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Perché i commessi non ci odiano più
Perché i commessi non ci odiano più
di [user #50760] - pubblicato il

Amici abbiamo un bel problema: i commessi dei negozi di strumenti non sono più gli stronzi di una volta. E credetemi, non è un fatto positivo. Ci arriviamo, ma prima di tutto facciamo un tuffo nel passato.
Dunque, nel mio caso il salto temporale è di circa 25 anni. Concentriamoci insieme: state visualizzando voi stessi a 16 anni? Eccovi, siete proprio voi: è pomeriggio, in tasca avete diecimila lire, eppure anche oggi, come ogni sabato, siete lì. Se chiudete gli occhi riuscite ancora a sentire l’odore di quel grande negozio, quello da cui non sareste mai usciti, nonostante i commessi fossero, per dirla in modo gentile… respingenti. E che casino c’era, in quei negozi. Erano dei suq del chitarrismo, dei giardini zoologici in qualche modo democratici. Frequentazione? Eterogenea al massimo livello: dal maestro di jazz con la L5 attaccata al Roland che giocava con ostentata scioltezza su una scala bebop al death metaller in jeans elasticizzati che provava il Metal Zone per cinquanta minuti, violentando la B.C. Rich Warlock a colpi di palm muting. In mezzo, di tutto: il timidissimo alle prime armi, che “provava” una chitarra senza capire quanto fosse scordata, frastornato perché le bionde trecce e gli occhi azzurri l'altro giorno suonavano diversi; il fenomeno dalla camicia medievale a sbuffi che stampava sessantaquattresimi furibondi con odiosa e improbabile nonchalance; l'incontentabile con fidanzata al seguito in stile Magda che pretendeva di provare tutte le American Standard esposte per scegliere la migliore.

Perché i commessi non ci odiano più
Una delle scene mitiche di Fusi di Testa (Wayne's World) con uno strepitoso Mike Myers

Che fauna ragazzi, quant’era bello, non fosse stato per i commessi e per quei nostri modi troppo gentili che ci penalizzavano ogni singola volta: forse ci si leggeva negli occhi che anche quel giorno ce ne saremmo andati da lì avendo comprato solo qualche plettro e una muta di D'Addario in offerta. Lo so, suona sbilenco quello che sto dicendo: perché mai dovremmo rimpiangere quegli stronzi che non ci calcolavano, così palesemente assurdi da finire cristallizzati in film e fumetti? Il punto è che adesso hanno più bisogno loro di noi che noi di loro. Brutto a dirsi, mi rendo conto. Ma il giovane medio suona meno, molto meno: le nuove generazioni sono meno interessate delle precedenti alla chitarra, anche semplicemente e rusticamente a quel “fare un po’ di casino con la chitarra” che prima era considerato figo da ogni sedicenne e oggi, più di allora, soltanto una delle mille cose che un ragazzo può fare. E non la più sexy. E poi ci siamo noi, che magari qualcosa in tasca per comprare uno strumento ce l’abbiamo, ma che sempre più spesso compriamo online, magari non la sospirata custom shop ma quei prodotti “standard” che non richiedono prove: pedali, cavi, corde, strumenti entry level, custodie. È triste a dirsi, amici miei, e so che la mia è una semplificazione (giusto anche dire che qualche segnale pop per rendere cool le sei corde agli occhi dei giovani c’è, per esempio la celebrata scena di Eddie Munson che suona i Metallica nel Sottosopra in Stranger Things), ma il commesso affabile e carino è un inquietante segno dei tempi. Ci dice che i negozi sono più vuoti e infatti molti hanno chiuso i battenti negli ultimi dieci anni. Ci dice che a considerare un Santo Graal quella Les Paul ’59 eravamo tanti ieri ma siamo pochi oggi. Ci dice che certamente una riflessione profonda va fatta, ma vi chiedo ad aiutarmi a farla insieme perché la faccenda è complessa.

E voi che esperienze avete con i commessi dei negozi di strumenti? Rimpiangete i tempi in cui vi facevate defenestrare per aver accennato "Stairway To Heaven" e "Smoke On The Water"? Ma soprattutto, comprate ancora in negozio o vi siete buttati sull’online? Voglio sapere tutto nei commenti!
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La scena di Stranger Things
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di Oliver [user #910]
commento del 24/09/2022 ore 08:54:03
Secondo me il commesso non è affabile... è semplicemente depresso.
