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La consacrazione delle Les Paul flametop con la Historic Collection
di [user #3] - pubblicato il

Composta da pezzi di pregevole fattura e dal fascino unico, la Historic Collection ha segnato il punto di ripresa nella storia Gibson. Il colosso americano, a inizio anni '90, sembrava finito, ma poi c'è stata la svolta. Ecco le cronache di un mito tornato a brillare come non mai.
Gibson sembrava vicina al tracollo a inizio anni '90 ma poi, come sempre succede, alla fine i pezzi vanno sempre tutti al posto giusto e il puzzle si ricompone. Così, nel 1993, Gibson presenta la Historic Collection, una serie di strumenti di altissima gamma (e prezzo), costruiti con un'attenzione ai particolari che da tempo era stata accantonata. Certo, non sono ancora repliche nel vero senso della parola, restano da sistemare molti dettagli, ma la sensazione chiara è che l'azienda che fu di Kalamazoo ha deciso di prendere il toro, cioè la qualità, per le corna e ricominciare a fare le cose come si deve.

Il nuovo catalogo Historic Collection è una di quelle letture che tolgono il fiato. Patinato e ricco, presenta al popolo di affezionati gibsoniani (e anche di gibsoniani in pectore) una gamma di strumenti da sogno. Dalle foto sembrano pezzi d'epoca conservati gelosamente in una stanza a temperatura e umidità controllate, lucidi quanto basta, coi colori giusti e le descrizioni che mettono l'acquolina in bocca. Da Explorer e Flying V, attraverso SG ed L4, si raggiungono gemme rare come la L5 Lloyd Loar e la Citation. Ma di tutte la più rara, la più appetibile, la più ricca di fascino è Madame Sunburst, che sfonda la copertina usando una Super 400 come cuscino, apparentemente innocua, come una tigre (e il legno ne sottolinea l'affinità) che aspetta di divorare la prossima preda.

La consacrazione delle Les Paul flametop con la Historic Collection

Le prime 15 LP della collezione sono dipinte a mano, una per una, dal magico Tom Murphy, il che sarebbe un motivo sufficiente per considerarle degli instant classic. Ma quel che fa letteralmente perdere la testa ai cultori della Paul è la serie di correzioni strutturali, che la avvicinano considerevolmente alle inavvicinabili antenate del 1958-60. Prima tra tutte, la più significiativa, è l'allungamento del "tenone" (il pezzo di manico che si incastra nel corpo per l'incollaggio delle due parti) più lungo, tanto da arrivare nell'alloggio del pickup (più della spiegazione vale questo filmato della Gibson).
 
 Tra gli altri dettagli, l'impiallicciatura sottile in agrifoglio della paletta, il logo serigrafato, il posizionamento giusto dello scasso dei pickup, inlay corretti, pickup "57 Classic" eccetera. Un babà, un quadro tridimensionale da appendersi al collo, giallo e rosso, che brucia fiamme eterne senza scottare le dita. La Les paul Sunburst è tornata, "live & dangerous".

Quella che segue è una storia in discesa (non per uomini e donne del Custom Shop Gibson, costantemente impegnati nella ricerca del dettaglio fuori posto, del capello spettinato che ancora permette ai più schizzinosi di dire "non le fanno più come una volta". Ricreare la magia dello strumento più magico del mondo non è facile neanche se ti chiami Tom Murphy, ma una cosa è certa: se le quotazioni di Madame '59er crescono di un ordine di grandezza nel giro di tre lustri (da 20mila a 200mila dollari e anche di più), parte del merito va ai cataloghi che descrivono l'impresa certosina con cui Gibson rende omaggio al proprio passato.

Nel 1994 la gamma si arricchisce con la "R8", riedizione della Paul 1958, un manicone grosso così e top in acero poco fiammato o niente del tutto. Un affare per intenditori alla ricerca di una chitarra che offra il massimo della liuteria a un prezzo quasi normale (costa circa 200 dollari in più rispetto a una Standard di regolare produzione). Altra modifica significativa, nel 1997, le sellette che lasciano l'acciaio e tornano di ottone. Quest'anno vede un evento bizzarro: il battipenna viene modificato sul template d'epoca e rivela immediatamente un posizionamento scorretto del pickup al ponte, prontamente corretto.

