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Disavventure di un consumatore
di [user #51] - pubblicato il

Chi scrive è ormai da qualche anno diventato un drogato di chitarre e con l'aiuto di Internet ha navigato per il mondo comprando di tutto, dalle stesse chitarre a libri introvabili qui in Italia. Un paio di anni or sono l'occhio mi cadde sulla rivista della Fender Frontline;c'era l'immagine di una chitarra del Custom Shop chiamata Closet Classic 1960 e mi pareva proprio una meraviglia. Dal momento che il portafoglio non lo permetteva, poteva essere una valida alternativa all'inarrivabile originale. Armato di buona volontà chiamo Tomassone per informarmi e mi sento rispondere che in Italia per il momento ce la possiamo scordare. Possibile che tutto sia inutile? Tento allora la carta del DISMA e alla cieca vado a Rimini sperando in una botta di fortuna. Tiro dritto fino allo stand della Bauer e chiedo ai rappresentanti che banchettavano pensando ai loro bei soldini guadagnati se ci fosse la tanto agognata Closet Classic, ma, ahimé, anche loro non ne sapevano proprio nulla. Sconsolato mi aggiro come uno zombie tra le chitarre quando l'occhio mi si posa su una Strato Fiesta Red tenuta in disparte, dal colore leggermente patinato ed hardware opaco, una tastiera diversa come look dalle altre in giro, che mi dava una sorta di brivido sul groppone. Quale oggetto del desiderio poteva mai essere? Chiedo ad uno dei guru della Fender e mi risponde che si trattava di una delle solite imitazioni giapponesi. Chiedo di potela veder meglio e quando la rigiro vedo stampigliato dietro la paletta il logo del Custom Shop. La faccia del rappresentante è passata dal Fiesta Red al Burgundy Mist, con una sfumatura di Surf Green e di tutti gli altri custom colors. La chitarra in questione è diventata mia e l'ho suonata con grande soddisfazione in molte occasioni. Tutto questo per dire che la Bauer non ha fatto certo una bella figura e sembra che questa tendenza sia ormai diventata uno status, basti pensare alla tristezza dell'area occupata da fantasmi al SHG di Milano che ha costretto numerosi appassionati veraci ad esporre le loro chitarre in angoli bui e pericolosi dell'Alcatraz (si dice che qualcuno non abbia mai fatto ritorno a casa...). Che dire poi dell'ultima signature Claudio Baglioni? Datevi una smossa, ragazzi, e se volete fare quaesto mestiere per lo meno studiate la materia; ne so più io di Fender di voi che ne fate un lavoro.


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