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BOSS Loop Station: perché averne una e come sceglierla
BOSS Loop Station: perché averne una e come sceglierla
di [user #116] - pubblicato il

L’ampio catalogo BOSS è l’occasione per approfondire la conoscenza delle loop station, delle loro funzioni e dei punti cruciali per una performance migliore.
Registrare una parte musicale per suonarci sopra subito dopo, registrare anche questa e ripetere l’operazione ancora e ancora è una prospettiva assai accattivante per un musicista.
Rende possibile esercitarsi in casa, comporre brani, esibirsi dal vivo anche in solitaria con il suono di una band al completo, ed è esattamente ciò che permette di fare una loop station.

Il concetto di loop in musica è figlio diretto della registrazione su nastro e della sovraincisione, e i dispositivi che consentono a un musicista di registrarsi all’istante, riascoltarsi e quindi accompagnarsi da solo sono assai vicini all’idea di un nastro a forma di anello che, a ogni rivoluzione, aggiunge uno strato alla traccia precedente. Non è un caso che un visionario come Les Paul abbia sperimentato soluzioni simili in tempi non sospetti, ma è con l’arrivo della registrazione digitale che le possibilità del looping sono cresciute a dismisura.

BOSS è stata tra i pionieri del campo con la RC-20 introdotta nel lontano 2001, ora capostipite di uno dei cataloghi più completi e trasversali sul mercato.

BOSS Loop Station: perché averne una e come sceglierla

Il senso del tempo
Avere un buon metronomo interno è fondamentale per creare dei loop di qualità. Una loop station evidenzia ogni discrepanza - si pensi al terribile scalino a fine loop, un classico quando si dà il comando di chiusura una frazione di secondo in anticipo o in ritardo - e proprio per questo usarne una può essere utile a migliorare il proprio senso del tempo.
È come esercitarsi con un metronomo e riascoltarsi costantemente. E, insieme, divertirsi un bel po’.

È importante sviluppare una buona coordinazione mano-piede per far partire e interrompere una registrazione nel punto esatto, e un po’ di pratica permetterà di superare facilmente lo scoglio iniziale. Tuttavia, la precisione richiesta da un sistema come il loop può risultare frustrante in certi contesti, soprattutto quando ci si esibisce live e si vorrebbe poter beccare la take giusta al primo tentativo. Per questo vengono in aiuto le funzioni sviluppate da numerose loop station oggi in commercio, che sono capaci di rilevare il segnale in ingresso e far partire così in automatico la registrazione alla prima nota. Ciò aiuta a essere più precisi nell’attacco del loop, ma al musicista resta tutta la responsabilità di tenere il tempo in modo solido.

Tecnologia necessaria
Sui loop più semplici si impara in fretta. Quando le tracce aumentano, però, ogni imprecisione tende a diventare macroscopica. In parte l’esercizio risolve il problema, ma non è affatto facile registrare numerosi loop tutti con precisione chirurgica.
A differenza di un’esibizione live con la band, dove qualsiasi imprecisione può essere riparata alla battuta successiva rendendo l’insieme organico e per nulla spiacevole anche in presenza di piccoli errori, quando si registra un loop invece quell’errore che normalmente sarebbe trascurabile viene ripetuto ancora e ancora, finendo nei casi più estremi col generare un mix slabbrato, povero di groove.
Entrano qui in gioco funzioni come il Tempo Sync: algoritmi di quantizzazione capaci di correggere le piccole imprecisioni e fare in modo che tutti i loop seguano un singolo tempo master.
Sono sempre funzioni disattivabili a piacimento e, soprattutto se si usa una loop station per fare pratica a casa, può essere anche preferibile farne a meno. Quando invece ci si esibisce, magari con un set più complesso, fare uso di questo “servo sterzo del ritmo” non vuol dire barare: è pura sopravvivenza.

Negli anni, le loop station sono diventate dei veri e propri strumenti con cui arricchire o inventarsi di sana pianta delle esibizioni innovative. Per la loro natura, tali sistemi rischiano di generare dei set prolissi a causa della necessità di suonare per intero ogni parte prima di suonarci sopra la successiva. La tecnologia aiuta anche in questo e alcuni modelli hanno sviluppato sistemi per ottimizzare l’esecuzione, dei trick che consentono di avere in loop una parte ritmica breve mentre, su un’altra traccia, si procede a incidere una parte più lunga. In questo modo diventa possibile, per esempio, suonare una brevissima parte percussiva e usarla come base per sovrascriverci un giro di accordi più lungo, senza il rischio di annoiare il pubblico. Lo abbiamo visto con la RC-500.

Lavorare sul suono
Un aspetto didattico centrale nell’uso delle loop station sta nella naturale necessità di diversificare le parti registrate. In particolare quando si creano molti loop con un singolo strumento, emerge fin da subito il bisogno di rendere il suono più vario. Così si cominciano a diversificare le parti, non solo con l’uso degli effetti, ma anche lavorando sul tocco, sulla scelta dei voicing e delle posizioni sul manico.
Un esercizio di questo genere permette di conoscere meglio il proprio strumento e, anche quando ci si troverà a esibirsi con una band tradizionale, sarà più facile individuare il proprio spazio nel mix, mettendo a frutto le idee maturate durante le lunghe sessioni trascorse a suonare contro se stessi.

