Che Nuno Bettencourt volesse “mettersi in proprio” era, per molti, la cronaca di un annuncio annunciato. Lo avevano "predetto" anche : dopo oltre 35 anni di collaborazione con Washburn, il chitarrista degli Extreme ha ufficializzato la nascita della sua azienda: .
Da mesi – anzi, da anni – si vociferava di un progetto personale, di una linea di strumenti marchiati direttamente dal chitarrista. I segnali c’erano tutti: video teaser, dichiarazioni più o meno sibilline, ma soprattutto le conferme arrivate durante la celebrazione di Ozzy a Birmingham con Back to the beginning... Oggi, finalmente, il sipario si alza e il nome è quello che ci si aspettava: semplice, diretto, inequivocabile. NUNO.
Le prime nate: Dark Horse e White Stallion
Il debutto di Nuno Guitars coincide con due modelli dal carattere esplicito, ribattezzati Dark Horse e White Stallion. Bettencourt le definisce “workhorses”, cavalli da battaglia che incarnano lo stesso spirito instancabile che lo accompagna sul palco. Chitarre pensate per lavorare, suonare, durare: niente fronzoli, molta sostanza.
Nuno non sarà soltanto la faccia del marchio, ma anche il CEO. Una scelta che rivela quanto il progetto voglia essere personale e diretto. “Volevo costruire una comunità, avere un contatto più stretto con chi compra e suona le mie chitarre” ha spiegato nel video-annuncio pubblicato su Instagram. Una missione che suona tanto come ritorno alle origini: meno intermediazioni, più dialogo.
Dopo Washburn, un nuovo inizio
Washburn resta un capitolo fondamentale nella storia del chitarrista: tre decenni di strumenti iconici, di modelli signature che hanno fatto scuola e di un legame che difficilmente sarà dimenticato. Ma ora inizia un nuovo percorso, questa volta in solitaria, in cui Bettencourt sembra voler mettere tutta la sua energia.
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