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Come trovare la chitarra vintage dei tuoi sogni
Come trovare la chitarra vintage dei tuoi sogni
di [user #36147] - pubblicato il

Francesco Balossino, nostro lettore ed esperto di vintage, ci prende per mano attraverso le meraviglie, i rischi e le possibilità del mondo degli strumenti d'epoca.
Che cosa si intende per "vintage"?
Nel mondo degli strumenti (e non solo), si tende ad associare la parola "vintage" ai nostrani "ventennio / vent'anni", facendo della parola un'associazione letterale/grafica totalmente fuorviante ("vint" non c'entra nulla con "venti", che in Inglese si dice Twenty).
La parola, in inglese, significa semplicemente "d'annata", "fatto in un particolare anno", e in origine era utilizzata per definire il "vino", quello "buono", che invecchiando migliora le sue proprietà, suo significato peraltro originario, perché deriva proprio dal "nostro" amato latino.

George Gruhn spiega bene che il termine non ha alcuna relazione con un periodo determinato di tempo trascorso, e la "golden era" degli strumenti musicali cambia al variare del tipo di strumento e della stessa azienda produttrice (o liutaio).
Mr. Gruhn porta come esempio gli anni '20 del ‘900 fino agli anni ’40 per le Acustiche Martin e Gibson, mentre per gli strumenti elettrici Gibson e Fender indica il periodo dagli anni ’50 del ‘900 fino a metà anni ’60, 1965.
Quindi no, la tua chitarra che "compie 20 anni" non diventa e non diventerà mai "vintage", a meno che non si tratti di uno strumento di straordinaria fattura o innovazione.

Il mondo degli strumenti d’epoca è a tutti gli effetti ormai diventato un settore a sé stante, che genera occasioni di lavoro sia per negozi più o meno specializzati, sia per tutti i professionisti coinvolti, dai consulenti, periti, ai venditori stessi, ma anche per gli artigiani restauratori e i liutai che lavorano alla manutenzione degli strumenti quando necessario.

Fin dalla notte dei tempi però, laddove si vada a creare ricchezza e profitto, può accadere che comincino a crearsi sensazioni ambivalenti e fazioni antagoniste.

Ad alimentare tutto questo, da un lato troviamo gli “addetti ai lavori”, che cercano di tenere le redini sia del mercato sia degli oggetti stessi, nella maggior parte dei casi mantenuti all’interno di una cerchia assai ristretta - al fine di renderli ancora più desiderabili - e dall’altro abbiamo gli utenti finali che troppo spesso, causa la velocità e superficialità del mondo in cui viviamo oggi, si avvicinano al mondo che li affascina in maniera leggera, rimanendone poi talvolta delusi.

Il mercato chiuso
Il primo aspetto di cui vorrei parlare è infatti il "mercato chiuso". Infatti le chitarre d’epoca, o per meglio dire, quelle della cosiddetta “Golden Era”, negli ultimi anni non viaggiano più come spereremmo che accadesse, da appassionati, cioè trasportate da musicisti anziani che, smettendo la professione, le vanno a portare ai negozi arrivando così di nuovo in mano a nuove generazioni di musicisti più giovani.
Questi strumenti, a causa dei valori molto elevati che hanno raggiunto ma anche a causa del fatto che raramente vengono ancora utilizzati “live” dai musicisti, un po' come accade ai quadri, alle moto, alle auto di pregio, vengono proposti solo tramite negozi specializzati, vendite all’asta, occasionalmente si trovano su portali di vendita online tipo il classico ebay o reverb, ma di fatto non "circolano" più come accadeva un tempo.
La maggior parte dei negozi specializzati crea reti di clienti più stretti ai quali questi strumenti vengono proposti e assai di rado questi vengono resi disponibili per tutti gli altri potenziali interessati. Questo avviene quando la lista di clienti “in corsia preferenziale” declina l’offerta.

La maggior parte dei negozi specializzati Americani (ma non solo) lavora esattamente in questo modo.

Capirete subito che “trovare” uno strumento della “Golden Age” oggi non è qualcosa che avviene per caso. Sicuramente può ancora accadere, ma grazie ai social media e alla tecnologia chiunque è in grado di farsi un’idea in merito al valore potenziale del proprio strumento, e quindi difficilmente lo svenderà al primo che capita.

Come trovare la chitarra vintage dei tuoi sogni
Una Fender Stratocaster del 1963 proveniente dalla collezione della Famiglia Shaw (Artie & Sean Shaw), in condizioni “mint” e con ancora tutti i tag e la ricevuta del primo acquisto.

Il Collezionista
Quindi chi sogna di possedere uno strumento della “golden era” oggi deve intraprendere un percorso di conoscenza, approfondimento e ricerca non immediato e nemmeno semplice. Proprio perché il mercato è chiuso e gli strumenti non circolano tra i musicisti (salvo casi particolari), per poter provare e visionare una di queste chitarre l’unico modo è - di norma - rivolgersi a chi questi strumenti li possiede.

E qui incontriamo uno degli attori del mondo del vintage più attivo e controverso: i collezionisti.
Nella mia esperienza ne ho conosciuti di tutti i tipi, ma di base vanno distinti i collezionisti “appassionati”, che in qualche forma amano la musica e lo strumento, e quelli interessati al mero aspetto di investimento, per cui che si tratti di chitarre o automobili, dipinti o statue o orologi, non fa grande differenza, ma conta solamente che l’investimento sia redditizio.

Come capirete da qui in avanti entriamo in un dedalo di pulsioni, passioni e interessi che va a disegnare moltissime situazioni di potenziale rivalità o in certi casi anche di conflitto, la più classica delle quali è la “gara a chi possiede di più”, che fa beare i più forniti e ricchi della loro collezione, e arrabbiare chi si sente più indietro, ma anche vere e proprie guerre intestine per cercare di dimostrare che la propria collezione è “migliore” di altre.

Credo invece che la vera differenza, in qualunque collezione, sia la “visione” di quello che il collezionista si propone di fare.
Una collezione costruita solo per creare e generare profitto funziona! È il modello più classico ma è qualcosa che viene fatto solo per trasformare denaro in maggior denaro. Una collezione che si propone invece di generare “ricchezza e valore” intesi nel significato più profondo del termine, generalmente vedrà mettere a disposizione beni di “valore storico” ai veri appassionati, condividendo conoscenze e assicurando il tramandarsi futuro di tutto un bagaglio storico che altrimenti andrebbe perduto.

Quindi, la frequente frase che si sente dire “speriamo non finisca in mano a un collezionista, che le terrà appese al muro”, potrebbe essere intesa in modo negativo, ma se consideriamo quanto sia difficile trovare, conservare e mantenere in ottime condizioni questi oggetti, se questo collezionista sceglie di condividere il proprio “tesoro” con altri appassionati, ecco che il suo ruolo, la sua visione e ed attitudine ne nobilitano di molto la figura.

I periti di settore
Non è una sorpresa che in un clima di conoscenze limitate e superficialità, generata da passione e impulsi, sia facile perdersi, e infatti la prima raccomandazione che mi sento di fare a chiunque si voglia avvicinare a questo mondo è quella di documentarsi bene in prima persona, con tutti i testi di riferimento scritti finora, senza però pensare che sia sufficiente leggere dei “manuali” ed essere così pronti a riconoscere ogni minimo dettaglio di uno strumento d’epoca. Manuali simili non esistono, perché la lettura delle nozioni, per quanto fondamentale, va poi unita ad un riscontro fattuale sul campo, e cioè quelle nozioni che abbiamo letto (e altre che invece non sono state scritte) dobbiamo essere capaci di “leggerle” sugli strumenti stessi. Come in tutti i campi è l’unione di teoria ed esperienza che crea la conoscenza, che non può che essere condivisa e tramandata allo stesso modo. Chi ha riconosciuto il Caravaggio spagnolo ha operato esattamente così!

Quando si è orientati ad acquistare uno strumento di questo tipo, è fondamentale consultare i periti di settore, in primo luogo i vostri liutai di fiducia che, ancorché magari non esperti della National degli anni ’30 o della Gibson anni ‘20, vi sapranno analizzare le condizioni di conservazione dello strumento in quanto tale e già aiutarvi a fugare molti dubbi. Poi è sempre positivo confrontarsi con quei collezionisti che possono condividere con voi esempi di altri strumenti simili a quello di vostro interesse. È sempre meglio sentire una campana in più che una in meno, ovviamente sempre nell’ottica di maturare una propria consapevolezza sulla bontà dell’acquisto o meno.

