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Modificare una chitarra economica: sì, no... forse?
Modificare una chitarra economica: sì, no... forse?
di [user #22654] - pubblicato il

Una chitarra economica può riservare piacevoli sorprese, con un po' di olio di gomito e qualche modifica ben ragionata. Ma solo a determinate condizioni: lo racconta un nostro lettore.
Personalmente non sono mai stato modificatore seriale della mia strumentazione: se una chitarra la prendo è perché mi piace, no? E allora perché dovrei fare un salto nel buio e rischiare di snaturare uno strumento nella speranza, puramente potenziale, di apportare una miglioria? Questa è stata l'obiezione che ha sempre stroncato sul nascere ogni malsana idea di modificare la mia Gibson Flying V o una delle altre belle signore che mi fanno compagnia. Poi, però, a complicare il tutto, mi è capitata per le mani una chitarrina economica.

Modificare una chitarra economica: sì, no... forse?

"Cosa potrà mai esserci di complicato in una stratocaster (con la minuscola) che a malapena supera il centone?" Vi chiederete.
Bene. Prima di tutto, il fatto - del tutto inatteso - che nell'arco di pochi mesi è diventata la chitarra che suono di più. Poi, tanto per inficiare ulteriormente la mia credibilità, il fatto che, esaminandola attentamente, non sono riuscito a trovare a livello costruttivo nessuno dei difetti tipici di strumenti così economici. O quantomeno nulla di eclatante. Niente tasti taglienti, niente torsioni del manico dopo un anno su e giù per la penisola, asse perfetto, curvatura corretta e truss-rod funzionale. Ma non basta la sufficienza e questo strumento, inaspettatamente, fa di più: mi mette tra le mani un bel manico lucido (poco meno di 22mm al primo tasto, poco più di 24mm al dodicesimo tasto, dal profilo marcatamente late-60s), che associa 21 splendenti tasti jumbo (di misura analoga ai 6100) a una tastiera dal radius di circa 13”. Un bel mix di antico e moderno che sta comodamente nel palmo e sotto le dita. Ma anche i dettagli contribuiscono a rendere piacevole lo strumento: quella classica sensazione di plastica - che chiunque abbia imbracciato o anche solo osservato una chitarra glossy ed economica conosce bene - è qui del tutto assente e se il body, per quanto bello con il suo nero intenso nobilitato da uno strato di lucido trasparente, mostra comunque una verniciatura mediamente spessa (0,3mm, calibro alla mano), come si conviene a una produzione industriale, il manico è verniciato in maniera leggera e impeccabile, quasi a far dimenticare il valore dello strumento e dar lezioni a molte Fender cinesi e messicane che mi è capitato di provare negli anni.

Modificare una chitarra economica: sì, no... forse?

"Ma dov'è il problema?" incalzerete "Qual è la complicazione di questo strumento se è così bello?"
Dunque, siamo sinceri. Per quanto bella e perfetta possa essere una chitarra da 100 euro, per quanto il caso o l'azienda possano impegnarsi per dar vita a uno strumento strutturalmente dignitoso, i palesi limiti di budget impongono una componentistica che mai potrà competere con qualcosa di superiore e che diventerà, inevitabilmente, un collo di bottiglia. Ed è qui che si comprende che non è tutto oro quel che luccica. Sebbene la bontà dello strumento faccia funzionare adeguatamente anche un ponte di latta e delle meccaniche di carta stagnola, sebbene nonostante elettronica e pickup riesca a esprimere una bella voce, comunque l’infima qualità di tutte queste parti non giocherà a favore dello strumento.

Ed è qui se si insinua il tarlo che per un anno ha costruito cunicoli nel mio cervello fino a far convergere i pensieri verso un'unica conclusione: se la chitarra va già bene così, con tutta la componentistica che gli rema contro, figurarsi come potrebbe andare se alzassi un po' l'asticella su hardware ed elettronica!

Ma facciamo una pausa e proviamo a dare una prima risposta al quesito iniziale. "Modificare una chitarra economica: sì, no, forse?" Per quanto mi riguarda, decisamente "forse". O meglio: "se". Ossia, va bene a patto che ne valga la pena.
Punto primo: la chitarra ci deve piacere. Perché se uno strumento non ci convince e ci illudiamo che con qualche centone di modifiche la cosa possa cambiare, rischiamo fortemente di perdere soldi e tempo, restando soli con la nostra insoddisfazione. E lo stesso vale nel caso di problemi strutturali importanti, palesi o latenti. Per quanto mi riguarda, modificare ha senso se e solo se lo strumento ci soddisfa e ci piace nonostante i suoi palesi limiti e cioè quando, effettivamente, il limite maggiore è rappresentato dalla qualità della componentistica.
E qui viene il corollario al teorema e cioè che - salvo particolari legami sentimentali - vale la pena modificare lo strumento solo quando la spesa non supera la ragionevolezza. Ma quanto è opportuno spendere? Nel mio caso, ho pensato che valesse la pena procedere solo se il costo dell'intervento, sommato al costo dello strumento, non avesse raggiunto il costo del primo strumento di serie effettivamente "superiore" rispetto al mio. Per quanto mi riguarda, quindi, ho segnato il limite a Squier Classic Vibe / Vintage V6, chitarre che apprezzo e che portano con sé, di fabbrica, alcune caratteristiche desiderabili. Ho quindi fissato il mio tetto di spesa a 300 euro, poco più di 200, quindi, sottraendo il valore dello strumento.

