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Ma che mi frega delle chitarre Vintage?
Ma che mi frega delle chitarre Vintage?
di [user #17404] - pubblicato il

Te lo diciamo noi. Perché, che tu sia un musicista o anche un verace appassionato (che non suona ma è cresciuto a pane, vinili e rock'n'roll) le chitarre Vintage non possono non interessarti. Proviamo a spiegarti perché.

Intanto, l'interesse per le chitarre Vintage deve trascendere quello per l'acquistarne una. Quello potrebbe essere il culmine di una passione che si accende e si tramuta in un gesto d'amore esclusivo e - diciamolo - probabilmente anche molto costoso.
Prima di tutto, vedere, ascoltare, toccare e annusare una chitarra Vintage è la possibilità di confrontarsi con oggetti che sono stati gli artefici del suono e delle esecuzioni di dischi decisivi nella storia del rock; bearsi della bellezza di oggetti che, oggi, restano custodi non solo del fascino e delle suggestioni di quegli anni ma anche del timbro e dei colori di quella musica. Perchè una Fender o una Gibson degli anni 50, 60, 70 non è come quella che suonavano Hendrix, gli Stones o Clapton. È la stessa. Una combinazione perfetta di legni, corde e pick up che, più di mezzo secolo fa, era in grado di arginare e assecondare l’impeto musicale di geni e demiurghi del rock. Visionari che hanno suonato cose che restano riferimenti ancora attuali. Standard di suoni che, ancora oggi, si cercano e inseguono, picchi di ispirazione, virtuosismo, espressività inarrivabili per i quali si continua a studiare e ci si affanna tra prove ed esperimenti.
Una chitarra Vintage ha sorpassato decenni, facendosi fieramente portavoce dell'evoluzione di un genere, il rock, che si faceva sempre più ricco, esigente e debordante. Imbracciare una chitarra Vintage è suonare la stessa Stratocaster, Les Paul, Telecaster che - con uguale eleganza, autorevolezza e versatilità -  negli anni è passata dalle mani di un blues man a quelle di un rockettaro che, in fraseggi e riff incendiari, ha scatenato le scintille di hard rock, punk, metal. 

Ma che mi frega delle chitarre Vintage?
 
Chitarre  nate tra il blues e il jazz e che poi hanno suonato beat, folk, reggae, progressive, country  e sono state di dilettanti, professionisti, rockstar o magari di nessuno: abbandonate in custodie dimenticate in soffitte, negozi, studi di registrazione. 
Venire ad una mostra di chitarre Vintage è partecipare al simposio, affollato e variegato, degli appassionati più veraci e preparati di musica rock. Una possibilità per confrontarsi, discutere e riflettere su cos'era e cos'è oggi la musica che amiamo e suoniamo. Al cospetto degli oggetti, opere d'arte meravigliose, che l'hanno inventata. Oggetti, che identici a sé stessi da sempre, hanno interpretano fedelmente il rock e ne hanno ispirano l'evoluzione; oggi come allora.
Inoltre, una mostra di chitarre Vintage è anche l'occasione per tutelare e incentivare la conservazione di questi strumenti, la loro cura attraverso il restauro o altri tipi di intervento.
Quindi, se ami la musica rock e i dischi e gli artisti che l'hanno segnata, sbagli a non interessarti alle chitarre Vintage, alle mostre come Vintage Vault che le accolgono e accorpano in una parata mozzafiato. Perché non è solo una gigantesca boutique per collezionisti o professionisti con esigenze e possibilità enormi. È il punto di riferimento e ispirazione per una comunità di musicisti, appassionati e addetti ai lavori. Dove gli strumenti musicali diventano custodi unici della storia e della tradizione di un genere immenso e totalizzante come il rock.
Per esempio: vi siete mai chiesti una cosa che accomunasse tre Titani della chitarra come Jimmy Page, Peter Frampton o Keith Richards? Una, per esempio, era il fatto di possedere e suonare una Gibson Les Paul “Black Beauty” del 1959.
Il prossimo 14 maggio al Vintage Vault di Milano, ne troverete una da ammirare e ascoltare in azione: un incredibile esemplare originale, identico a quello usato dai magnifici tre.
Solo in prevendita, è possibile acquistare da subito il biglietto a prezzo scontato.

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di MuddyWaters [user #47880]
commento del 13/04/2023 ore 16:38:57
Le chitarre vintage non hanno niente di magico. Sono fatte di specifiche che adesso, a ragione (COMMERCIALE), non esistono più.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 13/04/2023 ore 21:29:20
messa così è una semplificazione eccessiva.
-certi legni non esistono più o non per produzioni di serie (mogano "honduras", palissandro "brazilian")
-certe vernici o colle vengono approssimate ma ricostruire esattamente come fossero non è banale.
poi è vero che:
-nessuno, nemmeno chi le paga 10K per le riedizioni storiche, vuole una les paul che viri di colore perdendo il rosso.