Ho sentito spesso dire a persone che si misuravano con il rischio di avallare vendite non esattamente limpide che una qualunque perizia non “avrebbe valore legale”, e sono certo che anche voi lo abbiate sentito dire. In realtà è una castroneria all’italiana, in quanto una qualunque perizia di un professionista del settore impegna la responsabilità e ha “valore”, e nella maggior parte dei casi viene redatta proprio per risolvere una controversia prima di rivolgersi ad un Giudice, quindi il valore “legale” lo ha eccome. Ma non si può nemmeno pensare che sia “la legge” a dover garantire “l’originalità” di un oggetto di arte: è un ragionamento contorto e risibile per certi versi.

Altro aspetto fondamentale è quello di richiedere, al momento della vendita, anche qualora la perizia di un professionista non possa essere messa a disposizione, un booklet fotografico di ogni dettaglio dello strumento, in modo tale da fissare alla data dell’acquisto le esatte condizioni in cui questo si trova. Questo aspetto in caso di qualunque controversia che emerga in seguito è molto importante.

Il vizio occulto
Erroneamente si pensa che l’acquisto di uno strumento d’epoca, e quindi “usato” per antonomasia, ci esponga a non avere alcuna tutela legale in caso di problematiche che emergano anche settimane, mesi, o a volte anni dopo che l’acquisto stesso si è perfezionato.
In realtà non è così!

Può accadere anche per questo genere di beni che emerga quello che si chiama “vizio occulto” e, notare bene, non si chiama “occultato”, bensì “occulto”, quindi non visibile, non immediatamente determinabile, e quindi si assume sia stato “dimenticato” in buona fede.

Per fare un esempio, immaginiamo che una chitarra d’epoca venga venduta e dopo si scopra che la verniciatura non è originale, o che i pickup siano delle repliche o posteriori (lo stesso Eric Clapton montò dei pickup anni ’70 sulla mitica Blackie), etc. Questi sono “vizi occulti”, che il venditore può avere omesso in buona fede (si assume sempre che sia così). In questi casi ci sono regole legali che è bene conoscere, che ci dicono con quali modalità occorre agire e qual è la data oltre la quale non possiamo più richiedere aiuto e un lecito rimborso, ma ovviamente dovremo essere solleciti nel disporre verifiche per non incappare in decadenze legali e inoltre, prima di tutto, in grado di dimostrare quanto abbiamo speso e come abbiamo pagato il bene e che lo stesso si trovi nelle stesse condizioni di quando è stato venduto (per questo prima ho rilevato quanto sia fondamentale avere tutte le fotografie di dettaglio).
Una perizia di un professionista potrà essere redatta in comparazione se potrà poggiare sulle constatazioni coeve all’acquisto, nel confronto delle quali potrà emergere il vizio, e si rivelerà assai utile se allegata alla notifica da mandare al venditore, con richiesta di reso/rimborso parziale o totale, in modo da trovare una soluzione, che ci si augura positiva e corretta, per entrambe le parti.
Nella quasi totalità dei casi il venditore ha ceduto in buona fede il bene, ed avrà anche egli bisogno del vostro aiuto per poter a sua volta esporre la problematica al precedente proprietario.

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Una Fender Stratocaster del 1965 "player grade", riverniciata e con pickup moderni​.


Restauri / Ripristini / Valore
Una Fender Telecaster del 1951 oggi compie la bellezza di 70 anni di vita, giusto per dare l’idea dell’età di questi oggetti, rimasti intramontabili nel design ma che inevitabilmente sentono il passare degli anni. Come tutti gli oggetti “antichi”, gli strumenti musicali da sempre (si pensi a quelli classici come violini, violoncelli, etc) vengono “rinnovati” dagli artigiani per renderli suonabili e mantenerli “vivi” per le future generazioni. Ma dove sta il limite entro il quale lo strumento viene “mantenuto” o “snaturato” dal restauro stesso?

Proviamo a fare alcuni esempi. Il più classico intervento è la riverniciatura. Accadeva per i violini e altri strumenti ad arco antichi, rilaccati ogni 40/50 anni da Maestri Liutai che firmavano i loro interventi all’interno degli strumenti, ma accade ovviamente anche oggi, e oserei dire da sempre, per i nostri amati strumenti contemporanei. Basti pensare che la Fender offriva, già dagli anni ’50, un servizio di “Factory Refinishing” , proprio per poter rinnovare gli strumenti dei clienti danneggiati dall’uso.

Logicamente, e qui arriviamo al tema più “caldo” e che “spaventa” di più chiunque si avvicini a questo mondo, come si fa a essere sicuri dell’originalità di uno strumento d’epoca? A chi rivolgersi? A chi chiedere?
Qui vi sembrerà una risposta banale, ma il primo a cui chiedere è proprio... lo strumento che stiamo analizzando.

Infatti a dispetto di quello che taluni vogliono far credere, con il risultato di spaventare chi ascolta, gli strumenti ci danno una miriade di informazioni relative alla loro storia e, come per qualunque campo, siamo noi chiamati ad assumere una disposizione d’animo di consapevolezza tale per cui possiamo “leggere” quello che lo strumento ci dice.
Il caso classico è determinare se una chitarra Fender sia o meno “nata così” e se abbia subìto modifiche o restauri. Alcuni strumenti arrivano infatti a oggi in condizioni formidabili, con ancora le ricevute del primo acquisto da parte del proprietario originale, ed esaminarli è una vera e propria goduria dei sensi, perché è lo strumento a parlarci, a mostrarci segni inconfutabili di essere nato e rimasto nel tempo così come lo vediamo noi oggi.
In altri casi però, che sono la maggior parte, identificare le parti che compongono uno strumento d’epoca può essere più difficile, in parte per la non eccellente memoria dei proprietari, in parte a causa di modifiche e ripristini non esattamente ben fatti.

Quegli strumenti rimasti inalterati fino ad oggi sono i più desiderati e con il valore economico ma anche storico maggiore, mentre quelli alterati, restaurati, riparati, subiscono deprezzamenti che vanno però ogni volta stimati in dettaglio tramite un esame completo dello strumento stesso.

Infatti è differente il valore di una chitarra totalmente originale in ogni sua parte ma solamente col corpo riverniciato, che è un caso molto comune, rispetto a strumenti che sono stati totalmente riverniciati o che non conservano più tutte le parti originali.

Un dato di fatto è che un restauro conservativo eseguito in maniera professionale è l’unica vera garanzia che si può ottenere in merito all’originalità di tutte le componenti, quando ci troviamo con una chitarra che non è giunta a noi in condizioni di totale originalità.
Il consiglio che do a tutti gli amici e clienti che vogliono acquistare uno strumento magari a distanza e magari già offerto come riverniciato è quella di definire col venditore un periodo di prova, nel quale poter far esaminare lo strumento ed eventualmente restituirlo se il vostro liutaio di fiducia dovesse rilevare anomalie che non erano visibili dalle fotografie (questo vale soprattutto per acquisti a distanza ma dovrebbe essere una buona regola da utilizzare sempre). Infatti, sotto a una riverniciatura magari già vecchia di 10 o 20 anni, si possono trovare riparazioni, modifiche, ma anche in alcuni casi le verniciature originali, lasciate al di sotto della nuova vernice per risparmiare sul lavoro o perché proprietario voleva semplicemente “rinnovare” il colore.

Per quanto riguarda il suono, quando lo strumento che stiamo suonando rimane originale in tutte le sue parti e presenta solamente un “vestito” nuovo, e cioè la finitura rinnovata, non avrà nulla da invidiare a livello di suonabilità o di tono rispetto a uno identico ma “da collezione”, se non ovviamente l’evidente fascino che solo il trascorrere del tempo e l’uso sanno donare a questi strumenti.
 