La vendita online, con i colossi che possono vantare un magazzino sterminato dove puoi trovare praticamente tutto quello che ti viene in mente (nella mia piccola Udine ricordo di aver visto DUE Gibson Les Paul - una è ancora qui con me) e che ti garantiscono anche la possibilità di restituire lo strumento se non ti convince, ha sterminato il mercato.
Solo chi ha saputo o potuto attrezzarsi in modo simile può permettersi di lavorare e, sì, quei commessi sono affabili, gentili e preparati anche al telefono.
Ricordo con tenera nostalgia il mio negozio preferito, dove spesso si passava il tempo senza comprare niente (con quali soldi?) ma ci si ritrovava in tanti e il titolare -un vero signore- era sempre disponibilissimo, cordiale e simpatico. Un giorno tristissimo, quando ha dovuto chiudere: la LesPaul di cui sopra l'ho presa proprio in quell'occasione.
Ricordo che il titolare, quando arrivava il momento della chiusura e il piccolo negozio era ancora stipato di gente che non dava il minimo segno di volersene andare, a un certo punto andava sul retro e tornava con una cornetta, con la quale suonava la Ritirata o il Silenzio :)
Era un segnale chiaro a tutti.
Che tempi.

p.s.: la LP del '59 è ancora il Graal, anzi lo è adesso più che mai. Solo che non la si cerca in negozio.
Rispondi
di al_rodin [user #33222]
commento del 25/09/2022 ore 17:32:12
Ciao Oliver,
sembra strano ma qui a Pordenone ci sono ben due negozi che resistono ancora. Uno fa anche service per cui riesce a "resistere" meglio. L'altro, molto più piccolo, è quello dove vado io. Ci ho comprato 4/5 chitarre negli ultimi 20 anni e una serie di altre cose più o meno costose. Ogni tanto ci entro, magari solo per salutare i due titolari e per scambiare quattro chiacchiere. Con loro ho sempre potuto provare tutto quel che volevo. Hanno un piccolo giro, non sono una potenza, ma sono certo che mi dispiacerà quando chiuderanno per andare in pensione...
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di Axilot [user #52908]
commento del 24/09/2022 ore 08:57:30
Nel negozio storico dove comprai la mia prima chitarra (una washburn susperstrat) il proprietario è ancora scorbutico come negli anni 90 del tipo che se non stai chiedendo una custom shop non ti calcolo nemmeno, le ultime due chitarre le ho preso in un altro negozio proprio perché i commessi sono gentilissimi anche se devo acquistare una entry level o un semplice pedale.
On line personalmente compro solo chitarre economiche e componenti se devo spendere le chitarre preferisco provarle al negozio.
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di TidalRace [user #16055]
commento del 24/09/2022 ore 09:50:33
I miei negozi di strumenti musicali in quattro cittadine diverse, Jesi, Ancona, Mergo e Chiaravalle, non ci sono più, in particolare il penultimo aveva iniziato girando con un furgone e fermandosi dove sapeva che c'erano delle band che provavano, come la mia, in seguito aveva aperto a Mergo, un piccolo paese dell'entroterra anconetano e aveva clienti che arrivavano anche da oltre 100 Km di distanza. I prezzi erano buoni e quando gli chiedevi quanto costava un articolo ti rispondeva "Te lo metto poco" nel suo dialetto, gestendelo interamente da solo. In seguito si era trasferito a Jesi, facendo concorrenza ad un altro, ma le cose non andavano più come prima, per poi chiudere. Il negozio di Chiaravalle, a metà strada circa tra Jesi e Ancona, era molto grande e aveva commessi seri, preparati e disponibili. Purtroppo anche lui ha chiuso negli ultimi due anni.
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di Mawo [user #4839]
commento del 25/09/2022 ore 21:18:34
Mitico Fiatti...ma anche Musicarte ha chiuso?
Abitando all'estero da 5 anni non ne sapevo niente.
Rispondi
di TidalRace [user #16055]
commento del 26/09/2022 ore 16:40:08
Purtroppo si, i primi anni acquistavo da Rossi in Ancona e da Unisono a Jesi, poi era arrivato Fiatti e infine solo da Musicarte. Purtroppo la bella scelta che si aveva in quest'ultimo non esiste più. Dove risiedevi Mawo in Italia?
Rispondi
di Mawo [user #4839]
commento del 26/09/2022 ore 23:14:
Matelica
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di lollofunky [user #15563]
commento del 30/09/2022 ore 12:36:24
Mitico Fiatti di Mergo !! ci si andava in pellegrinaggio da Senigallia perche' benche lontano e sperso nel nulla aveva un sacco di chitarre e ottimi prezzi!! Ci presi la prima Charvel tanti anni fa (1987 forse) e ancora mi pento di averla venduta. Ricordo con piacere il negozio di Chiaravalle che e' passato dal centro al capannone. Ora in zona non e' rimasto piu nulla, dove andare a vedere e provare strumenti.