-malgrado tonnellate di riedizioni e imitazioni le copie dei PAF spesso non ce la fanno a suonare come i migliori PAF
-spesso si indulge nella tentazione del "proprio come i PAF, uguali... MA con più output" e allora no..

Non tutto il vintage suona da dio, ma quando senti quelle che suonano da dio.. qualcosa c'è.
Rispondi
di MuddyWaters [user #47880]
commento del 13/04/2023 ore 21:37:50
Quello che c'è è che sono chitarre fatte bene. Punto. Se ne fai una bene oggi suona ugualmente bene. Se la fai identica suona identica.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 13/04/2023 ore 22:34:46
ma la produzione di serie non può essere identica. una true historic non suona come una les paul del '59, è un fatto.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 13/04/2023 ore 23:27:23
Non suona identica, ma quasi certamente suona meglio di gran parte delle 59 autentiche. Occhio, io non voglio assolutamente sminuire il vintage. Anzi, condivido lo spirito dell'articolo (anche se avrei preferito fosse scollegato dalla pubblicità di uno specifico evento) e penso si tratti di strumenti speciali e super affascinanti. Ciò detto, quanto al discorso che fai tu (che è diverso da quello dell'articolo), va tenuto conto che ci sono strumenti vintage dal suono irraggiungibile, ma è una minoranza. Gli altri sono pur sempre strumenti vintage dal grande valore storico ed economico, ma come strumenti in sé non sono poi così tenuti bene o performanti o di qualità liuteristica. Imbracciando invece uno strumento ad esempio true historic, hai uno strumento che al 95% rappresenta il top anche rispetto alla gran parte del vintage e suonerà una bomba.
Quindi sono migliori del vintage? No, sono due mondi differenti. Per questo il paragone non andrebbe proprio fatto. Ma se uno vuol farlo, è bene che sappia cosa molto probabilmente suonerà meglio (true historic) e cosa ha più fascino e più valore economico (vintage).
Ma ripeto, meglio non confrontare.
Rispondi
di Shoreline [user #20926]
commento del 14/04/2023 ore 09:22:10
Sono d accordissimo
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 17/04/2023 ore 09:52:0
Essendo che le True Historic hanno come obbiettivo di suonare come le migliori (in quel caso) Les Paul vintage, il massimo che possono fare è raggiungere questo obbiettivo. Nella fattispecie avevo letto (e sentito) una recensione comparativa in cui provavano credo una vera '59, la TH e addirittura scambiavano i pickups per capire la relativa influenza. All'epoca (mi spiace non riuscire a trovare la pagina sui due piedi): la '59 suona più dinamica e ariosa della TH. La '59 coi pickup della TH suona peggio, ma conserva alcune qualità positive, la TH coi PAF originali migliora ma è comunque diversa. Poi non so quante persone abbiano (tranne Bonamassa) la possibilit di suonare regolarmente delle Les Paul delle annate in questione, diciamo che potrà variare sicuramente la suonabilità per via di manici, frets, etc, ma io di comparison che mettono a fianco les paul vintage "buone" e "spompe" non ne ho mai sentite e onestamente sarei curioso di sentirne.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 17/04/2023 ore 10:35:4
Il punto è che non puoi generalizzare quando si parla di vintage. Se con le true historic o le historic questo grosso modo puoi farlo, perché è una produzione d'élite e recente (quindi è più improbabile che lo strumento sia modificato o danneggiato), va considerato che il vintage ha tanti anni sul groppone, durante i quali credo uno su cinque ha conservato la chitarra da collezionista o comunque con cura dopo averla suonata. Aggiungi che sono pure pochissime quindi il numero si fa ancora più scarso. Rimane alto il valore storico ed economico ovviamente, ma se nei suoi 64 anni di vita una 59 è stata maltrattata o modificata (si modificano chitarre comprate l'anno scorso, figuriamoci nel corso di decenni quando non si aveva la più pallida idea che il valore sarebbe esploso) o mal conservata, allora la faccenda è diversa.
Non lo dico per sminuire il vintage, poiché sono un estimatore, ma per riportare la questione su un piano di realtà.
Rispondi
di reca6strings [user #50018]
commento del 14/04/2023 ore 16:26:46
Guarda che apri con un ossimoro: la produzione in serie si chiama così e nasce proprio per far uscire da una fabbrica centinaia o migliaia di prodotti tutti uguali.
Se poi basta scrivere: "è un fatto" perchè le cose siano così, per favore, scrivi che "la guerra in Ucraina è finita, è un fatto" e "nessuno muore più di fame, è un fatto". Dai su.
Buona musica, comunque.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 14/04/2023 ore 16:45:49
ci sono varie comparative e recensioni A/B dove si sente la differenza, e recensioni molto competenti che dicono questa cosa, non sono io a dire che è un fatto, quindi.
Rispondi
di Involt [user #51206]
commento del 28/04/2023 ore 08:13:29
Io credo che qualcosa di magico la abbiano: suonano "come".

