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45 watt pesanti la metà: il Fender Super Reverb diventa Tone Master
45 watt pesanti la metà: il Fender Super Reverb diventa Tone Master
di [user #116] - pubblicato il

Il Tone Master Super Reverb replica sound e caratteristiche del valvolare anni ’60, con riduttore di potenza e IR integrati per una versatilità moderna e riducendo il peso a quasi la metà.
Dopo le immagini virtuali del Kemper, grazie a potenze di calcolo sempre più avanzate e l’arrivo di tecnologie moderne per simulazioni accurate di interi circuiti analogici fino alla replica di casse e microfoni mediante Impulse Response, nel 2021 il digitale non fa più paura.
La serie Tone Master è il segnale con cui Fender dimostra di aver accolto con convinzione e fiducia il mondo dei bit nella sua palette sonora. La collezione raccoglie repliche digitali in formato hardware, fedeli nell’estetica e nel suono, degli amplificatori più rappresentativi della tradizione Fender, aggiungendo sul piatto alcune funzioni inedite e direttamente derivate dalla conversione al virtuale.

I modelli Deluxe e Twin Reverb sono stati i primi a trovare una controparte Tone Master, e ora è il turno del Super Reveb, combo 4x10 apprezzato per il suo timbro profondo e articolato, capace di clean particolarmente dolci e distorti rombanti dal sapore vintage.

45 watt pesanti la metà: il Fender Super Reverb diventa Tone Master

Il Tone Master Super Reverb è un amplificatore digitale, con un potente cervello elettronico interamente votato allo scopo di fornire un’emulazione accurata del Super Reverb valvolare in versione black panel della metà degli anni ’60, ma ora con un peso sensibilmente ridotto e senza la manutenzione necessaria in un circuito a valvole.
Il combo misura infatti soli 16Kg contro i circa 30 dell’originale, ma offre tutte le funzioni incluse nel modello storico.

L’interfaccia si divide nei canali Normal e Vibrato, ognuno con due ingressi ed entrambi dotati di funzione Bright per un voicing più brillante e caratteristico del sound Fender d’annata.

Come da tradizione, il primo canale offre solo un controllo per il volume e un’equalizzazione a due bande, mentre il secondo canale dispone di un potenziometro per il volume, equalizzazione a tre bande, regolazione per l’intensità del riverbero e due controlli per velocità e intensità del vibrato.

Tremolo e riverbero sono resi digitalmente mediante tecniche moderne di convoluzione, e quattro altoparlanti Jensen P-10R da dieci pollici l’uno con magneti in alnico garantiscono un timbro profondamente legato alla tradizione del marchio.

45 watt pesanti la metà: il Fender Super Reverb diventa Tone Master

Sul piano estetico, l’amplificatore è indistinguibile dalla controparte valvolare. È sul retro che le differenze diventano invece evidenti. Qui compare un attenuatore a sei posizioni, per portare la potenza dai 45 watt complessivi fin giù a soli 0,5 watt, per l’uso in appartamento conservando le caratteristiche timbriche anche a basso volume.
È inoltre presente un’uscita di linea XLR con controllo Level, Ground Lift e due simulazioni di Impulse Response per la registrazione in diretta o il collegamento dal vivo a un mixer senza richiedere dispositivi esterni né microfonazione dedicata.



Il Super Reverb della serie Tone Master intende dimostrare di cosa è in grado un progetto digitale senza compromessi. Non si tratta infatti di un prodotto destinato alle fasce entry level o a chi è in cerca di un ripiego rispetto all’impegnativo mondo della valvola. È invece un amplificatore nato per rappresentare “lo stato dell’arte” del digitale in casa Fender, con tutti i tratti professionali (e il prezzo, seppur sensibilmente inferiore al valvolare) che ne derivano.
Sul sito Fender è possibile vederlo più da vicino a questo link, con foto, scheda tecnica e prezzo di listino.
amplificatori amplificatori per chitarra fender super reverb tone master
Link utili
Tone Master Super Reverb sul sito Fender
La serie Fender Tone Master su Accordo
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di ovinda [user #46688]
commento del 09/08/2021 ore 13:08:28
Per avere un senso, le emulazioni dgitali devono suonare credibili e devono costare una frazione degli analogici.
Al prezzo di fender tanto vale prendere un valvolare
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 09/08/2021 ore 13:37:5
In effetti il Tone Master ha un prezzo di listino di 1449€ contro i 2599€ della controparte valvolare.
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 09/08/2021 ore 14:56:50
Per onestà intellettuale dovresti dire che lo street price della reissue introdotta nel 2001 è 1.000 euro di meno dei 2.599 che hai indicato, con questa cifra ci prendi tranquillamente un Silver e se sei fortunato anche un blackface degli anni buoni vai al link .
vai al link questo è un ex demo ma è meno del Tone Master...
Secondo me siamo un pò oltre il decente quasi 1.500 euro per un unico suono digitale e lo pubblicizzano con il discorso del risparmio di peso.... mah.
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 09/08/2021 ore 15:37:49
Mi rifaccio al catalogo ufficiale attuale:
Qui il Tone Master - vai al link
Qui il valvolare - vai al link

