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Begnis Music a SHG Music Show 2025: tradizione, strumenti musicali e famiglia
Begnis Music a SHG Music Show 2025: tradizione, strumenti musicali e famiglia
di [user #116] - pubblicato il

In un mondo dominato dagli acquisti online, il negozio bergamasco porta avanti il valore della selezione e del rapporto umano. La sua storia è quella di una bottega che resiste al tempo, trasformando ogni strumento in esperienza condivisa.
Begnis Music sarà protagonista a SHG Music Show 2025, l’1 e il 2 novembre all’NH Congress Center di Assago. Non si tratterà solo di un’esposizione di strumenti, ma di un ritorno alle radici di ciò che rende speciale un negozio fisico: l’incontro diretto, il dialogo, la possibilità di mettere le mani su chitarre e amplificatori scelti all'interno di un catalogo che premia alta qualità e eccellenze assolute. 

Begnis Music a SHG Music Show 2025: tradizione, strumenti musicali e famiglia

Nel 2025 il mondo degli strumenti musicali è una giungla di marchi e modelli, accessibile con un clic. Ma la differenza tra acquistare online e varcare la soglia di un negozio specializzato continua a restare tangibile e fondamentale. Da un lato c’è la solitudine di un acquisto al buio, dall’altro un percorso guidato in cui il musicista trova qualcuno capace di leggere i suoi bisogni, di raccontargli le storie racchiuse nei legni, di mostrargli perché uno strumento vibra diversamente da un altro. Un buon negozio non vende soltanto: seleziona, filtra, e consiglia. 

Begnis Music questo lo sa bene, perché lo pratica da più di sessant’anni. La loro filosofia è quella della bottega musicale: non un catalogo infinito, ma una scelta precisa di marchi e strumenti che meritano di essere suonati e vissuti. Ed è in questo spazio di legno, corde e racconti che nasce la fiducia, quella che porta un cliente a tornare, non perché deve comprare, ma perché sa che troverà un consiglio sincero e una porta sempre aperta.

Ecco perché l’appuntamento di Assago non sarà solo un’occasione per scoprire chitarre rare o amplificatori unici, ma anche un invito a riscoprire il senso autentico del negozio fisico: un luogo dove la musica non è soltanto merce, ma esperienza condivisa. Elio Begnis lo racconta con qualche risposta alle nostre domande.

Partiamo dalle origini: quando è nato Begnis e com’è maturata l’idea di aprire un punto di riferimento musicale a Bergamo?
Il negozio nasce alla fine degli anni ’50 da un’idea di mio zio Elio, fratello maggiore di mio papà, con una grande passione per la musica. Nel 1960 quell’idea si concretizza: insieme a mio nonno apre l’attività. Purtroppo, poco tempo dopo, mio zio viene a mancare e l’attività passa a mio padre, che all’epoca era poco più che un ragazzo.
All’inizio si chiamava Begnis Pianoforti, perché il focus era principalmente quello. Negli anni ’80 la sede era in pieno centro città, sotto l’isola pedonale: un bel posto, ma scomodo per i clienti. Così si decise di trasferirsi nell’attuale sede, sempre in centro a Bergamo ma molto più pratica: vicina all’autostrada, con spazi più grandi, magazzini ampi e parcheggio privato.
Io, nel frattempo, ho sempre “girato attorno” al negozio: da ragazzino come aiutante, poi sempre di più, fino a farlo diventare il mio lavoro a tempo pieno.

Begnis Music a SHG Music Show 2025: tradizione, strumenti musicali e famiglia

Nei primissimi anni di attività, quali erano gli strumenti e i marchi più richiesti? C’è qualche episodio o aneddoto che ricordate con particolare affetto?
Con il trasferimento nell’attuale sede, nel 2006, abbiamo potuto ampliare molto l’attività. Nei primi anni trattavamo davvero di tutto: impianti audio, batterie, fiati, DJ, pianoforti, chitarre… era un negozio molto variegato. Il problema era che avere tanti settori diversi non ci permetteva di svilupparli a dovere. Così, poco alla volta, abbiamo scelto di concentrarci sulle chitarre, riducendo gli altri reparti. Questo percorso si è completato nel 2019, quando ho rilevato ufficialmente l’attività dopo il pensionamento di mio padre, cambiando anche il nome in Begnis Strumenti Musicali. Il settore pianoforti, però, non è mai sparito: rimane ancora oggi, ed è parte integrante della nostra storia. È un mercato diverso, molto più “vecchia scuola”, che si sposa bene con la dimensione del negozio fisico.