Modificare una chitarra economica: sì, no... forse?

La prima tentazione sarebbe quella di rivolgersi alla solita componentistica aftermarket asiatica. Ormai ce ne è per tutti i gusti e anche a portata di mano. Sicuramente, così facendo, potremmo riuscire a modificare lo strumento stando abbondantemente nel budget. Ma ne vale la pena?
Concentrandoci sull’hardware, credo ci siano da fare molte puntualizzazioni. Prima di tutto: vale la pena modificare solo se, effettivamente, si porta sulla chitarra qualcosa di nettamente superiore rispetto a quello che già monta, altrimenti i benefici - che già di per sé sono sottili - saranno talmente marginali da non valere la spesa. E quindi andiamo a scartare tutti i ponti tremolo e le meccaniche simil Kluson che si possono trovare su Amazon o corrispettivi asiatici al di sotto dei 20-30 euro.
Un’idea, sul ponte, l’avevo chiara sin dall’inizio: dovendo cambiare, bisognava cambiare per il meglio, e il meglio su una Stratocaster, è l’acciaio. E qui sorgono i primi problemi. Le chitarre asiatiche montano ponti con spaziatura da 52.5mm circa. Ponti aftermarket, in acciaio, di buona qualità, di questa dimensione non ce ne sono. I Wilkinson hanno spaziatura minima di 54mm e mettersi a forare lo strumento senza un trapano a colonna è un azzardo che potrebbe portare più problemi che benefici. Aumsen e altri cinesi di qualità, oltre a tutte le incognite della spedizione, non hanno un look vintage, che per il mio caso era una prerogativa fondamentale. I ponti Fender Mexico (aka Ping) hanno quasi tutti sellette e blocco in lega di zinco. I Callaham superano, da soli, la spesa preventivata per tutte le modifiche. Che fare? La mia soluzione è stata quella di modificare il ponte esistente, visto che funzionava bene, rivolgendomi a un artigiano che ha realizzato il blocco del ponte in acciaio laminato a freddo, su misura per la mia piastra, e acquistando delle sellette anche loro in acciaio. Per quanto riguarda le meccaniche, invece, sto temporeggiando: le sue tengono bene l’accordatura e, sebbene non piacevolissime al tatto, andranno bene finché non troverò delle SD-91 al giusto prezzo.

Modificare una chitarra economica: sì, no... forse?

Nuova parola chiave: "finché". E sì, perché credo che uno degli elementi fondamentali per la buona riuscita dell’operazione sia il tempo: la ricerca delle parti per modificare una chitarra così economica richiede pazienza e oculatezza, dove la prima serve a risparmiare qualcosa (che messo insieme al resto può diventare una cifra significativa) e la seconda serve a non farsi guidare dalla pancia ma dal cervello. E oculatezza serve anche nella scelta dei pickup.

Modificare una chitarra economica: sì, no... forse?

Qui la pazienza, più che a trovare l’offerta giusta, serve a studiare. Tanto, tantissimo. Perché se non si studia abbastanza si finisce per farsi guidare dal miucuggino che è in ognuno di noi. E di solito finisce male o con un bel paraocchi, in base al carattere di ognuno. E invece la scelta va fatta considerato attentamente quale sia il punto di partenza e in base a quello che si vuole ottenere.
Nel mio caso volevo posizioni intermedie brillanti, attacco e twang. Così, sapendo esattamente cosa cercassi, ho commissionato a un bravo artigiano croato un set di pickup che rispecchiasse - grossomodo - le caratteristiche elettromagnetiche dei pickup di metà anni ’50: output moderato e bassa capacità. Peculiarità che si traducono, nel mio caso, in un tris di black bobbin tutti sostanzialmente uguali - senza centrale RWRP, quindi - con poli staggered in AlNiCo V, avvolgimento randomico con filo Heavy Formvar e ceratura “giusta”. Ma qui è veramente questione di gusti e - per fortuna - oggi ce ne è davvero per tutti, nel mercato.

Modificare una chitarra economica: sì, no... forse?

E l’elettronica? Vi dirò. Avrei potuto mantenere la sua, che era perfettamente funzionale e aveva i valori giusti per la tipologia di strumento ma, per puro piacere personale, ho optato per uno switch spring-action nipponico (che bella sensazione sotto le dita), dei potenziometri coreani di buona qualità da 24mm dal mucchio che uso per i pedali e qualche centimetro di filo cerato. Insomma, una mano sul cuore, una sul portafoglio.

Modificare una chitarra economica: sì, no... forse?

Cos’altro serve? Beh, attenzione a dettagli spesso sottovalutati come abbassacorde, capotasto e lubrificazione, per esempio, ma, soprattutto, un po’ di manualità. Sì, perché il lavoro va giustamente retribuito e se ci va di mezzo un liutaio non vale più la pena di modificare uno strumento così economico. Bisogna saper fare da sé. E allora ci vuole ancora pazienza perché, specialmente se non si è avvezzi a queste operazioni, la cosa richiederà, in ordine, tempo, studio, strumentazione, tentativi, errori e, probabilmente, una certa frustrazione iniziale.

