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Harley-Benton e la Filosofia dell’Ipermercato
Harley-Benton e la Filosofia dell’Ipermercato
di [user #50760] - pubblicato il

Non occorre un campione statistico enorme per farsi un’idea. Ma prendiamo come esempio la mia band, composta da cinque elementi: due di noi possiedono una Harley-Benton. Per nessuno di noi è la chitarra principale, sia chiaro, ma la suoniamo in casa e qualche volta in sala prove. Udite udite, con gran soddisfazione.
 

Per chi non lo sapesse, Harley-Benton è il brand di chitarre “nativo” di Thomann, che in una decina di anni (poco di più) è diventato il marchio di chitarre entry level per eccellenza. La gamma è ormai un mare magnum, è divisa per famiglie che diventano sempre di più e sempre più ampie: trovi le ST (tipo Stratocaster), le TE (tipo Telecaster), le Single Cut (tipo Les Paul) e così via. C’è di tutto, in pratica ci sono le repliche della maggior parte dei modelli storici soprattutto Fender e Gibson (è ovvio che non vengano mai citati, ma stiamo parlando di quello), ma anche PRS, Gretsch, Rickenbacker e altri, in colorazioni identiche o estremamente simili a quelle originali. La domanda cresce, l’offerta tiene il passo. E il limite diventa la fantasia: se, per esempio, fai sogni esoterici e desideri una Diavoletto doppio manico per emulare Jimmy Page, beh Harley-Benton ti offre la DC-Custom Cherry 612, che costa precisamente 555 euro, custodia inclusa… uno degli strumenti in assoluto più costosi della gamma H-B. La classica Telecaster 52, che qui si chiama TE-52 Na Vintage Series (tra i prodotti più venduti) costa 159 euro.

Harley-Benton e la Filosofia dell’Ipermercato

Aggiungendone un centinaio ti arriva a casa con custodia morbida, amplificatore digitale Mooer e una caterva di accessori. Per avere un riferimento, una Telecaster Squier Classic Vibe (ne ho una e la amo alla follia) ne costa 395 senza custodia. Fin qui, non racconto nulla di nuovo, visto che la maggior parte di noi accordiani non riesce a prendere sonno serenamente la sera se non ha perlomeno buttato una fugace occhiata al sito di Thomann. Il tema scottante è quello della qualità e qui si apre il dibattito, perché tra i tanti chitarristi che hanno comprato una Harley-Benton ci sono i contenti e gli scontenti, ma ho la netta sensazione che i primi siano sempre di più e i secondi sempre di meno. So di alcune Harley-Benton arrivate con setup cattivi o pessimi, so di tastiere da livellare, ma di situazioni disperate ne ho registrate poche. Forse nessuna. Quello che percepisco io è che, dopo una primissima fase di incredulità mista a scetticismo nei confronti del marchio, ora prevalgano entusiasmo e possibilismo. Del tipo “dài, proviamo, poi se proprio non mi piace la rivendo”. Vibrazioni positive alimentate, credo, più dal passaparola che da grandi strategie di comunicazione (anche se non è raro trovare youtuber e influencer con al collo una H-B e questo fa pensare). Resta, soprattutto per noi brizzolati, quello strano e per certi versi inconfessabile velo di “pudore” che ci suggerisce di noi uscire dal vivo con una chitarra che rechi sulla paletta un marchio economico (come se qualcuno davvero ci “pesasse” per quello), ma appunto la sensazione è che sia un problema di noi adulti e non delle nuove leve. 
E voi che esperienza avete di questo marchio? Belle sorprese, delusioni? Una Harley-Benton può essere un muletto, moddata può essere anche qualcosa in più, oppure vi scandalizza parlarne?

Harley-Benton e la Filosofia dell’Ipermercato
 
harley benton thomann
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