoni strato "moderni" ci sono tutti con qualche optional tipo il pick up al ponte e al manico collegabili insieme che fa molto Gilmour ma che secondo me non serve a molto.Li definisco suoni moderni perchè a mio parere il ponte a due viti caratterizza moltissimo il risultato finale conferendo al timbro una certa durezza un pò svuotata sulle medie ma garantendo prestazioni molto più performanti rispetto al classico sei viti,lo smusso al tacco esteticamente lo trovo bruttissimo ma sicuramente dal lato pratico serve, Jeff Beck docet.
Rispondi
di nls [user #39288]
commento del 27/11/2020 ore 11:52:54
...tacco al manico che tra l'altro esiste già da decenni! Io ce l'ho su una deluxe del 2004. Lo trovo molto comodo, con l'unico contro che se vuoi cambiare manico quelli con i buchi per le viti classici simmetrici non vanno bene.

Io amo le strato come chitarre in se, ma una menzione di merito va sicuramente a come il marketing fender riesce a spacciare per nuovi cambiamenti che lei stessa aveva già implementato da tempo ;)

Sul carattere sonoro del ponte io ho avuto un po' le sensazioni opposte: la chitarra con il wilkinson 2 viti è molto più dolce del classico suono strat, ma magari ci sono altri fattori che contribuiscono...
Rispondi
di Rothko61 [user #32606]
commento del 26/11/2020 ore 10:25:06
Non capisco perché la Fender non abbia mantenuto con le serie successive - neanche in questa - la comoda soluzione per la regolazione del truss rod che aveva introdotto con la serie Elite nel 2016.
La rotellina alla base del manico è molto più comoda... e infatti la mantengono nelle cugine Charvel.
Rispondi
di Orange70 [user #37435]
commento del 26/11/2020 ore 11:50:03
Esatto, infatti la vera delusione è la serie Ultra. Ha tolto la rotella di regolazione alla base del manico che era una ottima soluzione e non ha nemmeno introdotto l'acero roasted per i manici. Senza contare che per le Tele una opzione di ponte Bigsby non farebbe schifo a nessuno.
Rispondi
di JEM utente non più registrato
commento del 26/11/2020 ore 13:34:03
La Ultra non ha convinto neanche me. Infatti, penso che nell'ottica di product placing di Fender, ci si debba rivolgere ad altri marchi della famiglia Fender, tipo Charvel. La serie DK offre delle soluzioni più moderne e molto interessanti.
Rispondi
di Orange70 [user #37435]
commento del 26/11/2020 ore 14:07:25
la mia impressione seguendo l'evoluzione dei vari modelli di "punta), da american deluxe a Elite a Ultra è che tendano a volere creare un mercato di persone che comprano sempre l'ultimo modello (tipo Iphone), per questo ci sono poche differenze tra un modello e il successivo. Sempre con un aumento di prezzo però
Rispondi
di JEM utente non più registrato
commento del 26/11/2020 ore 14:09:37
..d'altronde, la stessa cosa è successa per le altre fasce di prodotto: si è passati da Highway One ad American Special ad American Performer nella fascia bassa. Da American Standard ad American Professional, ad American Professional II nella fascia media. E' cambiato pochissimo. E' marketing.
Rispondi
di Yago71 [user #55788]
commento del 26/11/2020 ore 14:42:53
Beh...a ben guardare un cambiamento assai importante è invece stato fatto..ben più importante del cambio di un pick up o dell'introduzione di qualche "nuova diavoleria nell'elettronica) tanto importante da risultare immodificabile..
Parlo dell'abbandono del frassino per i body ( almeno per le produzioni standard..)..
Scusate se è poco..
Addio ad uno dei legni più belli da vedere e più risonanti..
Da ora in poi a tutto "ontano"...
Se non è un deciso passo indietro questo..
Altro che switch e smussature del tacco
Rispondi
di JEM utente non più registrato
commento del 26/11/2020 ore 14:49:01