Concludendo. Modificare una chitarra economica: si, no, forse?
"Forse", dicevo. O meglio "se".
Modificare una chitarra economica vale la pena se si ha il tempo e la pazienza di capire se lo strumento faccia o meno al caso nostro, se si ha la pazienza e la dedizione per trovare le soluzioni giuste al giusto prezzo, se si hanno le conoscenze e la capacità di apportare le modifiche desiderate e se, soprattutto, si accetta il rischio di una delusione. Ma quest’ultima possibilità, se si è risposto positivamente a tutti gli altri "se", è abbastanza remota. In compenso, ci si potrà scoprire particolarmente soddisfatti, consapevoli di aver restituito - with my own two hands, direbbe Ben Harper - dignità a uno strumento che lo meritava. Rinato e non snaturato. Perché, non dimentichiamolo, il presupposto di tutto il discorso è che lo strumento ci piaccia e, a quel punto, non dovremo che capire come accentuarne il carattere che già apprezziamo e meravigliarci di come, qualche volta, una chitarra economica possa dare grandi soddisfazioni.
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di MM [user #34535]
commento del 13/06/2022 ore 16:20:15
Io avrei molte remore a fare degli upgrade a una chitarra da poco più di 100 euri.
Comunque se la usi spesso, hai fatto bene.
Peccato solo per quella paletta...
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 13/06/2022 ore 16:49:15
Obiezione legittima e anche razionale. Alla fine ho deciso di farlo perché la suono quotidianamente, più di ogni altro strumento, e le uniche pecche che aveva erano imputabili alla componentistica scadente. E poi, anche mettendo sul banco il totale di quanto ho speso (e sono ancora abbondantemente sotto il preventivato) non ho mai trovato una chitarra che mi piacesse altrettanto suonare e quindi, in fin dei conti, da un punto di vista soggettivo, ne è valsa la pena.

Per la paletta... L'unico rimpianto è che fino a qualche anno fa la avevano in stile Fender, poi cambiata per ovvie ragioni...

Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 13/06/2022 ore 16:53:06
Eh, per forza, se non vogliono beghe legali... purtroppo non regge il confronto, è un KO alla prima ripresa.
Se non ci fosse quella decal in cima, io, la trasformerei in una simil Suhr.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 13/06/2022 ore 17:01:57
In realtà, vien fuori bene anche come simil-fender, con proporzioni leggermente variate. Questa è una paletta modificata, per esempio: vai al link vai al link

In generale devo ammettere che, rispetto alle palette che girano in quella fascia, questa non di mispiace troppo.
Rispondi
di rockit [user #11557]
commento del 13/06/2022 ore 16:59:43
Articolo pieno di buonsenso.
Mi preme sottolineare, oltre al "forse" e al "se", anche l'aspetto del "quando" che può portare a buone soddisfazioni e a diluire la spesa nel tempo.
La mia prima chitarra è una Squier koreana, già piuttosto fortunata come esemplare di suo (l'avevamo tutti, alla scuola di musica, ma per una botta di culo la mia era quella che suonava meglio e più curata), che ho modificato abbastanza pesantemente nel tempo.
Le meccaniche? Cambiate con delle Grover (all'epoca o si prendevano ricambi buoni, o ricambi buoni: costavano ma non c'era alternativa) quando le schifezze di fabbrica hanno cominciato a girare a scatti.
I pickup? Cambiati pure loro una volta che nel mio negozio di fiducia capitò un trio di single coil Fender 57-62 a prezzo ridicolo (se non ricordo male spesi 140.000 lire montaggio incluso). Mai li avrei cambiati senza un'occasione del genere.
Il capotasto? Cambiato pure lui con un graphtech quando era ora di rettificare i tasti: ormai che la devo portare dal liutaio, facciamogli aggiungere poca spesa per un lavoro fatto meglio.
Tutto in una decina d'anni abbondanti, senza fretta, per una chitarra che comunque usavo parecchio.

Insomma con calma e pazienza credo si possa fare, se la chitarra è buona come liuteria. Se no meglio lasciare perdere.

Devo dire che comunque recentemente per provare un po' la qualità della componentistica mi sono assemblato una chitarra con parti economicissime da Amazon. Ho trovato qualcosa di non eccezionale (meccaniche...ma con 11 euro di spesa sono sorprendenti, a sto punto vorrei provare i modelli da 25 euro, capace siano buoni), qualcosa che insomma anche no (battipenna, da risagomare con più cura), alcune cose sorprendentemente buone (pickup: 9 euro l'uno e suonano pure decentemente) e altre indistinguibili dagli originali (pot, switch, jack, ma del resto li paghi veramente poco meno).
Anche lì con un po' di pazienza a selezionare si possono avere delle buone sorprese, e trovare qualcosa di meglio di quanto le chitarre da due lire montano di serie.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 13/06/2022 ore 17:04:4
Concordo. Per non lasciarsi sopraffare e avere il maggior beneficio al minor prezzo ci vogliono pazienza e dedizione :-)
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 14/06/2022 ore 07:09:21
In passato vendevano su internet pick-up alnico aninimi a pochi euro l'uno credo quattro cinque euro. Ovviamente oggi sono scomparsi. Era qualche fabbrichetta cinese che aveva indovinato il mix
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 14/06/2022 ore 07:18:2
Se ne trovano tutt'ora! Specialmente gli ormai famosi "AlnicoV" con bobine trasparenti. Però non credo troppo nei miracoli: dire che abbiano indovinato il mix è un po' un azzardo. La realtà è che fare un pickup che non suoni affatto o che suoni incredibilmente male è abbastanza difficile... Almeno quanto farne uno che suoni divinamente :-)
Rispondi
di Gigibagigi [user #49591]
commento del 13/06/2022 ore 17:09:36
Tutte le volte che ho modificato strumenti economici mi sono poi pentito. La sensazione di avere dei cerchi da 19 che costano tre volte la panda su cui sono montati alla fine è sempre lì, e il rischio di buttare i soldi è alto. Resta il fatto che mi sono sempre divertito un casino a farlo.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 13/06/2022 ore 17:27:05
Anche solo il divertimento vale la candela :-)