Di aneddoti ce ne sarebbero tanti, ma il più bello è forse quello che si ripete ancora oggi: clienti ormai adulti che passano in negozio e ci raccontano dei loro primi strumenti comprati da bambini, di quando passavano le ore davanti alle vetrine a sognare o provare strumenti che allora non potevano permettersi… e che adesso, finalmente, sono riusciti a regalarsi.
Grazie al contributo fondamentale di Ettore Riva, che oggi non lavora più con noi, nei primi anni della nuova sede abbiamo iniziato a guardare con più attenzione al mondo dei marchi boutique. Ettore era molto focalizzato su queste realtà, che all’epoca non erano facili da trovare, e questa cosa mi ha subito appassionato. Credo di dovergli molto, sia per la passione che mi ha trasmesso, sia per le competenze che mi ha aiutato a sviluppare.

Così ho scoperto quanto anche i brand meno conosciuti, pur considerati “di nicchia”, potessero suscitare grande interesse tra clienti e collezionisti. È stato lì che ho capito quanto valesse la pena puntare in quella direzione, e da allora non ho più cambiato rotta.

La scelta dei marchi in un negozio di strumenti musicali è uno dei punti più importanti del lavoro. Quali criteri guidano le vostre decisioni su cosa proporre ai clienti?
Sì, è la base di tutto… ma anche la parte più divertente e appassionante. Credo fermamente che oggi, con tantissimi marchi e un’infinità di modelli sul mercato, il ruolo di un negozio fisico sia quello di “filtrare” e selezionare le realtà migliori, a prescindere dal brand.
Come rivenditori abbiamo la possibilità di entrare in contatto diretto con aziende e liutai che spesso sono difficili da scoprire per il cliente finale, facendo comparazioni dirette e scegliendo la produzione che riteniamo davvero valida. Questa fase, se fatta bene, permette poi di consigliare ai clienti le scelte già selezionate a monte. Quando il cliente trova riscontro in quello che gli proponiamo, inizia a fidarsi e spesso torna, perché sa che da noi non trova un consiglio finalizzato alla vendita, ma strumenti scelti con cura. Quella fiducia e quel feedback positivo sono la miglior pubblicità possibile.

Il criterio è semplice: confronto con quello che offre il mercato a pari prezzo e tipologia, valutando fattori concreti come la scelta dei materiali, la qualità dei legni, i metodi di costruzione, la precisione delle finiture. Il risultato deve essere uno strumento di qualità e, se riusciamo anche a proporlo a un prezzo più competitivo rispetto ai marchi concorrenti, allora abbiamo fatto centro. Capita anche di trovare marchi “famosi” con queste caratteristiche, e se accade ben venga, ma ormai sono sempre meno. Per assurdo, spesso sono i primi da mettere in discussione a causa delle enormi produzioni che devono sostenere, e che purtroppo coincidono con standard qualitativi più bassi.
Poi c’è l’aspetto più difficile: non basta che uno strumento sia valido, deve anche avere uno stile e un carattere che piacciano al pubblico. È già capitato di trovare produzioni ottime che però non riescono a decollare sul mercato, nonostante l’impegno nella promozione. In quei casi bisogna essere onesti, prenderne atto e ripensare la selezione. Fa parte del gioco.

Begnis Music a SHG Music Show 2025: tradizione, strumenti musicali e famiglia

Negli anni, avete assistito a cambiamenti importanti nel mercato musicale e nelle esigenze dei musicisti. Come si è evoluta la vostra selezione di strumenti e accessori?
Sì, ci sono stati cambiamenti, ma i principali riguardano la gestione del suono: amplificatori ed effetti sempre più di qualità, ma allo stesso tempo utilizzabili in diversi contesti e comodi da trasportare. In questo settore le scelte sono tantissime, e dipendono molto dalle esigenze e dai gusti dei clienti.
Per quanto riguarda le chitarre, invece, noto che la tendenza, salvo rari casi, è puntare su modelli che hanno fatto la storia e richiamano la tradizione… mi riferisco allo stile e al design dello strumento, non al marchio. Anche molte delle nuove forme hanno comunque un forte legame con i modelli iconici degli anni ’50-’60.