Credo sarebbe fuorviante confrontare il prezzo di listino del 2021 con uno street price di 20 anni fa. Riguardo la possibilità di trovare altri ampli, d'epoca, migliori o quant'altro per lo stesso prezzo o per una frazione, alzo le mani e non escludo possa essere così, ma temo che lì si finisca fuori tema.
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 09/08/2021 ore 20:52:00
Perdonami, ho detto che la reissue è stata introdotta nel 2001 mica che il prezzo che ti ho indicato è di 20 anni fa... per street intendo quello attuale, tant'è che l'ex demo che ti linkato vien via a 1.200 Euro che è un prezzo in linea con i 1.600/1.800 a cui lo vendono nuovo, non 2599 come da catalogo Fender che ben sai non è comparabile con il cartellino, oppure tu hai sempre comperato a prezzo pieno 😉.
Tutto qui sulla qualità o meno non commento non l'ho provato, mi lascia perplesso l'utilizzo di con in alnico quando chi usa digitale solitamente si orienta su altre tipologie di casse come le Full‑Range/Flat‑Response.
Rispondi
di Rothko61 [user #32606]
commento del 10/08/2021 ore 10:42:18
La casse FRFR vengono scelte per ottenere il suono che uscirebbe dalla PA una volta microfonato l'ampli. Si cerca il suono "ultimo" che sentiresti uscire dall'impianto. Infatti, quelle casse vengono eventualmente usate come spia dal chitarrista e non vengono mai microfonate (normalmente Kemper, Helix e via cantando entrano direttamente nel mixer).
In questo caso si vuole avere il suono dell'ampli, quanto più possibile simile all'originale.
Ciao
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 10/08/2021 ore 11:51:50
Ah ecco grazie.... io sto ancora cercando di capire a cosa serve il Presence sul mio Bassman ahahaha
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 10/08/2021 ore 11:40:05
È proprio quello che intendo: non credo si possa paragonare un prezzo di listino di uno strumento del 2021 con lo street price di uno strumento in circolazione da 20 anni (tra l'altro riferito a un ex demo out of stock).
Riguardo l'uso di coni Jensen tradizionali, la scelta è in linea con la filosofia del prodotto: non è un simulatore di un intero rig paragonabile alle simulazioni della serie Mustang o a un Kemper, bensì si prefigge lo scopo di emulare il solo amplificatore per chitarra, con una risposta il più simile possibile al valvolare originale, pertanto ha senso che vi sia collegato un altoparlante per chitarra. L'uscita di linea dispone comunque di due IR per l'eventuale registrazione in diretta.
Circa la qualità, ahimè, siamo allo stesso punto: mai avuto modo di provare di persona i Tone Master neanche io 😁
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 10/08/2021 ore 11:59:14
Ok così condivido, al di là dell'aspetto commerciale che capisco visto che siamo tutti di base feticisti, penso che il concetto di base sia corretto, c'è una fetta di utenti medi che dei digitali tipo kemper e fractal non sanno cosa farsene e cercano magari un "device" più plug and play con meno spippolamenti possibile e quel target di utenti è potenzialmente molto vasto, ti dico che un Bassman Tone Master mi stuzzicherebbe da usare come backup... vedrai che arriverà se han fatto il SR.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 10/08/2021 ore 12:13:12
Sì, credo anch'io che arriverà.
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 09/08/2021 ore 16:17:43
Appunto, è un prezzo altissimo, non sono i 1.000 € di differenza. A 1.500 € porti a casa un fior di valvolare. Non scherziamo proprio. In questo caso si paga solo il marchio fender.
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 09/08/2021 ore 16:45:21
Credo siano semplicemente prodotti differenti: puoi trovare valvolari da 200 a 6mila euro, così come puoi trovare simulatori da 50 a 3mila euro, e penso che molto dipenda da quello che cerchi.
Per farla semplice, se desideri un buon valvolare generico hai l'imbarazzo della scelta, ma se desideri ardentemente un Fender Super Reverb non hai molte alternative: o scegli la tradizione e prendi il valvolare da 2mila e passa euro, o scegli la praticità e prendi il Tone Master a metà prezzo, oppure cerchi un usato.
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 09/08/2021 ore 18:23:01
Il ragionamento non ha tanto senso perchè 1.500 € per una simulazione non sono assoluramente giustificabili se andiamo a guardare il costo dei componenti e lo sviluppo software che è molto banale. Ci sono pedali che consentono di ottenere risultati simili, così come ci sono pedaliere e plugin. Alla fine un buon 70%-80%!del costo è rappresentato dal marchio Fender. Se non ci fosse quel marchio si parlerebbe di un prezzo ingiustifica per un apparecchio digitale in grado di simulare solo un modello di amplificatore. Poi ognuno è libero di farsi fregare come preferisce.
Rispondi
di Alex95SG [user #30733]
commento del 09/08/2021 ore 21:35:2
sviluppo software molto banale?? Hai presente la complessità del comportamento di una valvola? Riprodurlo digitalmente è estremamente difficile, tant'è vero che ogni anno escono svariati nuovi articoli con algoritmi sempre più efficaci ed efficienti. Per non parlare della complessità legata al dover replicare anche l'interazione tra gli stadi, il comportamento dei controlli e mille altre cose. A queste vanno aggiunti tutti i problemi di aliasing da risolvere e molto altro.

