di redazione [user #116] - pubblicato il 14 luglio 2022 ore 11:00
La multa imposta dalle autorità britanniche per violazione delle leggi sulla concorrenza innesca una class-action per risarcire chi ha comprato strumenti Fender in UK.
L’accusa mossa a Fender di aver preso accordi illeciti con i negozianti britannici per fissare un prezzo minimo di vendita al pubblico, impedendo di fatto la concorrenza fisica e online, ha trovato conferma con la multa di 4,5 milioni di sterline imposta all’alba del 2020 a Fender Musical Instruments Europe Limited dalla CMA (Competition and Markets Authority). È stata la stessa azienda ad ammettere il fatto, dichiarandosi profondamente amareggiata per la condotta dei suoi responsabili e pronta ad affrontare le conseguenze delle azioni per porvi rimedio.
L'operazione lascia dietro di sé una scia di strumenti venduti a un prezzo maggiorato a milioni di appassionati, che ora potrebbero avere diritto a un risarcimento.
L’illecito
Dalle indagini delle autorità britanniche è emerso che, tra il 2013 e il 2018, Fender ha preso accordi con uno dei suoi rivenditori principali in UK secondo cui non sarebbe stato possibile vendere gli strumenti al di sotto di una certa soglia di prezzo.
Ciò avrebbe portato i consumatori a pagare un prezzo maggiorato rispetto al valore effettivo di mercato, differenza che ora viene reclamata da una class-action.
La Class-Action
Secondo gli avvocati dello studio PGMBM, promotore della class-action, tale pratica non solo avrebbe portato il pubblico a spendere significativamente di più per l’acquisto di uno strumento Fender, ma avrebbe portato anche i marchi concorrenti a innalzare i propri prezzi, provocando così ripercussioni su tutto il settore.
Qualora la class-action andasse a buon fine, lo studio legale prevede il rimborso di somme ingenti verso gli acquirenti.
Una storia più ampia
Fender non è la sola azienda a essere finita nel mirino dell’agenzia britannica per il mercato e la concorrenza. Le indagini avviate nel 2018 avevano individuato almeno cinque marchi coinvolti in vicende simili e già nell’agosto del 2019 Casio si era vista recapitare una multa di 3,7 milioni di sterline.
L’Italia
Si tratta comunque di una faccenda circoscritta ai confini britannici e, sebbene sia possibile partecipare alla class-action per qualsiasi strumento acquistato in Europa tra il 13 gennaio 2013 e il 17 aprile 2018 (persino non prodotto da Fender), non risultano illeciti o accordi sommersi relativi ad altri Stati europei. Pertanto, i musicisti italiani sembrano poter dormire sonni tranquilli.