Gibson riscopre il suo lato Superstrat. Le nuove Certified Vintage riportano alla luce gli esperimenti anni ’80
di redazione [user #116] - pubblicato il 27 febbraio 2025 ore 10:45
Negli anni ’80 Gibson si tuffò nell’era delle Superstrat, esplorando territori sconosciuti con modelli audaci e rivoluzionari. Oggi, con il nuovo drop Certified Vintage, quelle chitarre dimenticate riaffiorano dal passato, svelando il volto più sperimentale della storica casa americana.
Gibson ha svelato una nuova selezione di modelli presentati nell’ambito della serie Certified Vintage, un’iniziativa lanciata nel 2023 per recuperare e commercializzare prototipi e strumenti d’archivio unici. La nuova collezione rappresenta una finestra inedita sulla fase più sperimentale del marchio, quando, sotto la proprietà della Norlin Corporation, l’azienda esplorava il territorio delle Superstrat nel pieno fermento chitarristico degli anni ’80.
In un periodo in cui le esigenze dei musicisti stavano cambiando rapidamente, con la ricerca di strumenti più veloci, versatili e aggressivi, Gibson cercò di adattarsi proponendo modelli dalle forme più snelle e con un comparto elettronico al passo con le richieste dell’epoca. La macchina del tempo delle Certified Vintage riporta a galla questa svolta, mostrando una serie di chitarre con specifiche atipiche rispetto a ciò che Gibson ha imposto come propria identita.
I modelli in evidenza: dalla U-Series alla Q-Series
Tra i pezzi più rappresentativi di questa collezione troviamo le due Gibson US-1 Prototype (1986) e Gibson U-2 (1987). Entrambe le chitarre sono dotate di pickup in configurazione HSS, con un body che richiama lo stile stratosferico a doppia spalla mancante, e un’ampia gamma di controlli per espandere le opzioni timbriche.
In particolare, la U-2 è equipaggiata con un Floyd Rose, una scelta sicuramente non così consueta per per Gibson (soprattutto all’epoca), mentre la US-1 presenta un top fiammato, un ponte TOM/Stop Bar e una scala di 25,5”, ben lontana dalla tradizionale 24,75” del marchio.
L’interesse di Gibson per le Superstrat è evidente anche nella presenza di tre prototipi della Q-Series, ispirata alla linea Victory e caratterizzata anche in questo caso da corpi double-cut e hardware “sperimentale”. Il modello Q200 (1984) abbina un P-90 al manico e un humbucker al ponte con un Kahler Flying Tremolo, mentre la versione Q300 opta per tre P-90, una configurazione poco comune nel mondo delle Superstrat. Infine, un terzo modello senza nome (1983) incorpora un ponte roller Gibson con tremolo ed una configurazione di pickup HSS.
Il lato più radicale di Gibson: dalla Challenger alla Spirit II XPL
Oltre alle Superstrat, la collezione presenta altri strumenti che testimoniano la volontà di Gibson di esplorare nuovi orizzonti. Tra questi spicca il modello Challenger Prototype (1983), ovvero un tentativo di rendere la Les Paul più accessibile, dotato di manico bolt-on e di una paletta mai vista prima in casa Gibson.
Non meno interessante è la Explorer XPL Prototype (1985), che reinterpreta l’iconica Explorer per adattarla alle sonorità più spinte degli anni ’80. Allo stesso tempo, la Spirit II XPLintroduce una paletta a “hockey stick” su un body “stile Les Paul DC”, scelta che al tempo fu compiuta per sottolineare in maniera chiara l’orientamento shred-friendly dello strumento.
Un’eredità dimenticata… fino ad ora?
Con l’avvento di Slash e la rinascita della Les Paul alla fine degli anni ’80, molti di questi esperimenti furono rapidamente messi da parte, ma oggi Gibson sta iniziando a riesplorare il proprio passato più avventuroso. Il recente rilancio della Victory e, in parte, della Theodore, potrebbe suggerire che alcuni di questi modelli dimenticati possano tornare in futuro.
Mitch Conrad, manager della divisione Certified Vintage, ha dichiarato: “L’innovazione è sempre stata una parte fondamentale della nostra storia. Non posso dire se questi modelli torneranno, ma il nostro passato continua a ispirare ciò che facciamo oggi.”
Per maggiori informazioni, si rimanda al sito ufficiale di Gibson.