Non "meglio", forse "peggio" (e questa é la ragione commerciale che citi per cui attualmente le chitarre seguono specifiche diverse), ma comunque "come".

Hanno il suono della Storia,

Se la Storia fosse stata suonata sulle pentole, adesso inseguiremmo le pentole di allora.

Perché, in realtà, inseguiamo la Storia.

Il problema vero é che, a quanto pare, nonostante i nostri inseguimenti, la Storia riesce a sfuggirci sempre più...
Rispondi
di DAME54 [user #53104]
commento del 13/04/2023 ore 19:08:36
Mi chiedo, e vi chiedo, se una onesta Standard (ovviamente Gibson) fra 50/60/100 anni, diventerà mai Vintage
Rispondi
di Mm utente non più registrato
commento del 13/04/2023 ore 20:40:10
Credo che fra 100 anni avremo ben altri problemi....e poi vintage di chi?
La.famosa LES Paul 2023 usata da sfera e basta???
Rispondi
di Shoreline [user #20926]
commento del 14/04/2023 ore 09:23:03
Fra 50 60 anni saranno vintage i tatuaggi di Fedez
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 14/04/2023 ore 10:26:2
ti rispondo così, prova a prendere una Strato anni '80 adesso...
Detto questo bisognerebbe dividere il fenomeno in 2 rami principali:
1. l'interesse storico
2. la speculazione
Nel primo ci sta il Vintage, nel secondo il Vecchio che tale rimarrà.
Rispondi
di marcoecami [user #54447]
commento del 13/04/2023 ore 19:55:26
Una chitarra suonata per così tanti anni, il cui progetto rappresenta ancora adesso un punto di riferimento per gli strumenti attuali, per me ha un fascino incredibile. Nel vintage, forse più che adesso, ci sono strumenti validi ed altri molto meno, proprio per il fatto che le produzioni erano meno standardizzate. Però uno strumento degli anni 50, 60 o 70 rappresenta per me un'opera d'arte a cui gli strumenti attuali cercano di assomigliare.
Rispondi
di fa [user #4259]
commento del 13/04/2023 ore 23:23:09
La chitarra è uno strumento per fare musica e un mezzo di espressione dell’artista. Se Hendrix avesse suonato una chitarra diversa non sarebbe diventato Hendrix? Non penso. Magari qualcosa sarebbe stato diverso, ma ugualmente bello. Allo stesso modo, la strato bianca di Hendrix in mano a qualcun altro non lo renderebbe artista. Il Vintage può essere affascinante per gli appassionati di musica per capire cosa suonavano i propri idoli…. Capisco che se ne possa subire il fascino, ma a me personalmente non interessa. Ciao Fab
Rispondi
di Shoreline [user #20926]
commento del 14/04/2023 ore 09:24:09
Soprattutto Hendrix l avrebbe comprata mancina!!
Rispondi
di vivodirock81 [user #12550]
commento del 14/04/2023 ore 06:29:25
Il Vintage è ovvio che un suo fascino lo avrà sempre.Ma ha autorizzato e sdoganato fin troppo il concetto di "È Vintage suona PER FORZA meglio di tutti e quindi sparo i prezzi che voglio".Così trovi annunci di un qualsiasi pezzo di legno con corde al prezzo di un Audi.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 14/04/2023 ore 11:33:23
Non è il vintage che ha sdoganato i prezzi a cavolo, ma l'ignoranza dei chitarristi. Passano il tempo a gingillarsi davanti ai video degli youtuber che ti raccontano come hanno trasformato una chitarra da 89 euro (in un cesso da 150 euro) anziché imparare qualcosa sulla storia della musica e sui modelli di chitarra che hanno contribuito a fare la storia. Ovvio che poi non sanno distinguere tra una chitarra senza valore e una quotata, e in questo modo qualunque possessore di uno scassone può proporlo come vintage.
Tra l'altro, come dice bene l'articolo, capire il vintage è una cosa e comprarlo è un'altra, quindi i prezzi non c'entrano: prima bisogna imparare a capire cosa si ha davanti. Altrimenti si finisce per fare come quelli che lo schifano a prescindere solo perché non possono permetterselo e rosicano. La passione non è solo comprare e possedere.
