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Sanremo si chiude con una Wandrè per combattere le ovvietà
Sanremo si chiude con una Wandrè per combattere le ovvietà
di [user #65794] - pubblicato il

Se pensate che quello appena terminato sia stato il Festival di Sanremo peggiore della vostra vita, è bene rubare una celebre frase di Homer Simpson: "è stato il peggior Festival di Sanremo della vostra vita, fino ad ora..." Ma poi, è stato veramente così male come si sente dire da giorni?
Gioite, perché il Festival di Sanremo è finito. Anche quest'anno, qualcosa che si sarebbe potuto risolvere in due o tre serate al massimo, è dovuto obbligatoriamente durare una settimana (senza contare gli strascichi che il Festival imporrà a reti unificate ancora per diversi giorni).

Ha vinto Olly, e va bene così. Poteva andarci molto peggio, non trovate?
Chi scrive non conosce abbastanza bene il percorso dell'artista in questione, e pertanto si limiterà a dire che per quanto visto sul palco dell'Ariston si poteva scegliere altro. Ma non è andata poi così male. 

Sanremo si chiude con una Wandrè per combattere le ovvietà

Non avrete creduto veramente che Lucio Corsi potesse vincere! Sarebbe stato fin troppo bello che un plauso al difetto vincesse in una competizione che gioca quasi tutto sulla perfezione apparente.

Classifica finale a parte, il Festival non ha sconfitto il 2025, non ha sconfitto la musica, e anche i più convinti detrattori - ne siamo certi - non avranno perso troppe ore di sonno. 
In fin dei conti ci portiamo a casa l'immagine di un secondo posto ottenuto da un ragazzo magrolino con una mente sognante (e con una preparazione adeguata al farla volare), che ha affrontato la finale del Festival armato di una Wandrè Oval, scelta dichiaratamente come l'Excalibur di chi non ama conformarsi.   
Non possiamo essere almeno un po' contenti?

Sanremo si chiude con una Wandrè per combattere le ovvietà

Nessuno si trattiene dal dire qualcosa
Durante questa settimana, anche le pagine di Accordo.it hanno riflettuto un po' sulla musica in scena a Sanremo. Non tanto per voler dare giudizi, quanto invece per cercare di analizzare un fenomeno che - più o meno gradito - coinvolge di anno in anno il settore musicale del nostro Paese.
Come si diceva già nei giorni scorsi, Sanremo è qualcosa che rapisce l'attenzione di chiunque abbia a che fare con la musica. Scalda gli animi, provoca sentimenti contrastanti, ma non lascia mai del tutto indifferenti.

Sanremo si chiude con una Wandrè per combattere le ovvietà

Tutti hanno un'opinione riguardo a Sanremo, lo abbiamo sottolineato anche all'inizio di questa settimana. Eh sì... Ma proprio tutti?.
Rovistando fra i commenti di amici, le diatribe di gruppi social specializzati, e le rimostranze di addetti ai lavori, anche quest'anno è emerso chiaramente qualcosa che vale la pena considerare. Ad avere un'opinione riguardante Sanremo sono soprattutto i musicisti, perché a tutti gli altri interessa soprattutto divertirsi davanti al televisore per una settimana all'anno.

E quindi perché anche davanti al giuramento di non essere interessati, ogni anno è così importante per molti musicisti (professionisti, ma soprattutto non) esprimere almeno un parere sul Festival della Canzone Italiana? 

L'origine di tutti i mali è "auto-corretta"
Non staremo qui a ripercorrere quanto già detto riguardo al progressivo cambiamento del Festival nel corso del tempo. Oggi faremo un passo avanti, prendendo a prestito le parole di una persona che a Sanremo partecipa da anni. Il Maestro Enrico Melozzi, ospite del podcast Tintoria proprio in questi giorni, ha riassunto bene quella che è la matrice di tutti i mali, il seme della discordia sopra il quale la comunità dei musicisti italiani sembra non saper soprassedere.



Da quando è stato introdotto, l'utilizzo dell'autotune ha dato modo a molta gente che nella vita poteva fare molti altri mestieri, di fare proprio quello del cantante... Perché [questa gente] ha una bella immagine, e poteva fare benissimo il modello o la modella, o la ballerina o l'attrice, o il body builder (perché oggi gli uomini vanno sempre a petto nudo), però non sanno cantare. E qual è il problema, mettono l'autotune... Quindi è cambiato un po' il livello della musica, e ti ritrovi l'Ariston pieno di vocal coach. Da quando entra l'autotune [a Sanremo] entra anche il vocal coach.