La gamma Historic viene ampliata dalle repliche Junior e Special in versioni '58 (single cut) e '60 (double cut) sia sunburst, sia TV yellow. Il 1999, quarantennale della Regina delle Regine, viene celebrato con una produzione limitata a 100 pezzi reliccati da Tom Murphy. Cambiano appena i colori, che acquistano un feel più vintage (soprattutto il rosso di corpo e manico), le vernici sono più sottili, delicatissime, per far respirare il legno, perché possa vibrare e porgere al mondo buone vibrazioni. La chicca: segnatasi laterali tartarugati. Vista la concorrenza di liutai che producono copie pressoché perfette, Gibson comincia da quest'anno a corredare le sue Ragazze Top con un COA (certificato di autenticità). Modifiche di dettaglio, piccole messe a punto, negli anni successivi. Da rimarcare la nascita dei pickup BurstBucker nel 2001 e la piccola serie di strumenti con tastiera in prezioso palissandro brasiliano del 2001, una cinquantina di pezzi in tutto, dai numeri di serie dal 9-1203 al 9-1250, quasi tutte reliccate da Sifu Murphy. Cambiano i tasti, che diventano più sottili come in origine, e viene proposta la finitura Custom Authentic, un invecchiamento leggero della finitura giusto per togliere la patina di nuovo.

La consacrazione delle Les Paul flametop con la Historic Collection

Altre modifiche di dettaglio (le viti del copri truss rod, la posizione del logo serigrafato, la "i" del logo Gibson modificata, eccetera) fino al 2004 che vede due importanti novità: l'introduzione della "Jimmy Page", una reissue firmata dalla star degli Zeppelin, e della Cloud 9, una reissue con camere (cosiddette) tonali sotto il top in acero per alleggerire lo strumento. Queste ultime chitarre - che fanno rabbrividire i puristi - sono considerate da alcuni come le migliori dal punto di vista sonoro. Questione di gusti.

Gli ultimi interventi sono di poco conto, come la finitura VOS con hardware ossidato artificialmente introdotta nel 2006, l'uso di macchinari a controllo numerico anche nel Custom Shop e il colore rosso più vivo usato per il filler. Siamo arrivati ai giorni nostri con un'ultima modifica, che non incide sul suono ma sul portafoglio del chitarrista: la nuova politica commerciale di Gibson che eliminando il distributore nazionale riesce a mettere la Reissue nei negozi al 30% in meno del prezzo di due anni prima. Un disastro per chi ha strapagato le Reissue negli anni scorsi e un inaspettata gioia per chi meditava di portarsela a casa. Con questa ultima "modifica" la R9 diventa un sogno molto più realizzabile per tanti. 

13 agosto 2016 - Due parole dopo aver "restaurato" di questo articolo otto anni dopo averlo scritto. Nonostante la tanta acqua passata sotto i ponti, quasi quarant'anni dopo la nascita, la Les Paul sunburst resta una delle indiscusse regine della categoria solid body. Andata e venuta nel tempo è tornata prepotentemente grazie ai musicisti, che non si sono rassegnati a perderla nel tempo hanno saputo ribaltare le decisioni dei management miopi che negli anni '60 e '70 hanno gestito Gibson. Il merito della rinascita del modello nel 1968, del ritorno della Flametop del 1980, della successiva costante ricerca della qualità della Golden Age che prosegue va soprattutto ai musicisti, che hanno saputo farsi ascoltare dall'azienda. Certo, il marketing ha sempre sfruttato questa fame di "Burst" per fare grandi profitti, ma lo ha fatto consegnando - pur a prezzi a volta sconcertanti - strumenti perfetti, a cui manca solo qualche decennio di buone vibrazioni per essere magici come le prodigiose "Flametop" originali, le cui quotazioni sono in costante crescita. In sintesi: se sogni una Les Paul, considera questa, la più autentica di tutti. Anche se dovrai fare sacrifici, rinunciare alle pizze e al cinema, non ti pentirai mai di aver scelto la "regina di tutte le fiamme", l'arma rock che sa incantare per quanto suona bene, ma anche per quanto è bella. (Alberto Biraghi)