Rispondi
di TidalRace [user #16055]
commento del 30/09/2022 ore 15:40:07
Da qualche tempo ha aperto Dodo a Jesi, ma non è molto grande e non può certo rimpiazzare Musicarte. A Senigallia esiste ancora il negozio sulla statale per Cesano?
Rispondi
di claude77 [user #35724]
commento del 24/09/2022 ore 10:48:58
Ormai attendo i tuoi articoli come attendevo l'uscita di una puntata i Better call Saul!
Rispondi
di Fabio Cormio [user #50760]
commento del 24/09/2022 ore 21:58:19
Non l’ho mai visto, mi sa che è il caso di recuperarlo! Comunque grazie davvero
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 24/09/2022 ore 11:04:44
Racconto questa storia ogni volta che posso.
Quando andai a scegliere la mia prima chitarra elettrica, marmocchio inesperto e si vedeva, il proprietario del negozio che vendeva la chitarra più metallara di tutta Via San Sebastiano mi squadrò, sbuffò e disse: "ma la devi comprare o la vuoi solo provare?".
All'epoca un atteggiamento simile era la regola, per di più io entravo coi piedi di piombo dell'inesperto più totale, quindi capo chino e stetti al gioco. Quella chitarra alla fine la comprai, ma quel negozio oggi vende calzature e pelletteria.
Qualche mese più tardi mi salì la scimmia della Stratocaster (per gli Iron Maiden eh, mica...) e, mentre ero in un altro noto negozio del luogo a comprare plettri e corde D'Addario in offerta, indicai le Squier alla parete chiedendo: "queste come sono? Ne ho trovata una usata online e stavo pensando di prenderla". La comproprietaria insistette nel farmene provare una, ben conscia che non avrei acquistato nulla. L'unica richiesta: "però togliti i bracciali borchiati prima...". Ne avevo... oh sì che ne avevo...
Beh, quel negozio ancora oggi è in ottima forma e, negli anni, ci ho comprato praticamente tutto quello che ho.
Insomma, forse è come dici, oggi sono loro ad aver bisogno di noi più di quanto ne abbiamo noi di loro. Ma forse quelli sopravvissuti oggi sono quelli che ti trattavano con rispetto già allora.
Rispondi
di Oliver [user #910]
commento del 24/09/2022 ore 11:21:00
Più di 40 (aaagh) anni fa, nel negozio più famoso, fornito e centrale della mia cittadina del far-nord-est (stavo meno a dire Udine) sono arrivate le prime Squier: finalmente delle Fender alla portata delle nostre tasche. Ho accompagnato un amico che voleva comprarne una. Dato che il negoziante (due fratelli, sempre stati "simpaticissimi") stava già per battere il conto in cassa, il mio amico ha timidamente chiesto se, come pareva ovvio, avrebbe potuto prima provarla. La risposta è stata: "Perchè? E' una Fender, si sa come suonano le Fender".
Siamo usciti senza prenderla.
Molti anni dopo, alla prima crisi economica, è stato il primo negozio di strumenti musicali a chiudere i battenti.
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di Ampless utente non più registrato
commento del 24/09/2022 ore 12:13:2
Dal 1990 a oggi, ben 32 anni, compro ancora in negozio, online non ci ho mai preso niente, se non una Scarlett e qualche set di corde e stop.
Ci sono negozi e Negozi, come ci sono negozianti e Negozianti..
Dove vado io ormai da quasi 15 anni, entro e mi chiamano per il mio soprannome che mi porto appresso fin dalle scuole medie, quando entriamo io e mia moglie ci chiedono se vogliamo un caffè o una bibita, ma non li offrono solo a noi, ma alla maggior parte dei clienti, poi ancora prima di chiederci cosa vogliamo, si chiacchiera del più e del meno, insomma c'è un dialogo e un rapporto di amicizia, lo sconto poi alla fine degli acquisti non lo chiedo mai, perché so già che tutte le volte mi sconta qualcosa su qualsiasi articolo che acquisto.
Nel 2012 ha organizzato una clinic con Diane Ponzio, una Endorsement della Martin, eravamo una ventina di persone, dopo l'esibizione ci ha fatto provare a tutti delle Martin da capogiro e per finire, sempre il negoziante, ci ha portato a pranzo in trattoria a sue spese..
