
Volevo chiamare questo mio modesto scritto: "Io e la Napoli in musica", avendone fatto parte sia come bassista che come tecnico riparatore di grandi amplificazioni e restauro di strumenti, conosciuto forse più per queste attività che come musicista amatoriale. Anni 1969-1973, dopo il trasferimento della famiglia da Bellavista-Portici, località ai piedi del Vesuvio ed a soli 8 km dal Capoluogo della Campania, collegata benissimo ad essa sia con i filobus delle linee 254 (rosso e nero), che dal 253 e dal 255 che erano solo di passaggio avendo il capolinea a Torre del Greco, Bellavista però era servita benissimo dalla SFSM Circumvesuviana della linea Napoli-Pompei-Sorrento, mediante la quale rimasi ancora collegato con i compagni dell'ITIS A. Volta di San Giorgio a Cremano e con gli amici che come me frequentavano l'Oratorio Salesiano di Bellavista (per motivi di gioco del calcio, io ero un discreto portiere, del gruppo modellisti e per di più perchè era lì che avevamo formato un paio di gruppi musicali e dove provavamo). Poi ad inizio del succitato anno 1969 incontrai un gruppo di musicisti della zona Capodimonte, Porta Piccola, e mi unii a loro anchè per la vicinanza con la mia abitazione di Via Duomo, Centro Storico, quest'ultima vicina anche alla famosa Via San Sebastiano, sede dei negozi di strumenti musicali. Frequentando poi quella zona ed avendo conosciuto i fratelli Avitabile, entrai come consulente tecnico del loro gruppo "Gli Achei" di cui l'elemento principale era Enzo Avitabile, anno 1971. Lui mi fece conoscere poi Mario Musella, il cantante-bassista degli "The Showmen", che mi insegnò alcuni trucchi sull'uso del basso elettrico ed io ne comperai uno della Fender, il più spartano ma professionale che esistesse, lo usava anche lui, era il Fender Precision Bass che comperai a fine 1972 e che ancora posseggo. Lui mi diceva "Chiste le'a piglià a mazzate" ed io imparai a colpirlo con la mano destra come diceva lui, "Nu' sulo suono ma chille", è vero, anche se poi ne ho comprati altri, ma quello era il suono che cercavo... Lui nel 1972 andò via dagli "The Showmen" e nel 1975, dopo l'esperienza chiamata "Batracomiomachia", entrò nel gruppo di James Senese, che però aveva cambiato nome in "Napoli Centrale", come bassista un certo Pino Daniele. A fine 1977 (o metà 1978, non ricordo più tanto bene) trovai lui ed Enzo che provavano, nel negozio della buonanima di Salvatore Ceruti, dietro a dei pianoforti verticali, il brano "Io so' pazzo"... lui imbracciava una chitarra "Aria" clone della Gibson Dove. Poi, ad ottobre del 1978, nella vetrina del negozio mia tappa obbligatoria già dal 1967, gestito da 3 fratelli famosi a Napoli e dove, nel 1968 avevo comperato la mia 1ª chitarra nuova di zecca, una Lap Steel Hofner mod. 111, vidi esposto il modello superiore Fender Jazz Bass, usato ma poco, e per lire 350 mila, contro le 500 mila da nuovo, fu mio. Anch'esso ce l'ho ancora; invece il più datato dei miei bassi Fender l'ho comperato solo ad inizio 1990, era appartenuto, guarda caso, a Rino Avitabile, fratello di Enzo, da lui dato in permuta ad Alfredo, l'altro negozio da cui ancora mi servo; è un Fender Telecaster Bass del 1968. Buona parte dei componenti del gruppo di musicisti partenopei che erano con Pino Daniele, almeno fino al 1982, li ho conosciuti proprio da Alfredo e nel giugno del 1983, senza conoscerci, io e Rino Zurzolo acquistammo lo stesso modello di basso e per di più dello stesso color black, era un G&L2000E che ho usato poi una sola volta in pubblico (ora posseggo il G6&L L2500):

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