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Una Fender Stratocaster del 1966 in finitura Candy Apple Red in mint conditions

Riproduzioni artistiche / etica / deontologia
Oggigiorno l’intero mercato dello strumento “usato” si fonda su un assioma che è stato introdotto dai sistemi di vendita generalizzata online, tipo Amazon per dirne uno che tutti sicuramente conoscono e usano.
Si tratta della “buyer protection”, cioè la “protezione dell’acquirente”. Direte, ma è sacrosanto! Sicuramente, ma vi posso assicurare che in moltissimi casi dovrebbe esistere anche una “protezione del venditore”, infatti la quantità di persone che si avvicinano al mondo del vintage per ragioni anche molto lontane dalla vera passione per gli strumenti è elevata ed in aumento.
 
Inoltre, quando poi questi soggetti (che mettono in vendita strumenti restaurati senza dichiarare i restauri fatti, assemblando strumenti con parti moderne e d’epoca senza chiarire cosa sia recente e cosa no, venduti poi come "veri"), inesorabilmente vengono scoperti, state certi che per trovare una via di fuga accuseranno chi per loro ha fatto parte dei lavori, di frequente tentano di svicolare la responsabilità e cominceranno a dire che tutto il mondo è marcio etc., come se, anche ammesso fosse vero, potesse essere una scusante.

Peraltro le “riproduzioni artistiche” che tanto sembrano spaventare chi si avvicina al mondo del vintage per la prima volta non sono né una novità né qualcosa di strano. Anzi, semmai sono attese. Infatti basti pensare che nel mercato dei violini, per esempio, le repliche degli Stradivari vengono tuttora realizzate da liutai di fama mondiale e vendute per decine di migliaia di euro. Quindi perché pensare che i liutai che realizzano repliche artistiche di strumenti iconici - mi viene da pensare alle bellissime “relic” realizzate da liutai nostrani e d’oltreoceano - siano automaticamente persone poco raccomandabili? Se il cliente che commissiona lavori di restauro successivamente omette di dichiararli smettiamola di dare colpe ai liutai: è sempre stato così nel mondo della chitarra, ma credo sia ora di mettere un punto fermo a queste dicerie.

Tutti gli artigiani degni di questo nome infatti conservano e spesso pubblicano le foto dei loro lavori, ed è fatto a loro stessa tutela. Abbiamo visto sedicenti clienti di noti liutai proporre sui forum le loro chitarre come originali “burst” creandosi pure un qualche seguito sui social, idem altri cercare di proporre le loro chitarre restaurate come originali. Ma se interpelli il liutaio ti saprà dire esattamente che tipo di lavori ha realizzato, e avrà tutti i riscontri necessari a fugare ogni dubbio.
Inoltre, per quanto tutti questi siano artigiani di primissimo livello, nessuno può sostituirsi al tempo, e no, non è affatto così facile ingannare un esperto a cui sia dato il tempo e il modo di esaminare lo strumento.

Per cui occorre etica sia dalla parte degli artigiani sia da parte dei venditori, ma anche da parte dei clienti. È solo creando un sentimento di condivisione comune più forte degli interessi speculativi che si creerà una comunità positiva e appassionata.

In conclusione
Quindi, “come trovare la chitarra vintage dei tuoi sogni?”
Credo sia fondamentale innanzitutto provare strumenti di epoche differenti, possibilmente in contesti non fieristici ma chiedendo a collezionisti, negozi specializzati, muovendosi quando possibile anche solo per provare alcune chitarre particolari, magari in vendita presso un negozio anche distante da casa.

Infatti una “slab board” fender non suonerà mai come una “veneer board” o una “maple neck”, e all’interno di ognuna di queste macro categorie ogni chitarra sarà unica. Sarà “la” chitarra giusta a trovare noi, più di quanto si possa credere. Grazie alle lavorazioni manuali dell’epoca ogni strumento, per quanto simile a uno costruito nello stesso anno o mese, sarà a suo modo unico, quindi sta a noi trovare quale si addica di più al nostro playing o alla nostra idea di suono.

Una volta individuato quale tipo di strumento potrebbe diventare il “nostro”, provatene quanti più possibile e fate caso ai particolari di ognuno, confrontateli e annotatevi tutti i possibili dubbi, particolarità o anomalie che vi possono preoccupare. Approfonditeli con il venditore, con il vostro esperto di fiducia o il vostro liutaio e cercate poi di selezionare quello strumento con il quale il feeling è stato il migliore e il più genuino, che risulta soddisfare tutte le vostre aspettative.

Non abbiate mai paura di ascoltare opinioni anche contrastanti, a volte possono arrivare da persone che hanno interesse a crearvi un dubbio piuttosto che a fugarlo, ma non sempre questo deve essere inteso in negativo! Siamo noi che dobbiamo crescere e anche i dubbi altrui possono darci spunti per acquisire maggiore fiducia e consapevolezza.

La prima reazione (comprensibile) di un cliente quando gli si fa notare che il proprio strumento ha delle anomalie o parti non originali, è di rifiuto, rabbia, sia nei confronti di chi lo sta informando sia di se stesso, perché è comprensibile ma non sempre giustificato invocare di essere tratti in inganno quando si comincia a capire il proprio errore, la propria leggerezza: ci si sente in colpa. È lì che l’esperto deve aiutare il cliente prima di tutto a capire, poi a trovare evidenze di quello che può non essere originale, poi a studiare la forma e il modo corretto di mostrarle a chi lo strumento - si suppone in buona fede - lo aveva venduto.
Saggio, dunque, avviarsi sulla strada del vintage (non solo delle nostre amate chitarre, ma anche di auto, moto, mobili, gioielli, orologi e tutto quanto è d’epoca) con un bagaglio di conoscenza, di esperienza il più ampio possibile, e fare ricorso all’esperienza altrui prima di un acquisto invece che dopo, in un percorso di formazione che porterà quello stesso cliente un po’ “leggero” a volersi informare e crescere, a fare attenzione a tutti i dettagli, non solo delle chitarre, ma anche degli attori coinvolti nel “mondo vintage”.

Il principale motore di un processo virtuoso è un cliente informato, responsabile e attento, che innescherà più facilmente scambi positivi e di crescita comune, invece che un possibile contenzioso. Niente di nuovo, del resto: già i latini insegnavano “vigilantibus, nec dormientibus iura sucurrunt...“.

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Una “maple neck” del 1958

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Una Fender Stratocaster del 1960 “slab board” well played
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di Max Scarpanti [user #56093]
commento del 02/06/2021 ore 13:25:01
Il tanto criticato ventennale CBS ha firmato il decennio più prolifero del Rock: '69_''79 e nel 1985 ha avuto la genialata di riprodurre la Strato '57, la '62 e la Tele '52 che tanto successo hanno avuto.

Una famosa tra le tante: la Redstrat di David Gilmour che altro non è che una '57 Reissue con i Lace Sensor ;)
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 02/06/2021 ore 13:41:48
Verissimo! anche se per dovere di cronaca l'idea di riprodurre, nel 1982, quelle chitarre fu "mutuata" dai Giapponesi, che ci erano arrivati qualche anno prima! Di certo David Gilmour non è male come sponsor per i tuoi prodotti =)
Rispondi
di Max Scarpanti [user #56093]
commento del 02/06/2021 ore 14:00:48
C'è la fila di sponsor involontari Stratocaster.

Da Clapton a Donato battaglia, che Casale Bauer paga profumatamente ;)
Rispondi
di Pattagorru [user #56686]
commento del 02/06/2021 ore 14:13:35
ciao ... solo per la cronaca: Casale Bauer da qualche anno non distribuisce più il marchio Fender
ovvero Fender si distribuisce da sola in Italia
Rispondi
di Max Scarpanti [user #56093]
commento del 02/06/2021 ore 16:40:09
Benissimo!

Dodi ne ha fin troppi di soldi.

Così quel giovanotto che incontrò nel 1962 Leo ed il braccio destro Don Randall alla fiera di Francoforte e tornò a Bologna con una Strato nella custodia non avrà ulteriori spese.