Per la maggior parte dei musicisti lo sdoganamento dell'autotune ha rappresentato, e rappresenta tutt'oggi, il calcio definitivo alla "non necessità" di ricercare qualità, di profondere sforzi per il raggiungimento di un obiettivo, o semplicemente di imparare a suonare una chitarra, un basso, una batteria, un pianoforte o qualsiasi altro strumento. 
In un contesto come Sanremo, l'astio si amplifica, si consolida e si innalza come una barriera insormontabile pronta a dividere chi nella musica crede davvero e chi, invece, la sfrutta. Non si tratta neanche più di una questione di generi musicali, perché negli anni Sanremo ha saputo sfornare del pop apprezzato da ogni categoria di ascoltatore. No, oggi la questione è ideologica, e si gioca tutta su chi scrive, suona e si espone senza inganni.

Redenzione senza giorni liberi, anche nel 2025
Il motivo per cui Lucio Corsi e Joan Thiele hanno riscosso così tanto successo è molto facile da intuire, e - guarda caso - si rintraccia in gran parte nelle chitarre che hanno portato sul palco del Festival (e con la Wandrè della serata finale Corsi ha vinto moralmente su tutti).

Volevo essere un duro e Eco, non cambieranno la musica italiana, ma nel 2025 vedere delle esibizioni "palpabili" (e non per i motivi che pensereste) sul palco di Sanremo, ha tracciato una linea di demarcazione molto chiara fra chi su quel palco cerca delle scorciatoie, e chi invece si mette al servizio di un pensiero artistico. Per dirla in soldoni: a Sanremo 2025 c'è stato qualcuno che, senza cercare il clamore, senza tafferugli pre/post Festival, ha semplicemente portato la propria arte sotto i riflettori. 



In molti sottolineeranno - senza torto - quanto sia triste che un paio di chitarre sul palcoscenico, oppure artisti dalla preparazione consolidata come Giorgia e Brunori, debbano essere esaltati come i paladini di un'intera scena musicale. A volte bisogna accontentarsi, soprattutto dopo anni di progressiva discesa in un limbo di dissociazione dalla più remota idea di costruzione di un sottostrato qualitativo pronto vagliare l'ingresso all'Ariston.

Ciò detto, non è vero che la redenzione di Sanremo passa per i "meno peggio", come li hanno definiti tramite la gogna dei social.
I soliti noti, già citati a più mandate anche fra queste pagine, vanno ben oltre. Di Corsi, per voler continuare a citare colui che ha il Festival l'ha comunque vinto, non ne nascono tutti i giorni.
Si vada ad ascoltare la grazia, la sostanza, il candore e i suoni de La Gente che Sogna (2023) per capire. 

Sul palco dell'Ariston, e non è la prima volta che succede, è passato chiaro il messaggio che nella musica ci sono artisti che giocano tutt'altra partita. Sono stati in pochi, questo sì, ma per un Festival ormai popolato da altre sonorità (volendo essere gentili), c'è la possibilità che quei pochi bastino.

Siamo soltanto a Febbraio, eppure grazie al Festival di Sanremo sembra che il 2025 sia già durato a sufficienza.
Se siete sopravvissuti, potete ringraziare proprio quei pochi ancora in grado di tenere alta la bandiera.