Rispondi
di FBASS [user #22255]
commento del 14/04/2023 ore 09:03:21
Come tutti sanno io sono contrario al "Vintage" essendo il risultato di una ricerca degli strumenti pre-CBS 1965, per Fender, e pre-Norlin 1969, per Gibson, prima considerate solo chitarre vecchie ed usate, vendute a metà prezzo rispetto alle nuove (ho l'esperienza di almeno una decina comprate e permutate da me negli anni 70s). Fatta sta premessa, posso affermare che per noi "Eterni ragazzi del 68", cioè nati tra il 1949 ed il 1950, la chitarra più ambita era la Gibson SG Custom Artic White con hardware gold, la "Diavoletto" a 3 pickups cioè, mentre subito dopo veniva la Les Paul Custom Black Beauty, le Stratocaster non erano più ricercate e la Fender più gettonata era la Jazzmaster (ma io preferivo la Jaguar, ne ho possedute 2, e la Mustang, solo questa befana mi sono regalato una Squier Jazzmaster Artic White, spendendo poco, € 370). Però non tutte le ciambelle riescono con il buco ed io ho provate delle Les Paul De Luxe 1968 che se non erano una mezza ciofeca poco ci mancava, mentre ciò non mi e capitato con le Gretsch. Oggi posseggo una Gibson ES335 Studio del 1989 che, anche se considerata una for students mi ha sempre soddisfatto ed anche una Les Paul Special TV 1996 più che buona. I bassi invece erano più regolari nelle prestazioni ed anche quelli del primo decennio CBS di Fender (ne ho 3) sono ottimi ... poi dal 1976 in poi gli strumenti cominciarono a pesare da cani e gli smussi diminuirono, appesantendoi body, ho posseduto una Stratocaster Tabacco Sunburst Palettone del 1978 ed un Precsion fretless Sunburst sempre del 1978,;comunque dico sempre che è questione di C...O, FBASS
Rispondi
di wespaul [user #36426]
commento del 14/04/2023 ore 09:05:5
Il prezzo del Vintage è sempre e solo funzione dell'anno di costruzione, dell'originalità di tutte le parti e dello stato di conservazione; mai del suono.
Questo fa pensare :).
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 14/04/2023 ore 11:53:24
sono cose oggettive, mentre il suono non lo è, altrimenti direbbero tutti "suono eccezionale" suvvia.
Rispondi
di wespaul [user #36426]
commento del 14/04/2023 ore 14:12:16
Questo è pacifico, e sono d'accordo con te. Volevo solo sottolineare come il mercato del vintage segua logiche che poco o nulla hanno a che vedere col fare musica. Poi si potrebbe anche discutere di quanto sia realmente soggettivo il suono che ci si aspetta debba uscire da una strato anni 60 o da una LP. Non capita spesso di sentire "a me il suono di SRV in Texas Flood non piace!" ... nel senso che il suono di certi strumenti è piuttosto codificato, almeno nella mente degli appassionati. Ma questo credo sia un discorso più ampio.
Rispondi
di BBSlow [user #41324]
commento del 14/04/2023 ore 09:34:35
Come sempre: dipende; in questo caso, da cosa si cerca.
Se si corre dietro al fascino della storia, allora è chiaro che la chitarra usata da Clapton, o da Page, o da Merle Travis, ha un appeal ineguagliabile. Nell'impossibilità di avere "quella" (e cioè proprio Blackie, o Micawber, tanto per dirne un paio che vanno anche oltre la leggenda), il fatto di poter imbracciare una... sorellina -che si presume avere le medesime caratteristiche, oltre che (dopo tanti anni) qualcosa da raccontare- può essere senz'altro appagante. Sempre che la si voglia per suonare, il che non è poi così scontato.
E quindi giungiamo alla seconda parte della questione: la vogliamo perché è affascinante, o per come suona?
Perché, in questo secondo caso (e lo hanno già detto in parecchi) non c'è nessun bisogno di cercarsi una chitarra semicentenaria; anzi, il rischio di restare delusi è altissimo, perché -come capita alle sorelle "vere"- due chitarre uscite consecutivamente dalle stesse mani non necessariamente suoneranno allo stesso modo (per restare nell'esempio, Blackie è un assemblaggio....). Repliche originali, rifacimenti, modernizzazioni, perfino chitarre di liuteria fatte "ad imitationem" offrono sonorità più fedeli al nostro immaginario collettivo che non tanti pezzi d'antiquariato musicale, e senza svenarsi oltre un ragionevole limite.
Rispondi
di apache [user #7173]
commento del 14/04/2023 ore 10:00:05
Direi che mi risulta oltremodo difficile collegare il vintage al suono, ma molto più semplice al collezionismo. Il tutto è legato al possesso di un qualcosa che altri hanno deciso che "vale". Una bella operazione di collezionismo, di antiquariato. Questi strumenti acquistati per cifre considerevoli rimangono a casa, appesi o in custodia per il compiacimento di chi li ha acquistati. Tralascio il discorso del loro effettivo valore in termini di suono. basterebbe un paravento, lo stesso ampli e mettere al confronto queste meraviglie con " un suono da paura" con strumenti simili e magari anche economici per rendersi conto che è tutta una operazione commerciale.