Questo articolo, parte dell'archivio storico di Accordo, è stato restaurato per una miglior fruizione sui dispositivi moderni.
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345
di Bat [user #13914]
commento del 28/05/2008 ore 09:3
Scusate l'intrusione che non so quanto pertinente con l'articolo ma ho un dubbio sul quale desidererei una consulenza. Un negoziante mi ha offerto una 345 nuova di un anno o due fa a 3500 euri (trattabili), ne arriverà un'altra che costerà circo 800 eurini in meno. Il negoziante sostiene che quest'ultima essendo di ultima produzione sarebbe costruita con minore cura e con componentistica elettronica non USA, da qui il prezzo minore. Può essere vero? Oppure il negoziante sostiene questo perchè la prima 345 l'ho comperata quando i prezzi Gibson erano più alti? Grazie e tutti Battista
Rispondi
Re: 345
di aliuzz [user #1220]
commento del 28/05/2008 ore 09:4
Ehhh... che furbacchioni i negozianti ! Aspetta quella che costa meno e se ti piace comprala. I prezzi si sono abbassati ma il motivo non è il calo della qualità. E' semplicemente che prima ci mangiava sopra troppa gente !
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Re: 345
di alberto biraghi [user #3]
commento del 28/05/2008 ore 10:1
Difficile "avere dubbi sulla pertinenza" direi. C'entra proprio una mazza :-)
Rispondi
Re: 345
di Bat [user #13914]
commento del 28/05/2008 ore 10:5
Chiedo scusa ma non avevo idea di come chiedere in altro modo. Ringrazio comunque per la velate elegante risposta. Battista
Rispondi
Re: 345
di Bat [user #13914]
commento del 28/05/2008 ore 10:5
Chiedo scusa ma non avevo idea di come chiedere in altro modo. Ringrazio comunque per la velate elegante risposta. Battista
Rispondi
Re: 345
di lucafriso [user #1405]
commento del 28/05/2008 ore 10:5
Bat, per queste cose c'è la sezione Chiedilo. Puoi mandare un articolo cliccando sul tuo menù l'opzione "Vuoi mandare un articolo?" In articoli come questo è importante rimanere IN TOPIC anche per rispetto verso il lavoro dell'autore. Accordo cresce anche grazie alla collaborazione di tutti, sviluppare discussioni pertinenti aiuta a completare l'articolo e a lasciare un contenuto interessante per chi leggerà un domani. Guadagnare autorevolezza in un ambiente come questo, che non è un forum, vuol dire anche imparare a valutare bene lo spazio in cui esprimere determinati concetti e/o domande. Ti prego prendere questo mio intervento come una ramanzina al tuo commento in particolare, è pittosto una cosa che riguarda un pò tutti e la tua domanda mi ha dato l'occasione per ribadire il concetto. E' OVVIO che questo mio post è da considerarsi di servizio e, nei limiti del possibile, non va replicato al fine di non andare ulteriormente Off Topic. Scrivetemi una mail dal mio profilo se volete approfondire la cosa. Grazie
Rispondi
R8
di black poodle [user #1259]
commento del 28/05/2008 ore 13:5
quando ho acquistato la mia les paul standard del 2005 ho provato anche una 1958 reissue (usata) che era una favola! pesante (o leggera) il giusto, un bel manico cicciotto, ben rifinita e con un gran bel suono fornito dai '57 classic. Non aveva il top fiammato nè arcuato ma non era quello il più grande difetto, ahimè; sono stati i 1.300 euro fuori dal budget di cui disponevo a farmela riappendere alla rastrelliera :) Consiglio a tutti di dargli una possibilità se siete a caccia di Historic.
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Re: R8
di alberto biraghi [user #3]
commento del 28/05/2008 ore 14:3