La realizzazione di questo tipo di software è estremamente complessa, e richiede conoscenze traversali dall'elettronica all'informatica al signal processing, oltre che tutte le competenze legate al saper far girare codice su microprocessori, dove si hanno spesso risorse limitate e si deve ottimizzare pesantemente per farci stare tutto.
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 10/08/2021 ore 07:58:15
La tecnologia impulse response è vecchissima, è usata da tantissimi produttori e non ha più segreti per nessuno. Se non conoscete il mondo dei software non parlate nemmeno.
Rispondi
di Alex95SG [user #30733]
commento del 10/08/2021 ore 08:22:09
Ahahahaha lascia perdere che è meglio. Gli IR sono usati solo per riverbero e simulazione di cassa, dato che non contengono informazioni sulla parte non lineare del sistema. Io ho partecipato come relatore a conferenze di DSP portando la mia ricerca in ambito analog modeling, forse se parlo è perché so cosa dico. Detto ciò, ti invito a programmare un motore di convoluzione real time zero latency su un micro, poi torna qua a parlare di cose banali
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 10/08/2021 ore 12:16:03
Non è vero, tutta la tecnologia di questi ampli è una banalissima impulse response. Tu puoi aver partecipato come relatore a qualsiasi convegno o conferenze, ma non lavori nella Fender nè sei in grado di dimostrare che la tecnologia usata da Fender non sia una banale impulse response.
Rispondi
di Alex95SG [user #30733]
commento del 10/08/2021 ore 13:50:12
Insisti pure? Ahahaha sai chi lo dice? La matematica. Torna a studiare va, con gli IR hai solo parte lineare, spiegami come hanno tirato fuori la distorsione. Ma soprattutto, io non posso parlare perché non lavoro in Fender mentre te si? Ahahahaha secondo me non sai neanche cos'è un IR, ma proprio manco di striscio.
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 10/08/2021 ore 14:59:48
La tua risposta è davvero di basso profilo perchè non sai nemmeno di cosa parli ma ti atteggi a scienziato.
Rispondi
di Alex95SG [user #30733]
commento del 10/08/2021 ore 15:08:14
Ma certo, come no. E dire che volendo basterebbe cliccare sul nome utente per leggere diverse cose interessanti. Comunque sto aspettando la tua spiegazione di come faccia un filtro lineare a generare distorsione, dato che io non so nulla a quanto pare chiedo a te. Attendo spiegazione dettagliata
Rispondi
di gwynnett [user #9523]
commento del 09/08/2021 ore 14:15:08
giustissimo il primo commento, vorrei sbagliarmi ma l'acquirente paga solo l'involucro e l'illusione di suonare con un Fender ed, a quanto sembra, lo paga ben caro
penso che il finale sia in classe "D", penso, non affermo, 50 watt in questa classe costano 20 euro a malapena, reverbero e tremolo o vibrato sono digitali, quindi il tutto non dovrebbe assolutamente essere presentato in combo, ma sotto forma di piccola testata alla quale abbinare una qualsiasi cassa o lo speaker di un combo ad esempio
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 09/08/2021 ore 15:52:25
Ciao Paolo, Fender parla di "45 watt valvolari simulati", mentre sul libretto è indicato un finale da 200 watt, presumibilmente in classe D: vai al link
A giudicare dalle foto che circolano dei circuiti presenti negli altri modelli Tone Master, concordo che potrebbero essere tranquillamente racchiusi in chassis più piccoli: sicuramente qui c'è del marketing, con la chiara volontà di offrire al musicista anche l'apparenza estetica di un "originale" che probabilmente fa più presa sul pubblico generalista rispetto a un ampli digitale inedito.
Tuttavia, se dietro c'è la ricerca tecnica di cui Fender parla per impacchettare una simulazione così accurata, il prezzo potrebbe essere giustificato anche da questa (sappiamo bene che il prezzo di uno smartphone non si quantifica solo nel costo dei suoi componenti).
Rispondi
di pg667 [user #40129]
commento del 10/08/2021 ore 14:04:08
un finale classe D da 150W l'ho pagato 7€ e qualche spicciolo su Amazon
Rispondi
di gwynnett [user #9523]
commento del 09/08/2021 ore 14:24:35
invece una cosa che non penso, ma affermo senza tema è il fatto che non si illudessero gli eventuali acquirenti di avere il Super Reverb che pesa la metà e suona in ugual maniera, la voce dell'originale a tubi è unica, fa parte di quelle timbriche che fanno raggrinzire la pelle infondendo una tale piacevolezza da costringerti a sorridere anche senza una ragione perché scopri quanto un clean possa essere sporco e piacevolissimo al contempo
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 09/08/2021 ore 14:34:53
Non ho mai provato questi Tone Master, confesso, ma possiedo un digitale di qualità, e mi sento di confermare quanto sopra. Anche se dicono che questi Tone Master suonano molto bene, certamente un po' caro per essere digitale.
L'originale a tubi, (Super Reverb, Twin Reverb, Deluxe Reverbe) ti induce a sorridere anche senza una ragione... col digitale è più difficile. L'altro giorno ho attaccato la Strato CS al Twin dopo un po' di tempo che non lo facevo, e mi è venuta la pelle d'oca, e da sorridere.
Poi se voglio spezzare una lancia a favore del mio digitale... ho avuto modo di testarlo Live, e con la Red Sound MF10 che mi faceva da monitor mi sono trovato molto bene.
Il fonico mi ha detto: i suoni erano perfetti (e ne ho usati tanti), non ho dovuto fare nulla.
Rispondi
di pierinotarantino [user #29514]
commento del 09/08/2021 ore 15:42:15
Leggo commenti strampalati. È vero che con quella cifra prendi un Helix e fai 1000 cose in più, fermo restando che un cabinet come il fender non è poco, l’ampli in questione vuole essere la riproduzione più fedele possibile al suo gemello valvolare. Stop. Il prezzo? Non pagate i materiali ma il progetto. Personalmente ne sono attratto, ma da possessore di un Bassman e una pedaliera a base di iridium, non saprei… la questione la metterei più su un altro gradino: se si rompe, in Olanda avranno i ricambi? Fra 3 anni li avranno ancora in produzione o se si rompe lo dovrò buttare. Il resto… non vale. Sec me.
Rispondi
di MuddyWaters [user #47880]
commento del 09/08/2021 ore 15:52:4
Amplificatori concettualmente meravigliosi ma come al solito Fender non perde occasione per esprimersi in tutta la sua recente trasformazione nella peggiore delle multinazionali di questo mondo stile Apple con l'obsolescenza programmata. E' un digitale/transistor. E' stato inventato per costare poco, durare tanto e pesare poco. Ma tanto di cosa ci sorprendiamo? Con tutto quello che hanno fatto Fender e Gibson negli ultimi anni... questo è niente. Personalmente... io guardo altrove.
Rispondi
di TB [user #1658]
commento del 09/08/2021 ore 16:26:43
Mah, continuo a non capire il successo di questa serie di ampli, a questo prezzo. Potenza del marketing e dei bisogni indotti!
Trovo più comprensibile chi vuole pavoneggiarsi con una chitarra con la paletta "giusta", ma rinunciare contemporaneamente al suono delle valvole e a gran parte dei vantaggi del digitale, solo per avere la stessa estetica di un vecchio ampli, boh...
E 16 kg non sono neanche pochi.
Eppur si vendono (pare)...
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 09/08/2021 ore 17:01:47
L'estetica ai giorni nostri lo sai quanto è importante purtroppo, io sono l'antiesteica visto che suono diretto nel mixer. ):):):):):)
Rispondi
di TB [user #1658]
commento del 09/08/2021 ore 19:10:54
Così si fa, per diamine: o tutto o niente!
;-)
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 09/08/2021 ore 16:47:59
Io, come ho scritto da altre parti qui su Accordo, possiedo il Tone Master Deluxe, parecchi amolificatori Fender Deluxe vintage (Tweed e Brownface) e cloni botique, tipo il Lazy J e Victoria.
Non giudico il prezzo perché ognuno ha i propri parametri ma vi assicuro che il suono é straordinario. Il feeling sotto le dita, spesso il tallone d'achille dei digitali, in questo caso é quello del valvolare. Suono spettacolare, feeling uguale e in più possibilitá di ridurre il vattaggio in casa per farlo crunchare a volumi umani sono giá sufficienti per sorridere. Aggiungete che ha un'uscita con due simulazioni di cassa per andare dritti al mixer o su una scheda audio e che ha un peso ridicolo....
Non ho provato gli altri due modelli Tone Master, il Twin e il Super, ma sul Deluxe hanno fatto un lavoro ecellente.
Rispondi
di Gigibagigi [user #49591]
commento del 09/08/2021 ore 18:04:37
Finalmente qualcuno che parla perché ha provato e non tanto per dire le solite baggianate da boomer del tipo "manonèquelloavalvolechetifasorridere"
Rispondi
di bobbe [user #36282]
commento del 09/08/2021 ore 16:53:59
Io ho il Tone Master Deluxe Reverb, è ottimo.
Prima provare e poi parlare.
Rispondi
di gwynnett [user #9523]
commento del 09/08/2021 ore 18:40:10
nessuno mette in dubbio che sia ottimo, basta ascoltare quella dimostrazione che, anche se proveniente da YouTube, evidenzia le dinamiche ed il suono dell'ampli in maniera egregia
la discussione verte sul fatto che emuli o meno l'originale e posso affermare a gran voce che non lo fa avendone ascoltati tre esemplari tanto autentici da avere l'alimentazione a 110 volt tra i quali uno con le mitiche valvole Svetlana
già rivalvolandoli con tubi di fabbricazione recente si nota una differenza abissale non colmabile in nessun modo
personalmente ne ho realizzato due esemplari perfettamente identici all'originale come circuitazione ma i trasformatori ed i coni non erano quelli quindi la timbrica risultava completamente diversa e non ci fu verso di accomunarli come suono
il valvolare è questo, che ci piaccia o no, sono troppe le componenti che determinano una vistosa differenza pur mantenendo perfettamente conforme la circuitazione
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 09/08/2021 ore 19:48:01
Come ho scritto sopra, ho un Deluxe Tweed originale, un Brownface e due buoni cloni (Lazy J e Victoria).
Abito in California e ho fatto fare il service del Tweed e del Brownface a Skip Simmons che e' un vero e proprio Fender guru, mettendo NOS tube, NOS capacitors etc...gli ampli sono a 110.
Ovviamente gli ampli suonano diversi, perche' i circuiti, i componenti, i coni stessi sono diversi.
Ma anche suonando due Brownface dello stesso anno o due Tweed dello stesso anno le differenze ci sono, perche' anche li ci sono molte componenti che ne determinano la differenza di suono.
Riassumendo, ci sono differenze di suono tra due Tweed dello stesso anno, tra un Tweed e un clone come il Lazy J o il Kendrik quindi non mi aspetto che il mio Deluxe Tone Master suoni identico al Deluxe Reverb del '64 del mio amico. Perche' quel Deluxe del '64 non suona uguale al Deluxe '65 dell'altro mio amico. Quello che posso pero dire con certezza e' che il Tone Master restituisce le stesse sensazioni dell'originale, lo stesso feeling ed ha un suono che e' molto, molto convincente.

Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 09/08/2021 ore 20:56:1
Questo è molto interessante grazie del feedback!
Adesso vendimi quel Lazy J!
Rispondi
di TB [user #1658]
commento del 10/08/2021 ore 10:00:41
Il Victoria lo compro io!
Rispondi
di gwynnett [user #9523]
commento del 11/08/2021 ore 11:07:52
l'amico Repsol li possiede entrambi, li tocca e li suona quotidianamente, quindi non suppone ma verifica, quindi bisognerebbe credergli incondizionatamente, ma io sono un musicante di quell'epoca, 64/69, e dalla dimostrazione postata, molto bella in verità, non riconosco quel suono, specialmente per quanto riguarda il reverbero e la timbrica in generale - sono convinto che i reverberi digitali di oggi siano di gran lunga più validi ma manca quell'approssimazione propria delle valvole, la loro precarietà, la loro capacità di decadere inesorabilmente contro la costanza del digitale che non degenera, o suona o smette di suonare nel senso che si guasta - i cloni che ho realizzato montavano i SOZO come condensatori, un occhio della testa per cinque condensatori, il tank del reverbero era quello, ma non erano quelle le valvole ed i coni come pure i magnetici - non ho registrazioni in merito ma ricordo che il suono si avvicinava molto ed era completamente diverso da quello del Tone Master, ottimo ampli, lo confermo, ma non quell'ampli
Rispondi
di gwynnett [user #9523]
commento del 11/08/2021 ore 11:16:0
non ricordo quali tubi montasse in originale, ho già detto che di averne visto uno con le Svetlana che erano ormai a circa il 50 per cento della vita, affermazione non supposta ma rilevata con un provavalvole, ebbene l'ampli aveva una rocità quasi innaturale dovuta alla decadenza dei tubi, tanto unica e meravigliosa che si decise di non sostituirle ma di ingannarle chiudendo un po' il bias per sopperire alla resistenza interna che ormai limitava lo scorrere della corrente - è chiaro che fosse una macchina votata al blues, per questo entusiasmava tanto
Rispondi
di gwynnett [user #9523]
commento del 11/08/2021 ore 11:25:52
voglio ancora dirvi, e concludo qui scusandomi per l'invadenza, che coni datati condizionano fortemente la resa dell'ampli, qualche volta in negativo, nel senso che si "ammosciano" provocando tangibili ritardi, altre volte in positivo, conferendo timbriche irripetibili con qualunque speaker nuovo di pacca - penso che l'originale montasse i JBL o i Jensen
Rispondi
di fa [user #4259]
commento del 09/08/2021 ore 22:04:05
Eh, in questo caso dipende veramente da cosa una cerca… prendendo ad esempio il twin reverb che si trova sia originale che tone master nel noto negozio tedesco, parliamo di circa 850€ in meno e 15 kg meno. Se il suono è veramente molto realistico, quindi meglio di altri simulatori in quella fascia di prezzo (e sicuramente più semplice da utilizzare), perché no? Alternativamente, da detrattore, posso dire che allo stesso prezzo mi porto a casa un Deville (anche versione Landau) che è un buon ampli…ma pesa sicuramente di più. Onestamente capisco la mossa commerciale di Fender, se il suono è realistico come scritto sopra… a molti può far gola. Look, risparmio economico, più leggero, suono realistico… chiamali scemi. Ciao Fab
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 10/08/2021 ore 00:50:45
Meh, per quel prezzo tanto vale prendere un valvolare usato ed abbinarci un Helix o il Kemper Stage. Costo superiore, si, ma versatilita' enormemente maggiore
Rispondi
di gaetano62 [user #10410]
commento del 11/08/2021 ore 06:15:24
Il mio punto di vista, al di là della qualità timbrica e del grado di fedeltà al modello originale, è la rapida svalorizzazione dei prodotti caratterizzati da alta tecnologia. Con l'evoluzione tecnologica, tra pochi anni questi prodotti saranno soppiantati, subendo un crollo di prezzo, al pari delle pedaliere e altri meccanismi digitali. Ricordo l'ottimo DG 100 della Yamaha, dal costo di listino di 1.800, acquistato dal sottoscritto per € 300 oltre 15 anni or sono.
L'elemento psicologico che fa divenire vincente la regola di marketing è basata sul concetto del "possesso" di un oggetto considerato di prestigio, al di là del suo valore intrinseco, riferibile alla funzione cui esso è destinato. Parlo di oggetti, tipo orologi, ad esempio il Rolex Daytona, venduto per l’incredibile cifra di $ 267.203 all’asta nel 2014, di proprietà di Paul Newman. Magari un Casio digitale, dal prezzo infinitesimale, sarà più preciso nella misurazione del tempo ... ma alle persone non è questo l'aspetto che ricercano ma lo status symbol che ne rappresenta.
Ricordo ancora un utente su youtube fare una prova comparativa tra due chitarre, una tele custom shop ed un clone eko da € 200. Su rete i commentatori (eccetto qualche esperto con orecchio fine) si sperticavano a far notare come la Eko suonasse più fredda e ferrosa, di contro, come la custom fosse più piena e ricca di armonici. Dopodichè il recensore rivelò di aver invertito le registrazioni audio rispetto i video postati, a dimostrazione che la maggior parte delle persone "sentono con gli occhi".
La verità non è quella che risponde alla realtà ma quella che ci riteniamo più conveniente da accettare.
Rispondi
di DottorZero [user #44787]
commento del 11/08/2021 ore 10:29:15
Io non sono contrario a priori all'evoluzione tecnologica, e sono convinto che un giorno - neanche troppo lontano - il digitale soppianterà il valvolare....Ma non è questo il giorno! (cit.)
Ma, la mia domanda è, ai possessori di questi Tone Master:
COME SI COMPORTANO CON I PEDALI? Anche in questo caso l'interazione - pedale ampli restituisce un feel simile a quello delle controparti valvolari?
Grazie in anticipo per le risposte
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 11/08/2021 ore 13:17:12
Ottima domanda anche perché attualmente il digitale non sempre accetta bene in front qualsiasi cosa!
Rispondi
di xavier [user #9768]
commento del 11/08/2021 ore 17:57:33
Già in molti avete posto il quesito, se questi ampli reggeranno il confronto nel tempo con le controparti a valvole. Ed anch'io mi chiedo se questi ampli che so, fra 20 o 30anni ci faranno sorridere dall' emozione nel suonarci ed ancora saranno riparabili come con un circuito point to point?
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 11/08/2021 ore 20:02:28
La risposta ovviamente è no perché ci saranno digitali o altre soluzioni che suoneranno ancora più fedeli agli originali.
Rispondi
di xavier [user #9768]
commento del 12/08/2021 ore 21:23:31
...in effetti la risposta era scontata e tu hai giustamente enunciato che ci saranno digitali e soluzioni ancora più performanti e fedeli; come dire che questi ampli in oggetto sono già obsoleti alla nascita dal momento che sappiamo che ne arriveranno di nuovi e così si andrà all'infinito avvicinandoci al suono originale senza mai raggiungerlo. Sembra una isterica corsa che sappiamo e consapevolmente accettiamo, che non porta mai al traguardo!
Rispondi
di A Matter Of Tone [user #44285]
commento del 13/08/2021 ore 14:37:16
Buongiorno a tutti, per chi non mi conosce, sono Ignazio Vagnone, e lavoro con Jensen Speakers. Abbiamo collaborato con Fender per lo sviluppo degli altoparlanti usati sui primi ToneMaster (Deluxe e Twin) per oltre un anno, e quindi abbiamo una visione abbastanza approfondita del progetto Tone Master.