Poi, comunque, in questo caso specifico ho avuto spesso la sensazione contraria: che peccato fosse avere una così bella chitarra penalizzata dalla qualità della componentistica di fabbrica!
Rispondi
di bulgi81 [user #45146]
commento del 13/06/2022 ore 18:03:23
Ci sono modifiche a basso costo che migliorano parecchio lo strumento e secondo me vanno fatte a prescindere: meccaniche autobloccanti, capotasto e straplock su tutte. Con 70-80 € si fa tutto. Su Strato il cambio ponte è un'altra modifica a basso costo: su Amazon si trovano sia i ponti Wilkinson con spaziatura 54 mm che 52,5 mm e costano una trentina di €. Resterebbe il cambio pickup, ma questo lo farei solo se mi trovassi particolarmente bene con lo strumento: il battipenna precablato Tex Mex nuovo costa 150€, magari usato di trova sotto i 100.

Concordo sul massimo 200€ di upgrade su una chitarra da 100€.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 13/06/2022 ore 18:27:2
Dipende da ciò che si desidera: può essere che la chitarra meriti di restare stock... O che, invece, non meriti neppure un minimo upgrade :-) Anche perchè molto spesso vale più un buon setup e un'adeguata lubrificazione.

Concordo sulla dritta per quanto riguarda i pickups ma... Non è mica detto che il carattere dei Tex-Mex (che adoro!) si sposi bene con lo strumento di destinazione :-)

E anche per i ponti: non è tutto oro quel che luccica. I ponti Wilkinson da 52,5mm appartengolo alla "Serie M", ossia ponti economici costruiti su licenza per Musiclily. Sono prodotti di qualità decisamente più bassa rispetto ai Wilkinson da 54mm e non differiscono troppo dai ponti Fender/Ping delle Fender Standard: se devo modificare uno strumento economico per ritrovarmi ancora una volta blocco e sellette in lega di zinco forse preferisco tenerla stock.

Per il resto, penso che le modifiche vadano valutate di caso in caso: hai elencato cose utilissime ma io, per me, non farei nessuna delle modifiche citate, tolto il capotasto. Per dire, mi trovo benissimo con le meccaniche in stile Kluson "split shaft", tant'è che in questo caso ho deciso di tenere le sue in attesa di trovare l'occasione giusta per un set di qualità superiore.


Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 13/06/2022 ore 19:21:48
Hai scritto un ottimo articolo che ben compendia i tuoi vari posts su People in cui ci avevi raccontato i vari passaggi. Sono assolutamente in sintonia con quanto scrivi sull'opportunità e la modalità con il quale uno si dovrebbe approcciare a questi tipi di interventi su strumenti economici.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 13/06/2022 ore 21:22:48
Ti ringrazio!
Rispondi
di Skywalker8 [user #40706]
commento del 13/06/2022 ore 21:46:54
Passa sottotraccia il passaggio principale dello scritto "se ci va di mezzo un liutaio non ne vale la pena".
Poi ci sono io, che ho speso centinaia e centinaia di euro proprio per far fare le modifiche al liutaio perché non sono capace di fare nulla e non ho alcuno strumento. Al momento, dopo mille compravendite, la mia chitarra principale è una Squier Strat della serie Affinity 2022, che ha il body sottile (perfetto per la mia schiena) e il ponte tremolo a due pivot. Elettronica abbastanza buona e suono niente male, con accordatura veramente perfetta. MA ha i tasti da livellare perché il 15esimo e 16esimo sono palesemente da mettere a posto. Se seguissi il tuo consiglio NON dovrei portarla dal liutaio per la modifica (livellatura dei tasti) e dovrei comprare da me tutti gli strumenti, imparare ad usarli e poi provare i lavori sull'unica chitarra buona che ho pagato 130 euro usata di 3 mesi. Nel MIO caso come ti comporteresti? P.s. leggo sempre con piacere ogni tuo scritto:)
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 13/06/2022 ore 22:17:17
Certo, ci sono lavori che conviene fare fare a un liutaio se con la chitarra si ha un feeling tale da giustificare la spesa :-)

D'altronde era tra le righe che è importante anche porsi sei limiti: ho scelto la via meno comoda di assemblarmi il ponte facendo realizzare le parti su misura pur di non comprare un trapano a colonna... :-D

Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 14/06/2022 ore 07:14:49
Solo il 15 e il 16? Se sono alti basta ritoccarli. Se sono bassi occorre una rettifica
Rispondi
di rockit [user #11557]
commento del 14/06/2022 ore 12:25:08
Mia personale opinione: ci sono due casi da distinguere.
Se la chitarra è "nuova" e c'è un piccolo problema di livellamento, val la pena imparare a fare da sé. Una rettifica del genere è più semplice di quanto si pensi e non richiede attrezzi specialistici, anche il riarrotondamento dei tasti viene benissimo con una banale spugna abrasiva. Sarebbe un ottimo punto di partenza per prenderci mano. Ma comunque anche un liutaio probabilmente chiederà una cifra più contenuta rispetto a una rettifica completa.
Se invece la chitarra si è usata talmente tanto da scavare i solchi nei tasti, allora i soldi per il liutaio vale la pena spenderli: se si è suonata così tanto va nella categoria "chitarre che piacciono" e non in quella "costa poco, vediamo come va". E su una chitarra che piace, anche spendere i soldi per un professionista è una scelta giusta. Magari si spende quanto la chitarra nuova ma ripeto, se l'abbiamo consumata a forza di usarla vuol dire che per noi quella chitarra - e proprio quella e non un'altra - è quella giusta.
In ogni caso differenzierei "manutenzione" (compresa rettifica o refretting) da "modifica": un conto è ripristinare lo strumento a uno stato di buon funzionamento, che è una necessità, un altro cambiare della componentistica con tutta l'incertezza del caso, e qui il fai da te secondo me è preferibile.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 14/06/2022 ore 13:26:4
Non potrei essere più d'accordo. Alla fine non esistono risposte universalmente valide, ci sono sempre distinguo da fare.
Rispondi
di Skywalker8 [user #40706]
commento del 14/06/2022 ore 14:06:26
Direi che hai centrato il punto! Di fatto, della mia piccola Squier non modificherei assolutamente nulla. Il "ripristino" (che in questo caso comprenderebbe il livellamento di un paio di tasti con conseguente setup, e un qualsiasicosasia che serva per mantenere la leva in posizione e non "a penzoloni") probabilmente è meglio farlo fare ad un professionista se non me la sento, mentre per le modifiche dovrei cominciare a darmi da fare io. Le uniche modifiche che ho fatto sono puramente estetiche: pickup cover e manopole nere (la chitarra è nera con battipenna bianco) e l'adesivo "in case of emergency rescue my guitars", arrivato dal noto sito tedesco, attaccato al coprimolle posteriore.
Rispondi
di rockit [user #11557]
commento del 14/06/2022 ore 17:24:29
Ecco, direi che siamo perfettamente in linea, modifiche estetiche "fai da te", ripristini strutturali bene andare dal liutaio. Poi in ogni caso, meglio spendere dal liutaio che far prendere polvere alla chitarra perché ha un problema ;-)