La R8 è una chitarra fantastica. Ha tutta la qualità della R9, ma grazie alla tavola meno selezionata (peraltro mai brutta) costa parecchio di meno. Se a questo aggiungi il fatto che grazie alla nuova politica distributiva (nessun importatore, c'è solo un magazzinone centralizzato per l'Europa) i prezzi delle chitarre sono scesi di percentuali altissime (fino al 30-40% in meno, ormai le Gibson in Europa costano come in USA) ti ritrovi coi sogni a portata di mano. Io sono un fan di Henry Juskiewicz, CEO di Gibson, proprio per queste scelte intelligenti che - per esempio - in casa Fender non si ha il coraggio di fare. Eppure sono vincenti.
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Re: R8
di Giuseppe Mazzola [user #90]
commento del 29/05/2008 ore 13:0
Sono il fortunato possessore di una R8 del 2001 ("figured top", pertanto moderatamente e gradevolmente fiammato, nè "plain" nè "killer"; il colore è un bel butterscotch blonde, una sorta di sunburst sbiadito o come dicono molti "unburst".- Ha ancora i '57 classic. E' un'emozione suonarla ogni volta, sono d'accordo con Alberto sulla critica alla Fender; fra l'altro (inter alia) trovo personalmente odiosa scritta "custom shop" con le alette alla "Caddilac" sul retro delle palette delle Fender: altro che repliche fedeli!
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Re: R8
di alberto biraghi [user #3]
commento del 29/05/2008 ore 13:2
Per favore, guarda la "unburst" sul sito di Gruhn con PAF veri, che babà.
Rispondi
Re: R8
di Giuseppe Mazzola [user #90]
commento del 29/05/2008 ore 13:4
Con buona pace del mio concittadino Borghezio: "beddissima jè"
Rispondi
Re: R8
di genna65 [user #8796]
commento del 29/05/2008 ore 16:0
Se intendi quella "EB6028 Gibson 1959 Les Paul Flametop Reissue" è' uno schianto! Anche io sono un fortunato possessore: una Historic R9 flamed top del 2000, forse anche più unburst di quella, con Pu Classic 57. Io che sono sempre stato un fenderista ho dato il colpo di testa su una Gibson. E' un po' spiazzante per me che faccio (amatorialmente) Pink, Dire Straits & Co. suonare la LP, però suonarla è una favola sia per l'orecchio che per le mani! Ricordo di averla infine scelta contro una R0 di un più canonico Cherry SB. La R0 aveva il manico più sottile, mi ci trovavo anche bene, ma il suono da spenta mi ha fatto infine propendere per la R9. Una cosa mi colpisce di questa chitarra: non digerisce nessuno dei miei pedalini (che non saranno eccelsi), voglio dire che la grande qualità del suono degrada subito non appena si infila qualcosa nella catena Chitarra-Cavo-Ampli, mentre la stessa cosa non la avverto con la Strato. Qualcuno ha qualche spiegazione in proposito? In pratica, Alberto, la unburst sarebbe la replica di un sunburst che ha perso la sua tonalità rossa col tempo, o sbaglio? Grazie dell'articolo! Ciao Genna
Rispondi
Re: R8
di alberto biraghi [user #3]
commento del 29/05/2008 ore 16:1
Sì, la "unburst" è proprio quell'idea, una sunburst stinta come accadeva ad alcune occasionalmente. Quanto al suono, so di essere talebano, ma io accuso il digitale. L'idea di passare quella chitarra in qualcosa di digitale mi devasta lo stomaco. Secondo me il problema è lì, trasformare la voce di una magnifica Paul in una fila di uni e zeri è un peccato mortale che viene punito con un suono di cacca. Va bene così, butta gli effetti. O prova con qualcosa di sicuramente analogico, un vecchhio TS-9 o DS-1, un Chandler Tube Driver, un Ibanez Tube King... Vedrai che con quelli la madama non si lamenta.
Rispondi
Re: R8
di genna65 [user #8796]
commento del 29/05/2008 ore 16:4
Ok, ok... mi cospargo il capo di cenere. ;o) Dopotutto l'unico digitale era il Digitech DigiDelay ("e hai detto niente!" diranno in molti). In effetti il solo "pedalino" che digerisce benissimo è il Real McTube valvolare che mi sono autocostruito. Il TS-9 l'ho avuto nell'89, e qui mi mangio le mani, quando non avevo la capacità di apprezzarlo e forse neanche gli strumenti per farlo rendere. Proverò senz'altro qualcosa in questo senso! Una domanda: un bel Masotti (W or B Box) davanti a tutti?
