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Nashville torna in stampa: il magazine da cui è nato Accordo in un libro
Nashville torna in stampa: il magazine da cui è nato Accordo in un libro
di [user #116] - pubblicato il

La storia di Nashville va dal 1992 al 1997, l’anno del passaggio dalla carta alla Rete che segna la nascita di Accordo. Questa ristampa dei primi numeri non nasce come operazione di nostalgia, ma per mettere a disposizione di chi non c’era un’importante risorsa di conoscenza sulla chitarra e al contempo raccontare un’epoca tra le più vivaci e creative nella storia degli strumenti musicali.

L’amore per la chitarra si riaccende in America a fine anni Settanta, innescando un periodo di fermento destinato a durare per il decennio successivo. È una boccata d’ossigeno per un settore in crisi profonda dalla seconda metà degli anni Sessanta, quando i nuovi metodi di produzione industriale avevano segnato la fine della “Golden Age”.  La nuovo euforia stimola la nascita di nuove aziende, nuovi marchi, nuovi prodotti, nuove idee. In America i guitar show crescono come funghi e le edicole traboccano di riviste specializzate.

Da questo lato dell’oceano alcuni Paesi - segnatamente Francia, Germania e Gran Bretagna - rispondono all’euforia yankee, ma altri non riescono a tenere il passo di un cambiamento che si fa epocale. Tra questi l’Italia, dove a una gloriosa tradizione produttiva e alla genialità di tanti musicisti si contrappongono una rete distributiva inefficiente e un’informazione arroccata, disattenta alle aspettative del pubblico, asservita agli inserzionisti.

A inizio anni Novanta il confronto sempre più avvilente tra informazione nostrana ed estera induce un gruppetto di appassionati - musicisti, collezionisti, liutai - a dar vita a una pubblicazione nuova e diversa, dedicata ai lettori, finalizzata a informare e diffondere cultura degli strumenti musicali. Nel maggio 1992 il “numero zero” di Nashville, con proposta di abbonamento, è inviato gratuitamente a oltre diecimila indirizzi raccolti tra gli annunci “vendo chitarra” nei settimanali di inserzioni all’epoca diffusi su tutto il territorio nazionale. 

La risposta supera ogni aspettativa, tanto che in pochi mesi gli abbonamenti raccolti supereranno quota cinquecento. Tutti parlano di Nashville, non solo nel mondo della musica, e perfino Prima Comunicazione le dedica un servizio in cui tra l’altro si legge: «Nashville rappresenta un caso editoriale che può indicare la nuova strada per la stampa di settore. Mensile formato A4, poche pagine fitte di testo, impaginato in economia con Ventura Publishing, è stampato su carta riciclata. Tutte le risorse disponibili sono concentrate nei contenuti, prodotti da un parco di collaboratori che annovera alcuni tra i maggiori esperti italiani del settore. Diffuso solo in abbonamento, privo di pubblicità in nome dell’indipendenza e sulla scia delle riviste delle associazioni di consumatori, Nashville è stato lanciato con una brillante campagna che in soli due mesi ha consentito di raccogliere un numero record di oltre cinquecento abbonati.»

Nashville torna in stampa: il magazine da cui è nato Accordo in un libro

Nashville racconta il mondo della chitarra moderna spaccando la vite in quattro, con l’idea vincente di diffondere tra gli appassionati italiani informazioni e notizie che fino a quel momento sono state esclusiva di pochi. I lettori di Nashville imparano presto a conoscere nomi come CBS, George Gruhn, Guitar Trader, Fullerton, Dan Smith, Walter Carter, Norlin, Seth Lover, Babe Simoni, Tim Shaw e tanti altri.

La scrittura ingessata della stampa specializzata del tempo è sostituita da un linguaggio informale, quello degli amici che si ritrovano davanti a una birra. Su Nashville nascono i luoghi comuni destinati a entrare nel lessico dei chitarristi, “il suono sferragliante della Telecaster”, “sua maestà la Les Paul flametop”, “i misteriosi toni intermedi della Stratocaster”, “la Les Paul Junior arma da rock”, “la magia dei Fender tweed”, eccetera.

Temi e toni di Nashville sono figli dell’epoca dei movimenti di consumatori,  delle battaglie di Ralph Nader, delle riviste di test comparativi come Consumer’s Report, Which, Que choisir, Öko-Test, con le italiane Altro Consumo, Qualità, Salvagente. Radicata in quel movimentismo, in quella nascente presa di coscienza del ruolo dei consumatori, Nashville parla ai suoi lettori con una grinta che oggi può far sorridere, ma che negli anni Novanta è dirompente. Le sedici pagine in bianco e nero spezzano la cortina commerciale, informano sui mercati esteri, sfatano falsi miti. Nashville fa breccia nel cuore dei musicisti e mette le aziende di fronte alla necessità di ripensare politiche dei prezzi, procedure, servizi. 
Non mancano i mugugni, ma i risultati ci sono, tangibili e significativi.