Grazie per l' info ;)
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 02/06/2021 ore 15:25:40
L'articolo è ben scritto e chiarificatore dei meccanismi del mercato del vintage contemporaneo. Piccola considerazione personale: purtroppo per il musicista medio o semplice appassionato il vintage (intendendo quello di rango, ovvero per le annate altamente collezionabili e per i modelli storici tipo Stratocaster, 335 etc.) è ormai effettivamente un mondo a cui non ci si avvicina per caso. Ovvero, se si decide di acquistare uno strumento vintage si deve preventivare un investimento importante a livello economico, ma anche tante ore passate a studiare, informarsi, prendere contatti etc. Questa è una grossa differenza con il passato. Forse fino agli '90 era più facile imbattersi in incontri casuali con questi strumenti. Un'altra differenza è che alla nascita del fenomeno vintage negli anni '70 fino ad un certo periodo, il vintage era stata l'alternativa agli strumenti di produzione contemporanea. Si accettava di pagare di più per lo strumento vintage, ma con l'ottica -per molti almeno- di avere una chitarra realmente da usare. Io ho iniziato a suonare nel '90. Nella prima metà degli anni '90 le Fender pre-cbs erano già inarrivabili e rare, ma si trovavano -ad esempio- tanti strumenti Fender della prima era CBS (seconda metà anni '60) a prezzi molto vicini al costo del nuovo delle riedizioni AV dell'epoca. Anche in questo caso, erano strumenti che potevano essere veramente l'alternativa a comprare uno strumento nuovo. Oggi non sarebbe più possibile fare quel tipo di ragionamento nemmeno per strumenti di quelle annate un po' meno costose, a meno che uno si rivolga a strumenti "player grade", ma quello diventa secondo me un altro discorso.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 02/06/2021 ore 15:32:23
Bellissima disamina, che condivido appieno. Infatti all'epoca, 1978/1982 la chitarra "vintage" costava al massimo tanto quanto una nuova, in moltissimi casi i negozianti si affidavano al listino prezzi "contemporaneo" per dare un prezzo a quelle "anni 60". C'è da dire che oggi i musicisti professionisti si trovano di fronte ad una scelta di strumenti così ampia che è difficile decidere come e dove investire. Negli ultimi anni, con il potente fenomeno delle "masterbuilt" per esempio, il prezzo degli strumenti nuovi considerati "di prima fascia" è salito a tal punto da far quasi convenire l'acquisto di uno strumento d'epoca. Un esempio magari non noto a molti sono proprio le National, senza andare a scomodare alcuni modelli iconici, il più delle volte con il prezzo di una nuova National Reso si può acquistarne una dell'epoca originale. Indubbiamente è un tema molto complesso e non sappiamo bene come evolverà in futuro, con l'ultimo incremento dei prezzi, voluto e determinato dal mercato americano, oggi le chitarre dell'epoca d'oro sono diventate in certi casi davvero irraggiungibili.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 02/06/2021 ore 15:42:50
Come tutti gli oggetti collezionistici, anche le chitarre credo siano soggette (per certi versi) a momenti in cui i prezzi esplodono, poi magari si riabbassano in corrispondenza di momenti di crisi economica. Ricordo ad esempio dopo la crisi del 2007-2008, il mercato del vintage aveva segnato un punto veramente al ribasso. In questo momento, con la pandemia, i prezzi per tanti motivi sono ai massi. D'altro canto -trattandosi ormai di collezionismo- se c’è gente disposta a pagare quasi un centinaio di migliaia di dollari per una Pokémon Trading Card particolarmente rara, non vedo perché ci dovremmo sorprendere per i prezzi di certi chitarre vintage LOL .
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 02/06/2021 ore 15:47:08
Veramente!!! in certi casi diventa un mondo a se stante, gli americani hanno alzato i prezzi in forma probabilmente di "protezione", con il risultato di non fermare affatto le vendite, ed ora numerosi negozi stanno veramente affannandosi per cercare materiale da mettere in vendita. Indubbiamente è difficile credere che i prezzi rimarranno su questi livelli, e a dirla tutta una flessione del potere di acquisto si è già avvertita. I primi strumenti a scendere saranno i cosiddetti "player grade", ma in generale nell'ultimo anno sono stati gonfiati i prezzi anche di strumenti che di vintage non hanno nulla, dalle "relic" David Gilmour per esempio a banali reissue anni 90!
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 02/06/2021 ore 16:13:02
Avevo scritto un post recentemente sulla sezione People proprio riguardo una reissue anni '90 proposta a $ 4000 da un negozio eBay, cose da pazzi veramente...
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 02/06/2021 ore 16:15:06
me lo sono andato a leggere poco fa !!! condivido appieno, ma è un momento così, penso che la folle corsa al rialzo si sia già frenata, ora il tema è capire cosa accadrà nei prossimi anni, chi ha comprato al top del mercato di oggi difficilmente potrà pensare di "guadagnare", sarebbe già un risultato pareggiare quanto speso, ma d'altra parte come dicevi bene prima sono "cicli", che vanno e vengono!
Rispondi
di Tubes [user #15838]
commento del 02/06/2021 ore 15:53:1
Ciao Cesco,
ho dato un'occhiata al tuo sito, ci sono degli strumenti veramente superbi. A proposito, c'è una versione Italian language del tuo portale? Non ci ho fatto caso, se c'è l'apprezzerei... Tornando a noi, quella Strato Fiesta Red del 63, se non erro, è un sogno : tra l'altro è il mio anno di nascita, non so se mi spiego, pensa che figata per me sarebbe possederla! Ma, ahime, è al di fuori delle mie tasche. Invece, ti chiedo : fai una considerazione al netto del fascino vintage, secondo te una moderna Custom Shop regge il confronto? Lasciamo perdere la suggestione degli anni, chi l'ha imbracciata, pensiamo solo al suono. Sono chitarre comparabili?
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 02/06/2021 ore 16:03:50
Ciao! intanto grazie, per ora non c'è in Italiano perchè finora ho sempre e principalmente lavorato con l'estero, ma con l'anno prossimo se ci sarà interesse sicuramente lo svilupperò. Per quanto riguarda la "suggestione", è un termine che è riferito a qualcosa che non si ha e si sogna, quindi per comparare gli strumenti è essenziale abbandonare la suggestione e provarli dal vivo. Infatti la suggestione è spesso ambivalente, chi non ha mai imbracciato una chitarra d'epoca tenderà a pensare che si tratti di "Miti", e viceversa chi ha suonato solo strumenti d'epoca magari non valuterà nemmeno di provarne di nuovi. Il custom shop è stato creato nel 1986 se non ricordo male, quindi anche qui occorre fare numerose precisazioni. Intanto se la Fender basa il suo top di gamma, dagli anni 80 ad oggi, nel replicare le chitarre della sua epoca d'oro, un motivo c'è, infatti quegli strumenti hanno rappresentato una evoluzione di design e tono incredibile, e tuttora insuperata (non è ancora uscito uno strumento rivoluzionario e di successo come quelli creati negli anni 50 del '900). Il punto è però che certi presupposti costruttivi di oggi non si sposano con la realizzazione di "copie fedeli" di quelli di allora. Mi spiego meglio. Negli anni '50 e '60 la Fender era una fabbrica di costruzione di strumenti a "catena di montaggio", con numerose lavorazioni manuali e conseguenti tolleranze molto più ampie rispetto ai criteri produttivi di oggi. Oggi la "catena di montaggio" tuttora permane, coadiuvata da potenti macchine a controllo numerico che assicurano una perfezione costruttiva inimmaginabile per l'epoca. Il problema è che i materiali utilizzati per l'enorme produzione di oggi e questa stessa "perfezione", che però negli originali non c'era affatto, producono strumenti esteticamente perfetti, ma che degli originali hanno soltanto l'aspetto. Le custom shop più vicine al suono di quelle d'epoca che ho provato sono quelle prodotte tra il 2000 e il 2004, e in generale le repliche '50 con manici in acero si avvicinano molto al suono delle originali. Ma le verniciature non filologiche, pickups sovravvolti e body con legname stagionato "così così" fanno si che le produzioni attuali, a mio giudizio e sulla base di confronti "sul campo", non reggano il confronto con le originali che si prefiggono di riprodurre.
Rispondi
di sammoritzzz [user #49723]
commento del 06/06/2021 ore 01:00:53
molto interessante; neanche le masterbuild attuali si avvicinano ai riferimenti "originali"?
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 06/06/2021 ore 01:20:23
Le masterbuilt sono quanto più lontano da un originale ci possa essere. Concezione moderna, pickups molto spinti, radius e tasti moderni, quelle che ho avuto in laboratorio non hanno mai retto il confronto, anzi talmente lontane che una road worn mexico risultava più fedele all'originale della blasonata cruz. Sono strumenti che hanno la foggia classica ma assolutamente di impronta moderna, non vanno prese perchè fedeli alle originali ma solo se ti piace come sono configurate
Rispondi
di sammoritzzz [user #49723]
commento del 06/06/2021 ore 08:05:2
ah ecco...mi ero fatto un'idea molto sbagliata; ma a questo punto scusa se approfitto della tua competenza (ti seguo anche io su instagram e devo dire che gli strumenti che girano sono pazzeschi)...io vorrei acquistare la mia prima strato "seria" senza aprire un mutuo (proprio perché è la prima..); premesso che, come sonorità, mi interesserebbe avvicinarmi al mondo vintage '60-'64 (ma anche fine '50), a tuo parere su cosa potrei orientarmi?
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 06/06/2021 ore 08:21:47
Guarda, il mio amico Mattia Tedesco, che ne ha suonate un bel numero per le nostre demo, alla fine ha trovato una 1969 che è mostruosa. Non sono mai stato un fanatico del "pre CBS", ma diciamo che per cominciare, una bella 1969, se trovi quella giusta, leggera, bel manico, etc, è sicuramente il miglior inizio possibile!!! Oppure una 64/65 player grade si può trovare a prezzi assolutamente paragonabili a custom shop di serie fino al masterbuilt! la cosa ideale è provarle, e trovare quella che senti "tua" più di ogni altra!
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di sammoritzzz [user #49723]
commento del 06/06/2021 ore 08:28:01
ah quindi parliamo di vintage "vero" a prezzi diciamo paragonabili a custom shop/masterbuild...buono! il problema vero è avere la possibilità di provarne...comunque grazie per le tue risposte: gentilissimo!
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 06/06/2021 ore 11:07:16
Assolutamente si! ci sono strumenti d'epoca assolutamente abbordabili Mattia la sua la ha pagata decisamente meno di una masterbuilt ma è una vera 1969 ed ha già registrato due dischi con quella in studio! Provarle è la prima cosa perchè le originali suonano veramente in maniera diversa a seconda dell'era di costruzione, quindi una 1969 potrebbe sorprenderti ed essere perfetta per il suono di oggi, anche più di una 63. Considera che le inizio anni 60 slab, dal 62 al 65 circa, furono costruite con pickups molto potenti rispetto a quelle anni 50 e le successive, cosa che le rende eccezionali per un suono blues verace, chitarra cavo ampli, ma bestie quasi ingestibili per suoni più articolati. Ad ognuno il suo!
Rispondi
di sammoritzzz [user #49723]
commento del 06/06/2021 ore 16:42:5
chitarra, cavo e ampli è sempre molto bello...mette a nudo tutto, soprattutto chi suona..
:-)
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 06/06/2021 ore 17:01:52
verissimo! un "setup" non per tutti ormai!
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 02/06/2021 ore 17:04:54
Preciso però che, in quanto strumenti "moderni" non hanno niente da eccepire, sono "perfette". Ma se lo scopo di una "reissue" è quello di somigliare all'originale soprattutto come suono, c'è ancora tanta strada da fare. Da un certo punto di vista vorrei che Fender e Gibson smettessero di fare cloni del loro passato concentrandosi sui progetti nuovi, in fondo una copia sempre tale rimarrà !
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 02/06/2021 ore 17:37:26
Da un certo punto di vista, mi pare che da circa il 2012 il Fender Custom Shop abbia effettivamente archiviato il concetto di replica filologica. Ormai, tranne rare eccezioni, tutte le CS hanno tastiere 9.5" o anche più piatte (la mia '60 Relic NAMM 2018 addirittura 12"). I tasti vintage non li installano praticamente più. Molti modelli escono ormai con pickups custom (tipo gli Ancho Poblano) che sono sopra-avvolti e hanno un output più alto di quelli tradizionali. Da questo punto di vista fare forse confronti con gli strumenti vintage originali lascia il tempo che trova, nel senso che le CS contemporanee sono strumenti disegnati con in mente sonorità e suonabilità sicuramente un po' più moderne, pur nel rispetto del timbrica classica. Diverso il discorso per Gibson, dove veramente cercano di riprodurre con cura i dettagli degli strumenti vintage.

