di Fulvio Caligaris [user #50] - pubblicato il 26 aprile 2001 ore 10:12
In una tranquilla e calda sera d’estate, con il sole alle nostre
spalle, raggiungiamo con la comoda autostrada il confine italo-svizzero di
Chiasso, dove dopo pochi chilometri, a Mendrisio, ci attende la prima
serata del sempre valido ormai ventennale "Lugano Estival Jazz" (oltretutto
rigorosamente e miracolosamente gratuito. Dopo aver parcheggiato con
facilità arriviamo al Piazzale alla Valle, dove suonerà Robben tra una
manciata di ore.
Siamo all’ interno di un quartiere commerciale,
direzionale e residenziale di recente edificazione, progettato dal mitico
architetto ticinese Mario Botta, che con il sapiente uso dei mattoni a
vista, realizza ambienti di grande valore e dalla ottima resa acustica.
E’
ancora giorno quando partono le prime note del quintetto di Wallace Roney,
trombettista jazz di colore, che ha nel suo bagaglio partecipazioni con
Miles Davis e che lo ricorda molto. Bravi, ma abbastanza difficili, poco
abbinabili al blues di Robben, che nel frattempo passeggia sorridente e si
lascia fotografare e persino contattare per un veloce scambio di battute. Si siede in platea con il tastierista e ascolta attentamente Roney, prima
di scomparire, dopo aver firmato parecchi autografi. Segue a ruota, con
rapido cambio di strumentazione, la bravissima cantante di colore Dianne
Reeves, che con il suo quartetto sfodera un repertorio che spazia dalla
musica etnica africana, a quella caraibica e latino-americana e riscalda
ottimamente la platea, che sta intanto aumentando.
Un quarto d’ora dopo la
mezzanotte si cambia lo stage per l’attesa Robben Ford Band, composta oltre
che dal titolare, da Jeff Bobco, tastierista di talento dotato di Hammond
B3 con Leslie e piano Wurlitzer, dalla strepitosa (oltre che molto carina)
drummer Hillary Jones, e dal prezioso e preciso bassista di colore che
sostituisce Jimmy Earl.
Robben con la sua fida Telecaster inizia con una
superba versione di "Let Me in", brano di apertura anche del suo ultimo cd
"Super Natural" (chissa perché lo stesso titolo dell’ultimo di Santana).
Continua a riscaldarci con il travolgente brano strumentale "Just Like It
Is", dal cd "Tiger Walk" del ‘97.
E’ ora la volta della title track "Super
Natural" con un martellante wah wah e con un graffiante solo di chitarra,
di grande presa. Tocca poi a "Nothing to Nobody", che permette al
tastierista di regalarci un grande solo con il Leslie che viaggia a piena
velocità. Robben riparte subito dopo con uno shuffle blues dai coretti
accattivanti, "Tired of Talkin", dal cd "Handful of Blues" del ‘95.
E’ il
momento in cui viene temporaneamente abbandonata la Telecaster per la sua
rossa "Custom Model" per l’esecuzione di "Hey Brother", sempre dall’ultima
uscita discografica. Nuovo cambio di strumento per la potente "When I Cry
Today", brano che conferma la carica emotiva e la grande tecnica
chitarristica che conoscevamo e ci aspettavamo.
E’ la volta di una Takamine
acustica per il riff di "Don’t Lose You Faith on Me", brano lento di grande
effetto, che Robben suona da seduto. Tocca ora a "Deaf, Dumb and Blind" con
ritorno alla Telecaster, per terminare la prima parte del concerto con la
rumba rock (tempo che periodicamente Robben ripropone) "Lovin Cup" di Paul
Butterfield, con grande solo di Hammond. Dopo una nuova presentazione dei
musicisti con rituale inchino abbracciati e dopo la solita uscita, il forte
richiamo del pubblico riporta i nostri sul palco e Robben concede il bis
con due mitici brani del suo repertorio.
Si riparte alla grande con
"Chevrolet", dai lunghi assoli di chitarra e organo, per terminare questa
magica notte con "Help the Poor", in una nuova versione con grande assolo
"on drum" della bella Hillary.
Dopo le ovazioni, Robben a lato del palco
regala qualche attimo ai suoi fans più intraprendenti e si lascia
fotografare con loro concedendo autografi a raffica.Una piccola
riflessione sulla serata (e nottata) svizzera: organizzazione perfetta,
acustica ottima, nessun disturbo ai concerti e, cosa incredibile, ho potuto
registrare con la videocamera tutto lo spettacolo, con grande felicità mia
e degli amici che non hanno potuto partecipare. Scusate se è poco.