Rispondi
di Mark [user #2418]
commento del 16/04/2023 ore 23:56:00
Cioè secondo te c’è un progetto? Cioè, c’è qualcuno che ha deciso di costruire una moda del vintage, l’ha lanciate ed è riuscito a farla digerire a tutto il mondo, dall’america al giappone alla germania alla russia eccetera. In questo caso non riesco proprio a capire chi potrebbero essere i protagonisti, ma soprattutto chi sia l’agenzia di comunicazione talmente brava da far decollare un progetto basato solo sull’a leggenda che una chitarra vecchia, come scrivi, “vale”. Se è come dici tu ci sono dietro delle teste pazzesche, machiavelliche, anche perché hanno accalappiato non solo rock star, ma anche industriali, attori, protagonisti della cultura, semplici appassionati. Insomma, ci siamo cascati tutti!
Rispondi
di apache [user #7173]
commento del 17/04/2023 ore 10:35:49
Esiste un termine che ti risponde da solo: il possesso, la mania del possesso, del collezionismo che raggiunge il parossismo in tutti i campi, non solo quello della chitarra. E' iniziato dai grandi commercianti americani che hanno giocato sulle vicissitudini delle due grandi industrie Gibson e Fender. Periodi di crisi e cambi gestionali con periodi bui con la soluzione di risanare al risparmio a discapito della qualità. Ed ecco che nasce il vintage. Però dalle mie osservazioni non hai compreso il nocciolo..... parliamo di valore o di qualità? L'antiquariato che possiamo tranquillamente paragonare al vintage si basa sul valore o solamente sulla vetustà, sulla costruzione d'altri tempi? Quelle rovine dell'antichità che tutti vanno a vedere in che termini vengono classificate rispetto ad un muro di cemento armato? Se ne saggiamo la struttura, non c'è paragone ed allora i fattori su cui si basa il tutto è la vetustà e nel caso delle rovine, della loro storia legata all'antichità.. Ne hai l'esempio da quel poveretto che ieri si è fregato una piastrella della Reggia di Caserta quando in discarica trovi migliaia di piastrelle, ma quella è vecchia, vetusta e quindi migliore di quelle attuali. Io non ci credo proprio, è solo che quella messa sul mercato nero troverà l'amante del "vintage" che l'acquisterà per il puro possesso di sapere che era nella Reggia.. L'avevo già scritto in un mio precedente post che nella mia città,Trieste c'è stato il periodo di occupazione dove per diversi anni sono arrivati tantissimi strumenti dagli USA, si suonava un po' d'appertutto e quando gli americani se ne sono andati, moltissime chitarre ed amplificatori sono rimasti in loco, acquistati od anche regalati. Quella volta il prezzo era sì maggiore della nostra produzione che iniziava ad affacciari economicamente dopo il periodo bellico, ma non esorbitante. Ci ho suonato all'epoca con quegli strumenti, li ho provati ed anche in seguito paragonati alle produzioni più recenti. Oggi quegli strumenti sono a casa dei possessori, chiusi nelle custodie od appesi al muro. Ne conosco tanti di possessori del vintage che però si esibiscono con altri strumenti, attuali, le reliquie rimangono a casa come il quadro del pittore famoso e quotato. Ti faccio alcuni nomi: Grhun guitars , Mandolin Brothers, Vintage Guitar gallery ma ne esistono tantissimi sparsi negli USA e che poi si sono replicati in tutto il mondo e specializzati in vintage. Questo è il "progetto" che indichi e parli, un marketing che ha abbracciato tutto il mondo ed in primis il Giappone con i suoi collezionisti che si sono accaparrati una grossa fetta di strumenti, in preminenza hollowbody degli anni 50 e 60. Se vai in un grosso negozio di strumenti musicali ci sono solitamente delle chitarre con un cartello: Non in vendita. Quello è l'orgoglio del possesso anche da parte del negoziante che in sintonia con il mercato ha investito del denaro da però lasciare fermo, immobile, in attesa anche di rivalutazione. Siamo sicuri che quegli strumenti suonino da paura come taluni sono convinti? Io li lascio alle loro convinzioni che però non sono le mie. Concludo e ne sono più che convinto che ogni strumento non può essere giudicato dall'età, dalla vetustà ma da diverse particolarità che è difficile identificare, ma che però ognuno risulta diverso. Non ne so la ragione, ma diverse volte all'atto dell'acquisto, provando strumenti uguali come tipo ,marca e struttura, ho trovato delle differenze che mi hanno indotto all'acquisto di quello specifico strumento. Sono un collezionista di chitarre, non suono più da tanti anni nelle sale ma mi diverto ad imbracciare i miei strumenti ed ho modo di saggiarne le qualità quotidianamente. Ho strumenti d'epoca che potrebbero essere indicati come vintage, parliamo precedenti all'80, ma che ti posso assicurare che suonandoli non grido al miracolo rispetto ad altri dell'epoca del ventesimo secolo. Ognuno è a sè, con le proprie caratteristiche e puoi trovare una ciofeca tipo una Gibson 175 del 70 ed una sorella che è migliore e magari è degli anni 90 o in avanti. In ultima analisi se avessi ancora gli strumenti che possedevo negli anni 60, purtroppo poi venduti all'epoca per esigenze di tasca, se trovassi il convinto del vintage e l'offerta fosse allettante, non mi farei scrupolo a disfarmene perchè li giudico strumenti facilmente replicabili in termini di qualità e suonabilità e non oggetti di culto.