Spero che qualche osservazione possa interessare!
1) La tecnologia: I Tone Master sono amplificatori modeling. Hanno al loro interno ben 4 DSP, quindi una potenza di calcolo comparabile con macchine come Helix, Fractal, Kemper etc. Due di questi DSP lavorano esclusivamente per la convoluzione del riverbero, di gran lunga l'effetto più complesso da riprodurre. Quanto costano quelle macchine, senza finale di potenza, e senza altoparlanti?
2) IR: hanno a bordo due IR, selezionabili o escludibili, per mandare il segnale a mixer/schede ecc.
3) Il finale di potenza in classe D eroga circa 150W su 2 Ohm (i 4 altoparlanti da 8Ohm sono cablati in parallelo tra loro), valore che riesce ad emulare la dinamica e la risposta di 45W valvolari in classe AB come nel circuito originale. Da notare che il finale è assolutamente lineare ed indistorto. La modellazione della saturazione del phase inverter e del finale avviene a monte dell'amplificazione, ed è basta sull'interazione tra il controllo di volume ed il tone stack.
4) il selettore di potenza che varia da 0,5 a 45W consente di trovare lo "sweet spot" a qualsiasi livello di volume ci serva suonare. Da totalmente silenzioso a volume da cameretta, sala prove, club, grande palco. Ad esempio, la regolazione "Magic Six" tipica dei Super Reverb (e non solo), suggerisce come punto di partenza: Volume:6, Treble 6, Mid 3, Bass 2. Con un SR valvolare, a quel volume semplicemente oggi non si può suonare in nessun locale o club. Ti serve un attenuatore.
5) Altoparlanti: come già menzionato, monta 4 Jensen P10R AlNiCo, gli stessi che monta la reissue valvolare. Questi altoparlanti, da soli, a street price sfiorano i €400...
In sostanza, ci sono contenuti tecnologici e costi di produzione industriale per i quali il prezzo appare molto più giustificato di quanto possa sembrare a prima vista.
In assoluto, il discorso comunque resta un altro: non vuole sostituire i valvolari. Vuole offrire un'alternativa dedicata a quel pubblico che apprezza questi contenuti, ha bisogno di ampli leggeri, ma non ha alcuna intenzione di imparare ad usare una macchina complessa. Vuole suonare e basta, e vuole il suo suono inviato al mixer con la stessa qualità sera dopo sera, senza doversi preoccupare di microfoni, posizionamenti, ambiente etc.
Io suggerisco, caldamente, di valutarli per quello che sono, e di provarli senza pregiudizi... potrebbero sorprendervi. Ho ben chiara l'espressione di diversi specialisti dell'amplificazione mondiale (Magnatone, Laney, Blackstar, H&K, tanto per nominarne qualcuno), quando provavano i Tone Master nel nostro stand al Namm 2020, e non volevano credere che fossero ampli digitali.
e guardatevi questa clip... John Bohlinger è tutt'altro che uno sprovveduto ed è un utilizzatore dei Super Reverb da sempre, infatti ha un Silver e un Blackface...
vai al link
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 14/08/2021 ore 10:32:49
Grazie per le precisazioni e le informazioni, condivido il discorso del prezzo necessariamente legato alla scelta di utilizzare cabinet e coni di un ampli tradizionale, solo questi due elementi avvicinano il prezzo ai 1000euro.
Sono curioso di vedere cosa faranno con i Tweed lì lo vedo un pochino più complicato il discorso.
Rispondi
di A Matter Of Tone [user #44285]
commento del 14/08/2021 ore 13:54:24
Grazie a te per esserti preso la briga di leggere un post obiettivamente lungo :) Mi sembrava che potesse interessare fare un po' di chiarezza, avendo letto alcuni commenti che partivano da presupposti, diciamo, discutibili.
Per i Tweed, che credo proprio non mancheranno in futuro nella serie Tone Master, in teoria non dovrebbe essere particolarmente complicato. Una volta che hai caricato nel motore di modellazione il circuito esatto, e hai generato un algoritmo che emula il comportamento dinamico per ciascuno dei componenti di quel circuito, che sia un Blackface, un Tweed un Brown o un Blonde, poco cambia... in teoria... Poi naturalmente ci sono giorni, settimane, mesi di test sul campo, con musicisti e specialisti, per raffinare progressivamente l'emulazione.
Io personalmente sarei entusiasta di un Deluxe Brown... ampli poco "celebrato" ma assolutamente incredibile :) ... vedremo!
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 14/08/2021 ore 13:44:36
Grazie delle considerazioni, che trovo condivisibili.
In particolare condivido il fatto che non vogliano sostituire i valvolari, primo perché sarebbe stupido, sono grandi produttori, oltre che inventori; secondo perché sarebbe una partita persa.
Vero che vogliono rivolgersi a un utente che cerca un determinato suono, senza sbattersi con dispositivi digitali sofisticati, e ad peso e potenza adeguati. Ci sta, e Fender ha certamente investito denaro per un progetto di alto livello, sfoderando un prodotto di alto livello.
Per quanto riguarda il suono, non vedo l’ora di fare un confronto A-B in una stanza da solo.
Ad un mio amico, ad esempio, non sono piaciuti.
Delle demo su YouTube mi fido il giusto, ho bisogno di verificare personalmente.
Grazie mille comunque!
Rispondi
di A Matter Of Tone [user #44285]
commento del 14/08/2021 ore 14:06:1
Grazie a te!
Vero, le demo di YouTube sono da prendere con un minimo di cautela. Direi che quella di John Bohlinger che ho linkato è molto cruda e diretta, e riflette con buon realismo il comportamento dell'ampli, credo valga la pena di vederla.
Per il confronto A-B, una considerazione: non cadere nel tranello di mettere i controlli esattamente nella stessa posizione in entrambi gli ampli e aspettarti lo stesso suono. Un amplificatore vintage ha tolleranze nei componenti anche del +/- 10%, e inoltre, alcuni componenti, in particolare i condensatori e gli altoparlanti cambiano sostanzialmente il loro comportamento con il tempo. Anche due ampli identici, costruiti nello stesso giorno di 50 anni fa potrebber suonare ben diversi a parità di regolazioni. Io suggerisco di cercare di comparare il suono, anceh se per ottenerlo magari devi impostare i controlli in modo differente.
Infine, una nota riguardante la prima serie dei ToneMaster (Deluxe e Twin Blackface). Fender ha rilasciato un firmware upgrade che per entrambi i modelli cambia la regolazione del riverbero, rendendolo un po' più progressivo e fruibile, e, solo per il Deluxe, elimina un bright cap dal circuito nel canale Vibrato, rendendolo più morbido e meno aggressivo sulle medioalte, specialmente usato con pedali di OD/DIST. Aggiornamenti caldamente suggeriti a tutti i possessori ed utilizzatori!
Have fun!!!
Rispondi
di xavier [user #9768]
commento del 14/08/2021 ore 18:28:55
Grazie Ignazio,
le tue delucidazioni sono davvero molto confortanti, spazzano via quei dubbi che tormentano il futuro acquirente sulla validità degli oggetti in questione. Questo tuo intervento, fatto oltremodo da chi ha contribuito alla realizzazione è un ulteriore presentazione e toglie molte "paure" sull'acquisto.
Buon ferragosto a tutti.
Rispondi
di A Matter Of Tone [user #44285]
commento del 14/08/2021 ore 22:12:36
Grazie a te!!!
:)
Rispondi
di Alex95SG [user #30733]
commento del 15/08/2021 ore 12:35:59
"io suggerisco di cercare di comparare il suono, anche se per ottenerlo magari devi impostare i controlli in modo differente."