Se trovi dei negozi così, che vieni trattato con i guanti, come si fa a comprare online?
Io non ci riesco neanche per vestiti, scarpe, alimentari, oggettistica varia, io e mia moglie andiamo sempre per negozi, poi se capita che trovi lo stronzo o l'incompetente non ci torni, però finché possiamo, noi preferiamo questa via, e comunque auguro lunga vita a tutti i negozianti che se lo meritano-
Rispondi
di Fabio Cormio [user #50760]
commento del 24/09/2022 ore 21:59:28
Bello! Sei particolarmente fortunato, lo sai vero?!
Rispondi
di Ampless utente non più registrato
commento del 25/09/2022 ore 11:35:59
Posso dirti anche altri negozi e altri aneddoti positivi, perché mi pare giusto citare anche altri casi, come ad esempio da Tomassone 3 anni fa, presi un ponte e cordiera dorati Gibson, spesa meno di 100€, gli chiesi una muta di corde anche, e lui mi fa, questa te la regalo,
ed io da Tomassone non ci ho mai comprato nulla di chitarre ampli o effetti,
ma anche dal Music Shop a Modena, non so se esiste ancora, tutte le volte che portavo amici a comprare delle modestissime chitarre acustiche, roba da poche centinaia di €, mi hanno sempre dato in omaggio mute di corde, e mi successe almeno 3 volte.
Oppure posso raccontarvi di un piccolo negozietto sito a Maranello, ora non esiste più, beh mia madre era diventata amica della titolare, perché quando andava a funghi con mio padre sui colli nel Modenese, passava sempre di lì, e mi comprava sempre mute di corde, e la signora gli faceva sempre degli sconti e a volte le regalava pure qualche muta, anche lì era nato un rapporto buono con il cliente, mia madre poi ci rimase pure male quando un giorno passando di lì trovò il negozio chiuso definitivamente..
fortunato io o il contrario voi non lo so, di certo non si può fare di tutta l'erba un fascio
Rispondi
di Gemgem [user #49546]
commento del 25/09/2022 ore 14:06:50
La penso esattamente come te, non si può sputtanare a prescindere
Rispondi
di redfive [user #41826]
commento del 25/09/2022 ore 17:38:21
Usti! Il negozietto era nella via girando a sinistra con la chiesa di spalle???
Ho trascorso gli anni delle superiori lì ( primi anni '90) e ho preso la mia prima chitarra ( una Vester replica 335 e un Roland Dac15XD).
Il tizio del negozio somigliava vagamente a Lennon con i suoi capelli lunghi e gli occhialini tondi...
Rispondi
di Ampless utente non più registrato
commento del 25/09/2022 ore 18:35:2
Se ti riferisci al negozietto di Maranello.. Ah non ci si può sbagliare, a Maranello c'era solo quello, ovvero "La Casa Della Musica"..
erano marito e moglie, io non lo frequentavo, però mia madre e mio padre spesso passavano da quelle parti, e mia madre mi faceva sorprese regalandomi mute di corde, poi penso che erano arrivati ad un età pensionabile, probabilmente hanno chiuso l'attività per quello, ma non ne ho certezze..
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di Fabio Cormio [user #50760]
commento del 25/09/2022 ore 23:53:11
Il punto di partenza di queste mie righe era il semplice luogo comune (non certo la verità rivelata, per carità) secondo il quale i commessi dei negozi di strumenti degli anni 90 erano, diciamo, non disponibilissimi. Un luogo comune, appunto, che si ritrova in tanti siparietti, anche cinematografici, più o meno riusciti. Se ci hai letto un attacco nei confronti di qualcuno o qualcosa, la cosa mi sorprende e mi dispiace. Un saluto!
Rispondi
di Ampless utente non più registrato
commento del 26/09/2022 ore 08:39:19
Da parte mia nessuna polemica, ho descritto quello che in tanti anni è successo a me, visto mi pare tu chiedessi anche che esperienze abbiamo avuto noi, ognuno ha un po' voluto raccontare i propri aneddoti, non mi sembrava di averla presa male, però è anche giusto dire che non si possa fare di tutta l'erba un fascio, ciao e alla prox.
Rispondi
di Fabio Cormio [user #50760]
commento del 26/09/2022 ore 08:41:32
Certo, è giusto. Grazie per aver commentato!