Rispondi
di Mark [user #2418]
commento del 17/04/2023 ore 10:55:
T addebiti la nascita del mercato all'iniziativa di una serie di operatori, i quali invece sono solo stati i primi ad accorgersi di un sentimento che si diffondeva e ci hanno (abilmente e per questo meritano rispetto) costruito sopra un business.
Per intenderci: senza Clapton e Bloomfield - primi a cogliere la superiorità delle chitarre della golden era, seguiti da un numero enorme di altri artisti - i vari Gruhn e Mandolin bros. non avrebbero combinato granché. Questa non è un'opinione, è la storia, ma soprattutto è il risultato di una legge del libero mercato che funziona in tutto il mondo occidentale. Con una comunicazione valida puoi indurre dei bisogni, certo, lo vediamo oggi in tanti ambiti, ma lo sforzo comunicativo è colossale e sicuramente non affrontabile dal tutto sommato piccolo mondo dei commercianti di chitarre vintage.
E poi sia chiaro, non sto a dire che "suonano tutte da paura", mi limito però a dire che sono il prodotto di un metodo di lavoro del passato che non esiste più nella produzione di massa, quindi hanno caratteristiche non replicabili.
PS una 175 del 1970 non è necessariamente una ciofeca, ma certo non può essere considerata "chitarra vintage". Sono felice che si ritorni a parlare di questo tema su Accordo e che si cominci a rimettere dei paletti, soprattutto sul tema dell'età, altrimenti tra un po' diventano "vintage" anche la Stratocaster Anniversary 1979, da ricordare solo come la peggiore della storia.
Rispondi
di apache [user #7173]
commento del 17/04/2023 ore 11:15:26
Mi sono riferito ad una 175 del 70 perchè il parlare di strumenti degli anni 50 o 60 nel campo del vintage si raggiungono prezzi da follia pura. In relazione al vintage ed alla sua definizione degli strumenti che appartengono a questa era, che ripeto non mi appartiene...., hai mai sentito parlare del Blue Book Guitar? E' una sorta dell'EuroTax delle vetture. Lo puoi acquistare o scorrere online se ti abboni e il vintage con gli anni che passano si è adeguato al tempo introducendo strumenti di anni più recenti. ma ciò è più che logico, altrimenti che operazione di marketing sarebbe? Quegli strumenti degli anni 50 e 60 stanno ormai sparendo dal mercato ed allora il vintage cesserebbe di esistere.......
Rispondi
di Mark [user #2418]
commento del 17/04/2023 ore 12:36:48
Quindi secondo te Gruhn, Mandolin bros. e qualcun altro si sono messi d'accordo negli anni '70 e hanno avviato una "operazione di marketing" per trasformare vecchie chitarre in oggetti preziosi? Mi sembra molto più realistico pensare che siano stati più lungimiranti di altri e abbiano sfruttato sul nascere qualcosa che stava emergendo, come ho scritto nella risposta di prima. Anche perché la tua idea della "operazione di marketing" presuppone un'audience di allocchi che ci cascano.
Invece sui prezzi proprio Blue Book se lo leggi con attenzione ti dimostra che la crescita delle quotazioni per alcuni strumenti è pari giusto all'inflazione, per altri è molto più ripida. Esempio: una Stratocaster del 1978 vale oggi in potere d'acquisto quanto valeva 30 anni fa (più o meno il doppio), mentre gli strumenti vintage veri (cioè quelli costruiti nelle epoche d'oro dei rispettivi poduttori) sono cresciuti di valore anche di ordini di grandezza nello stesso lasso di tempo.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 17/04/2023 ore 11:01:52
A me fa sempre un po' ridere (beh, in realtà mi fa tanto ridere!) quando qualche commentatore vuole insegnare non solo ai musicisti professionisti, ma anche al fior fiore dei pro, quelli che verranno ricordati come leggendari sui libri di storia della musica popolare per i prossimi secoli, come funziona il mondo degli strumenti.
Cioè, anziché prendere rigorosamente appunti e imparare anche solo un pizzico di quanto ci insegnano, impartiamo loro lezioni. Io proprio mi sbellico.
Che poi lo strumento vintage (quello ben conservato) non suoni da solo e non faccia i miracoli, questo è vero. Che poi una sfumatura sonora per qualcuno può non valere tutto quel denaro (discorso che solitamente fa chi non ce l'ha), questo pure è vero.
Di qui a voler generalizzare o a cancellare tutti gli aspetti di quel mondo ce ne passa.
