Calibro 35: "Exploration" riparte da Umiliani e Hancock
di Francesco Sicheri [user #65794] - pubblicato il 07 giugno 2025 ore 08:43
I Calibro 35 tornano con "Exploration", un album che è insieme omaggio e reinvenzione: jazz, colonne sonore italiane, funk anni ’70 si fondono in un viaggio sonoro che rilegge i classici e propone nuove rotte. Tra cover di Herbie Hancock, Piero Umiliani, Azymuth e tre brani originali, la band celebra 18 anni di carriera e una rinnovata libertà creativa.
Con Exploration uscito ieri, 6 giugno, per Record Kicks, i Calibro 35 rimettono in moto la loro macchina del tempo musicale. Il nuovo album, il nono della carriera, segna un ritorno al concetto di “rapina musicale” già espresso nell’EP Jazzploitation, ma con uno sguardo ancora più ampio che va dalle library music italiane all’afrobeat, dal funk psichedelico al pop televisivo degli anni ’80. Undici brani – otto rivisitazioni e tre originali – per una band che continua a reinventarsi restando fedele a un suono profondamente identitario.
I brani reinterpretati: jazz, funk e madeleine sonore
L’omaggio è trasversale. C’è Chameleon di Herbie Hancock, col quel suo riff che ha codificato il jazz-funk moderno; c'è Nautilus di Bob James – già saccheggiato dall’hip hop – ripresa con profondo rispetto e divertimento; e c'è Piero Umiliani con Gassman Blues e Discomania, dove la sigla di 90° Minuto si intreccia con l'afrobeat. E ancora: Jazz Carnival degli Azymuth (già sigla di Mixer) e Lunedì Cinema di Lucio Dalla, con la partecipazione di Marco Castello. In chiusura, la band affronta senza timori Mission Impossible di Lalo Schifrin e Coffy is the Color di Roy Ayers, reso più sintetico e vocodizzato, in memoria del compositore recentemente scomparso.
I brani originali: il suono dei Calibro si evolve ma non si stravolge
Delle undici tracce presenti, tre sono inedite. Reptile Strut apre il disco con un groove compatto e mutante, tra chitarre funk (in piena tradizione calibriana) e tastiere sognanti che sembrano fare da ponte di congiunzione fra i The Meters e la tradizione poliziottesca italiana; Pied de Poule è un'immersione nella psichedelia di matrice b-movie, che suona come un tributo a Bruno Nicolai sotto acidi, The Twang invece parte da atmosfere tarantiniane per esplodere in una sezione fiati da poliziesco psichedelico.
Un viaggio nel tempo, dentro e fuori la TV
Il fascino del progetto sta anche nella stratificazione culturale: i Calibro 35 riescono a far convivere gli Azymuth con Lucio Dalla, i temi di Schifrin con le domeniche di 90° Minuto. Un’esplorazione che è anche autoanalisi, dove il jazz non è solo linguaggio, ma approccio alla composizione e all’improvvisazione.
Il tour – curato da Ponderosa – è già in corso con date in tutta Italia e tappe previste a Lido di Camaiore (21 giugno), Verona (20 luglio), Napoli (28 luglio), Locorotondo (8 agosto), Catania (4 settembre) e Roma (10 ottobre). Seguiranno concerti internazionali in città come Londra, Berlino, Parigi, Barcellona e Atene.
I singoli già pubblicati (Reptile Strut, Discomania, Jazz Carnival) hanno ricevuto riscontri entusiasti da media come BBC6 (Gilles Peterson, Guy Garvey), KEXP, Jazz FM, FIP e Byte FM.
Parola d'ordine: exploration Exploration è un disco che conferma la forza identitaria e la duttilità dei Calibro 35. Un lavoro che restituisce vitalità al jazz-funk contaminato e alla memoria collettiva, con uno spirito da musicisti che suonano ancora “di pancia”. E che sanno come divertirsi, anche quando rendono omaggio a brani iconici. Perché, come loro stessi affermano, “nelle migliori rapine, a un certo punto, devi solo lanciarti”.