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Ibanez Iron Label: in prova la RG da ultra metal
Ibanez Iron Label: in prova la RG da ultra metal
di [user #116] - pubblicato il

La serie Iron Label plasma il classico RG per farne una macchina da metal estrema, con ponte fisso e meccaniche locking, ma l’elettronica dina-MIX10 dona alla RGRTB621 anche una palette timbrica inattesa.
Dalla sua prima apparizione pubblica, sul finire degli anni ’80, la Ibanez RG ha saputo assecondare gli stili più disparati. Nata per i funambolismi dei guitar hero, è divenuta nel tempo un coltellino svizzero per turnisti, ha fatto da punto di partenza per un’intera serie più “soft” come la AZ, si è vestita di legni esotici e definizione sonora assoluta con la gamma Axion Label e si è spinta oltre i limiti dell’hi gain con la minacciosa Iron Label.
Nella sua ultima incarnazione espressamente pensata per i fan irriducibili dell’heavy metal, la RG nel 2022 riceve un ponte fisso, due humbucker ad alto output, un manico ridisegnato e ben dieci sonorità a portata di switch. Abbiamo testato sul campo la RGRTB621, super-Strat della serie Iron Label tra le più estreme mai ideate da Ibanez.

Ibanez Iron Label: in prova la RG da ultra metal

La RG Iron Label nasce per offrire solidità, consistenza sonora e un feeling che si potrebbe definire “granitico”.
La costruzione neck thru è scelta per regalare note cariche di sustain senza rinunciare all’attacco e alla brillantezza generale. Al contempo, garantisce la massima suonabilità sui registri più acuti.
La struttura vede due ali di nato e la porzione centrale, tutt’uno col manico, composta da cinque parti alterne di acero e noce.
Il manico offre tutta la scorrevolezza della finitura satinata e l’accesso facilitato agli ultimi fret del neck thru, con un tacco praticamente inesistente. Il profilo Nitro Wizard, largo e schiacciato, deriva dal sempreverde Wizard con una tastiera solo leggermente più larga e un raggio da 15,75 pollici contro i 17 del predecessore.

Ibanez Iron Label: in prova la RG da ultra metal

Correre lungo i 24 jumbo fret, ideali per una buona intonazione e per assecondare gli approcci più moderni, risulta agevole e soddisfacente, grazie alle buone rifiniture e ai dot luminescenti sul bordo superiore che consentono al musicista di orientarsi anche in assenza dei segnatasti frontali.
Il look della chitarra è infatti un total black senza alcun orpello. Nera è la vernice opaca, nero è l’ebano della tastiera, nero è tutto l’hardware. Qui un ponte fisso Mono-rail in stile hardtail garantisce una buona tenuta e favorisce i cambi rapidi d’accordatura in caso si volessero esplorare sonorità drop senza impazzire con il setup di un ponte mobile. Sulla paletta, sei meccaniche bloccanti Gotoh MG-T in configurazione reverse rendono il cambio corde veloce e contribuiscono alla stabilità dell’insieme.

Ibanez Iron Label: in prova la RG da ultra metal

Se l’estetica è quella minimale di una chitarra da metal moderno propriamente detta, non è affatto spartano il comparto elettronico.
Una coppia di pickup DiMarzio Fusion Edge passivi con magneti ceramici sono abbinati a un controllo di volume e un tono, completati da un selettore a cinque posizioni e un interruttore Alter Switch, componendo il circuito che Ibanez battezza dyna-MIX10.
La ricetta dà accesso a una vasta gamma di sonorità, alcune immancabili per un’ascia da metal, altre del tutto inedite e stimolanti per chi è alla ricerca di timbri diversi dal solito e per chi non vuole rinunciare alla versatilità pur avendo sotto le mani un vero e proprio carro armato da hi-gain.
Con l’Alter Switch disattivato, il selettore a cinque posizioni permette di selezionare il pickup al manico, i due coil interni, entrambi gli humbucker, le due bobine esterne e l’humbucker al ponte. Azionata la levetta, le combinazioni si trasformano in humbucker al manico in configurazione Power Tap, manico in split, entrambi i pickup in Power Tap, ponte in split e ponte in Power Tap.

Il concetto dello split è ben noto ai chitarristi e consiste nella semplice esclusione di una delle bobine che compongono l’humbucker al fine di ricreare un timbro più squillante vicino al mondo dei single coil.
Il Power Tap è invece decisamente meno diffuso. Parte da una base simile per concetto e lo scopo è ancora quello di restituire un timbro tendente al single coil ma, a differenza dello split, cerca di conservare gran parte delle frequenze basse e fa sentire meno il decremento di output rispetto all’humbucker pieno. La pasta che ne risulta è stimolante, in particolare per gli stili musicali contemporanei che prevedono suoni puliti da effettare pesantemente, che offrano intelligibilità, brillantezza e allo stesso tempo una spiccata profondità.

Abbiamo portato la RGRTB621 in studio e, affidata a Edoardo Taddei, ne abbiamo attraversato sfumature, punti di forza e peculiarità in video.



Basta guardare il logo della serie Iron Label per capire dove la chitarra vuole andare a parare, per approccio e sonorità. Il riffing duro si valorizza con definizione delle note e percussività, il solismo vanta intelligibilità e si impreziosisce della versatilità regalata da split e Power Tap che, insieme all’humbucker pieno, permettono di avere a portata di switch suoni spinti e definiti, brillanti o quasi flautati, tutti in un unico strumento espressamente votato ai generi musicali più aggressivi.

In linea con gli altri esponenti della serie, la RGRTB621 siede comodamente nella fascia medio-alta della produzione orientale, forte di un rapporto qualità/prezzo per cui Ibanez è ben nota al pubblico.
Se avete un debole per le estetiche minimali, se le accordature ribassate, djent e corse su e giù per un manico ultra-piatto che ha fatto la storia dell’heavy rock sono nelle vostre corde, un test drive sulla RG a ponte fisso della collezione Iron Label può essere un’esperienza a dir poco stimolante.
Per approfondirne la conoscenza, la scheda tecnica completa della RGRTB621 è sul sito ufficiale a questo link.
chitarre elettriche ibanez iron label rgrtb621
Link utili
RGRTB621 Iron Label sul sito Ibanez
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di THE_Luke [user #31235]
commento del 31/05/2022 ore 14:34:02
avessero messo anche un top bombato, questa sarebbe la MIA signature.
comunque mi intriga molto già così!
fuochino...
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