Mi trovi un po' meno d'accordo sul discorso delle migliori annate del CS Fender tra 2000-2004. Ovvero dipende poi sempre un po' dagli esemplari. Io ho avuto un paio di Telecaster '63 di quel periodo, anni 2000 e 2002 per la precisione. Quella del 2000 in particolare non era un gran che sinceramente. Suonava troppo acida e con un forte sbilanciamento tra i pickups. Una '59 del 2014 e la '63 2015 che ho attualmente le ho trovate migliori. Invece rimpiango un po' una CS 60 Stratotocaster del 2000, con il manico firmato H. Gastellum. Purtroppo però aveva un bel difetto di fabbricazione, ovvero la tasca del manico era stata tagliata un po' male e il manico risultava fuori asse. Però che suono, veramente molto vintage!
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 02/06/2021 ore 18:05:06
Ormai, da anni la Fender in particolare produce così tante serie che è impossibile parlare in senso assoluto per tutte loro. Io mi sono limitato alla domanda "ma le vintage reissue di oggi...." etc, e nella mia esperienza, la serie "time machine" dei primi anni 2000, mi pare fu introdotta nel 1999, fu la prima se non altro a rispettare forme, dettagli, in maniera molto più attenta rispetto al passato, e fino al 2004, anno dopo il quale è esploso il fenomeno "masterbuilt", che oggi è a tutti gli effetti una serie a se stante visti i numeri, le "time machine" avevano qualcosa da dire rispetto alla tradizione che si prefiggevano di onorare. Poi è chiaro che parlo della mia esperienza e degli strumenti che ho avuto occasione di provare. Diciamo che se fossi un ragazzo che oggi entra in negozio mi sentirei perso, perchè l'offerta è così estesa da creare veramente "l'imbarazzo della scelta" !!
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 02/06/2021 ore 19:14:52
Io mi riferivo al fatto che dal 2012 (vado a memoria riguardo l'anno) la Fender ha iniziato a proporre collezioni anno per anno, con "batches" di chitarre con lievi differenziazioni, mentre appunto fino a circa il 2012 la serie Time Machine proponeva modelli fissi in catalogo. Comunque se ci riferiamo all'approccio filologico, sono d'accordo che la prima incarnazione della serie Time Machine era quella più vicina agli originali, ad esempio adottava le tastiere 7.25" ora praticamente scomparse.
Rispondi
di Cliath [user #196]
commento del 07/06/2021 ore 14:30:40
Giusto per portare un esempio reale, nel 1981 pagai la mia Stratocaster del 1969 meno di quanto costava una nuova.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 02/06/2021 ore 18:19:05
Concordo con le osservazioni fatte gia' da altri, il vintage e' roba da specialisti e collezionisti. Il vero cambiamento e' arrivato con internet. Prima poteva capitare di imbattersi in vendite private di strumenti, in un negozio (o pawn shop) con un "usato" interessante. Dopo internet, l'accesso a informazioni su strumenti, la possibilita' di raggiungere una base di clienti allargata, hanno cambiato le dinamiche di mercato, e aiutato l'esplosione del mito del vintage e quindi dei prezzi.
La nota positiva per me e' il mercato di "reissue" che ne e' nato. No, non mi riferisco solo alle R della Gibson (comunque ottime), o alle reliccature Fender, ma a tutto il mercato di strumenti vintage spec partito da piccoli laboratori, il mercato secondario di accessori, di pickup con specifiche vintage, di ampli e pedali boutique. Certo, i costi sono spesso elevati, ma anche la disponibilita' di prodotti e' impressionante rispetto a quello che era il mercato di strumenti musicali negli anni 80/90.
Quanto al vero vintage, non fa per me. L'unica esperienza che ho, a parte altri strumenti che mi sono passati per le mani, e' stato l'acquisto di una Jaguar dei primi mesi del 66. Forse sarebbe stato econimicamente la scelta da fare, ma non era per me. Troppi problemi, il vintage, spesso troppo lavoro o manutenzione da fare, e troppo spesso non ideali per suonarci dal vivo... e a me gli strumenti piace usarli, non tenerli chiusi in bacheca ;)
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di CescosCorner [user #36147]
commento del 02/06/2021 ore 18:39:00
Beh ma è tutto relativo. Un amico comprò una "relic" custom shop, dove la finta usura, fatta con acido, delle sellette aveva finito per corroderle, rendendole inutilizzabili, ha dovuto comprare un ponte nuovo (su una chitarra pagata oltre 3000 euro nuova in negozio). Una jaguar dell'epoca ha dei limiti dati dal progetto iniziale, che prevedeva uso di corde 0.12 di cantino, per cui nel momento in cui la si vuole utilizzare con corde 0.10 e action moderna va da sè che creerà qualche difficoltà. La lista di chitarristi che usano gli strumenti vintage dal vivo è talmente lunga e nota che non serve scomodare nomi altisonanti, ma basti pensare che è proprio una jaguar del '66 ad avere "vinto" il disco di platino nell'ultimo singolo di Vasco Rossi. Ad ognuno il suo, ed in ogni caso finchè non si provano questi strumenti, nei contesti giusti e confrontandoli con quelli per noi di riferimento, che suoniamo tutti i giorni, è meglio essere prudenti nei giudizi, perchè potremmo rimanere sorpresi, in positivo. Salvo alcune eccezioni, chi acquista questi strumenti li suona eccome, e il loro onere in quanto a manutenzione ordinaria è tanto quanto quello di uno strumento contemporaneo. Semmai l'unica differenza è nel caso in cui qualcosa si rompa, per l'uso o l'abuso, e la si voglia ripristinare con parti originali, allora sì che la ricerca diventa costosa, ma in genere questi sono problemi che il musicista non si pone, e, come hai giustamente evidenziato, potrebbe trovare i ricambi nella enorme vastità di offerta boutique a disposizione oggigiorno.
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 03/06/2021 ore 09:46:4
Seguo il canale instagram cescocornerguitar da una sacco di tempo... è una gioia leggerti qua!