Rispondi
di Rinaldo [user #50282]
commento del 25/09/2022 ore 23:34:21
Volevo scrivere pure io la mia opinione, ma mi sono reso conto che avrei praticamente ricopiato il tuo posr
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 24/09/2022 ore 14:02:43
Concordo con Ampless. Ci sono negozianti e Negozianti.
Lunga vita al piccolo negozio della mia città, se lo merita davvero.
Rispondi
di bulgi81 [user #45146]
commento del 24/09/2022 ore 14:37:37
Abitando in provincia e avendo il negozio ben rifornito più vicino ad 1 ora di macchina, compro ormai quasi solo online quando si parla di accessori, ma anche pedali e addirittura la testata l'ho presa online (dopo aver visto tutte le recensioni possibili e immaginabili su YouTube). Le chitarre invece, delle 4 che ho adesso, ne ho presa una sola online (800 euri tra l'altro, un bel rischio diciamo), le altre le ho provate (2 in negozio, una nuova e una usata, la rimanente da un amico, per cui ho avuto modo di tenerla a casa quasi 2 mesi prima di comprarla). Non so se avrei osato sborsare 2000€ per la mia Les Paul online senza provarla... Tra l'altro questa l'ho presa in un negozio a 30 km da casa, molto fornito sull'usato ma certamente non a buon mercato e soprattutto col titolare che non è proprio il più simpatico essere vivente del pianeta.
Rispondi
di ventum [user #15791]
commento del 24/09/2022 ore 17:10:46
Simpatico articolo, con tante verità e ricordi. Aggiungo altri elementi tipici del negozio d'annata, cioè il mercato dell'usato, il noleggio a breve e lungo termine di strumenti, amplificazione e altro, i servizi di riparazione e piccola liuteria, le clinic/demo/corsi. Tutti questi servizi aggiuntivi son diventati via via sempre meno remunerativi, richiesti o possibili, assottigliando ulteriormente il vantaggio rispetto agli store online. I negozi che chiudevano c'erano comunque anche prima dell'avvento di internet, purtroppo non tutti son fatti per questo mestiere o non tutti son stati fortunati. Credo che un aspetto sottovalutato è il cambiamento radicale della distribuzione, al giorno d'oggi mi dicono che parlare con un rappresentante è impossibile, figuriamoci product specialist. Per quello ormai c'è youtube
Rispondi
di fab-for [user #62742]
commento del 24/09/2022 ore 19:37:0
Da studente fuori sede a Siena (30 anni fa) per poco non era più il tempo che passavo nella storica sede in via Montanucci dell'Emporio Musicale Senese che in facoltà. Se chiudo gli occhi sento ancora l'odore delle chitarre appese ai muri e la voce del mitico Antonio.
Ovviamente ogni sudato risparmio andava a finire puntualmente lì.
Rispondi
di elguitarron [user #8109]
commento del 26/09/2022 ore 13:05:58
La via era Montanini. Poi si è spostato in Cerchiaia e alla fine ha chiuso. Ti ricordi la moglie del titolare come era..."frizzantina" nelle risposte? Se la beccavi nel momento giusto (facile!) era il perfetto esempio del negoziante di inizio articolo, ma nessuno se la prendeva. Antonio ora ha un negozio a Montevarchi, peraltro molto ben fornito.
Rispondi
di fab-for [user #62742]
commento del 26/09/2022 ore 18:20:54
E' vero.. Montanini... gli anni passano e la memoria vacilla. Sì, la moglie era da prendere con le molle. Io ci ho comprato e scambiato (perché avevano un ottimo servizio di permuta) svariate cose... ma quando entravo solo per rifarmi gli occhi la evitavo come la peste. Antonio "pippo" era invece sempre disponibile, anche il tizio al reparto impianti e hi-fi molto disponibile.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 24/09/2022 ore 20:38:16
Quali commessi? Il più grande negozio di strumenti di Forlì ha chiuso il punto vendita ed è diventato uno store online.
Rispondi
di Fabio Cormio [user #50760]
commento del 24/09/2022 ore 21:57:32
Pensa che c’è anche chi - parzialmente - sta facendo la strada inversa!
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 26/09/2022 ore 18:41:58
Però il commesso storico si è aperto il proprio negozio sempre lì, sulla circonvallazione.
Ciao
Rispondi
di dvg [user #11506]
commento del 24/09/2022 ore 22:35:12
negli anni 90 a milano zona fiera c'era un negozietto di strumenti usati gestito da un bluesman tutto tatuato chiamato oreste: erano gli anni dei grandi affari e mi capitava di passarci l'intero sabato pomeriggio a provare e scavare tra tutti gli strumenti ammassati. di quei tempi tengo due ricordi: una charvel model 3 - che non uso piu ma custodisco in garage - e una cassa marshall del 1968, immensa e bellissima a cui ho cambiato i coni che acquistai per 200,000 lire.