 
approfondimenti giorgia joan thiele lucio corsi sanremo sanremo 2025
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di paoloprs [user #10705]
commento del 16/02/2025 ore 11:01:39
SANREMO l'ha vinto Olly ... nonostante la sua canzone sia bella, il ragazzo si è piazzato grazie alla sua semplicità e normalità, e, soprattutto, all'entusiasmo suscitato con la magistrale interpretazione de "IL PESCATORE" di De Andrè, con l'accompagnamento travolgente di Goran Bregovic e la Wedding & Funeral Band .
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di marcoguitar [user #15320]
commento del 24/02/2025 ore 10:11:53
Magistrale? Ma se ha stonato per tutto il pezzo andando fuori tempo. Credevo che almeno qui ci fossero musicisti ed esperti non fan . Ha fatto pena la cover, a livello spiaggia anni 70. Poi questo ha vinto solo perché il suo manager Marta Donà vince sempre (Maneskin, Mengoni, Angelina Mango) la canzone fa pena, e lui urla nell’autotune per tutto il tempo. Valenza artistica e capacità musicale zero.
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di JoeManganese [user #43736]
commento del 17/02/2025 ore 05:00:44
Tra autotune e cover non so cosa sia peggio.
Ridursi a fare cantare delle cover per mancanza di brani decenti nuovi. Rappers che non sono intonati, brani scritti da terze parti a tavolino in un'ora al massimo. Mai così in basso.
Una banda di pagliacci vestiti come clown che fanno a gara per sembrare alternativi.
In miniera dovrebbero andare.
Rispondi
di JoeManganese [user #43736]
commento del 17/02/2025 ore 05:06:13
E Lucio Corsi , grande idea travestirsi da Mortiscia.
In altri tempi lo avrebbero linciato solo a vederlo apparire.
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 17/02/2025 ore 07:57:23
Nonostante il fatto che per il sottoscritto tutti gli artisti ascoltati a Sanremo cesseranno di esistere a partire da stamattina fino a febbraio prossimo (sempre che ci tornino, a Sanremo), devo dire che me lo sono goduto come sempre. Il fatto che io viva molto felicemente di musica altra mi fa guardare a questo evento nazionale in tutta serenità.
Tolti i supercafoni (Fedez, Tony Effe, Achille Lauro, Elodie) per me poteva vincere chiunque. Infatti ha vinto proprio... chiunque. Ovviamente non conosco questo tale Olly e ovviamente non lo seguirò, però il brano era tra i più inutili. Sono rimasto insoddisfatto? No! Mi sta bene così. Sono contento per lui e per la sua manager, che di vittorie a Sanremo se ne intende (quattro i Sanremo vinti nelle ultime cinque edizioni).
Non posso poi non dirmi soddisfatto da chi è arrivato secondo e terzo. Non l'avrei mai detto! Bene, il sistema di voto, qualunque esso sia, lo approvo.
Giorgia non ha vinto? Ehhh. Intanto non mi è mai piaciuta. Dotata vocalmente? Certo, come decine e decine di coriste. Che poi, Skyfall è venuta meglio ad Annalisa (st'anno s'è vestita) che alla tanto osannata Giorgia.
Insomma, nonostante non ci fossero brani memorabili, non lo definirei per niente un pessimo Sanremo. Anzi. Anche perché... ma quando mai mi è piaciuto un brano sanremese tanto da volerlo riascoltare durante l'anno? Mai. Per di più, non ascolto mai la radio, quindi questi soggetti non li incrocio neanche casualmente. Quindi a posto così.
Piuttosto che criticare questo per me innocuo evento, preferisco invece criticare tutti quei colleghi chitarristi che parlano molto ma poi di musica ne ascoltano pochina. Troppo pochina.
Ascoltate musica, ché vi fa bene! Poi, se proprio vi venisse in mente di comprare fisicamente un album potreste persino far del bene al sistema. Ma questa sarebbe troppa grazie, me ne rendo conto, quindi come se non l'avessi detto.
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di theoneknownasdaniel [user #39186]
commento del 17/02/2025 ore 08:41:41
A me dispiace molto sentire delle cover eseguite con talento e passione e poi sentire delle canzoni in gara assolutamente insipide.
Ci sono delle voci femminili che potrebbero spaccare davvero ma vengono relegate a cantare canzoni dimenticabili. Purtroppo i cantautori presenti hanno proposto dei bei brani, ma a parte forse Lucio Corsi non erano brani orecchiabili, di facile ascolto.
E prima di partire con l'indignazione per un brano orecchiabile, pensiamo a "nel blu dipinto di blu", che tutti additano a capolavoro (e in effetti lo è). Basta un solo ascolto per canticchiare "volare, oh-o". La melodia, e la sua semplicità, si stampano immediatamente nell'ascoltatore. Poi potrebbe anche non trovare il gusto dell'ascoltatore, ma per quanto mi riguarda, da ascoltatore, vorrei sentire questo da una manifestazione che dovrebbe portare alla ribalta il bel canto italiano. Ho trovato invece tanti cantanti bravi che però si sono persi in tecnicismi fini a se stessi o hanno proposto brani ben al di sotto delle loro possibilità. Possiamo cantare i testi più belli e profondi di questo mondo o leggeri e sbarazzini (perché magari si vive bene anche senza avere sempre pensieri pesi, variare non fa male), ma se la melodia non aiuta a memorizzarli, si dimenticano subito... proprio come un brano sanremese.
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di ADayDrive [user #12502]
commento del 17/02/2025 ore 14:20:08
La sera delle cover serve solo a far capire, ancora di più, quanto schifo facciano le canzoni in gara. Comunque:
1) La metà dei cantanti usa l'autotune (e ci sono dei non-cantanti, tipo Rkomi, in cui si sentono dei glitch da paura ogni volta che prova a fare una nota, il che implica che se cantasse senza autotune al circolo Arci di Alfonsine di Ravenna lo caccerebbero dal bar a pedate). Questi cantanti non sanno cantare.
2) La metà delle canzoni sono state scritte da Blanco e dal figlio di Biagio Antonacci, ci credo che sembrano tutte uguali. Oltretutto sono anche brutte e linguisticamente povere (quella di Elodie comprendeva 35 parole, articoli e preposizioni incluse). Giusto per rendere l'idea, i cani capiscono dalle 150 alle 300 parole.
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di theoneknownasdaniel [user #39186]
commento del 17/02/2025 ore 17:17:37
Beh sull'autotune non saprei come schierarmi. Non mi piace per niente, ma al tempo stesso non è così immediato da usare, non è come l'"Hollywood magic voice" presente in una puntata dei Simpson. Se non canti mai ed è sempre in glitch sono pienamente d'accordo con te. Se invece è sempre acceso e si decide di avere qualche glitch qua e là è davvero difficile da usare, perché bisogna cantare perfettamente intonati tranne nel momento del glitch. E' facile mascherare l'incapacità dietro la "scelta artistica", ma potrei sbagliarmi clamorosamente.
Sul secondo punto sono profondamente d'accordo, canzoni piatte ed insipide. Possibile che non ci sia nessuno più in gamba di una IA generica? Cavoli, Mark the Hammer su Youtube tira fuori pezzi credibilissimi parodiando tantissimi gruppi diversi, ma affidarsi a lui per la scrittura di un brano non è proprio pensabile?
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di MM [user #34535]
commento del 17/02/2025 ore 08:53:04
Ho provato una sana invidia per la Gretsch di Brunori.... bellissima.
Ad ogni modo, le canzoni di: Corsi, Brunori, Cristicchi, e Johan Thiele, mi piacciono molto.
Bravi loro.
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di Mawo [user #4839]
commento del 17/02/2025 ore 16:37:
Splendida.
Rispondi
di go00742 [user #875]
commento del 17/02/2025 ore 09:47:54
La cosa migliore di questo festival è che sia finito ..anche se ritornerà ....
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di BizBaz [user #48536]
commento del 17/02/2025 ore 14:45:07
Seguito di sfuggita, non è il mio genere ma per curiosità uno sguardo glielo lo do sempre, se non altro per parlarne male (come fanno molti). Di certo Brunori e Lucio Corsi hanno elevato il livello e anche di parecchio. Il pezzo di Brunori è un eccellente esempio di canzone d'autore italiana, con un gran testo e una melodia coinvolgente. Al giorno d'oggi Brunori è uno dei pochissimi che ancora merita la definizione di cantautore.
Lucio Corsi è un caso a parte. Difficilmente inquadrabile nel panorama musicale odierno, ma nonostante il suo look sanremese non è nemmeno inquadrabile in note categorie del passato. Ricorda un po' il primo Renato Zero e Ivan Graziani, forse un po' Camerini. La cosa che mi ha colpito è la grande semplicità e modestia in un'epoca in cui l'apparenza e l'ostentazione del nulla è la cifra stilistica dominante. Bello il suo insistere, rivolto ai giovani, sul fatto che si debba ricominciare a suonare gli strumenti. Secondo me, al di là del clamore sanremese, ne risentiremo parlare
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di paolo.cesario@siconsulting.biz [user #60030]
commento del 21/02/2025 ore 12:43:25
Premesso che ascolto Jazz e progressive, penso che un musicista seppure dilettante debba conoscere e ascoltare tutti i generi, perché in tutti i generi c'è bella e brutta musica (anche nel prog e nel jazz). leggendo i commenti sono rimasto colpito dal fatto che per molti Corsi sia stato vissuto come una novità: corsi canta da più di 10 anni e nel circuito alternativo la sua poesia onirica e sognatrice è nota e amata. il suo abito di scena è esattamente lo stesso, logoro e ormai vetusto da molti anni, roba comprata sul mercatino e se il brano, sotto il quale si percepisce la conoscenza degli who, vi è piaciuto sappiate che ha fatto molti brani bellissimi per capacità di intreccio fra melodie semplici e originali al tempo stesso, capaci di accoppiarsi con la sua poetica in modo spontaneo. e sa suonare, sia il piano che la chitarra (suonare, vuol dire che non fa solo glia accordi alla Guccini, senza nulla togliere al maestro). non mi è piaciuta molto la canzone, ma l'uso di accordi di nona in sequenza ritmicamente originale non può non essere apprezzata nel brano di Willie Peyote, mentre il pezzo di Gabbani, non sarà stato granché, ma a parte che è l'unico in grado di swingare (per uno che ascolta jazz, la cosa ha il suo peso) come non notare che è l'unico su 30 brani che porta una modulazione nello special? ultima nota generale sulla qualità dei brani: mediamente bassissima. perché? perché il brano di Damiano, pur non essendo il mio genere, preferivo i Maneskin, era un faro nella nebbia. ma perché la RAI da spazio a questa "mafia" di nullità che "compongono" obbrobri a 10 firme? non ci credo che in Italia non ci siano autori di valore. Gente che ha studiato armonia e composizione al conservatorio. La RAI dovrebbe dare spazio a chi è capace, non a quest'orda di inetti. è forse per fare questo occorrerebbe tornare al festival della canzone di quando ero bambino. a partecipare sono le canzoni, vincono gli autori e vengono portate da due cantanti diversi in due serate diverse.
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