Da incidere nella pietra!! Sono anni che lo dico, anche perché simulare lo sweep di un preciso pot log è abbastanza impossibile, si deve per forza adottare uno sweep generico che risulti progressivo all'ascolto, quindi magari il punto che sull'ampli vero è 7 sul pot virtuale è 6 o 8!
Rispondi
di A Matter Of Tone [user #44285]
commento del 15/08/2021 ore 13:30:24
Oh yes!!!
Rispondi
di gaetano62 [user #10410]
commento del 15/08/2021 ore 08:12:09
Ottimo intervento, pregevole e preciso. Le mie considerazioni, ripeto, vertono su due apetti:

1. Prezzo. Escludendo il costo del materiale e segnatamente dei coni (la fabbrica accede a prezzi notevolmente differenti rispetto gli acquirenti privati), la maggior parte dei proventi è rivolto al compenso della "ricerca", non al costo dei materiali. Pertanto credo che se si fosse adottato una politica di prezzo più economica, da un lato avrebbe consentito l'accesso ad un target più ampio (e conseguente maggiore vendita) ma dall'altro avrebbe inevitabilmente attribuito un "valore" al prodotto commisurato al prezzo di vendita. Mi spiego meglio, per la massa degli utenti il binomio prezzo-qualità è indissolubile, per cui ciò che costa poco vale anche poco.

