Fig. 2
Tensione Continua e Tensione Alternata
Come definito nella parte precedente, una tensione si dice continua quando la differenza di potenziale è erogata senza variazioni nel tempo ed ha valore costante. Il moto delle cariche avviene cioè secondo le leggi della corrente continua. L'esempio del grafico in fig. 2 per la tensione continua evidenzia come la corrente sia costante nel tempo ed unidirezionale.
Un discorso a parte merita invece la tensione alternata, dove il comportamento della corrente è differente, essendo bidirezionale.
Infatti, mentre nell'esempio in fig. 1 della parte precedente abbiamo analizzato quale fosse la direzione della corrente, trovandola sempre costante da un polo all'altro (la sorgente era una pila, dunque una tensione in continua), nella tensione alternatala corrente cambia direzione in modo costante. Dunque, se sostituissimo con una sorgente di tensione in alternata (un alternatore, la dinamo di una bicicletta o la rete elettrica domestica) la pila in fig. 1, non ci ritroveremmo con un polo negativo ed uno positivo definitivi, variando costantemente la direzione della corrente, ma con due poli che si scambierebbero reciprocamente il ruolo di positivo e negativo alternandosi. Ovviamente, la lampadina resterebbe comunque accesa ed eventuali intermittenze nella luminosità diverrebbero sempre meno percettibili quanto più veloce fosse lo “scambio dei ruoli”.
Ai poli non applicheremo i segni + e - , ma entrambi avranno lo stesso simbolo ~. Il cambio di direzione della corrente è costante rispetto al tempo e, per meglio definire in che misura lo sia, bisogna tornare al secondo disegno in fig. 2 ed introdurre inevitabilmente il concetto di Frequenza e la sua unità di misura, l'Hertz (Hz). Come si può notare, la curva definita dalla tensione in alternata rappresenta una sinusoide divisa giusto a metà dall'asse orizzontale che rappresenta il tempo. Il punto d'incontro tra i due assi rappresenta lo zero. L'asse verticale rappresenta la tensione e risulta diviso dallo zero in due settori, uno positivo (V+) ed uno negativo (V-). Partendo dal punto zero, la tensione raggiunge il suo picco positivo per poi ridiscendere verso zero, dopodiché scende verso il picco negativo per poi risalire fino allo zero. Il movimento descritto finora, rappresenta un ciclo o periodo. Questo ciclo, durante il quale la corrente cambia direzione, può essere diviso in due osservando la curva in relazione all'asse orizzontale del tempo ed avremo due semicicli o semionde: una positiva (tratto superiore all'asse del tempo) ed una negativa (tratto inferiore). La Frequenza si ottiene considerando i cicli al secondo. Ad esempio, la frequenza della rete elettrica ad uso domestico è di 50 Hz, cioè 50 cicli al secondo. Tale frequenza è abbastanza elevata da non farci percepire nessuna seppur minima variazione d'intensità nella luce prodotta in una lampadina ad essa collegata.
Qualcuno potrebbe chiedersi perché molti apparecchi funzionano in corrente continua mentre la rete fornisce energia in alternata: delle tante possibili motivazioni più o meno convincenti, la principale consiste nella facilità (ed economicità) di “trasformazione” dall'alternata alla continua.
Il contrario è po' più complesso per ragioni più economiche che tecniche. Le ragioni di tali osservazioni saranno più chiare appena parleremo dei trasformatori, dei condensatori e dei diodi.
Nei nostri cari amplificatori, fluiscono entrambi i tipi di tensione.