P.S.: per la leva, prova a mettere una piccola molla (se ne hai una da penna che sia un po' rigida, bene) nel foro della molla (occhio solo che sia abbastanza piccola da poter andare dentro e fuori agevolmente), oppure a avvolgere la filettatura della leva con del nastro teflonato prima di infilarla, semplice e efficace :-)
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 14/06/2022 ore 17:28:31
Attenzione con le molle da penna: ci ho buttato una leva! Si deformano facilmente, anche quelle apparentemente rigide, e si infilano nella filettatura, rovinandola. Son stato fortunato ad avere il blocco in acciaio, in quel caso, così ho buttato solo la leva. Una soluzione semplice e collaudata, da ripetere però nel corso del tempo affinché resti funzionale, è usare del teflon tubi idraulici nella filettatura :-)
Rispondi
di rockit [user #11557]
commento del 14/06/2022 ore 17:45:51
Grazie per aver esteso la mia breve avvertenza! Nel dubbio, il teflon è meglio perché danni non ne fa di sicuro.
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 16/06/2022 ore 11:58:20
Io per colpa di una molla da penna ho rovinato la filettatura nel blocco. Era un blocco stupendo, pesava oltre due etti.
Rispondi
di diumafe [user #17831]
commento del 13/06/2022 ore 21:47:37
Ottimo spunto.
Cosa penso?
Modificare sempre e comunque!
Anche quando lo strumento è perfetto e ci piace così!
Perché?
Per il gusto di farlo!
A proposito... Chissà di cosa sa il "farlo"? Chissà se fanno il gelato al gusto di "farlo". Sarà farlo-cco?
Boh. L'importante è farlo (come dice il pornodivo).
Prima di tutto il setup: far bene il setup fa bene al setup.
Una Ciofecaster con un setup fatto bene ci sembrerà migliore e soprattutto farà suonare più a lungo e meglio assaj.
Personalmente posseggo da anni un pickguard (e me ne guard pick dal disassemblarlo!) cablato con roba di qualità superiore: set di pick-up Custom Shop Abbestia Ultrà (io non ho mai provato Ultrà!), potenziometri (anzi di più... potenziochilometri) CTS ammerigani, condensatore alla cartapagliafoxylady, selettore californiano, Jack(Daniels) di Ultrà qualità. E poi le meccaniche da milionari autobloccanti, autosbloccanti, autosbroccanti, autolubrificanti (vaginal-style). E i capitasti in TUSK(ianti).
Faccio girare questi componenti da anni su varie Ciofecaster, ed è sempre un piacere perché sono componenti costosi che non vanno a male (come lo yogurt al sole... Chissà se hanno fatto il gusto "al sole"?), che puoi sempre, smontare e rimontare (come ci insegna il nostro pornodivo di prima).
E, nel caso, si possono utilizzare anche su chitarre di altro livello: ad esempio, al momento monto il mio bel pickguard su una Strato ammerigana che se la gode molto (come il nostro ormai amico pornodivo).
Ma con questo cosa voglio dire?
Boh. Ho perso il filo. Adesso devo ritrovarlo e risaldarlo.
Ah già.... Cosa voglio dire? Investire in materiale di qualità è un bene perché la roba migliore è meglio di quella peggiore!!!!
(E puoi sempre riutilizzarla o rivenderla!)
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 13/06/2022 ore 22:20:53
Diumafe! Che bello rileggerti! E visto che il filo l'ho perso - piacevolmente - anche io, mi soffermo sull'ultimo punto... Sono assolutamente d'accordo: se uno deve farlo, che si faccia bene! (sempre citando il pornodivo)
Rispondi
di Tubes [user #15838]
commento del 13/06/2022 ore 22:52:15
Diumafe sempre il numero uno per la miseria
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 14/06/2022 ore 07:16:3
Non fa una piega. Passaparola
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 15/06/2022 ore 15:56:1
Ciofecaster.... bellissima.
Rispondi
di DAME54 [user #53104]
commento del 15/06/2022 ore 17:00:06
Bellissima, si!
Oggi cmq è veramente difficile imbattersi in una "ciofecaster". Tanti anni fa, quando ho cominciato a suonare era quasi la regola: o il blasone, o il nulla (o quasi).
Per fortuna i tempi sono cambiati, e non occorre piu vendersi un rene per avere uno strumento valido
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 16/06/2022 ore 12:03:18
Oggi con 50/60€ ti prendi una squier. Ci blocchi il ponte. Ci fai una limata al nut. Metti bene le corde. Monti tre alnico laqualunque. Alla fine suona.
Rispondi
di DAME54 [user #53104]
commento del 17/06/2022 ore 08:45:02
Giustissimo. Sicuramente lo strumento che ne verrà fuori suonerà più che dignitosamente. Ma se tutto questo non basta, e si vuole anche abbracciare la leggenda, non ci sono upgrade che tengano: bisogna cacciare fuori i soldi.
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 17/06/2022 ore 15:37:32
Allora, se il legno sta bene e i tasti sono in ordine, il nut è scavato bene e il ponte non fa vibrazioni strane.. beh iniziamo a ragionare. Ci metti un pick-up buono (o swappato oppure after market di qualità) e da bendati non capiresti mai che è il suono di una squier. Già se inizi a toccarla un po' sì... Poi è chiaro che attacchi all'amplificatore un vintage (o una buona american) la differenza secondo me di "qualità" del suono si percepisce ma non da stracciarsi le vesti
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 14/06/2022 ore 07:01:52
Io , nonostante con gli anni ho collezionato diverse Gibson e Fender , alla fine suono spesso la mia Strat Squier.
Ha i tasti rifatti, paletta riverniciata, meccaniche sostituite con autobloccanti, nut rifatto, ponte fender , blocco pesantissimo sostituito, elettronica rifatta da un professionista, potenziometri selettore e pick-up presi da una Strat Greco (credo il modello si chiamava Supersonic o qualcosa del genere, degli anni settanta; su YouTube si trova esattamente come suonano questi pick-up di mezzo secolo fa, molto bassi come volume e squillanti assai, praticamente molto microfonici). Ah e battipenna blu perlato ! A breve chissà che non continuo a personalizzarla...
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 14/06/2022 ore 07:19:23
In effetti le modifiche, spalmate così nel tempo, pesano anche meno sul portafoglio :-)
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di DAME54 [user #53104]
commento del 15/06/2022 ore 07:21:16
Tutto vero. La chitarra ne sarà uscita migliorata in maniera significativa. Su tutto ciò incombe però una considerazione inoppugnabile: se mai lo strumento dovesse essere messo in vendita, non si recupererebbe che una minima parte delle spese (forse). Il tempo e l'impegno profuso ovviamente non sarebbe minimamente quantificato. Ovviamente, quando si compra uno strumento non lo si fa per rivenderlo dopo un po' di tempo, ma... mai dire mai. Noi chitarristi, spesso, siamo volubili, e, a meno di riempirci di chitarre, cosa che peraltro sarebbe cosa buona e giusta, dobbiamo fare spazio all'ultima fiamma che ci sogniamo pure la notte, da cui la necessità di rivendere.
Per avere conferma di ciò, basta dare uno sguardo ai vari siti di vendita, (e soprattutto guardare i prezzi) traboccanti di strumenti di primo prezzo a cui sono stati fatti upgrade di livello, e che bivaccano per lunghi periodi prima di trovare un nuovo proprietario.
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di aleck [user #22654]
commento del 15/06/2022 ore 07:35:58
Più che altro, se dovessi rivendere uno strumento - e in 15 anni non mi è mai successo - non credo che la scelta più saggia sarebbe vendere una chitarra che da nuova costa 100 euro, peraltro di una marca non troppo conosciuta, e modificata in gran parte con pezzi artigianali :-) così hai ragione, a malapena di farei 90 euro.