2. Il valore nel tempo. I prodotti a tecnologia discreta reggono il valore nel tempo mentre quelli realizzati in base a tecnologia digitale svalutano in funzione dell'evoluzione tecnologica, per cui, anche inconsciamente, l'utente medio pensa che tra un paio di anni, con l'introduzione di modelli più performanti, il costo di tale prodotto si dimezzerà e l'usato sarà invendibile, mentre gli ampli realizzati con tecnologia discreta manterranno sempre il prezzo e la vendibilità sul mercato dell'usato.

Detto ciò non si può negare l'alta qualità del prodotto e rendere merito agli ingegneri del suono.
Rispondi
di A Matter Of Tone [user #44285]
commento del 15/08/2021 ore 13:40:13
Assolutamente corretto.
1) Prezzo: Io ho comparato sia il prezzo dell'ampli "street" con il prezzo degli altoparlanti "street" Ovvio che a livello industriale i costi sono di molto inferiori, ma la proporzione resta non dissimile. Sulla politica di prezzo, ovviamente, non ho nulla da dire, noi come fornitori di componenti non abbiamo voce in capitolo. Avrebbero potuto prezzarli ad un livello un po' inferiore? Forse, ma andiamo a fare la stessa analisi comparandoli con oggetti digitali modeling dalla potenza di calcolo (quindi dalla dotazione di CPU e memoria) comparabile come, citando a caso, Helix, Kemper, Fractal eccetera. In certi casi il prezzo è direttamente raffrontabile, ma quegli oggetti non hanno un cabinet di legno, costano molto meno in termini di stoccaggio e trasporto, non hanno uno stadio di potenza, e non hanno altoparlanti... Non sono fattori trascurabili sulla composizione del prezzo.

2) Valore nel tempo: certamente un valvolare puro "regge" di più. Ma non è che Questi prodotti siano già obsoleti nel momenti un cui vengono presentati. La possibilità di fare aggiornamenti di firmware, già rilasciati, li dota di un ciclo di vita più esteso. E poi, il target di questi apparecchi non è lo "spippolatore maniaco", quanto il chitarrista tradizionale che vuole però un certo assortimento di funzioni e di vantaggi che la tecnologia offre, senza addentrarsi troppo nei meandri del digitale e della programmazione...