Reali esigenze
Gli utilizzi possibili con una loop station sono molteplici, pertanto ogni approccio merita un’interfaccia specifica e precise caratteristiche tecniche che consentano al musicista di individuare la soluzione più adeguata senza vedersela andare stretta dopo un po’ di pratica né, viceversa, rischiare un esborso sovradimensionato.
L’articolazione del catalogo BOSS permette di andare sul sicuro, spaziando da modelli minimali come la RC-1 a sistemi estremamente complessi come la RC-600.
Compaiono versioni da pavimento, ideali per uno strumentista, o controparti tabletop per cantanti e producer, esigenze diverse sia per l’interfaccia e i pulsanti sia per le funzioni, con effetti specifici per vocalist e DJ.

BOSS Loop Station: perché averne una e come sceglierla

RC-1
È lo stompbox più essenziale e intuitivo, grazie anche “all’oblò” che permette di tenere d’occhio l’avanzamento del loop per mezzo di 24 LED colorati disposti in cerchio.
Consente la gestione di una traccia singola per 12 minuti di registrazione massima in stereo. È il modello entry level del catalogo, indicato per chi intende inserire in pedaliera un dispositivo compatto e immediato per esercitarsi su un giro di accordi o arricchire le performance dal vivo con semplici effetti e sequenze.

BOSS Loop Station: perché averne una e come sceglierla

RC-5
Le 99 memorie dell’RC-5 consentono di personalizzare le funzioni a seconda dell’utilizzo che se ne andrà a fare. Vengono introdotti drumkits per arricchire le composizioni con suoni credibili di percussioni e batterie, e sono presenti diversi effetti come la stimolante funzione reverse per riprodurre i loop al contrario.
Il modello porta il tempo di registrazione a 13 ore in stereo, con elaborazione a 32 bit e porte MIDI TRS per l’integrazione in setup più complessi.
Il display, già simile per approccio all’interfaccia dei modelli più costosi, tiene traccia della memoria richiamata e permette di visualizzare il punto del loop in cui ci si trova.

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RC-10R
Le tracce salgono a due con l’RC-10R, che conserva anche le funzioni di drum machine e riceve oblò simili a quelli presenti sull’RC-1, con in più un display aggiuntivo per tutte le funzioni relative alla programmazione della macchina, che diventa ancora più complessa grazie alla capacità di gestire fill ritmici e parti speciali per i brani. La loop station diventa un vero e proprio mezzo per comporre e arrangiare.

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RC-500
Il footprint più ampio permette di potenziare le due tracce con slider per i rispettivi livelli e aggiunge un ingresso XLR per un microfono.
Le funzioni di programmazione sono ancora più avanzate e consentono di gestire il mix nel dettaglio, mentre in basso i tre footswitch permettono di gestire le tracce con immediatezza, pronte per essere arricchite con effetti integrati come repeat, reverse e scatter. La soluzione è ideale per chi vuole comporre brani spingendosi oltre i limiti di una formazione classica, ammiccando alle possibilità di un producer da musica elettronica.

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RC-600
La macchina da pavimento più complessa prodotta da BOSS dispone di due ingressi XLR, due coppie di ingressi stereo di linea e tre coppie di uscite stereo assegnabili.
Sei tracce stereo indipendenti sono controllate da nove footswitch sullo chassis e le prese per controller esterni come il pedale d’espressione permettono il massimo controllo della musica e degli effetti (49 di tipo input e 53 di tipo track) senza mai dover staccare le mani dal proprio strumento.

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RC-202
La più accessibile delle loop station tabletop BOSS offre due tracce con grossi pulsanti per registrazione e riproduzione provvisti di LED tutto intorno con cui orientarsi nella progressione del rispettivo loop.
Un tempo di registrazione di 180 minuti e la presenza di pattern ritmici consentono di generare composizioni elaborate e di salvare le impostazioni del caso in 64 memorie totali.
Pensata per vocalist, polistrumentisti e beatboxer, non rinuncia all’ingresso XLR per un microfono che si affianca agli ingressi jack per segnali di linea stereo.
Il controllo MIDI amplia ulteriormente la gestione e la sincronizzazione con dispositivi esterni, mentre un’uscita dedicata al monitoraggio in cuffia permette di inviare il metronomo di riferimento solo a questa, senza che si senta negli output principali.
Una vasta gamma di effetti Input e Track sono richiamabili rapidamente con i rispettivi pulsanti e, in più, la capacità di registrare o importare sample sonori permette di sfruttare la RC-202 in modo simile a un campionatore.

BOSS Loop Station: perché averne una e come sceglierla

RC-505MKII
Le cinque tracce totali hanno tutte i comandi dedicati per registrazione e riproduzione, pulsanti per la selezione della traccia, l’azionamento degli effetti e slider per il livello della singola traccia, per avere sotto le mani un vero e proprio mixer con cui trarre il massimo dai loop più complessi.
Le memorie salgono a 99 e il tempo massimo di registrazione raggiunge le 13 ore. Aumentano anche gli ingressi XLR, qui nel numero di due, per una macchina senza compromessi dedicata a chi compone set estremamente complessi basati su più strumenti, voce ed effetti di ogni tipo.
boss effetti e processori loop station rc1 rc10r rc202 rc5 rc500 rc505mkii rc600 tutorial
Link utili
BOSS RC-500 recensita su Accordo
BOSS RC-1
BOSS RC-5
BOSS RC-10R
BOSS RC-500
BOSS RC-600
BOSS RC-202
BOSS RC-505MKII
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