Comunque la tua obiezione è più che legittima: in passato, quando mi è capitato di aiutare qualche amico a nobilitare i propri strumenti, il mio consiglio è sempre stato che si conservassero tutte le parti originali. Al momento della vendita si riporta la chitarra alle condizioni di fabbrica e gli upgrades o li si rivende come parti di ricambio o li si tiene per futuri progetti. Credo sia la migliore delle opzioni. :-)
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di Tonyjoe81 [user #62093]
commento del 15/06/2022 ore 08:54:46
Perfettamente d accordo con te. Come dici tu la prima regola, dovrebbe essere non rivendere. Ma se lo so fa, secondo la mia opinione, conviene riportare tutto allo stato originale e vendere i pezzi separati. Qualcosina in meno si perde.
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di aleck [user #22654]
commento del 15/06/2022 ore 09:12:37
Sì, indubbiamente è la scelta economicamente più vantaggiosa :-)
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di Tonyjoe81 [user #62093]
commento del 15/06/2022 ore 08:51:32
Io ho fatto l upgrade ad un paio di chitarre. Sono arrivato alla conclusione, che non si debba superare il 25/30% del valore dello strumento. Es; ho una sire modello les paul, ho cambiato lo stop bar (il suo era leggerissimo) ed ho montato dei pick up, di stampo più vintage. Per fortuna la chitarra ha già meccaniche autobloccanti e capotasto in osso. Ps. Se dovessi modificare una strato super economica (con ponte mobile) non lo farei, perché il solo costo di questa modifica (che poi è tra i pezzi più importati) mi porterebbe fuori budget di parecchio. Ovviamente ognuno può fare quello che vuole, tra l atro se va tutto bene, ci si ricavano delle belle soddisfazioni.
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di aleck [user #22654]
commento del 15/06/2022 ore 09:22:01
Razionalmente, ti darei ragione. Poi però ci sono le eccezioni, che ricadono, appunto, nella categoria delle chitarre che ci piacciono e tanto.

Quando ho preso in mano questa chitarra - che tra l'altro è stata un'acquisizione del tutto fuori programma, visto che ormai 8 anni fa, dopo aver preso una Gibson e dopo aver commissionato, poco dopo, una Blackbeard, mi ero detto "basta chitarre economiche" e, di fatto, non potendo permettermi chitarre costose, non ne avevo più comprate, per niente - ho capito che non avrei comprato un altra stratocaster prima di avere il budget per una Handyman, che verrà comunque dopo una tele Blackbeard. Quindi, da lavoratore precario in un campo peraltro molto particolare e in previsione di anni di magra, ho deciso che, in previsione di suonare questa chitarra per un bel po' di tempo prima di prenderne un'altra, e in considerazione del fatto che tra tutte le stratocaster economiche provate qua e la negli ultimi quindici anni questa è quella con cui mi son trovato meglio, potesse valere la pena di esaltarne le caratteristiche sopperendo alle sue carenze.