Direo che insomma hanno un loro posizionamento: non sono sicuramente la scelta giusta per per tutti, ma possono interessare a molti. :)
Rispondi
di Alex95SG [user #30733]
commento del 15/08/2021 ore 12:32:16
Mi permetto di fare un paio di appunti:
- il riverbero non è per nulla complesso da riprodurre, è solo parecchio pesante sulla CPU perché deve convolvere il segnale in ingresso con un IR molto lungo (quindi finestra, FFT, moltiplica, IFFT, WOLA o quello che usano per overlappare e tornare nel tempo). Di contro la simulazione circuitale della parte non lineare (le valvole in questo caso) è di gran lunga più complessa da gestire. Peserà anche meno sulla CPU ma il lavoro che c'è dietro per mettere in piedi la simulazione è nettamente maggiore. E lì sarebbe carino sapere dove sono andati a pescare, se dal classico approccio nel dominio kirchhoff (MNA, State-Space etc) o i più moderni Wave Digital Filters. E sopratutto capire quanto hanno fatto dividi et impera, perché dubito fortemente che siano riusciti a far stare in real time tutto il circuito simulato in una botta sola (avrebbe richiesto inversioni di matrici un pelo troppo grosse per farlo in real time). Secondo me hanno isolato gli stadi di gain, la sezione tonestack, phase inverter e finale, e li hanno messi in cascata, è un buon compromesso tra fedeltà e costo computazione. Poi anche sapere se fanno qualcosa per l'aliasing o se se ne sbattono tanto è un ampli prettamente Clean (e che magari internamente gira a 96 o addirittura a 192 khz).
Rispondi
di A Matter Of Tone [user #44285]
commento del 15/08/2021 ore 13:44:20
Corretto. Io parlavo di complessità del riverbero come "effetto", senza contare il discorso dell'emulazione del comportamento dinamico, saturazione etc. Infatti, ben due dei 4 DSP si occupano solo di quello, a conferma di quanto questa elaborazione sia pesante sul sistema.
Per il resto... onestamente non sono in grado di commentare, ahimè sono uno specialista di altoparlanti e di audio in genere, e ho solo un'infarinatura di DSP, quindi alzo le mani e cerco di imparare qualcosa!
Grazie quindi per le osservazioni! Temo che però sarà molto dura avere dall'R&D di Fender questo tipo di dettagli :)
Rispondi
di Alex95SG [user #30733]
commento del 15/08/2021 ore 14:53:35
Si si, i calcoli da fare per la convoluzione sono molto semplici ma sono molti in questo caso, quindi serve tanta potenza lato CPU per farli tutti in real time. In ogni caso a mio avviso hanno fatto un ottimo lavoro, e le critiche che si stanno prendendo sono fatte principalmente da chi non ha capito il prodotto.

Diciamocelo, conta cosa c'è dentro o come suona? Per me conta il suono, che poi sia ottenuto con dei criceti che corrono su una ruota o delle valvole poco importa. Se poi mi aggiungi peso ridotto, uscita per andare al mixer etc... per me hai vinto tutto.
Rispondi
di A Matter Of Tone [user #44285]
commento del 15/08/2021 ore 15:00:56
hahaha, occhio che le quotazioni dei criceti potrebbero salire alle stelle... e la ruota poi... :)
Rispondi
di Tele52 [user #5018]
commento del 17/09/2021 ore 19:01:4
E' possibile collegarlo ad una cassa 2x12 ?
Grazie.
Rispondi
di mikj_m [user #36651]
commento del 03/01/2023 ore 18:55:27
No, non ha un uscita ext, ma lo puoi collegare con un XLR a diffusori che hanno quel tipo di ingresso.
L'ampli e' una bomba. Io ho un TM SR, da un po' di tempo, e devo dire che in tante situazioni (live, orchestre, pub) il miei ampli a valvole restano spesso, ma molto spesso, a casa, a parte il Fuchs ODS 50 head e cab. Oltre al Fuchs ODS, ho anche Fender Twin Rev II, Koch Twintone, Mesa ... ed ho avuto anche un SR anni fa'.
Il suono e la dinamica sono quelli, a parte dettagli (ma dipende anche dai coni, l'usura, etc), ma come il Twin che ho ancora sono intrasportabili, e per raggiungere lo sweet spot ci vogliono grossi stages all' aperto e .... anche fonici che gli vada bene che la chitarra gli rientri dappertutto ;)
Ovvio che se uno vuole un Kemper non compra un SR. Se invece uno ha bisogno di quel suono e di quel feeling, e non è Robben Ford o SRV o comunque non ha una produzione che lo fa' salire on stage e suonare, ma si deve portare dietro la strumentazione, eccome se fa' divertire, senza rompersi la schiena o litigare per il volume con gli altri musicisti ! ;) :D
In sintesi suona alla grande e da valvolare, da SR, ed è un divertimento portarselo dietro ... pesa di piu' il Koch Twintone con cono da 12" ....
Rispondi
di savakingyes [user #50496]
commento del 28/05/2023 ore 14:00:
Fender arriva con soli 10 anni di ritardo rispetto ai suoi competitor e, Sorry ma 30anni a sta parte Fender ormai è solo un'icona o poco più di un dettaglio. I timbri delle chitarre si sono ibanezzati da un pezzo e quelli degl'ampli si stanno ormai Helixizzando.

Dopo una piccola indigestione di profiler e modeler... Con 400€ ho preso (usata) una bella testatina Peavey (Classic 20 con tanto di uscita digitale, RED box e IR più che soddisfacente per fare pace con qualsiasi service)

Con altri 80€ ho preso poi un woofer usato (quindi ben rodato), nello specifico ho preso un Celestion V30 d'annata (una garanzia sul valvolare), poi altri 17€ li ho poi spesi per costruirgli attorno un buon cabinet (piccolo e leggero) ed infine 16€ per un bel rivestimento in simil-pelle bianca... totale 513€ per ritornare a godere di un buon suono valvolare dietro le orecchie senza rinunciare alle comodità del digitale per continuare la luna di miele con i fonici. Poi come cantava il buon Pino Daniele,: "Ogni scarafone è bello a mamma sua" 🤗

PS: Dalla vendita della Helix ho ricavato 750€ e il surplus l'ho poi investito in birra
Rispondi
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