P.S.
Se ancora non seguite il suo canale... non fatelo... è pornografia pura e poi diventate ciechi.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 03/06/2021 ore 09:49:48
Troppo gentile!!! Ultimamente ho sentito l'esigenza di tornare a scrivere in Italiano, causa esigenze di lavoro l'inglese è stata una "necessità obbligata" ma è un peccato non raccontare le tante belle storie e realtà, sia strumenti che persone, presenti qui in Italia, per cui d'ora in poi cercheremo di rimediare!!
Rispondi
di FBASS [user #22255]
commento del 03/06/2021 ore 10:10:03
Io da anni confesso di essere per principio contrario agli "strumenti vintage", che negli anni 70's erano solo strumenti usati e basta (cioè quando ne ho fatti fuori anch'io a cominciare da un Hofner Violin Cavern del 1961, poi una Fender Esquire pre-CBS del 1963, anche una Fender Jaguar Custom Fiesta Red ma già del 1966, ecc.mi sono rimasti solo una Lap Steel Fender Stringmaster de Luxe 8 del 1964 e due bassi Framus rispettivamente del 1962 e 1965, più un Hofner Violin Bass del 1967, se vintage lo si può chiamare), strumenti venduti in quegli anni che precedettero il fenomeno di inizio anni 80's ad un prezzo di circa la metà del nuovo, per non parlare delle "Frankenstein", chitarre ricavate da 6 strumenti diversi, vedi il caso citato nell'articolo, poi le "Relic", strumenti nuovi resi vecchi ad arte e venduti a prezzi esorbitanti (mi hanno chiesto, nel negozio dove mi rifornisco, € 3800 per una Jazmaster Relic Fiesta Red contro i € 3600 di una autentica Jazzmaster Sunburst del 1968 in un altro negozio, ma io pagai pochissimo una Jaguar sunburst proprio di quell'anno); poi, come ho sempre affermato e non sono il solo, per me "Vintage" sono solo quelli autentici ed integri in tutto le loro parti, verniciatura in primis, ho alcuni bassi tra Fender e Gibson degli anni 70's che non considero però tali, ma mentre i bassi li puoi ancora suonare a distanza di 45-50 anni, le chitarre dopo 30, se integre, le puoi appendere al chiodo, FBASS.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 03/06/2021 ore 10:22:50
Ciao e grazie per il tuo contributo!! Leggo con piacere la tua esperienza, anche se non posso condividere l'ultima frase, perchè mai un basso potresti utilizzarlo e una chitarra no? Se è stata ben tenuta e manutenuta (scusa il gioco di parole) è perfettamente utilizzabile, altro che chiodo! Concordo per quanto hai detto su certi "relic" che costano di fatto più degli originali in alcuni casi, avevo in un altro commento citato le National ma è verissimo per quanto riguarda jaguar o jazzmaster, idem certe serie limitate tipo la "blackie" che costava da nuova come e più di una vera anni 50 !
Rispondi
di FBASS [user #22255]
commento del 03/06/2021 ore 12:10:36
E' una mia constatazione fatta nel tempo, se una chitarra la usi (ed io sono sempre dell'avviso che debbano invecchiare con te che la usi), i frets vanno a farsi benedire nel giro di alcuni decenni, mentre quelli dei bassi resistono di più (ho un Fender Telecaster Bass del 1968, un Fender Precsion del 1972, un Fender Jazz Bass del 1974 ed un Gibson G3 del 1978 che uso ancora molto, non tanto una Jaguar del 1968), e ho sempre affermato che anche le viti debbano essere le originali, figuriamoci poi la sostituzione di manici, pickups ed elettronica. Una chitarra ben tenuta di solito poi appartiene ad uno che fa il collezionista da sempre e non ad un chitarrista di mestiere ... a proposito di Giapponesi, ho una delle prime Fender Telecaster Pasley Sunburst, comprata da me nel 1987, però prima nel 1983 trovai una Telecaster Butterschotch, era una Squier marcata ancora Fender ed aveva il logo Squier più piccolo sul ricciolo della paletta, data in permuta per l'altra; ora ho una Stratocaster prodotta in Korea dalla Samick, marcata anch'essa Fender ed è del 1989, unico anno che avevano Fender come logo, FBASS.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 03/06/2021 ore 12:32:06
Ah in quel senso è verissimo, i tastini originali non sono di certo comparabili a quelli dei bassi come durevolezza, ma il refret è una operazione vitale per qualsiasi strumento, ovviamente va fatto bene. Ma aldilà di questo sul fatto che si "Possa" suonare una chitarra d'epoca anche dopo tanti anni diciamo che impossibile non è, certo dipende anche da che genere si suona e quale contesto, per esempio una chitarra vintage per suonare blues probabilmente andrà bene anche con i suoi tasti "finiti" e corde grandi, mentre per suonare hard rock necessiterà di un refret o altro, ogni musicista poi cerca lo strumento che più lo soddisfa per sviluppare il proprio suono!
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 03/06/2021 ore 10:41:40
Bell'articolo, molto ben argomentato, che mette in evidenza il "mercato oramai chiuso" e le estreme difficoltà che si incontrano se si vuole intraprendere un ipotetico (ma forse sarebbe meglio dire improbabile) acquisto di uno strumento della golden era. Oltre all'enorme esborso di pecunia.
Interessante, ma ho capito da tempo che non fa per me.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 03/06/2021 ore 10:47:53
Nell'ultimo anno i prezzi sono diventati proibitivi, ma non per tutto. Ci sono per esempio delle Gibson ES 1958/1960 tipo la 295 o la 225, per fare due esempi, che si possono acquistare con prezzi similari agli stessi modelli custom shop, e in condizioni originali! dipende sempre da quello che uno cerca e come preferisce investire le proprie risorse. Non è affatto inusuale oggi vedere musicisti ma anche appassionati con decine e decine di chitarre, magari anche simili tra loro, che però preferiscono avere molti modelli moderni ancorchè simili rispetto ad uno (o più) originale. Io stesso quando comprai la prima stratocaster d'epoca ero arrivato ad avere diverse stratocaster, tra custom shop, tokai anni 80, squier JV, etc, ma quando le ho potute confrontare con la vera non ho avuto esitazione e le ho via via vendute tutte. Poi penso sia il bello della vita che ognuno faccia le proprie scelte e trovo particolarmente apprezzabile chi è contento e soddisfatto del suo "suono", indipendentemente da che chitarre possieda.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 03/06/2021 ore 10:51:33
Certo, la vita è bella comunque.
Rispondi
di Merkava [user #12559]
commento del 03/06/2021 ore 15:10:08
ב"ה
Complimenti per l'articolo, scritto in un Italiano che da tempo non leggevo, un vero piacere.
Mi piacerebbe chiederti dei consigli su libri (anche in inglese) che possano aiutare ad orientarsi nel magico mondo di questi strumenti (sia chitarre che amplificatori).
Grazie