Eh si, ma quella del frassino è stata una scelta dettata da vincoli ambientali, anche se non si capisce perché ci siano modelli di Charvel interamente in frassino. I modelli natural adesso sono in legno di pino, che in realtà (almeno sulla Telecaster) è un ritorno alle origini.
Rispondi
di Yago71 [user #55788]
commento del 26/11/2020 ore 15:53:09
Si sì ho visto quella in Pino roasted,che è anche molto accattivante esteticamente..
Ma questo comunque nulla toglie al fatto che il legno di frassino in liuteria e soprattutto nella costruzione delle Fender è insostituibile..
Per il discorso che sia stato fatto per motivi "ambientali".. vabbè dai stendiamo un velo pietoso..
Diciamo che usare ontano o pino costa meno,cosa di cui per altro non ne risente di pari passo il prezzo visto che costano sempre di più !
Rispondi
di nls [user #39288]
commento del 27/11/2020 ore 11:58:28
Una domanda che mi sono sempre posto è se il pino possa dare problemi a lungo termine. Esteticamente anche a me piace, ma è un legno notoriamente soffice (considerato un legnaccio di bassa lega in genere) e mi chiedo se questo possa presentare problemi negli anni nei punti più sotto pressione come le sedi delle viti del ponte e manico.
Rispondi
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 30/11/2020 ore 15:04:51
Beh, leggendo un'interessante intervista a Justin Norvell, quale vicepresidente esecutivo di Fender, sembrerebbe che il frassino di palude, che comunque a parte Fender e pochi altri casi non mi pare possedere questo grandissimo peso in campo liuteristico (correggetemi se sbaglio), sia in forte diminuzione a causa di un'infestazione di parassiti, di qui la scelta di non utilizzarlo per un po' di anni, al fine di preservarne la sopravvivenza. Sembra anche che stiano studiando l'uso di altre specie più pesanti, eventualmente con corpi alleggeriti, perciò non credo sia una questione meramente economica, anche perché comunque, sempre da ciò che ne so io, non stiamo parlando di legni pregiati.
Rispondi
di Yago71 [user #55788]
commento del 30/11/2020 ore 15:21:01
Beh ....lo swamp Ash, è un legno ottimo e con una sua decisa e definita personalità
E molto risonante..
Su questo non ci sono dubbi..e infatti guarda caso scarseggia..
L'alternativa scelta è l'ontano...uno dei legni più anonimi che esistono sia come suono che come estetica..
Per cui al di là di tutte le motivazioni addotte per la scelta ( comprese l'infestazione di parassiti),in fondo ci sono si sicuro e in primis motivazioni economiche
Rispondi
di Max Scarpanti [user #56093]
commento del 27/11/2020 ore 08:08:2
Secondo me il ponte Bigsby cambierebbe il suono secco, pungente e cristallino che rende la Telecaster riconoscibile tra tutte le solid body. E' nata minimalista e deve restare tale.
Rispondi
di Orange70 [user #37435]
commento del 27/11/2020 ore 14:18:
questione di gusti, ma come opzione non sarebbe un'idea sbagliata
Rispondi
di Kapa utente non più registrato
commento del 26/11/2020 ore 12:07:40
È comoda ma non si può vedere, orrenda e accumula sporco che non puoi pulire
Rispondi
di wo utente non più registrato
commento del 26/11/2020 ore 10:33:49
È bellissima.
Rispondi
di bobbe [user #36282]
commento del 26/11/2020 ore 13:30:32
Colore da paura... e poi c'è poco da fare, la strato è sempre la strato, bellissima.
Rispondi
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 26/11/2020 ore 14:05:0
La mia previsione: in molti l'acquisteranno perché Made in USA significa ancora qualcosa, dopodiché leggeranno tonnellate di articoli su internet e saranno scontenti perché non suona da vera Strat; la metteranno in vendita, come le migliaia di American Standard che invadono i soliti siti, e vorranno una CS su specifiche vintage...