Ovviamente mettiamo i piedi a terra: al di là del valore storico (per alcuni la storia non conta niente, per altri ha un fascino unico), per cogliere certe sfumature minime occorre un orecchio da pro, non Peppiniello che suona col plugin ma nemmeno Vincenzone che suona con una 4x12 è scontato che colga. È più roba per chi fa i tour mondiali, ha la chitarra in braccio 10 ore su 24 per 350 giorni all'anno.
Rimane però intatto il valore storico, la storia che c'è dietro. Vai su YouTube e cerca l'intervista a Geddy Lee in cui racconta come è nata la sua passione per i bassi vintage (ne ha centinaia) e come l'ha coltivata, con quale motivazione. Quello che dice è affascinante a prescindere da tutto.
Rispondi
di milianomassi [user #18789]
commento del 14/04/2023 ore 10:57:4
Adoro il fascino del vintage, ma non ne sono ossessionato. Ho 24 chitarre, alcune datate, altre recenti, ho qualche pezzo pregiato (anche "vintage") e altri da pochi euro. l'unica cosa che mi interessa è che suonino bene. Ho recentemente acquistato una vecchia Aria pro2 a 30 euro che suona in maniera pazzesca. Le chitarre vanno provate senza preconcetti, però, a mio parere, i legni stagionati e sopratutto "suonati" hanno una marcia in più.
Poi tutto dipende dal suono che uno ha in testa....
Rispondi
di apache [user #7173]
commento del 17/04/2023 ore 11:00:58
Concordo pienamente solamente con un distinguo. In una solid body il legno non incide nel suono. E' solo un fattore di peso, maggior sustain e particolarità dell'aspetto in termini di venature, logicamente se a vista. In una hollowbody invece il legno della cassa, ha la sua importanza che però viene apprezzato principalmente se non collegata all'ampli. Con il cavo inserito può forse contare il pickup sopseso di una archtop rispetto a quello inserito nel top delle hollowbody, ma l'incidenza su il suono che ne esce è dettata principalmente dal pickup e tipo di ampli.
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di milianomassi [user #18789]
commento del 17/04/2023 ore 12:11:54
Non sono daccordo con te sul fatto che il legno non incida sul suono di una solid body... :-)
Secondo me incide, ovviamente non con la stessa proporzione di quanto lo faccia su una semiacustica o acustica. Quando provo una chitarra per la prima volta, la suono prima staccata dall'ampli per capirne il carattere, le caratteristiche sonore che poi saranno amplificate e modulate dai pick up che ovviamente cambiano la timbrica in modo piu deciso. Ci sono altri componenti molto importanti come il ponte e persino le corde, ma trovo che il legno ha il suo suono comunque.
A volerla dire tutta, sono del parere che una chitarra sia un alchimia di componenti che ne determinano il suono finale. Mi sono dovuto ricredere anche sul peso che alla fine è piu incisivo per la schiena che per il suono...
Ci sarebbe da parlarne per ore, io comunque direi che, vintage o no, le chitarre vanno provate senza pregiudizi, cercando quella piu consona al proprio modo di suonare.
Ah dimenticavo, gli ampli sono importantissimi, al pari delle chitarre...
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di apache [user #7173]
commento del 17/04/2023 ore 13:57:09
Stessa cosa la faccio io, provo la chitarra senza ampli ma per ascoltare e valutare tutto quello che può essere mascherato dall'amplificatore, in specialmodo l'approccio con manico e tastiera e l'agibilità della stessa. In relazione al corpo e quanto incida sul suono, ti invito a guardare questo video che forse ti farà riflettere: vai al link
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di milianomassi [user #18789]
commento del 17/04/2023 ore 18:14:30
il video è molto interessante, e ben fatto, anche se purtroppo non si possono cogliere le sfumature...
I "test" che ho fatto personalmente hanno dato risultati molto diversi da quelli del video.
Proprio recentemente abbiamo fatto un po di prove con un amico liutaio, cambiato pick up, ponte e corde a 3 chitarre con caratteristiche identiche, ma le differenze le abbiamo notate entrambi anche montando gli stessi componenti. Per farti un esempio, una delle tre strato suonava leggermente piu brillante delle altre da spenta, e anche cambiando i pick up, mettendoli identici alle altre, è rimasta sempre piu brillante, e credimi, sarei ben contento di avere il suono di una strato del 62 solo grazie a un cambio di pick up. :-) ma evidentemente non basta...
A proposito di ampli, mi è capitato di provare proprio uno Suhr che suonava bene, ma un po freddo e poco "personale". Così chiesi al commesso di portarmi la chitarra piu economica che aveva in negozio per scoprire che il suono era praticamente lo stesso... in quel caso l'ampli faceva suonare una chitarra da 3000 euro e una da 200 in modo molto simile...
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di apache [user #7173]
commento del 17/04/2023 ore 20:32:05
Direi che è difficile riuscire a trarre le stesse conclusioni, ogni chitarra è diversa e diverso è l'orecchio di chi le ascolta. Spesso nelle prove comparative mi sono chiesto se effettivamente tra due strumenti di livello e costo diverso, quella differenza che inevitabilmente traspare, si possa quantificare e giustificare in migliaia di euro di differenza di prezzo.