Uri
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 03/06/2021 ore 15:17:23
Grazie mille Uri, davvero gentile. I libri che mi sento di consigliarti, che sono poi quelli che ho consigliato a tutti amici e clienti che hanno chiesto, sono senza dubbio: "the inside story" di Forrest White, che, pur non essendo un manuale, è un ritratto incredibile di quello che era il mondo Fender di allora, davvero testo fondamentale e che "apre gli occhi". Poi i testi di Richard Smith e di Andrè Duchoissoir, che, per quanto datati, sono però una ottima infarinatura generale. Questi i tre autori fondamentali che consiglierei per cominciare, poi ci sono testi più divulgativi che male non fa conoscere. Per gli ampli fender c'è quello di Tom Wheeler che è meraviglioso, magari da abbinare a "the stratocaster chronicles".
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 03/06/2021 ore 15:19:0
Consiglio: non perdete proprio tempo con le chitarre vintage perchè costano troppo e si entra in un ambito in cui non si sa cosa si prende. Poi spendere un sacco di soldi quando non si è nemmeno dei professionisti ma dei semplici musicisti amatoriali ha ancora meno senso. Ci sono in giro tanti buoni strumenti, usati e di nuova produzione che non rientrano nell'ambito del vintage, dal prezzo decente e in grado di fornire ore e ore di divertimento. Puntate su quelli.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 03/06/2021 ore 15:24:41
Qualunque sia lo strumento che si cerca, non si può pensare di affacciarsi al mondo dell'usato senza conoscere, credendo che solo perchè uno strumento sia di produzione recente non sia stato modificato o riparato, anzi. Quindi il "non si sa cosa si prende" è davvero molto relativo, SE non si sa cosa si prende allora meglio non comprare, indipendentemente da quale sia l'annata di produzione dello strumento. Se si intende comprare qualunque oggetto usato è buona norma seguire le indicazioni presenti nell'articolo, perchè se anche ci fosse un difetto è assolutamente possibile essere tutelati.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 04/06/2021 ore 00:11:11
Dico la mia: chi afferma che gli strumenti vintage non abbiano nulla di speciale evidentemente non ne ha provati abbastanza, perchè alcune chitarre tirano fuori un suono che sulle moderne non c'è, difficile dire se per impossibilità di replicarlo o almeno in parte per intenzione (nessuno sembra resistere al "vintage spec ma con più output"...). Qualche esempio? Gli strumenti moderni si suonano coi toni tutti aperti e si chiudono per correggere l'acidità eccessiva. Ho una modestissima melody maker che se chiudi il tono escono altri suoni, diversi, e rimane brillante e percussiva fino quasi alla fine. Ma diversa. Mai visto su qualcosa di recente. E non è vero che il vintage si paga solo tantissimo, ci sono molti strumenti "minori" che tanto minori non sono e si trovano a prezzi certamente più umani di una strato pre-cbs. Sul fatto che serva saperne, è vero. Ma è un percorso, se vuoi qualcosa di preciso, particolare, devi informarti, conoscere, esplorare, e poi darti alla ricerca, e alla fine se sei fortunato hai trovato. certo che se anche tra i venditori ci fosse un po' più di esperienza non sarebbe male: "in che senso pot da 250kohm o 1Mohm cosa vuol dire?" non va tanto bene.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 04/06/2021 ore 07:44:2
Giustissimo, che è poi quello che ho cercato di dire nell'articolo, un processo virtuoso lo innesca innanzitutto un cliente informato e che sa cosa sta cercando, e nei commenti più sopra ho fatto notare come modelli "minori" costino in realtà meno di certi loro analoghi reissue delle case moderne, dalle national a certe Gibson del 1959 che costano tanto quanto o addirittura meno delle loro riproduzioni moderne! Sono d'accordo sul fatto che un venditore dovrebbe conoscere a fondo gli oggetti che vende, o quantomeno fare il possibile per informarsi, oggi più che mai la vendita è estremamente specializzata e non si può più tenere l'approccio, molto superficiale, che ha però consentito a venditori che non hanno veramente alcuna idea dei dettagli degli strumenti di diventare delle figure quasi "Mitologiche" in Usa, poi ci parli insieme e ti rendi conto che non distinguono una strato da una tele!! All'epoca non era richiesto sapere tutto perchè, come racconta Gil Southworth "avevamo solo le originali o le nuove quando abbiamo cominciato, negli anni '70, non si poteva sbagliare anche volendo". Oggi il mondo corre a una velocità folle, ed essere preparati è una cosa fondamentale (sia che tu ti trovi nella posizioni di cliente, che di venditore). Grazie del tuo commento, sono molto contento di tutti gli spunti e aspetti che hai toccato.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 04/06/2021 ore 17:29:20
Una cosa che ormai è evidente da qualche anno è che si è partiti dal vintage anni 50-60, ma si è rapidamente saliti a fagocitare nell'aura di mito anche strumenti che con la "golden era" hanno poco a che fare. E non si può mettere in discussione la cosa perchè si viene additati come non intenditori o peggio ancora poveracci che vorrei-ma-non-posso. Parlo di cose come le Les Paul pancake, le Fender Dan Smith era, finanche le Squier JV. Non si riesce a parlare senza il mito in mezzo, una Les Paul del '69 ha si 50 e passa anni ma costruttivamente cos'ha in comune con quelle di 9 anni prima? Poco. Certo, viene una frazione di una '58-'60 ma ha senso? Ci sono chitarre che sono semplicemente.. vecchie?
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 04/06/2021 ore 18:01:36
Precisamente, purtroppo qui da noi "se ha vent'anni"...allora è vintage? NO!!! e non lo sarà mai...!! che poi basterebbe cercare di rapportare il prezzo alla qualità....quando prendevo le JV e le tokai costavano 350 Euro, e li valevano tutti ! non parlo di cento anni fa, ricordo che c'erano le prime road worn a 750 nuove in negozio...Oggi quando sento magnificare le tokai, che pure restano ottime per quel che sono, sorrido perchè le ho avute, ma vederle a migliaia di euro di richiesta fa parte credo della follia del momento!
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 04/06/2021 ore 18:31:32
Dico una sola parola: "Photoflame". Se passa quello è finita.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 04/06/2021 ore 18:57:51
ahah!!! mamma mia le fotoflame....!!!! ormai ci si può aspettare di tutto
Rispondi
di 5maggio2001 [user #36501]
commento del 04/06/2021 ore 08:29:27
oggi i prezzi del vintage ma in generale delle chitarra è fuori di testa, probabilmente una bolla dovuta al fatto che in questi 2 anni siamo rimasti a casa, i prezzi credo che crolleranno presto
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 06/06/2021 ore 22:51:58
ne dubito considerato che salgono in modo costante da una trentina.
Rispondi
di 5maggio2001 [user #36501]
commento del 07/06/2021 ore 08:34:53
i prezzi nell'ultimo anno sono andati alle stelle, avranno una flessione importante nei prossimi mesi.
Inoltre le chitarre vintage non saranno appetibili in eterno se ci sarà sempre meno gente che suona ed a cui importa, secondo me torneranno a prezzi bassi
Rispondi
di nicostop [user #19313]
commento del 04/06/2021 ore 10:24:03
Una precisazione: vintage in ambito vitivinicolo indica l’anno di vendemmia, non l’età del vino.
Viene riportato in etichetta quando ottima annata. In ambito di distillati e vino rinforzati (Porto, Sherry, Ammontillado, Marsala...) indica che non sono state mescolate differenti annate oppure l’anno di imbottigliamento dei metodi Soleras.
Ovviamente oggi una bottiglia della vendemmia 1965 è un vino invecchiato (speriamo bene).
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 04/06/2021 ore 10:34:55
Grazie della precisazione, infatti ho scritto che indica "fatto in un particolare anno", non mi pare di aver parlato dell'età ! Era un passo di George Gruhn che spiegava proprio come non ci fosse alcuna correlazione tra "l'essere vecchio" ed "essere buono", proprio come i begli esempi del mondo dei vini che hai riportato adesso!
Rispondi
di Oskar77 [user #17983]
commento del 04/06/2021 ore 12:48:01
Bellissimo articolo, si potrebbe considerare una sorta di "guida". Credo che chi voglia acquistare uno strumento d'annata, oltre che studiare e documentarsi (che farebbe anche parte del piacere) dovrebbe, quando possibile, rivolgersi a professionisti che consiglino "anche contro i propri interessi" e spieghino (come scritto nell'articolo) cosa non puo' essere originale per forza di cose. In pratica un "corner di qualita' " ;). Concordo anche sulle analisi del mercato degli ultimi anni contenuti nei vari commenti. Tutto vero e reale.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 04/06/2021 ore 12:53:02
Grazie per il tuo commento!! ho cercato davvero di dare qualche spunto positivo a chi volesse avvicinarsi a questo mondo, che troppo spesso viene additato di chissà quali nefandezze, per carità, tutto può accadere ma penso che sapere che si può essere tutelati per davvero possa dare più serenità, anche perchè è un mondo molto affascinante, ed ad ampio spettro, perchè non si parla solo di chitarre ma anche altri strumenti, effetti, amplificatori. Penso che la chiave di tutto sia la condivisione e la collaborazione, e come hai detto bene non bisogna avere "paura" di dire quello che una chitarra ci mostra, ogni volta che si tace un difetto di cui ci si è accorti si finisce per fare danno al cliente e a se stessi, almeno questa è la mia esperienza, e come dico sempre, indipendentemente da come una "bad chain" si sia creata, chi ha l'occasione di fermarla deve cercare di farlo sempre!
Rispondi
di coprofilo [user #593]
commento del 04/06/2021 ore 15:46:41
Mi sono sempre chiesto una cosa: che fine hanno fatto le strato che negli anni 80 sono state customizzate con doppi humbucker, floyd rose o khaler, bloccacorde, circuiti attivi?
Sono diventate tutte refin?
Guardavo spesso i siti di vari rivenditori americani, anni fa qualcuna veniva dichiarata come Player grade e si vedeva qualche segno di manomissione, ora mi sembra che si trovi tutto in ottimo stato, non mi sembra però molto corretto tappare buchi, riverniciare e non dichiarare gli interventi fatti!
Che poi voglio dire, se ti capita una strato con uno scasso per un humbucker perché non investire il risparmio rispetto allo strumento immacolato in un bel paf per vedere l'effetto che fa?
Sarebbe divertente!
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 04/06/2021 ore 15:53:14
Non saprei, sarebbe sciocco non dichiarare simili interventi, anche perchè sono tutt'altro che invisibili! le player grade ci son eccome. Personalmente tutti i restauri che vengono commissionati dai clienti sono pubblicati, sia dai liutai che li eseguono che sul sito, con numero seriale in bella mostra a corredo. Omettere simili dettagli è davvero sciocco, perchè vengono sempre fuori! I paf sulla strato li ho visti mettere in ogni posizione, la più assurda quella centrale, S H S !!!
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 04/06/2021 ore 18:30:49
Ci sono ci sono, sono quelle che:

"tutta originale perfetta immacolata tranne pickup, potenziometri, jack, 2 meccaniche, forse riverniciata, decal sulla paletta copia perfetta".
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 05/06/2021 ore 05:32:53
Articolo per miliardari.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 05/06/2021 ore 07:00:00
Proprio no, quelli si possono permettere di comprare con leggerezza, tutti gli altri no ;)
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di RedRaven [user #20706]
commento del 05/06/2021 ore 14:55:15
Non è vero, ho comprato qualche anno fa una duosonic del '65 al prezzo di una strato USA moderna. Se però vuoi una strato pre-cbs messa bene effettivamente devi essere disposto a spendere. Tieni conto che sono oggetti che difficilmente perderanno valore, e probabilmente lo acquisteranno. Il che è parte del motivo per cui sono arrivate a cifre notevoli.
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di CescosCorner [user #36147]
commento del 05/06/2021 ore 15:03:21
Esatto, ma poi "articolo per miliardari" ma anche no dai, forse non lo ha letto con attenzione =)
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di pelgas [user #50313]
commento del 05/06/2021 ore 19:09:17
Sono strumenti dai valori molto elevati, di specifiche annate, appartenenti a un circuito d'élite. L'articolo è per chi ha grana. Io dopo trent'anni che suono, di valore ho due Gibson così così e un Mesa boogie mezzo rotto 😂😂
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di TOX [user #41333]
commento del 06/06/2021 ore 13:26:35
Innanzitutto ringrazio CescosCorner per condividere queste preziose e interessanti informazioni. Approfitto di questa ultima parte della discussione per fare una domanda che mi tormenta da un po' e che in parte CescosCorner ha trattato in un articolo di qualche tempo fa.Le strato 69 oltre ad essere sicuramente strumenti molto belli godono dell'aura "hendrix era" che per quanto poco ne alimenta il valore e l'hype. Vorrei soffermarmi sulle fender anni 70 a 3 viti per intenderci. Ho notato che da un pò di tempo sono diventate collezzionabili ( la collezione Camorani ad esempio arriva fino al 1974) e che i prezzi pur rimanendo più o meno umani sono in costante crescita. A tuo avviso CescosCorner potrebbero essere, con le dovute distinzioni, delle chitarre appetibili che giocano lo stesso campionato delle masterbuild o cs e magari perché no con il tempo prendere un pò di valore? Grazie
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di CescosCorner [user #36147]
commento del 06/06/2021 ore 14:10:02
Grazie a te per aver letto e per il tuo approfondimento. Allora, per quanto mi riguarda la "golden era" di Fender finisce con il 1966, mentre fino al 1969 troviamo strumenti unici, tipo le "maple cap" di Jimi Hendrix, ritchie Blackmore e David Gilmour. Dopo il 1969 sinceramente non posso più dire che "ogni chitarra che trovi sarà valida", perchè sarebbe anacronistico. Diciamo che gli anni '70 sono molto "lunghi" e per fender, tormentati, si può distinguere, per le Strato, un periodo fino al 1971 per le "4 viti" dove sostanzialmente le chitarre sono assimilabili a delle '69, in alcuni casi si possono trovare delle inizio 71 ancora maple cap per esempio, poi inizia il periodo a tre viti, che dal 1971 al 1974 presenta caratteristiche simili, poi dal 1975 al 1977 abbiamo chitarre ancora simili ma con dei cambi nella costruzione, i body cominciano ad essere in solo frassino (pesante), i pickups "flat poles" che per la cronaca suonano da dio, per poi finire con 1977/1981 con ulteriori modifiche (che in realtà sembrano più impoverimenti) a elettronica e finiture. Tutto questo per dire che, se su 10 "77/81" magari ne troviamo 1 eccellente (mi è successo, leggera, bei legni, ben fatta e ben suonante) invece per il 70/71 ne troviamo magari 5/10 con queste caratteristiche. Però le fender anni '70 in particolare le strato vanno provate perchè possono anche risultare chitarre senza alcuna qualità timbrica particolare. Questo non accade invece per le Fender della Golden Era. Diverso il discorso ancora per i bassi e le telecaster, che rimangono sostanzialmente coerenti al progetto "4 viti" etc anche durante gli anni 70. Aldilà del fatto che qualche collezionista possa decidere di spingersi fino ad una certa data con la propria collezione, difficilmente consiglierei di investire in strumenti anni '70, con l'idea di chissà quali ricavi, perchè come spiega bene Gruhn quegli strumenti non saranno mai vintage, però si possono trovare chitarre assolutamente belle da suonare con un po' di selezione!
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di TOX [user #41333]
commento del 06/06/2021 ore 15:18:09
Grazie mille! Hai confermato alcune idee che mi ero fatto e aggiunto spunti davvero interessanti. Ti ringrazio molto per la chiarezza e la disponibilità.
Per quanto riguarda la saggistica relativa agli strumenti vintage (ma non solo) ho trovato molto interessanti i libri suggeriti da bobchill sui 2 video dedicati proprio a questo argomento.
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