Scherzi a parte a me piacciono molto, non le comprerei ma alla Fender hanno creato un ottimo mix.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 26/11/2020 ore 14:53:44
Per me è bellissima.
Molto interessante la possibilità di aggiungere il pickup al manico.
Chiedo due cose a Pietro:
- il colore è veramente bello, non capisco se è un tono lievemente "perlato/metallizzato" o è una normale tinta piena. Molto diverso direi da quello che si vede dal sito Fender.
- Il battipenna non capisco se è mint-green, oppure un bianco avorio.
Rispondi
di briziofazer [user #21497]
commento del 26/11/2020 ore 15:28:39
Quest'anno hanno fatto proprio un bello strumento, bel suono bei colori ma ogni anno il listino sale sempre di più, la cosa che mi sorridere è il nome professional considerando che i professionisti non la useranno mai in quanto comprano solo Custom Shop , però mi sembra il modello più azzeccato da anni a questa parte, io però mi sono comprato una Fujigen che con una spesa minore ha suono e specifiche nettamente superiori..
Rispondi
di wo utente non più registrato
commento del 26/11/2020 ore 15:42:29
"i professionisti non la useranno mai in quanto comprano solo Custom Shop"

Non è vero.
Rispondi
di Yago71 [user #55788]
commento del 26/11/2020 ore 16:00:0
Bisogna capire di che livello di professionisti parliamo..
Se ti riferisci alle "star delle sei corde" be' quelli se la fanno fare su misura,quindi tu uguale a loro non la potrai mai avere,neanche se fai uno "special order" al Custom shop..
Per il resto Fior di musicisti usano degli strumenti standard..magari modificati nell'elettronica,ma pur sempre standard
Guarda è più facile che usino strumenti vintage ( anni 60/70) che non Custom shop..
Rispondi
di briziofazer [user #21497]
commento del 26/11/2020 ore 16:30:24
Non l'ho scritto ma si, in generale sui palchi dei pro si vedono sempre strumenti vintage o custom shop, io molto raramente ho visto le serie "normali" ...
Rispondi
di marcoecami [user #54447]
commento del 26/11/2020 ore 20:58:40
Sembrano ben fatte, però chi ha preso una professional 1 poco tempo fa, si ritrova già una serie nuova... Non mi piacciono però i colori di questa serie 2
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 26/11/2020 ore 22:52:27
Complimenti per la bellissima recensione. Completa, credibile (per intenderci, non da venditori di pentole, come se ne trovano ogni tanto su yt), spiega bene e non annoia. Ho chitarre di diversi marchi, tra cui anche Fender, e non mi lascio impressionare dai nomi, per cui la mia ammirazione è autentica per il lavoro che fa questa azienda da tanti anni, migliorando sempre e più e offrendo una buona gamma di variazioni ad appassionati e professionisti, a prezzi variabili. Le Pro I e II sono strumenti molto ben fatti e affidabili. Una certezza.
Belle anche le nuove finiture.
Rispondi
di marchino72 [user #29854]
commento del 27/11/2020 ore 00:05:05
Scusate, ma le G&L, esempio Comanchee, è da una vita che hanno 7 posizioni... Leo docet.
Rispondi
di nls [user #39288]
commento del 27/11/2020 ore 12:02:56
...e il tacco smussato esiste almeno dal 2001 su fender, per non parlare di altre marche!