Molti clienti sottolineano quanto sia importante il rapporto umano quando si entra in un negozio di strumenti. Qual è la vostra filosofia nel mettere il cliente al centro dell’esperienza d’acquisto?
È un fattore importantissimo, e fortunatamente non è mai stato un problema. Per carattere ho sempre apprezzato i momenti di condivisione in negozio con i clienti, e credo si percepisca: cerco di creare un ambiente amichevole e rilassato, lasciandoli liberi di provare o di esprimere richieste senza troppi vincoli. Per me il negozio deve essere più un punto di ritrovo, dove ci si scambia passione e idee, che un semplice punto vendita.

Avete una clientela che spazia dai principianti ai professionisti. Come vi approcciate a esigenze così diverse pur cercando di proporre un catalogo di strumenti che ha nell’approccio boutique e in brand “selezionati” il suo focus?
In realtà supportiamo molto volentieri anche chi parte da zero. La selezione dei marchi non riguarda solo i top di gamma, ma anche brand di fascia media e bassa, dove cerchiamo sempre il miglior rapporto qualità/prezzo.
È chiaro che in questi segmenti non abbiamo un grande assortimento: spesso proponiamo una o due opzioni per fascia di prezzo, ma scelte con la stessa cura che mettiamo negli strumenti boutique. Non è quindi tutto centrato sui prodotti di fascia alta: cerchiamo di soddisfare anche chi ha un budget più contenuto, e devo dire che proprio in queste fasce si trovano spesso delle belle sorprese con tanti marchi nuovi e interessanti.

Begnis Music a SHG Music Show 2025: tradizione, strumenti musicali e famiglia

Oltre alla vendita, spesso un negozio diventa un luogo di incontro e scambio. È successo anche con Begnis? Avete creato una “community” intorno al negozio?
Sì, assolutamente. Come dicevo prima, questo lato del lavoro mi piace tantissimo perché fa parte del mio carattere. In negozio capita spesso di fermarsi a chiacchierare con i clienti, vecchi e nuovi, e negli anni molti di loro sono diventati amici. Un esempio su tutti è Matteo: da cliente abituale è entrato così tanto a far parte della nostra realtà che oggi lavora con noi… e non potremmo davvero fare a meno della sua presenza.

Quali sono le difficoltà più grandi che avete affrontato nel corso della vostra storia, e come siete riusciti a superarle?
Sembrerà banale, ma la difficoltà più grande è sempre la stessa: far quadrare i conti e rendere tutto sostenibile. Come sappiamo, oggi il periodo è complicato e, anche se paradossalmente la fascia medio-alta è la più richiesta, non è semplice riuscire a offrire tutto ciò che il cliente e il mercato si aspettano. Non parlo solo di avere un ampio assortimento, ma anche di garantire servizi, comunicazione curata, assistenza… e tutto questo con margini sempre più ridotti. È lì che sta la vera sfida.

Guardando al futuro: quali novità vorreste introdurre per continuare a crescere e rafforzare il legame con i vostri clienti?
Le idee non mancano e la voglia di crescere e migliorarsi c’è sempre, ma niente di stravolgente. Continueremo su questa strada, con priorità alla “selezione all’ingresso”, cioè alla scelta dei brand migliori per offrire sempre prodotti di qualità. Ce ne sono già molti in arrivo, che vedrete proprio in questa edizione dell’SHG e nei prossimi mesi. Poi sicuramente ci sarà un focus mirato sulla cura dei dettagli, alcuni dei quali importanti e che vogliamo assolutamente migliorare.

Infine, se doveste raccontare in poche parole cosa rende unico il vostro negozio rispetto ad altri punti vendita di strumenti musicali, cosa direste?
Quello che sentiamo più spesso dai nostri clienti è l’apprezzamento per la possibilità di trovare, e provare in libertà, strumenti molto difficili da reperire in Italia, che spesso si vedono solo su social o riviste. Quindi direi: la selezione di strumenti di qualità, l’ampia scelta e un ambiente amichevole e rilassato.

Ulteriori informazioni: Begnis Music

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