Rispondi
di Fabio Cormio [user #50760]
commento del 25/09/2022 ore 00:26:07
Lo ricordo perfettamente, per vari motivi e per un amico molto caro che abitava proprio di fronte. Il negozio aprì se non erro nel ‘95 e purtroppo non restò aperto per più di 3 o 4 anni. Proprio da Oreste ho comprato alcune cose che mi sono rimaste.
Rispondi
di dvg [user #11506]
commento del 25/09/2022 ore 08:06:38
Si e chiuse per la finanza….nn tutto era proprio di secondamano a quanto pare. Ma lui era fenomenale, affabile amante della musica. Un guorno minmostro un album di foto sue di quando visse negli usa….wow, un paio di nomi famosi erano li con lui a suonare. Chissa che fine ha fatto
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 25/09/2022 ore 01:49:11
Nella prima metà degli anni '90 facevo le superiori. Nella mia piccola città di provincia c'era solo un negozietto di strumenti musicali. Il proprietario non era nemmeno musicista e poco ci capiva di chitarre. La roba nuova che avevano erano al massimo le Strato Japan, qualche Strato americana Standard e un po' di chitarre metallare che andavano all'epoca. Però ogni tanto gli capitava delle roba sull'usato interessante e visto che non ci capiva niente i prezzi erano da saldo. Io per una stupidaggine ci presi (mi pare nel 1995 al primo anno di università) un basso Rickenbacker 4001 degli anni '70, un mio amico per poche centinaia di mila lire una Gibson S1 pure degli anni '70. Il proprietario e i commessi non erano troppo scortesi, ma si capiva che gli rompeva se andavi solo a provare gli strumenti. Soprattutto quello che non andava era che non fornivano il minimo sindacale di assistenza sui prodotti e se chiedevi di ordinare qualcosa di specifico te lo potevi scordare. Io con la prima chitarra elettrica ci presi una bella sola in quel negozio. Infatti non credo abbia resistito oltre i primi anni 2000.
Rispondi
di Tubes [user #15838]
commento del 25/09/2022 ore 18:18:59
Quelle poche cose che compro, che però possono essere chitarre importanti o attrezzature di livello, le acquisto nei negozi fisici. Ho un'età importante, sono cresciuto nei negozi sui bordi delle strade, abito vicino Roma, per me è naturale recarmi nel negozio ad annusare pedali, amplificatori, strumenti. Non demonizzo l'acquisto on-line, ci mancherebbe. Dico solo che per me è più facile e salutare andare di persona e il più delle volte, conoscendo i più noti negozi di strumenti musicali romani, che ricambiano la mia conoscenza e ci chiamiamo per nome, vado lì solo per fare due chiacchiere, toccare qualche nuova chitarra, schiacciare il true-bypass di qualche effetto vintage, far risuonare a vuoto le corde delle Custom Shop. E' bello sedersi e parlare con i commessi, con il titolare del negozio. E' bello vedere i ragazzini sbirciare ad occhi sgranati le Fender e le Gibson. E' bello sentire gli accordi stonati del cinquantenne coi soldi che acquisterà di lì a poco la Martin da 5000 euro. E' bello il negozio, ecco. Perchè il negozio rappresenta la vita reale, poi tutti noi sappiamo che spesso la vita reale è difficile e dura. Abbiamo inventato dei dispositivi che ci consentono di tenerla alla larga da noi, per fortuna. Ma questi, spesso, non ci riescono e la vita spinge, spinge forte.
Rispondi
di maddog [user #21222]
commento del 26/09/2022 ore 13:01:24
Racconto la mia, anni 70 in pieno beat, quattro strimpellatori decidono di mettere su un complesso, a quei tempi le band si chiamavano così. Si compra tutto a rate nel, forse nel più famoso negozio di strumenti di Roma, dopo scelti gli strumenti, tutta roba economica, alla cassa il proprietario ci dice "ma gli effetti li avete presi" e noi si abbiamo distorsore e reverbero e lui " ma le cambiali le avete portate?"
