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Robben Ford a Mendrisio
di [user #50] - pubblicato il

In una tranquilla e calda sera d’estate, con il sole alle nostre spalle, raggiungiamo con la comoda autostrada il confine italo-svizzero di Chiasso, dove dopo pochi chilometri, a Mendrisio, ci attende la prima serata del sempre valido ormai ventennale "Lugano Estival Jazz" (oltretutto rigorosamente e miracolosamente gratuito. Dopo aver parcheggiato con facilità arriviamo al Piazzale alla Valle, dove suonerà Robben tra una manciata di ore. Siamo all’ interno di un quartiere commerciale, direzionale e residenziale di recente edificazione, progettato dal mitico architetto ticinese Mario Botta, che con il sapiente uso dei mattoni a vista, realizza ambienti di grande valore e dalla ottima resa acustica. E’ ancora giorno quando partono le prime note del quintetto di Wallace Roney, trombettista jazz di colore, che ha nel suo bagaglio partecipazioni con Miles Davis e che lo ricorda molto. Bravi, ma abbastanza difficili, poco abbinabili al blues di Robben, che nel frattempo passeggia sorridente e si lascia fotografare e persino contattare per un veloce scambio di battute. Si siede in platea con il tastierista e ascolta attentamente Roney, prima di scomparire, dopo aver firmato parecchi autografi. Segue a ruota, con rapido cambio di strumentazione, la bravissima cantante di colore Dianne Reeves, che con il suo quartetto sfodera un repertorio che spazia dalla musica etnica africana, a quella caraibica e latino-americana e riscalda ottimamente la platea, che sta intanto aumentando. Un quarto d’ora dopo la mezzanotte si cambia lo stage per l’attesa Robben Ford Band, composta oltre che dal titolare, da Jeff Bobco, tastierista di talento dotato di Hammond B3 con Leslie e piano Wurlitzer, dalla strepitosa (oltre che molto carina) drummer Hillary Jones, e dal prezioso e preciso bassista di colore che sostituisce Jimmy Earl. Robben con la sua fida Telecaster inizia con una superba versione di "Let Me in", brano di apertura anche del suo ultimo cd "Super Natural" (chissa perché lo stesso titolo dell’ultimo di Santana). Continua a riscaldarci con il travolgente brano strumentale "Just Like It Is", dal cd "Tiger Walk" del ‘97. E’ ora la volta della title track "Super Natural" con un martellante wah wah e con un graffiante solo di chitarra, di grande presa. Tocca poi a "Nothing to Nobody", che permette al tastierista di regalarci un grande solo con il Leslie che viaggia a piena velocità. Robben riparte subito dopo con uno shuffle blues dai coretti accattivanti, "Tired of Talkin", dal cd "Handful of Blues" del ‘95. E’ il momento in cui viene temporaneamente abbandonata la Telecaster per la sua rossa "Custom Model" per l’esecuzione di "Hey Brother", sempre dall’ultima uscita discografica. Nuovo cambio di strumento per la potente "When I Cry Today", brano che conferma la carica emotiva e la grande tecnica chitarristica che conoscevamo e ci aspettavamo. E’ la volta di una Takamine acustica per il riff di "Don’t Lose You Faith on Me", brano lento di grande effetto, che Robben suona da seduto. Tocca ora a "Deaf, Dumb and Blind" con ritorno alla Telecaster, per terminare la prima parte del concerto con la rumba rock (tempo che periodicamente Robben ripropone) "Lovin Cup" di Paul Butterfield, con grande solo di Hammond. Dopo una nuova presentazione dei musicisti con rituale inchino abbracciati e dopo la solita uscita, il forte richiamo del pubblico riporta i nostri sul palco e Robben concede il bis con due mitici brani del suo repertorio. Si riparte alla grande con "Chevrolet", dai lunghi assoli di chitarra e organo, per terminare questa magica notte con "Help the Poor", in una nuova versione con grande assolo "on drum" della bella Hillary. Dopo le ovazioni, Robben a lato del palco regala qualche attimo ai suoi fans più intraprendenti e si lascia fotografare con loro concedendo autografi a raffica.Una piccola riflessione sulla serata (e nottata) svizzera: organizzazione perfetta, acustica ottima, nessun disturbo ai concerti e, cosa incredibile, ho potuto registrare con la videocamera tutto lo spettacolo, con grande felicità mia e degli amici che non hanno potuto partecipare. Scusate se è poco.


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