Rispondi
Re: R8
di alberto biraghi [user #3]
commento del 29/05/2008 ore 17:1
Pierangelo è una garanzia, io lo proverei. Ma non è indispensabile. Sai, nei lontani anni '80 lavoravo in Edisport a una rivista che si chiamava Alta Fedeltà. Intervistai prima Carlos e poi il suo guitar tech, a cui chiesi notizie sul setup di Devadip. Bè, rispose Carlos, che ascoltava serafico, dicendo che a lui bastava il suo Boogie, un cavo di buona qualità e la sua chitarra. Era una PRS, ma il concetto si applica anche a Madame Polfuss.
Rispondi
Re: R8
di puffh7 [user #14109]
commento del 07/11/2008 ore 09:1
ciao,scusate ...sono la stessa chitarra la les paul standard custom shop 60 vos e la les paul custom shop 60 vos? non capisco se sia lo stesso strumento che viene chiamato in entrambi i modi o si tratti proprio di strumenti con caratteristiche differenti...ieri ho provato un lp std 60 vos e... non riesco a togliermela dalla testa...dalle mani e dal cuore.è la chitarra che cercavo da parecchio parlo di sensazioni...ieri mi stavo convincendo che quello tra me e la les paul fosse un amore platonico...invece...la sentivo mia tra le mie mani
Rispondi
di ricky rokes [user #3167]
commento del 14/11/2016 ore 18:25:42
Articolo bellisimo!Ultimamente ho acquistato (permutando la mia storica '94 PRS) una '59 true historic da un grande store a Napoli e ti assicuro che provate varie R7 e R8,rispetto alla' 59 la differenza di suono non era trascurabile.Vorrei anche sottolineare (cosa non da poco sul suono)la regolazione dei poli dei pu's sulle True Historic e sulle CC.
Rispondi
Domandina...
di Nightlock utente non più registrato
commento del 28/05/2008 ore 17:5
Secondo voi le L.P. di ultima produzione della Epiphone meritano di essere considerate? so bene che quelle Gibson sono un altro mondo,ma sapete com'è....per uno studente di 20 anni sono abbastanza proibitive.....anche quelle usate!
Rispondi
Re: Domandina...
di Strato2006 [user #13781]
commento del 29/05/2008 ore 11:3
Premetto che non sono un esperto, comunque ho 43 anni e suono amatorialmente da circa 30. Ho una Epiphone Les Paul Standard Plus del 2004 fatta in Cina, pagata circa 400 Euri (non pochi) "come nuova", ovvero comprata ma mai usata, non un graffio e cellophane ancora sul battipenna. Prima di fare confronti, ti dico subito che è una chitarra meravigliosa, con un rapporto qualità-prezzo straordinario. Non ne ho cambiato una vite (tanti dicono di cambiare i pick-up...???), la ho solo fatta regolare da un liutaio. Ho provato in passato diverse Gibson Les Paul, e onestamente non ci trovo tutta questa enorme differenza: la matrice timbrica è assolutamente quella, suona piena, tonda, armoniosa, morbida ma aggressiva, con un sustain enorme sia pulita che distorta; ha un top fiammato davvero molto bello... lo stesso liutaio che la ha sistemata mi ha detto che fa circa l'80-85% di una Gibson, spiegandomi poi che il 15-20% mancante è quello qualitativamente "più in alto" e più difficile (e costoso) da ottenere. Chiaro, nessuno regala nulla, se una Gibson costa 5 volte tanto non sarà proprio solo per il nome... Ad ogni modo come al solito provane tante, anch'io prima di scegliere ne ho provate diverse, ma con questa mi sono bastate due pennate per capire che "era lei".
Rispondi
R7
di pinodorato [user #9310]
commento del 28/05/2008 ore 19:0
Posso solo parlar bene della mia R7(infatti l'ho comprata!).Un suono bellissimo ed una sensazione che trascende la musica in se.Ovviamtente la qualità di queste gibson è alta ma è il feeling che si instaura grazie al manico "obeso" e, secondo me, al suo profumo che mi ha fatto perdere la testa!Accoppiata al Marshall Bluesbreaker è divina.Lunga vita a Sua Maestà Les Paul.