Ma nel mondo “prima di Internet” informare costa molto. I conti dicono che Nashville - partita con tanto entusiasmo e pochi soldi - non è sostenibile nel tempo, nonostante gli abbonati siano sempre di più. Per raccogliere risorse si decide di organizzare un guitar show, come si fa in America. Il 25 ottobre 1992, in una discoteca di Rho, si svolge la prima edizione di “Second Hand Guitars”, SHG per gli amici, primo guitar show europeo, poi cresciuto nel tempo fino a diventare la grande festa di strumenti e musica di oggi.

Nel febbraio 1994  nasce “Accordo - associazione per la diffusione della cultura degli strumenti musicali” che riceve la proprietà della testata. L’associazione è gestita da un consiglio direttivo eletto dai soci e ha un bilancio pubblico, per la massima trasparenza. 

Costi di composizione, stampa e spedizione, aggravati dalle inefficienze delle Poste, sono un ostacolo sempre più grande, nonostante le continue iniziative messe in campo per raccogliere risorse. Nell’ottobre 1997, dopo 42 numeri, si decide di abbandonare la carta e passare in Rete sul sito Accordo.it, prima testata musicale italiana a fare il grande salto. Nonostante lo scetticismo di molti (peraltro comprensibile, all’epoca la diffusione di Internet in Italia è minima) il trasloco garantisce la sopravvivenza dell’iniziativa e innesca una crescita inarrestabile. Secondo Google Analytics nel 2020 Accordo è stato letto da oltre due milioni di utenti unici, a cui ha fornito oltre dieci milioni di pagine da un archivio che contiene oltre centomila articoli e viene alimentato quotidianamente. Oggi Alexa assegna ad Accordo la posizione 337mila nell’Internet globale e Similarweb la posizione 5,2mila in Italia, il primo competitor occupa rispettivamente le posizioni 4,5milioni e 15,1mila nelle stesse graduatorie.

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Dopo quasi trent’anni alcuni dei fondatori non ci sono più e altri hanno appeso la chitarra al chiodo, ma lo spirito originario di Nashville è sempre solidamente ai vertici dell’informazione musicale in Italia con Accordo. Uno spirito che riesce a superare le singole persone, vivendo una vita propria ineguagliabile per freschezza, forza di suggestione e capacità di evolvere nel tempo, sempre creando valore e cultura a vantaggio di ogni nuova generazione di musicisti. 

Una storia che merita di essere a disposizione sia di chi c’era e trova piacere nel riviverla, sia di chi in quegli anni ancora non suonava o magari neppure era nato.

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Abbiamo riunito in un volume la prima serie di Nashville. I primi 70 che acquisteranno Nashville riceveranno in omaggio la spilletta con il logo della rivista. 

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di Cliath [user #196]
commento del 19/03/2021 ore 12:10:32
Anche se conservo gelosamente le copie originali me ne sono regalato una copia all'istante!
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 19/03/2021 ore 12:16:52
Grazie!
Oltre a essere un documento storico imperdibile, è anche un bel modo per sostenere Accordo. Te ne siamo grati! :)
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 19/03/2021 ore 13:11:35
Negli prima metà degli anni '90 ero alle superiori. Una giorno mi, fratello che era studente universitario a Roma all'epoca, mi portò un numero di Nashville. Non so veramente dove se la procurò. Trovai la rivista, seppur nella sua stringatezza, una miniera di informazioni interessanti. Mi ricordo c'era un articolo su una chitarra Burns, su una riedizione VOX e altro. Prima di internet era difficilissimo reperire informazioni specifiche sugli strumenti vintage. C'era qualcosa sulle riviste di settore, ma non molto. Solo attorno al 2000/2001 scopri Accordo su Internet e poi si è aperto un mondo.
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di telecaster75 [user #1296]
commento del 19/03/2021 ore 14:50:33
presooooooooooooooooo
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di simonec78 utente non più registrato
commento del 19/03/2021 ore 15:38:59
Molto interessante, bella iniziativa.
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di irmo [user #17391]
commento del 20/03/2021 ore 10:12:12
Credo che l'informazione cartacea non debba essere soppiantata da internet , ma esserne un completamento, un arricchimento. Mi manca lo sbavare sulle pagine delle tante riviste del settore in circolazione fino una quindicina d' anni fa, il cercare di tradurre dall' inglese le scritte su cataloghi di chitarre e strumenti , che allora masticavo meno di oggi.
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di bobbe [user #36282]
commento del 20/03/2021 ore 12:16:50
Preso!
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 22/03/2021 ore 15:59:08
Preso!
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