La prima volta, dopo anni, che scrivo nel diario. Oggi è per mè un giorno triste e di svolta. E' morto Mtch Mitchell, l'ultimo rimasto di quella che per mè è sempre stata l'unica vera band della mia vita, la Jimi Hendrix Experience. Era il maggio del 68, non ricordo il giorno, avevo 11 anni (gli undici anni di allora significavano essere ancora veramente bambini ma io non giocavo con le palline o i soldatini perchè uno zio un pò matto, che era stato in America apposta per imparare a suonare il Rock e mi aveva già contagiato con il virus delle sei corde), quando mi portarono a sentire la Jimi Hendrix Experience a Bologna . Ricordo mia madre in lacrime quando partimmo, con mio zio, perchè le sembrava una follia portare un bambino in mezzo a quei matti (e tanto torto forse non l'aveva), ma mio padre, una delle persone più aperte e coraggiose che abbia mai incontrato, aveva detto subito si a quella richiesta folle del suo fratellino. Non ricordo quasi nulle del viaggio ma ho un ricordo pazzesco dell'immediato preconcerto: intanto mi guardavano tutti con un'espressione stupita e poi c'era una confusione pazzesca; Jimi era in ritardo e gia circolavano voci che il concerto sarebbe stato annullato. Non mi rendevo neanche conto di dov'ero (provate a pensare ad un bambino di 11 anni di allora, quando c'era ancora il maestro Manzi alla TV) ma poi Jimi arrivò. Non ricordo bene quale fu il primo pezzo, ma il secondo fu Hey Joe e io sapevo suonare l'introduzione, l'avevo sentita mille volte e non stavo più nella pelle.
Mio zio mi tirò su per farmi vedere meglio, perchè erano tutti in piedi e notai che aveva praticamente le lacrime agli occhi. Se qualcuno che legge c'era forse può confermare quell'atmosfera, assolutamente pazzesca. Mi sembrava di essere al cinema, il modo in cui erano vestiti i musicisti era assolutamente pazzesco e ricordo che Jimi aveva delle rose infilate tra le meccaniche della paletta. Da allora quello è sempre stato il mio mito, anche se oramai da anni ascolto prevalentemente jazz, un CD di Jimi nel lettore non manca mai. Quando Jimi morì ero ancora troppo giovane per farne un dramma, e poi era morto anche lo zio matto e quindi avevo già un lutto tremendo da smaltire. Tempo fà è morto Noel Redding e la cosa mi colpì. Adesso sono quì, di guardia in ospedale in piena notte, poco lontano da dove Jimi è nato, suona il cicalino, corro al telefono credendo si tratti di una delle tantissime emergenze e invece è un collega della rianimazione, più vecchio di me e molto più fan di me, che ha visto molte volte Jimi dal vivo, anche a Woodstock, che mi dice che la Experience è definitivamente finita, MItch è morto. Certo c'è molto di peggio al mondo ma lo sento come la fine definitiva di una stagione entusiasmante e forse della giovinezza.