Sting e If On A Winter’s Night: un viaggio musicale tra inverno e tradizione
di Umberto Poli [user #65904] - pubblicato il 02 dicembre 2024 ore 07:04
"If on a Winter’s Night" mette a nudo l’arte, la tecnica e la poesia che si origina dal connubio tra Dominic Miller e Sting, quando i loro strumenti intrecciano il rispettivo suono, senza puntare a virtuosismi fini a se stessi ma restando ancorati alla struttura della canzone, ricamandone trame e melodie, cesellandone con religiosa devozione ogni passaggio. Sting, da un lato, con la sua rara acustica Martin Ditson; Dominic Miller, dall’altro, con una qualsiasi delle sue splendide chitarre.
Ah, yes! For we are gathered here to celebrate and explore the music of Winter, the season of frosts and long dark nights… Sting
Esistono numerosissimi dischi stagionali, così tanti che ci si potrebbe perdere nel tentare di raccapezzarsi in un simile oceano di musica. Alcuni di questi album contengono elementi di pregio (vedi Must Be Santa da Christmas In The Heart di Bob Dylan), altri risultano irresistibilmente simpatici fin dalla copertina (One More Drifterin the Snow di Aimee Mann), altri ancora emanano un fascino tale da elevarli ben al di sopra di una nicchia ristretta e limitata: è il caso, ad esempio, di Dark Mark Does Christmas, cupa rilettura a firma di Mark Lanegan di alcuni celebri titoli collegati al Natale o diIf on a Winter’s Night di Sting. Nona fatica in studio del songwriter di Wallsend, l’opera - pubblicata sul finire dell’ottobre 2009 dalla prestigiosa Deutsche Grammophon - si distacca sia dalla produzione usuale dello Sting solista sia - ça va sans dire - da tutto l’universo targato Police. Con un titolo mutuato dal libro di Italo Calvino (Se una notte d’inverno un viaggiatore, 1979), il disco incorpora più motivi d’interesse.
Oh the snow it melts the soonest when the winds begin to sing
And the corn it ripens fastest when the frosts are setting in,
And when a woman tells me that my face she'll soon forget,
Before we part I want to croon, she's fain to follow yet. The Snow It Melts The Soonest
La versione standard di If on a Winter’s Night consta di 15 tracce, ma - se scaviamo a fondo - ci accorgiamo che dal giorno della sua uscita si sono succedute edizioni deluxe e limitate contenenti brani aggiuntivi e addirittura un dvd con il “making of”. I pezzi attingono per lo più alla tradizione e sono tutti incentrati sul tema del freddo, della neve, del Natale, dell’inverno: la stagione preferita di Sting che, attraverso questa release, confeziona il suo pegno d’amore a quello specifico, e magico, periodo dell’anno. In quanto a tracklist, si parte con la canzone Gabriel’s Message, di origine basca, e si prosegue con Christmas at Sea (parole di Robert Louis Stevenson) passando dalle classiche Lo, How a Rose E'er Blooming e The Hurdy-Gurdy Man fino ad arrivare ai due originali Lullaby for an Anxious Child e The Hounds Of Winter. Ricerca, gusto, passione, cura meticolosa per gli arrangiamenti: If on a Winter’s Night sembra non aver perso un briciolo di purezza, confermando la grandezza di un autore che - quando abbandona i consueti territori del rock pop da classifica - sa essere un esploratore colto e raffinato.
La mia mano destra e la mia mano sinistra, mani che danno vita a tutto quello che le mie dita goffe non sanno suonare. Sting, a proposito di Dominic Miller
Il lavoro vanta, per chi non vi si fosse mai approcciato, un numero impressionante di ospiti e di musicisti di prim’ordine. Tra questi, spiccano per fama Vincent Ségal (violoncellista), Lisa Fischer (storica corista dei Rolling Stones) e, naturalmente, trattandosi di Mr. Gordon Sumner, del fidato Dominic Miller alla sei corde. Un chitarrista tanto straordinario quanto lontano dai riflettori, pur avendo collaborato - nel corso degli anni - con alcuni tra i più acclamati artisti del globo: da Phil Collins a Paul Young, da Tina Turner a Peter Gabriel.
If on a Winter’s Night mette a nudo l’arte, la tecnica e la poesia che si origina dal connubio tra Miller e Sting, quando i loro strumenti intrecciano il rispettivo suono, senza puntare a virtuosismi fini a se stessi ma restando ancorati alla struttura della canzone, ricamandone trame e melodie, cesellandone con religiosa devozione ogni passaggio. Sting, da un lato, con la sua rara acustica Martin Ditson; Dominic Miller, dall’altro, con una qualsiasi delle sue splendide chitarre. Che imbracci anch’egli una Martin o una Taylor piuttosto che una Yairi Torres con corde in nylon oppure ancora una classica Rodriguez, poco importa. Il piacere che si origina nelle orecchie, e nei cuori, degli ascoltatori non ha pari. E fidatevi: il calore della performance racchiusa in If on a Winter’s Night, così come nella riproposizione “live” dello stesso registrata all’epoca presso la cattedrale inglese di Durham (presente in formato integrale su YouTube), sarà in grado di sciogliere per incanto anche il più gelido e indurito degli animi.