PS splendide chitarre le G&L, ma devo ammettere che quella paletta proprio non mi va giù!
Rispondi
di peppe80 [user #11779]
commento del 27/11/2020 ore 15:09:10
La strato è la strato, possono cambiare nome della serie ma resterà fondamentalmente sempre la stessa e sempre la piu copiata. Bella recensione e bella chitarra anche se personalmente della nuova serie non mi piacciono le colorazioni, per avere una colorazione standard bisogna rivolgersi alle serie Original purtroppo. Piccola nota riguardo l'acero dalle trame uniformi, purtroppo temo che non è cosi su tutti i modelli e che sia invece "come capita". Ho una standard anni 90, finitura dell'acero scura (colorazione ambrata) e venature da legno vero, qualche anno fa ho preso una Tele della serie Professional, gran suono (quindi presumo lo stesso per la Strato), ma il manico veramente inguardabile, finitura bianchiccia, piu che acero sembrava pino) ed una fiammatura irregolare nella paletta che in base a da dove si guarda il manico sembra che quest'ultimo abbia due colori diversi, venduta dopo poco per una Original, stesso tipo di verniciatura dell'acero ed anche qui marezzature che mi fanno pensare a legni non proprio "scelti", e onestamente su chitarre di oltre 1500 baiocchi, credo ciò sia inaccettabile. Presto sarà in vendita anche lei e molto probabilmente andrò alla ricerca di una chitarra usata anni 90 o primi 2000.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 30/11/2020 ore 17:42:13
Sai, sui legni dei manici mi sono ritrovato un po' a fare i tuoi stessi ragionamenti, ma ho dovuto ricredermi ed abbandonare le mie antiche "credenze" basate solo su quello che vedo. Ho una Suhr limited del 2020 che ha manico e body con delle venature talmente fitte che finora roba del genere l'avevo vista solo sulle Fender masterbuilt, ma questa Suhr, pur costosa assai, non costa quanto una masterbuilt con i legni iperselezionati, quindi è già un primo elemento che incrina la concezione... visiva. Per non parlare del fatto che ho una Tom Anderson dell'anno scorso che suona una meraviglia ed ha un manico di acero totalmente anemico e completamente privo di venature.
Secondo me, stiamo entrambi prendendo una cantonata basandoci su criteri del genere. Lo dico umilmente, magari ne sai più di me e quindi alzo le mani.
Rispondi
di peppe80 [user #11779]
commento del 01/12/2020 ore 11:20:14
Assolutamente d'accordo! Infatti mi riferisco esclusivamente all'aspetto estetico, che se trascurabile in uno strumento entry-level sicuramente non deve esserlo in uno strumento che si definisce "Professional". Sra' un acero di qualita' migliore? Non lo so, non sono un esperto di legni; altra domanda.. E' brutto esteticamente? Si quello posso, personalmente, affermarlo. Non e' un caso che in tutte le foto su cataloghi, siti, ecc.. venga fatta una selezione (mai viste chitarre con legni oggettivamente brutti a vedersi) che pero' non viene fatta sugli strumenti destinati al commercio.
Il mio e' piu un senso di frustrazione dettato dal fatto che pur avendo a disposizione una somma tra 1,5 e 2,0 mila euro so che c'e' un elevata possibilita' che andrebbero investiti in uno strumento di cui molto probabilmente sarei insoddisfatto esteticamente; non sono strumenti facili a trovarsi nei negozi (i quali li hanno solo in determinate finiture e spesso un solo esemplare per colore) e ordinarlo sarebbe praticamente un terno al lotto. Le alternative sono rinunciare all'acero e andare per il palissandro, cercare un buon usato o accontentarsi.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 01/12/2020 ore 12:02:45
Al prezzo che dici tu, si possono ottenere belle soddisfazioni estetico-acustiche con una Strato Clapton. Manico satinato, venature gradevoli, boost incorporato, i migliori noiseless in circolazione, un controllo medi migliore del solito, un suono ipercristallino e uno strumento rivendibile.
Se poi vuoi vedere venature paranormali (non fasulle come quelle delle chitarre supereconomiche, ma autentiche), tocca andare sull'usato. Così con lo stesso budget prendi uno strumento di fascia ancora più alta.
Però in sintesi, ti direi di non fissarti troppo. Con quel budget compri una signora chitarra, o nuova o usata. Prendi quella che ha le caratteristiche che più ti possono soddisfare. Brutta non lo sarà mai, a quel prezzo.
Rispondi
di peppe80 [user #11779]
commento del 01/12/2020 ore 14:42:38
Si cosi' dovrebbe essere, onestamente sono in cerca di una Tele (a Strato sono ok), prima dovrei pero' levarmi la mia Original 50. A quel punto sul nuovo ci sarebbe la serie Professional senno dovrei andare sull usato. Spero di trovare quella che mi si addice, ne ho gia cambiata una (Tele) e questa sarebbe la seconda che venderei e per me che non ho mai venduto una chitarra in 20 anni, e' gia troppo! :D
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di Francescod [user #48583]
commento del 01/12/2020 ore 14:46:36
Cosa non ti soddisfa della tua original 50?
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di peppe80 [user #11779]
commento del 01/12/2020 ore 15:34:39
La chitarra ha un bel suono, e risuona molto bene.. non mi piace molto la finitura del manico, sia come colorazione, sia come vernice (le dita tendono ad appiccicare molto facilemnte a causa della verniciatura) ed in generale la sensazione di uno strumento "grezzo", ma questo credo che e' una cosa tipica della Telecater. Questo effetto era molto meno accentuato nella precedente Professional, complice il manico molto comodo con i fret alti (simil 6105) ed una finitura satinata molto ben curata. La original la vedo piu una chitarra da collezione e molto poco versatile se comparata alle nuove serie. resta una chitarra con carattere, ma molto probabilmente non fa per me.
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di Jumpy [user #1050]
commento del 28/11/2020 ore 10:41:58
Ottima recensione, anche per la qualità (video e soprattutto audio: si riesce davvero ad avere un'idea realistica di come suona), circa lo strumento, per carità, eccellente, ma per quella fascia di prezzo la concorrenza è agguerritissima e, a dirla tutta, trovo che come rapporto qualità prezzo ci sia anche di meglio.
Penso a Music Man (che han il tacco manico smussato da decenni), PRS (l'unica per cui, al momento, spenderei una cifra "importante": 24 tasti, tastiera comodissima, pickup splittabili, versatilissime), Ibanez (massima ergonomia anche se le trovo dal suono un po' anonimo ed impersonale).
In altre parole, si ok, il fascino delle Fender, ma non siam più negli anni '70-'80, ora apri internet e trovi millemila alternative.
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di frankpoogy [user #45097]
commento del 28/11/2020 ore 18:19:1
Mi complimento anche io per la recensione, davvero ben fatta, equilibrata, non banale e mirante a illustrare in modo diretto le caratteristiche di questo modello.

La chitarra mi piace moltissimo, a mio modesto avviso una tastiera a raggio variabile sarebbe stato un elemento molto appropriato per questo modello.

Oltre al colore del video, trovo fantastico anche il "Mystic Surf Green".
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di gabbahey [user #23550]
commento del 02/05/2021 ore 20:58:42
Ebbene l'ho ordinata. Modello hss. Unico problema la consegna. Sembra la consegnino a luglio mannaggia e chi resiste........
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di gabbahey [user #23550]
commento del 08/05/2021 ore 15:59:30
Chitarra arrivata , fortunatamente con largo anticipo, uno spettacolo FENDER AMERICAN PROFESSIONAL 2 Olympic White HSS Rosewood. Se qualcuno fosse interessato e se sono in grado rispondo volentieri a domande a riguardo
Rispondi
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