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Vintage? Dico la mia
Vintage? Dico la mia
di [user #22255] - pubblicato il

Un nostro lettore condivide una riflessione personale sulle quotazioni del vintage, un mercato in costante ascesa che non sempre incontra le aspettative degli appassionati. Dicci anche tu la tua con un articolo e nei commenti!
Con questa mia modesta analisi storico-musicale vorrei far capire a voi, che avrete la pazienza di seguirmi, cosa mi ha portato a considerare deleterio e puramente speculativo il cosiddetto fenomeno del vintage nato agli inizi degli anni '80 del secolo scorso.

In primis riguarda specialmente i due brand più famosi, Fender e Gibson, interessando in maniera minore e successiva gli altri. Vedi Gretsch e Rickenbacker, diventati cari recentemente e solo nei modelli di punta, o altri che sono venduti a prezzi ancora abbordabili come Guild e Martin, come pure quelle meno prestigiose del panorama degli strumenti musicali made in USA.
Veniamo alla storia dei due marchi principali.

Il 1 gennaio del 1965, Leo Fender vendette la sua azienda a CBS per 13 milioni di dollari. Nel 1969, la società madre di Gibson (Chicago Musical Instruments) fu assunta dal conglomerato ECL, una società importatrice di birra dall'Ecuador. Gibson rimase sotto il controllo di CMI fino al 1974, quando divenne una filiale di Norlin Musical Instruments. Questi cambiamenti di proprietà, chiamati spesso "Norlin Era", hanno causato una perdita di qualità dei prodotti di Gibson in quegli anni.

Vintage? Dico la mia

Il tutto finì per entrambi i brand a inizio anno 1985, però i veri periodi bui sono stati individuati nel quinquennio 1976-1980. Dopo tale anno ci fu un tentativo di riscossa in entrambe le aziende, con le Elite in Fender e le Victory in Gibson.
È da premettere che inizialmente e in piena era cessione - cioè 1965-1972 per Fender e 1969-1974 per Gibson - ci furono per entrambe tante nuove e buone proposte. È il caso di Fender-CBS con l'ingresso di due fuoriusciti - Roger Rossmeisl da Rickembacker, padre delle Coronado, e Seth Lover da Gibson, padre dei pickup Wide Range - e di Gibson dove, a inizio anni 7'0, ci fu la produzione solid body delle chitarre Marauder-S1 e dei bassi Ripper-Grabber.
Poi la qualità decadde e, a inizio anni '80, molti musicisti cercarono le chitarre e i bassi Fender costruiti fino al dicembre 1964 (era pre-CBS) e Gibson ed Epiphone costruiti fino al 1969. È da considerare che nell'era pre-Norlin la produzione delle Epiphone era ancora effettuata negli USA come aveva voluto il grande manager Gibson Ted McCarty, che aveva acquistato il marchio nel 1957, trasferito poi dal 1969 in Giappone. E qui scattò la speculazione.

Chitarre che fino alla metà degli anni '70 avevamo ceduto e comperato a prezzi onesti come usate e basta, ora venivano vendute a prezzi che lievitavano giorno per giorno, comprese chitarre ricavate dall'assemblaggio di più di uno strumento: cito il caso della Blackie di Clapton, ricavata dall'assemblaggio dei pezzi migliori ricavati da sei Stratocaster pre-CBS, comperate a qualche centinaio di dollari in blocco, quindi di vintage a mio modesto parere non aveva proprio niente.
Il termine stesso di "vintage" indicherebbe "originale in ogni suo particolare", fret compresi, viti e in primis verniciatura non rifatta.
Quelle proposte oggi come tali, in molti casi, non lo sono affatto, ma bisogna essere degli esperti per valutarne l'originalità.
Inoltre stiamo recentemente assistendo a una enorme impennata anche del prezzo delle CBS del 1965 e 1966, che sono valutate enormemente rispetto al fatto che Leo Fender era da contratto interessato alla produzione in qualità di consulente negli anni che vanno dal 1965 al 1971.

Vintage? Dico la mia

Pertanto sono giunto alla conclusione: sono sempre gli stessi strumenti e modelli che girano, i prezzi sono saliti alle stelle e spesso tengono conto solo di chi li ha posseduti e non del vero valore legato all'anno di produzione. Infatti delle CBS del primo periodo, valutabili esagerando intorno ai 10-15mila euro, salgono a centinaia di migliaia solo se sono state usate da qualche guitar hero, anche se solo in sala prove e non live.
In più vedi il caso ancora più deleterio e inconcepibile, almeno per me, delle relic: mi hanno chiesto 3.800 euro per una Fender Jazzmaster Fiesta Red di nuova costruzione, della serie relicata copiando qualche vecchia gloria, ossidazione delle sellette del ponte e hardware metallico compreso, cosa che io reputo oltremodo assurda, mentre per un'autentica Jazzmaster Sunburst del 1968 solo alcuni anni fa mi chiesero 3.600 euro anche un poco trattabili.
Sono dell'opinione che gli strumenti debbano invecchiare con te, e sono certo che tra poco la cosa verrà a decadere anche per l'impoverimento generale e la mancanza di stimoli causata da una scena musicale fortemente provata.
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