Rispondi
Top delle prime Les Paul
di Luigi Pucci [user #14504]
commento del 29/05/2008 ore 10:5
Ciao, vorrei qualche delucidazione in merito alla Les Paul. E' vero che i primi modelli avevano il top in acero più spesso della produzione attuale? In che maniera questo incide sul suono? Che dire degli scavi interni dei primi modelli? Erano più ampi tanto da fungere da camera tonale donando allo strumento un suono più "morbido"? Grazie. Luigi
Rispondi
'58 costum shop
di neuromik [user #10348]
commento del 29/05/2008 ore 12:0
Ciao a tutti, io mi sono regalato da qualche mese una les paul replica '58 costum shop, magari nel prossimo articolo verrà fuori qualche notizia su di lei ma ero curioso di sapere se qualcuno sa darmi qualche informazione, o qualche opinione nel caso ne possedesse un esemplare, io l'ho comprata a dicembre 2007 nuova. Verniciatura un pò invecchiata, manico veramente grosso rispetto alla standard, coperture dei pick up satinate invece che lucide, suono enorme... prezzo un pò più alto rispetto alla standard.. Salute a tutti..
Rispondi
di ricky rokes [user #3167]
commento del 14/11/2016 ore 18:36:09
Ho una '59 del 2007,ottima chtarra,ti cosiglio di cambiare la circuitazione e riportarla alle specifiche '50,cosi'come fatto dal custom shop dal 2009.
Rispondi
Grazie per la delucidazione
di Nightlock utente non più registrato
commento del 29/05/2008 ore 23:1
Senza dubbio una regolata dal liutaio è sempre necessaria;comunque anche io ho visto qualche Epiphone veramente ben fatta,certo,neanche paragonabile alla Gibson di fianco;il problema è che non sono riuscito a provarle........problema a cui porrò rimedio dopo l'esame di maturità!
Rispondi
di FrankieBear [user #29169]
commento del 13/11/2016 ore 18:11:09
che manna questo articolo!!
Rispondi
di alberto biraghi [user #3]
commento del 13/11/2016 ore 18:21:23
Grazie :-)
Rispondi
di parinotto71 [user #13597]
commento del 23/11/2016 ore 21:35:40
Innanzi tutto complimenti per l'articolo... l'ho "bevuto" tutto d'un fiato. Potrei avere qualche info in più sulla mia LPR8-VOS? grazieeeeeee
Rispondi
di bettow [user #30179]
commento del 15/01/2017 ore 10:29:1
Una domanda: possibile che le chitarre fabbricate negli anni 50/60, e mi riferisco anche alle Fender, siano le migliori di sempre? Possibile che con tutte le tecnologie disponibili oggi non si riesca a creare una chitarra "migliore" di quelle prodotte 60 anni fa e si continui a fare repliche "vintage"? e se fosse tutta una questione di marketing..!??
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 15/01/2017 ore 11:21:17
Ma di chitarre genericamente "migliori" (e bisognerebbe definirlo questo "meglio") ce ne sono e ce ne sono state tante. Il punto è che i suoni che ascoltiamo nei dischi provengono da quelle chitarre progettate tra 50's e 60's e che le icone della nostra musica "indossavano" proprio quei modelli. Una Stratocaster, una Telecaster, una Les Paul sono come dei jeans Levi's o degli occhiali Ray Ban: certo che c'è di "meglio", certo che le odierne tecnologie offrono altro, ma loro hanno fatto la storia e sono quello che, più o meno, noi tutti abbiamo in mente parlando di chitarre elettriche :) Sono dei simboli, delle icone... Non è facile creare qualcosa che possa vantare il merito di aver segnato a tal punto la storia e l'immaginario collettivo.
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 15/01/2017 ore 15:13:21