Rispondi
di GigioBigio [user #60117]
commento del 25/09/2022 ore 21:50:00
Il mio primo acquisto è stato nel 1997. Inesperto chiesi al negoziante un buon basso che non costasse troppo. Insistette perché comprassi un fender precision giapponese usato degli anni 80. Miglior acquisto della mia vita. Suonava da dio ed era perfetto strutturalmente. Lo vendetti a più del doppio 6-7 anni dopo, perché ormai suonavo solo la chitarra. Ho visto suonare più volte dal vivo l'acquirente negli anni successivi. Per 10 anni suonava solo con quel basso. Ascoltarlo era sempre un tuffo al cuore. Quindi boh, i negozianti onesti esistevano anche 25 anni fa.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 26/09/2022 ore 00:45:51
Quello che non mancheranno sono i commessi poco informati, che ne sanno meno di te che entri nel negozio. E quelli maleducati e basta, spesso proprietari più che commessi. Ho continuato a comprare in negozio, per me e ora per mia figlia anche, ma ho solo cambiato negozi.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 26/09/2022 ore 18:45:16
Questo è certo: ormai una decina di anni fa nel maggiore negozio di Bologna (in cui avevo già lasciato discrete somme) chiesi se avessero un'Ibanez Iceman, siccom il commesso che mi seguiva non la conosceva (ma questo non era un problema), il collega gli disse: "dai, l'explorer dei poveri". Da allora torno spesso in quel negozio, ma solo per provare gli strumenti.
Ciao
Rispondi
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di MM [user #34535]
commento del 27/09/2022 ore 11:23:25
Sono anni che non entro nel "famoso maggiore negozio di Bologna", forse oggi si sono un po' ravveduti, ma allora la loro supponenza era proverbiale.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 27/09/2022 ore 12:21:04
Anch'io ultimamente frequento meno, ma mi pare che il tasso di spocchia si sia ridotto, vuoi per la crisi, vuoi per la concorrenza del web, vuoi perchè è venuto a mancare il padre padrone la cui presenza (temo) fosse parte della supponenza. Pensa che una volta acquistai una Steinberger ed il commesso mi disse: "ora la porto a Sergio che ti fa il setup", non avendo nulla da fare andai (non notato) dietro allo strumento a sbirciare il "maestro" al lavoro. In realtà aveva attaccato la chitarra ad un accordatore elettronico e la stava accordando, nulla più. Niente da ridire, ma se la fabbrica ti consegna il ferro già perfetto, perchè mi devi far cadere dall'alto un'operazione che in due minuti faccio anche ad orecchio?
Eh bei tempi, quelli in cui giravano tante lire, anche a sproposito.
Ciao
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 27/09/2022 ore 12:28:38
Direi che hai fatto bingo, era proprio così a quei tempi. :-)
Non ci voleva molto ad accorgersene.
Ne conosco, per esperienza diretta e indiretta, tanti altri di aneddoti simili.
Rispondi
di theoneknownasdaniel [user #39186]
commento del 26/09/2022 ore 11:17:0
Io ho la fortuna di abitare non troppo distante da Merula, sede storica, e mio zio prima (quando era ancora a Bra) e io poi (dalla prima metà degli anni 90) ci riforniamo lì.
Ho sempre trovato commessi preparati e gentili, che non si preoccupano di vendere a tutti i costi ma che cercano di capire insieme a te quale sia lo strumento giusto per le tue esigenze, o che cosa ci si possa fare con una chitarra piuttosto che con un'altra.
Si tratta però di un posto particolare, non è raggiungibile a piedi dalla città ma bisogna andarci appositamente con l'auto, per cui è facile che la clientela dentro al negozio sia abbastanza indirizzata all'acquisto da sempre, e ciò può solo aver influenzato positivamente l'umore dei commessi.
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di Guycho [user #2802]
commento del 26/09/2022 ore 13:46:37
Secondo me non c'entra nulla se il commesso ha più o meno bisogno.

C'entra che quando hai 16 anni non ti caga nessuno.
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di Cliath [user #196]
commento del 26/09/2022 ore 14:58:14
Ora che ho molti capelli bianchi mi fanno provare qualsiasi cosa.....
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di Gigibagigi [user #49591]
commento del 26/09/2022 ore 15:19:29
Sono solito rifornirmi all'Essemusic a Montebelluna (TV), e devo dire che i commessi sono sempre stati più o meno disponibili. L'unico antipatico come la morte era al reparto chitarre acustiche, era sempre attaccato al computer e sembrava ogni volta di chiedergli la luna per provare qualcosa. Per fortuna l'hanno silurato (sarà andato a fare il fotografo, cosa che sentiva di dover dire ogni volta che lo incontravi...)