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di francesco72 [user #31226]
commento del 14/04/2023 ore 16:33:16
Il vintage non suona meglio: se così fosse non ci sarebbe stata nessuna evoluzione, invece abbiamo corpi alleggeriti, manici slim e wizard, p.u. attivi, splittabili ecc., meccaniche autobloccanti, ponti flottanti avanti e indietro ed altro. Jack White, paladino delle chitarre vecchie per 20 anni, ha clamorosamente smentito l'assioma di questo articolo e, mi spiace, ma (piaccia o meno) Tosin Abasi non suona una Les Paul del '59.
Ovviamente se devi suonare tre note lunghe e quattro accordi a bpm 100 il vintage va benissimo, per tutto il resto (per fortuna) ci sono chitarre studiate e prodotte dopo gli anni '80.
Ciao
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 17/04/2023 ore 11:04:26
Non capisco il senso del discorso... ovvio che se devi fare shred non lo fai su una les paul del 59. Ma se suoni rock-blues quello è il sacro graal.
Direi che il discorso verteva più sul se è meglio una LP del 59 o una del 2023.
Che in effetti è una domanda interessante... e dalla risposta non è sempre così scontanta. Anche se una 59 "buona" credo sia innarrivabile per tanti motivi (non solo legati al suono).

P.S.
Jack White suonava chitarre vecchie da 4 soldi, non chitarre "vintage" di interesse collezionistico... l'Airline in vetroresina era una chitarra poco seria anche quando uscì nel 64...
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 17/04/2023 ore 18:29:0
In realtà io leggo: "Imbracciare una chitarra Vintage è suonare la stessa Stratocaster, Les Paul, Telecaster che - con uguale eleganza, autorevolezza e versatilità - negli anni è passata dalle mani di un blues man a quelle di un rockettaro che, in fraseggi e riff incendiari, ha scatenato le scintille di hard rock, punk, metal", quindi mi sa che ci cascano anche lo shred e varie declinazioni del metal in cui alcuni ferri vintage hanno proprio poco da dire, almeno al giorno d'oggi.
Il senso del mio discorso è che, come di fatto scrivi anche tu, il vintage ha un limite ontologico.
Quanto al discorso di White, mi dà l'occasione per segnalare che le chitarre dei primordi citate anche nell'articolo non erano nulla di esoterico, ma chitarre di fabbrica spesso modificate dai proprietari. Ad esempio il suono di Hendrix, parte da una qualsiasi strato di negozio, ma soprattutto passa per ore ed ore di sperimentazione con amplificatori ed effetti; quello di Iommi pure (anche se lì parliamo di Gibson), il suono di Angus Young è quanto di più diretto si possa raggiungere e non richiede certo una diavoletto del 60 o del 70. Al di là, ovviamente, della capacità dei su citati.
Sarò di parte, ma mi piacerebbe che si distinguesse vintage da vecchio e che si vedesse il fenomeno un po' più obiettivamente.
Ciao
Rispondi
di BigThumb [user #22989]
commento del 15/04/2023 ore 00:11:5
Mi sorge un dubbio sui commenti pro vintage: il loro suono da spente o attaccate ad un ampli?
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 17/04/2023 ore 11:04:52
...che senso avrebbe valutarle da spente!?
Rispondi
di BigThumb [user #22989]
commento del 17/04/2023 ore 13:06:31
Perchè il loro suono può variare parecchio a seconda dell'amplificazione utilizzata.
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 17/04/2023 ore 14:20:3
Vabbè, ma da spente non ha senso, i pickup sono uno degli aspetti fondamentali della catena e a parte quello una chitarra elettrica va sempre valutata amplificata... ho avuto un paio di chitarre che da spente sembravano fotoniche e invece attaccate ad un ampli erano smorte... che suonino da spente non serve a nessuno.
Rispondi
di BigThumb [user #22989]
commento del 17/04/2023 ore 15:07:20
Si, certo. Era più che altro per ribadire che, sul suono finale, incide molto l'accoppiata ampli+speaker(s). Del resto, chi indovina le abbinate vincenti trova un tesoro (cioè il suo suono).
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 17/04/2023 ore 15:50:
Questo è sacrosanto. Ma d'altra parte è improbabile che qualcuni provi un burst originale su un transistor da 80 euro... anche se sarebbe interessante! ^_^
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 17/04/2023 ore 19:09:23
vintage perché hai i soldi...
Rispondi
di DAME54 [user #53104]
commento del 18/04/2023 ore 09:22:05
...ricordo di aver letto su Accordo, scritto da un geniale accordiano, che delle poche migliaia di Les Paul prodotte tra il 1958 ed il 1960, ad oggi ne restano solamente poche decine di migliaia.
Ma questo sarebbe un'argomento per un altro post.
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