Quot, in più bisogna considerare che le repliche cercano di rifare la stessa chitarra non di farne una migliore, è qui sta la difficoltà, non è questione di tecnica o tecnologia, ma della possibilità o meno di poter utilizzare gli stessi materiali, che essi siano legno, metalli o vernici, da una parte per mancanza di materia prima e dall'altra per restrizioni normative che limitano o negano l'utilizzo di certi materiali.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 15/01/2017 ore 16:11:11
E c'è da mettere in conto anche il fatto che persino le repliche più fedeli sono sempre un compromesso tra il modello di riferimento e le esigenze del mercato di oggi. I grandi marchi cercano sempre in qualche modo di "attualizzare" i modelli di riferimento in modo da renderli sfruttabili da un chitarrista di oggi: a uno strumento del 2017 si chiede molto di più che a uno di 60 anni fa. Non so quanti con una Stratocaster del '59 in mano si sentirebbero a proprio agio e riuscirebbero a suonare quel che vogliono, magari qualcuno direbbe addirittura che "non è una Stratocaster"! Il produttore che vuol stare sul mercato fa in modo da offrire, indipendentemente dall'annata che riproduce, sempre uno strumento mediamente versatile e che riproduce non solo un modello in particolare, ma anche l'"ideale" di Stratocaster che si è affermato in decenni di storia in modo da non scontentare i clienti che la chitarra la acquistano oggi avendo in mente "LA" Stratocaster: vai al link
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 15/01/2017 ore 16:52:12
Corretto, come anche il fatto che Gibson ogni anno sulle repliche aggiunge un particolare sempre più uguale all'originale, in maniera tale da avvicinarsi a piccoli passi al "real deal", anche questo è marketing.
Rispondi
di alberto biraghi [user #3]
commento del 15/01/2017 ore 11:32:19
Sul tema che poni trovi qualche considerazione qui vai al link
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 15/01/2017 ore 14:24:41
Marketing... limited edition, custom shop, tributes, weight relief, G-force, la gamma Studio, Traditional, serie R, ecc. Gibson deve ringraziare Eric Clapton, Jimmy Page e molto più tardi Slash per la pubblicità implicita - e in seguito uno stuolo di altri chitarristi rinominati. Mai ne avrei comprata una! Suono troppo "standard" e come il loro. Invece, ho poi comprato Standard, Deluxe e Special aggiungendo dopo una Epi Junior TV Yellow indonesiana. Dal lato estetico la mia Std è bruttissima e ho cambiato tutto il cambiabile!!!
Rispondi
di Baconevio [user #41610]
commento del 15/01/2017 ore 12:12:09
io ho impiegato circa 15 anni per poter acquistare la "mia" les paul. una traditional semplicemente perfetta.
Rispondi
di pickuppato utente non più registrato
commento del 15/01/2017 ore 12:30:13
Sarà, ma visto che l'estetica sembra farla da padrone, il flametop m'ha sempre dato l'impressione di un un mobile in stile e pure un po' tamarro.
Il sunburst rimane sempre la "faccia" più elegante, a prescindere.
Rispondi
di alcor72 [user #16133]
commento del 17/01/2017 ore 08:44:34
Beh...un violino Stradivari (o di grande pregio) ha il fondo in acero fiammato...che a parere mio personale rimane l'effetto più bello di quello ottenibile da vari tagli del legno (sicuramente molto meno "pesante" di certi Quilt alla vista).
Rispondi
di fabrizio guitar wolf [user #8578]
commento del 20/01/2017 ore 10:59:23
ma dove il link che dice :
'tanto da arrivare nell'alloggio del pickup (più della spiegazione vale questo filmato della Gibson).'
grazie
Rispondi
di alberto biraghi [user #3]
commento del 20/01/2017 ore 11:38:51
Purtroppo da quando abbiamo scritto l'articolo il video è stato rimosso da Gibson.
Rispondi
di fabrizio guitar wolf [user #8578]
commento del 20/01/2017 ore 12:16:42
Grazie la Gibson è sempre stata un pò Snob
Rispondi
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