Lo consiglierei ad altri? Come dicevo nell'articolo: "se". Se, cioè, sussistono tutti i presupposti che garantiscono il successo dell'operazione e una soddisfazione a lungo termine. Altrimenti concordo pienamente con te: non ha senso :-)
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di BBSlow [user #41324]
commento del 15/06/2022 ore 10:06:1
Io ho rimesso mano, in questi ultimi mesi, alla mia prima chitarra, una Hondo simil Les Paul che mio padre mi regalò quando avevo 15 anni: prezzo basso già allora, valore commerciale attuale... praticamente nullo. Tenuta sempre lì per motivi affettivi, aveva diversi problemini (di meccanica e di elettronica), e giaceva insuonata da almeno trent'anni. Mi era venuta l'idea di smontare i pickup (sono Di Marzio, e suonavano bene) per metterli su un'altra chitarra, ma poi ho realizzato che, a quel punto, era meglio (e più gratificante) tentare di rimettere in sesto la chitarra originale: body in ottimo stato, manico comodo e dritto, tastiera (palissandro) come nuova... Ma si, valeva la pena di provarci, tanto non avevo niente da perdere.
Detto fatto, anche se la manualità non è gran che, mi sono messo alla ricerca di ricambi vari, in grado di renderla suonabile. Senza fretta, che tanto -appunto- non la suonavo da trent'anni, non è che un mese in più mi cambiava la vita. Un ponte qui, un capotasto là, i potenziometri laggiù, e così via. Ci lavoravo sopra quando avevo un attimo di tempo e voglia di farlo, senza scadenze o necessità particolari. Per le meccaniche, dato che non si trova un ricambio idoneo (e, soprattutto, come qualcuno ha già scritto, migliore degli originali, se no non vale la pena...) alla fine ho deciso di "revisionare" quelle originali, e il risultato è stato più che soddisfacente. La cosa più difficile è stata adattare il nuovo ponte ai fori originali; ma alla fine, con un po' di fantasia, c'è entrato (no, non riguarda il pornodivo). Pensavo di dover penare per il capotasto, e invece è stato abbastanza facile. Con le saldature me la cavo, è bastato segnarsi lo schema originale delle connessioni e replicare il tutto. Un paio di martellatine sui tasti, due giri al truss rod, una bella lucidata, corde nuove, setup casalingo e via, prova ampli: non vi nascondo che, al primo suono che è uscito fuori, c'è scappata la lacrimuccia. Il test è stato superato con buoni risultati: sono spariti tutti i ronzii e i "blackout" elettronici, l'accordatura è precisa (il sol, prima non lo accordavano nemmeno alla NASA...) e regge.
La chitarra ora è lì, di fatto continuo a non suonarla perché uso solo Strato, ma so che nel momento in cui mi dovesse servire un paio di humbucker posso appozzare nell'armadio e tirarla fuori. Non ho termini di confronto, ma, a orecchio, credo che reggerebbe un palco molto più che dignitosamente.
il costo degli upgrade è stato senz'altro superiore al valore della chitarra (anche un euro sarebbe stato comunque più di zero... ;) ), ma comunque limitato (sotto i 200 euro, se non si ha fretta si trova buon materiale a prezzi accettabili), e la soddisfazione è tanta.
Capisco che si tratta di una situazione particolare, diversa da quella di cui si parla nel post. My two cents: se uno ha una chitarra cui "vuol bene" per qualsiasi motivo, a meno che non sia un caso disperato, vale la pena di spenderci sopra qualcosa, con giudizio, per farla suonare.
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di aleck [user #22654]
commento del 15/06/2022 ore 10:24:36
Che bella storia! Siamo perfettamente in linea. Il tuo è un bell'esempio di teoria applicata a un caso diverso. Niente fretta, spendere cifre ragionevoli, godersi il processo e, poi, re-innamorarsi della chitarra "ritrovata". Nel tuo caso il valore affettivo sicuramente è una motivazione più che valida, al di là del valore intrinseco dell'oggetto che sei andato a modificare :-)
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 16/06/2022 ore 12:01:02
Dove c'è piacere non c'è perdenza
Rispondi
di Johnny92 [user #43424]
commento del 15/06/2022 ore 13:44:53
Penso che modificare la propria chitarra sia solamente un'ottima cosa per imparare qualcosina che riguarda l'elettronica e le meccaniche di essa.
Se invece si vuole modificare una chitarra econimica per migliorarla allora penso che potrebbe essere soldi spesi male. Con gli stesse soldi ti prendi una chitarra già migliore
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 15/06/2022 ore 14:21:59
Non a caso citavo, tra i criteri per scegliere se e cosa fare, proprio la valutazione di quanto si dovrebbe sborsare per avere una chitarra "già migliore": ovviamente la modifica non ha senso se per poco più si può prendere qualcosa di effettivamente superiore, senza stress. Ma se lo strumento lo permette, l'upgrade di hardware ed elettronica possono effettivamente nobilitarlo. Nel mio caso sfido a trovare, per la cifra spesa (al momento poco più di 250 euro totali), uno strumento con caratteristiche analoghe :-)
Rispondi
di DAME54 [user #53104]
commento del 15/06/2022 ore 16:55:16
Aleck, hai fatto benissimo. Quand'anche la spesa può non valere l'impresa:
1) hai migliorato uno strumento a cui tieni
2) ti sei divertito
3) hai fatto una certa esperienza nel campo della liuteria senza rischiare di arrecare danni ad uno strumento costoso. Questa esperienza sarà un tuo patrimonio, da poter mettere a frutto quando ti si porrà la necessità di intervenire con tranquillità su qualcosa di più costoso.
Rispondi
di Cosimo [user #2023]
commento del 17/06/2022 ore 09:34:38
Buongiorno complimenti per l’articolo.
Anche io modifico chitarre economiche stravolgendole sempre tenendo conto del investimento che deve risultare consono.
Ovviamente scelgo chitarre che mi piacciono e che abbiano dei buoni legni, il resto, quasi tutto lo faccio io, refret, elettronica, cablaggi, rettifiche, insomma tutto quello che si può fare senza macchinari costosi.
Mi diverto e ho fatto tanta esperienza tale da intervenire anche su strumenti molto costosi…
Secondo me ne vale la pena, ci si ritrova poi strumenti che spesso non sfigurano per nulla rispetto a strumenti decisamente più costosi, anzi.
Una domanda, a QUALE ARTIGIANO TI SEI RIVOLTO PER IL BLOCCO PONTE IN ACCIAIO, mi interessa.
Grazie mille Cosimo
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 17/06/2022 ore 09:38:4
Grazie!

L'artigiano è il caro Werner Hopp che trovi su eBay come hower66. Con me è stato gentile, disponibile e preciso!
Rispondi
di Cosimo [user #2023]
commento del 17/06/2022 ore 13:17:30
Grazie infinite
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 17/06/2022 ore 13:21:11
Di niente!
Rispondi
di Mattw [user #54811]
commento del 17/06/2022 ore 17:10:17
Io mi pento di non aver modificato la mia epiphone g400 del 2004..aveva una sbavatura di vernice,le ottave e il ponte li ho dovuti sistemare e cambiare ma poi la chitarra andava alla grande..ben settata,buona risonanza,se goi avessi cambiato i pick up e i potenziometri,poteva tranquillamente confrontarsi con una Sg gibson da 800 eurp
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di Krippo [user #752]
commento del 21/06/2022 ore 21:41:48
Solo una osservazione personale. Ok non strafare, ma nemmeno lesinare troppo con gli "upgrade".
Se voglio migliorare lo strumento comunque una certa spesa la devo preventivare, senza poi contare che parti come ad esempio pickup, meccaniche, ponte, battipenna, switch, in un futuro li posso rimuovere e riciclare su uno strumento diverso.....
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 21/06/2022 ore 22:37:15
Certo, è uno dei punti principali di tutto il discorso :-)
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