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di reca6strings [user #50018]
commento del 26/09/2022 ore 18:50:43
Mah, io a 14/18 anni (sono passate tre decadi) ho incontrato commessi antipatici, ma anche altri molto cordiali e disponibili.
Devo dire che ora è difficile incontrare qualcuno poco attento, ma è altrettanto vero che i commessi sono drasticamente ridotti ed i negozi sono gestiti dal titolare che per forza di cose è molto più attento alla clientela.
Buona musica
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di lazydaniel [user #28418]
commento del 26/09/2022 ore 22:32:23
Il negoziante dove vado io è ancora molto stronzo :-)
Uno dei suoi commessi se un potenziale cliente gli sta antipatico lo bistratta senza remore.
Ma il negoziante in questione sa che molte delle persone che frequentano i negozi di strumenti musicali soffrono o di una sinfrome da accumulo o sono dei guardoni di strumenti musicali impenitenti.
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di masterdrummer [user #21577]
commento del 29/09/2022 ore 15:13:03
quello che non mi è chiaro è perchè se quella Les Paul ’59 ora non è più così idolatrata, costa oggi 10 volte rispetto a quando invece lo era ???
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di andref [user #17798]
commento del 30/09/2022 ore 06:44:39
Ciao Fabio devo dire che mi sono riconosciuto completamente nel tuo post.
Non ho mai capito come mai tutti, o quasi, quelli che vendino dei prodotti così `particolari` siano sempre stati, diciamo così poco simpatici. È incredibile!!! Comunque adesso nei negozi di strumenti musicali non vado quasi più. I vari accessori li compro online e le chitarre che mi interessano le prendo dai privati, tutte rigorosamente vintage anni 60 - 70, quindi non posso constatare se siano diventati più gentili.
Forse lo sono diventati perchè il periodo delle vacche grasse oramai ... è finito!!!
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di Jekscar [user #57031]
commento del 30/09/2022 ore 09:20:40
Eh sì, tristemente la crisi del settore si sente, ed è arrivata persino nei luoghi più cult, quelli che sono stati culla della sperimentazione e dell'innovazione. In primavera sono stato in Denmark Street a Londra, ero per lavoro, con abbigliamento quanto più lontano ad un musicista si possa immaginare. Mi sono ritagliato una passeggiata per curiosare nei negozi più ambiti, più forniti, più cool, per scoprire che quei negozi sono solo la parodia dei se stessi degli anni che furono. Niente pezzi blasonati, ricercati introvabili, solo cose "medie" che si possono trovare ovunque. Volevo lasciare gli occhi su una strato... e invece sono riuscito solo a provare un'anonima giapponese S/N "N". Non si riesce neanche a vivere più l'illusione di un sogno, solo l'odore di polvere resta a parvenza di quell'atmosfera di magia che tanto mi aspettavo.
La colpa non è loro, ovviamente, la colpa è di un mercato che non c'è più, non per la concorrenza dell'on-line, che pure si fa sentire, ma per la mancanza di clienti, di interesse, di giovani che suonano.
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di bradsorph [user #33836]
commento del 30/09/2022 ore 15:28:35
Tutto vero, ma non sono convinto che sia un male.
E' il progresso. I negozi on line la fanno da padrone e i negozi fisici devono offrire qualcosa di più.
Ad esempio un mio amico ha comprato un'acustica, dopo un mese si è reso conto che non gli piaceva tanto, l'ha ridata indietro e pagando la differenza ne ha presa un'altra. Neanche questa lo convinceva e ha rifatto il gioco. Una volta questo non era possibile, adesso lo è. Poi essere trattato con garbo, quando io faccio altrettanto, non mi dispiace affatto e i frustrati che ti trattano con sufficienza li ho sempre odiati.
Sono speranzoso sul futuro e sui giovani, come dicevi tu, Stranger Things, o anche il successo dei Maneskin, li stanno riavvicinando alla musica suonata.
Mi dispiace che i piccoli negozietti non hanno futuro, ma al progresso bisogna adeguarsi... altrimenti lo si subisce.
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di EiElBiAi [user #63713]
commento del 04/04/2023 ore 14:28:24
Riprendo un vecchio articolo per dire che ho smesso di andare nei negozi fisici e mi sono buttato sull'usato e l'online proprio perché ne avevo piene le tasche di avere a che fare con gente scazzata o maleducata.

Poi quando alcuni di loro hanno pianto miseria dicendo che "eh, l'online, ma la professionalità, non è giusto, buuuh", ho goduto come un riccio.
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